venerdì 31 marzo 2023

Review party Susine e il dormiveglia






Titolo: Susine e il dormiveglia. Il Mondo di Dopo
Titolo originale: Susine et le dormeveil. Dans le monde d'après
Testi: Bruno Enna
Illustrazioni: Clément Lefèvre
Numero di pagine:111
Editore: Tunué









Trama

Bambina dall’immaginazione fervida, Susine vive al 12 di rue des Cauchemars. I litigi dei genitori e la scomparsa della nonna l’hanno trasportata nel Dormiveglia, un mondo misterioso diviso in due: il mondo di prima – gioioso e arioso – e il mondo di dopo – triste e pesante – dove sta per vivere la più esplosiva delle avventure.
Per Susine, infatti, non ci sono dubbi: il problema dei suoi genitori è che hanno perso le orecchie… per questo non si parlano e non si ascoltano. Spetta a lei ritrovarle a tutti i costi! Secondo il dottor Baisselapaupière, si troverebbero sulla nave della Regina, nell’Orbita Vuota… Ma c’è una misteriosa profezia a riguardo.
Susine riuscierà nella sua fantastica impresa? Cos’è questa misteriosa profezia?

Recensione

Dopo cinque anni dall'uscita del primo volume, Tunué ci porta in Italia il secondo capitolo di questa storia onirica e fantastica. 
Se nel primo volume abbiamo affrontato un lutto alla maniera dei bambini insieme a Susine, in questo secondo volume possiamo sentire una componente più malinconica data dalle tavole fredde e dalla storia in sé. 

Nel primo volume tutto era luminoso, nei toni caldi dei colori e Susine stessa aveva apprezzato la sua avventura e questo mondo magico era diventato per lei un rifugio. Ma nel secondo volume quello che muove susine è il senso di colpa e la depressione. Sentendosi responsabile dell'allontanamento dei genitori, parte alla ricerca delle loro orecchie perché non sono più in grado di ascoltarsi. Qui prevalgono i toni freddi e scuri e Susine si ritrova in un mondo triste e ostile, che addirittura puzza. La sua avventura sarà più lunga e tortuosa, piena di pericoli che riesce ad affrontare, però, grazie a un amico. Anche la rappresentazione di Susine cambia da un libro all'altro, perde molti dei tratti fanciulleschi per poi ritrovarli e ritrovare sé stessa alla fine della storia. 
Questa avventura ci permette di entrare per un poco nel mondo magico che spesso i bambini si creano come scudo, non è raro che durante la separazione dei genitori i bambini si sentano responsabili di tutto ciò che accade e che cerchino un rifugio accessibile solo a loro per capire e affrontare meglio ciò che gli capita intorno. Anche se capiamo che i genitori (per quanto noncuranti) hanno portato Susine da uno psicologo, lei lo trasforma in un personaggio buffo del suo dormiveglia, probabilmente proprio per affrontare meglio la situazione.
Una graphic novel che ha più i tratti di un libro per l'infanzia, dove le parole si alternano in modo fluido a disegni e tavole, un'avventura onirica che ci porta in un mondo strano e diverso ma che accettiamo senza pregiudizi, insomma una sbirciata nel mondo magico dei bambini e dei loro ragionamenti, una lettura dolceamara che mi ha conquistata.

Voto ⭐⭐⭐⭐⭐/5

Ti Grazio Valeria per aver organizzato l'evento e la casa editrice per la copia, non perdete le altre recensioni sui blog ❤️

martedì 21 marzo 2023

Recensione Creature dell'assenza

Titolo: Creature dell’Assenza
Autrici: Gloria Bernareggi, Sephira Riva
Lingua originale: italiano
Casa editrice: Eris edizioni






Trama

Estate 1996: è trascorso poco meno di un anno dal termine della guerra che ha portato all’indipendenza della Croazia. Nel paese di Preko, l’anziana Petra tenta di superare il lutto per la morte della suocera, sentendosi però isolata e incompresa, anche dal marito Joso. Ad alterare la loro routine, la nipote Marina: una giovane donna traumatizzata dalla morte prematura dei suoi amici durante il conflitto. Marina entrerà in contatto con una creatura dall’aspetto di bambina, Jadranka, l’incarnazione dell’assenza, che rappresenta il vuoto lasciato dai defunti ed entra con delicatezza nella quotidianità di chi sta cercando di imparare a gestire il proprio dolore e stabilire un nuovo equilibrio. Una scrittura limpida senza retorica e melodrammi: non una tragedia ma un delicato realismo magico che si coniuga con un vissuto storico e personale doloroso, fatto anche di atmosfere trasognate e sospese.




Recensione 

Era da troppo che rimuginavo su questo racconto breve letto nei mesi scorsi e alla fine sono giunta alla conclusione che è giusto dedicargli più spazio perché è stata una lettura travolgente.
Sephira e Gloria sono fantastiche con le parole perché in poche righe sono stata trasportata nell'estate di Preko, nel dopoguerra che ha sconvolto la allora Jugoslavia. Ho rivisto le estati della mia infanzia, piene di sole, del profumo che viene dalla terra e dai cibi fatti in casa e della nostalgia che alberga sempre ai bordi. Ma è un'estate diversa questa, fatta di mancanze e di assenze, la Croazia e i suoi abitanti cercano di risollevarsi dopo una guerra che ha lasciato il paese spezzato e la piccola Preko cerca di andare oltre organizzando una festa di paese nonostante la tristezza si percepisca ancora. Ognuno porta la perdita e il lutto con sé e ognuno cerca di rielaborarlo a proprio modo, ma nonostante tutti (chi più, chi meno) stiano soffrendo, spesso ci si sente soli nel proprio dolore. Grazie a una delicatezza unica le autrici ci parlano del lutto e della sua elaborazione, l'assenza di qualcosa, di qualcuno, che prende una forma umana che è in grado di seguirci ovunque. È così che Marina e Petra percepiscono coloro che non ci sono più, come un qualcuno che solo loro possono vedere e da cui in molti le mettono in guardia, ma è così sbagliato parlarci? Accogliere questa assenza? La decisione spetta al singolo, si può vivere fingendo che non esista e venirne tormentati, oppure accettarla come parte della vita, la scelta è dura ma passando attraverso l'accettazione si arriva alla guarigione. È così che pian piano Petra e Marina scendono a patti con questa assenza che si presenta sotto forma di bambina, due visioni della vita diametralmente opposte, due donne diverse che però si portano dentro lo stesso dolore e che lo affronteranno secondo i loro modi e i loro tempi. Petra e Marina si alternano nella narrazione ma è una cosa che non mi ha dato fastidio per una volta, sono due persone diverse ma costruite benissimo, non si percepisce lo stacco della scrittura a quattro mani, cosa non sempre facile.
Insomma, un racconto di una potenza disarmante, un'allegoria di come si possa pian piano andare avanti nonostante il dolore della perdita di qualcuno, Sephira e Gloria ci fanno capire che accettare la scomparsa di una persona cara non significa dimenticarla, anzi, quell' assenza, quel vuoto, sarà sempre con noi ma possiamo ricordare le cose belle, i momenti insieme e infine decidere di andare avanti. Inutile dire che mi sono spesso commossa, tutt³ bene o male abbiamo subito la perdita di qualcunə per cui credo che sia una lettura che tocca tutt³. Inoltre ho adorato scoprire qualcosa del folklore croato e si vede che le autrici sanno di cosa parlano per la cura dei dettagli e delle piccole cose, a partire dal cibo sempre presente nella lettura e da sempre simbolo della vita, mi è sembrato di sentire il profumo dei fichi lasciati a essiccare al sole e il calore dell'estate sulla pelle, è stata una lettura breve ma molto intensa, la porterò nel cuore.

Voto ⭐⭐⭐⭐⭐/5

martedì 7 marzo 2023

Review party Destini incrociati

Titolo: Destini incrociati
Titolo originale: These twisted bonds
Autrice: Lexi Ryan
Traduttrice: Vanessa Valentinuzzi
Lingua originale: inglese
Casa editrice: Mondadori





Trama 

Il palazzo dorato è avvolto dal velo della notte. La mia notte. Le mie tenebre. Il mio potere. Quando seppe che la sorella Jas era stata venduta al re dei Fae delle ombre, Brie pensò che la sua vita non sarebbe potuta andare peggio di così. Ma ora, intrappolata in una ragnatela di bugie che lei stessa ha tessuto, dal momento che, innamorata contemporaneamente di due principi, non può più fidarsi di nessuno dei due, la sua esistenza non le appare certo più semplice. La guerra ormai è alle porte della corte di Unseelie, eppure Brie non è ancora in grado di scegliere da che parte stare. Come potrebbe farlo, visto che non è capace di comprendere nemmeno se stessa? Più precipita, più le appare chiaro che le profezie non mentono e che lei – che le piaccia o meno – ha un ruolo da giocare nel destino del regno fatato


Recensione 


Destini incrociati è il secondo capitolo di questa dilogia dedicata al mondo dei fae, la vicenda ripartono esattamente da dove le avevamo lasciate, cosa che ho apprezzato, ma purtroppo il mio non sarà un giudizio del tutto positivo. La cosa che mi è piaciuta (come nel primo) è lo stile che si mantiene sempre scorrevole e non troppo impegnativo, quindi resta una lettura leggere adatta a questo periodo primaverile. 
Per contro abbiamo un po' di lati negativi che ci siamo trascinati dal primo libro. Primo fra tutti è la mancanza del worldbuilding e delle spiegazioni del sistema magico, è vero che vengono introdotti nuovi personaggi e nuove corti, però mi sono mancati gli approfondimenti sul paesaggio e la cultura, ma soprattutto mi è mancata la spiegazione dei vari poteri e di come funzionano. Nella prima metà del libro tutto si svolge in un castello (quello della corte dei fae selvaggi-che si chiamano così perché? Non ci è dato sapere) e nella seconda parte tutto si svolge come un viaggio su e giù per una montagna, avrei voluto vedere di più delle terre che Abriella e Finn vogliono proteggere e invece si vede troppo poco. E qui arriva la seconda nota dolente, per tutto il libro Abriella dice di non sapere usare i proprio poteri e tutti le dicono che imparerà, ma nessuno si mette mai a insegnarle e improvvisamente ne ha una padronanza perfetta e si riscopre, ovviamente, potentissima. Ecco, purtroppo quando succede così storco sempre il naso perché sembra tutto troppo macchinoso e forzato e infatti il libro è costellato da piccoli buchi di trama riempiti da tantissimi dei ex machina. In sostanza i protagonisti non fanno nulla se non delle gite sulle montagne e le soluzioni continuano a cadergli tra le mani. E la cosa che più mi lascia perplessa è che se accadono cose considerate impossibili (basandoci su quel poco di sistema magico presente che ci dà delle informazioni), queste non si possono sovvertire dopo poche pagine in maniera inspiegabile. Tra poteri acquisiti inspiegabilmente e dei ex machina, sembra che molti elementi siano stati inseriti solo per far procedere la trama perché spesso è Abriella stessa a non porsi delle domande quando succedono cose importanti. Infine il grosso problema per me è stato che manca l'antagonista, anche nel primo libro si è risentito di questa cosa ma era meno tangibile, qui manca proprio. Sappiamo chi devono sconfiggere ma questo "cattivo" non si vede per tutto il libro, ogni tanto, per ricordarci della sua presenza, compare qualche sgherro che viene sconfitto in due righe e la cosa si chiude lì. Dobbiamo aspettare le pagine finali perché si presenti e anche lì la presenza è davvero minima, dopo il discorsetto dove espone il suo piano non si vede più perché la situazione si risolve troppo velocemente, quindi perché inserirlo? 
In conclusione libro bocciato? Ni, diciamo che ci sono delle cose che salvo nonostante i molti difetti, il problema è che sono stati inseriti troppi elementi con il risultato che alla fine niente è stato approfondito bene. Ho rivisto sempre degli accenni a tanti altri fantasy, per cui diciamo che se si cerca qualcosa di elaborato lo sconsiglio, se invece si vuole staccare da letture più pesanti è il fantasy giusto.

Voto ⭐⭐,5/5

Ringrazio sempre Flavia e la casa editrice per l'evento e la copia omaggio 😊