Titolo: You don't know me. Voi non mi conoscete
Titolo originale: You don't know me
Autore: Imran Mahmood
Traduzione: Tessa Bernardi
Numero di pagine: 288
Editore: Fanucci (Time crime)
Trama
Un imputato senza nome è accusato di omicidio. Le prove sono schiaccianti. Ma poco prima delle arringhe conclusive il giovane licenzia il suo avvocato e pronuncia un lungo discorso in propria difesa. Riguarda la donna che ama, che è finita in grossi guai, e il modo in cui ha rischiato ogni cosa per salvarla. L'avvocato gli ha detto di non raccontare tutta la storia, ma lui ha deciso di fare a modo suo; è della sua vita che si tratta... fino a prova contraria. A volte, la verità può essere troppo difficile da spiegare o da credere, eppure, se anche finirà con una condanna, meglio morire avendola detta. Immaginiamo che ora, mentre analizza le otto prove contro di lui, la sua vita sia nelle nostre mani. Noi lettori - membri della giuria - dobbiamo mantenere la mente aperta perché giura di essere innocente. Avete ragione, lo dicono tutti. Ma la sua difesa solleva tanti interrogativi, e alla fine ciò che conta sarà: gli crederemo oppure no?
Recensione
You don't know me è stato il primo thriller giudiziario che abbia mai letto ed è stata, lo ammetto, una lettura particolare. Lo scenario è quello di un tribunale in cui si svolge, appunto, questo processo, per cui si pensa che il colpevole sia già stato individuato. In realtà il ragazzo accusato di omicidio decide di fare un lungo discorso, non per scagionarsi, ma per puro amore della verità. Queste sono le premesse che mi hanno subito attirato ma devo dire che la lettura inizia in modo un po' lento. Nella prima parte ho trovato lo stile veramente prolisso, ma in realtà l'autore ricostruisce perfettamente quella che potrebbe essere la parlata di un ragazzo come lo è il protagonista. Ci si impersona così nell'imputato che è un giovane dei quartieri poveri che ha sempre vissuto fra criminalità, bande e lottando per sopravvivere. Per questo il suo discorso non sempre fila e non sempre arriva dritto al punto, ma in questo modo la sua parlata, il suo modo di essere e il suo modo di interagire con la giuria è ricostruito benissimo. Per immedesimarci ancora di più nell'imputato l'autore decide di non rivelarci mai il suo nome, lui parla di sé ovviamente in prima persona narrando i fatti come lui li conosce e come si sono svolti, ma noi non conosciamo mai il suo vero nome e questo probabilmente serve per riuscire a riuscire, da parte del lettore, a impersonarsi del tutto lui. Altra nota fortemente positiva è il racconto in sé, troppo spesso noi giudichiamo un imputato colpevole o innocente sulla base delle prove fornite dalla polizia e fornite dagli avvocati ma in realtà conosciamo sempre solo una parte della storia. Lui, partendo dalla sua gioventù, ci mostra il come e il perché si è arrivati a determinati momenti che hanno causato poi la morte di un altro giovane e questo l'ho trovato molto interessante perché ci dà una conoscenza della storia a 360 gradi che invece spesso non abbiamo. È una storia intricata e complessa, con molte diramazioni e che ci mostra una Londra diversa, una Londra dei sobborghi, una Londra fatta di denti stretti per sopravvivere e di cruda realtà e l'ho apprezzato davvero molto perché non ci si sofferma mai su queste parti delle grandi città.
Come dicevo è stata una lettura che è cominciata pian piano, ma poi sono entrata sempre di più nel vivo della storia e ogni volta che prendeva una nuova svolta la vicenda, ero sempre più coinvolta, sempre più curiosa di sapere come sarebbe andata a finire. Quindi immaginate la mia sorpresa assoluta quando ci ritroviamo di fronte a un finale che più aperto non si può. Di solito i finali aperti mi lasciano un po' spiazzata, mi piacciono, ma non sempre li apprezzo fino in fondo, in questo caso credo, invece, che l'autore abbia giocato veramente d'astuzia perché, come diceva all'inizio, l'imputato non parla per proclamarsi innocente, ma per narrare le vicende così come si sono svolte. Ci si aspetta un finale dove verrà condannato colpevole o assolto, invece questo finale....non c'è! Innocente o colpevole spetta a noi deciderlo.
Insomma, consigliato agli amanti del genere ma soprattutto a chi è pronto a farsi coinvolgere nella storia per cercare di capire come sono andati i fatti davvero.
Voto ⭐⭐⭐,5/5
Ringrazio la casa editrice per la copia omaggio e la collaborazione.