martedì 29 giugno 2021

Recensione La grazia dei re

Titolo: La grazia dei re
Titolo originale: The grace of kings
Autore: Ken Liu
Traduzione: Andrea Cassini
Numero di pagine: 612
Editore: Mondadori





Trama

L'Imperatore Mapidéré è stato il primo a unire i diversi regni dell'arcipelago di Dara sotto il dominio della sua isola d'origine, Xana. Dopo ventitré anni, tuttavia, l'Impero di Xana mostra segni di debolezza. Mapidéré è sul letto di morte, i suoi consiglieri complottano mirando ciascuno al proprio interesse, persino gli dèi sembrano adirati. Come se non bastasse, decenni di crudeli angherie e di dispotico potere hanno fatto sì che la popolazione non abbia nulla da perdere da una rivolta, ma molto da guadagnare. È questo il mondo in cui vivono Kuni Garu, un affascinante perditempo poco propenso alla vita onesta, e Mata Zyndu, l'impavido figlio di un duca deposto, discendente di una nobile stirpe particolarmente colpita dalla ferocia di Mapidéré, che ha giurato di vendicarsi. Sembrano l'uno l'opposto dell'altro, ma durante la ribellione contro il potere imperiale i loro sentieri si incrociano in modo imprevedibile: diventano amici inseparabili, fratelli, e insieme combattono contro immensi eserciti, serici vascelli volanti, libri magici e divinità dalle forme mutevoli. Ma una volta che l'imperatore è stato rovesciato, Kuni e Mata si trovano a capeggiare fazioni rivali, con idee molto diverse su come si dovrebbe guidare il mondo, e su cosa sia la giustizia.


Recensione

La grazia dei re si presenta come un Epic fantasy, tuttavia credo che sia più come un poema epico dato i contenuti. Ci sono molti personaggi, nomi, dei capricciosi e luoghi, ma tutti si incastrano insieme nella narrazione, creando un intreccio via via sempre più fitto, fatto di pugnalate alle spalle, sotterfugi e strategie. É una storia che comincia dai desideri di tanti singoli individui che sognano un mondo migliore, una nuova vita o la vendetta e tutto ciò mette in moto una serie di eventi che va in crescendo. Un impero che va via via sgretolandosi e la minaccia sempre più forte di guerra, faranno da sfondo alla prima parte di questo libro fantastico che mi ha ricordato moltissimo l'Iliade. Nella seconda metà la guerra diventa invece una realtà lunga e sfibrante e questo avvalora il paragone con i poemi epici. Altra similitudine che ho riscontrato è che anche ne La grazia dei re gli dei giocano un ruolo fondamentale. Non possono intervenire nelle questioni umane, ma sfoderano tutti i loro trucchetti per cambiare il corso degli eventi in favore dei propri preferiti. Liu ci accompagna in un mondo nuovo, fatto di onore, tradizioni e lingue differenti eppure rende tutto così vivido con poche solide pennellate. Infatti non ci sarà mai la descrizione del contesto ma Liu riesce attraverso la narrazione della vita dei personaggi, a ricreare un'ambientazione perfetta. Il suo stile può apparire ostico perché pieno di nomi, luoghi e dinastie diverse ma si riuscirà a seguire tutto benissimo perché in realtà é tutto molto scorrevole. In poco tempo ci si ritrova così a divorare molte pagine e si vedono tantissimo le competenze dell' autore. Ci sono storia, tattiche militari, macchine da guerra, lingue differenti, filosofia, mitologia, insomma si vede tutto lo studio dietro a questo libro e la profonda cultura di Liu. Le donne sono poche a un primo sguardo perché vengono inserite via via nella narrazione ma sono davvero ben studiate, figure costruire ad hoc per incastrarsi nella storia. Si coglie la vena di critica verso un mondo che le ha sempre considerate inferiori quando in realtà giocano ruoli fondamentali in queste vicende, nonostante la storia in sé si concentri su due figure maschili destinate a scontrarsi, le donne del libro sono molte e molto importanti. Grazie a loro gli eventi prenderanno certe pieghe e ho amato come Liu non le abbia ridotte a delle macchiette, anzi ognuna ha il proprio carattere, le proprie motivazioni e abilità, sono loro le vere protagoniste poiché mettono in moto una serie di eventi fondamentali. Parlare del simbolismo in questo libro potrebbe comportare svariate pagine di dibattito e non mi sento la persona giusta per farlo, tuttavia sono evidentissimi i simboli "nascosti" sparsi nel libro, a cominciare dalle piccole cose, come un fiore di dente di leone.
Ho amato questo libro, é un mix perfetto di narrazione fluida, tattiche militari, interventi divini e tanto di più. Gli dei sono volubili e irascibili, pretendono sacrifici e vogliono vedere prevalere i loro preferiti, per contro gli uomini agiscono in modo che ritengono arbitrario ma che in realtà é il frutto delle macchinazioni divine. É un libro che mostra le efferatezze della guerra e la corruzione che il potere può dare, si gioca tutto sul filo del rasoio poiché ad ogni azione corrispondono molte conseguenze. Vediamo gli effetti negativi di un impero costruito con la forza sul sangue e a discapito della gente comune, le atrocità della guerra e vediamo uomini di animo nobile corrompersi immancabilmente. Ma vediamo anche il vero animo umano, così fermo nelle proprie idee in alcuni casi, talmente fermo che verrà portato alla rovina, ma si può notare anche la doppiezza umana e come tutto viene spesso fatto per un secondo fine. Credo che i personaggi siano presentati benissimo, il libro parla di guerra, é vero, ma Liu riesce a sondare perfettamente l'animo umano e ciò che lo muove veramente. Insomma questo libro ha tutto, ci si immerge completamente nelle vicende e i colpi di scena, ma soprattutto i colpi al cuore, non mancheranno. Non vedo l'ora di leggere il secondo volume anche se so che sarà una mazzata, la piega presa dagli eventi non lascia intuire nulla di buono, tuttavia devo sapere cosa succederà a questi piccoli denti di leone che sono i personaggi.

Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐/5

domenica 20 giugno 2021

Review party La repubblica del drago

Titolo: La repubblica del drago
Titolo originale: The dragon republic
Autrice: R.F. Kuang
Traduzione: Sofi Hakobyan
Numero di pagine: 609
Editore: Mondadori (Oscar Vault)



Trama

Già tre volte nella sua storia il Nikan ha dovuto combattere per sopravvivere alle sanguinarie Guerre dei papaveri. Il terzo conflitto si è appena spento, ma Rin, guerriera e sciamana, non può dimenticare le atrocità che ha dovuto commettere per salvare il suo popolo. E ora sta scappando, nel tentativo di sfuggire alla dipendenza dall'oppio e agli ordini omicidi della spietata Fenice, la divinità che le ha donato i suoi straordinari poteri.
Solo un desiderio la spinge a vivere: non vuole morire prima di essersi vendicata dell'Imperatrice, che ha tradito la sua patria vendendola ai nemici. E l'unico modo per farlo è allearsi con il signore di Lóng, discendente dell'ultimo Imperatore Drago, che vuole conquistare il Nikan, deporre l'Imperatrice e instaurare una repubblica.
Né l'Imperatrice, né il signore di Lóng, però, sono ciò che sembrano. E più Rin va avanti, più si rende conto che per amore del Nikan dovrà usare ancora una volta il potere letale della Fenice. Non c'è niente che Rin non sia disposta a sacrificare per salvare il suo paese, e ottenere la sua vendetta. Così si getta di nuovo nella lotta. Perché in fondo lottare è ciò che sa fare meglio.









Recensione
Bentornati sul blog lettori! Per questo super review party ringrazio Alessandra di Raggywords e la casa editrice Mondadori per avermi permesso di partecipare. Ma passiamo al libro che per me è una bomba! 
In questo secondo capitolo si vedono molto di più le tattiche militari e di guerriglia, sono descritti nei particolari stratagemmi militari e molte delle navi da guerra utilizzate. In più c'è molta più politica, cosa che ho apprezzato, ma lo stile della Kuang resta sempre fluido e mai pesante. Per me ha una scrittura molto bella e scorrevole, mi coinvolge completamente nella narrazione e non ho trovato pesanti queste parti perché erano mescolate perfettamente a momenti di narrazione. 
Ritroviamo i personaggi del primo libro molto cambiati dagli avvenimenti della guerra e dalla morte di Altan. Rin in particolare si trascina in balia di sè stessa, dei sensi di colpa e di un palese disturbo post traumatico. Non riesce a capire cosa fare della sua vita e del suo potere finché non le viene offerta l'opportunità di combattere ancora e questo per lei rappresenta la salvezza poiché é certa di essere brava solo in questo. Ma che tipo di battaglie dovrà affrontare Rin? Oltre alle sue guerre personali si troverà di fronte a qualcosa che non si aspettava perché in questo libro la guerra viene vista sotto punti di vista diversi rispetto al primo. Non é più una guerra verso un nemico comune, ma una spaccatura interna a un paese, la guerra civile é sempre terribile ma l'autrice riesce a farci cogliere tutte le sfumature cruente che ci sono dietro. Possiamo vedere così il problema di profughi nel loro stesso paese, la guerra infida fatta di logoramento e colpi bassi, persone che devono rinunciare al proprio passato per unirsi a un nuovo ideale mettendo anche a rischio la famiglia. Nonostante sia una guerra per una giusta causa (instaurare una democrazia), ci si rende conto che tutto ciò non é mai del tutto giusto né tanto meno auspicabile, nemmeno se si combatte per una giusta causa. In questo contesto vediamo una Rin che affronta i suoi demoni e che cerca di fare fronte ai lati sempre più negativi di questa guerra. Nonostante non sia di certo un personaggio facile, non ho potuto fare a meno di avvicinarmi a lei perché la Kuang é bravissima a ricreare tutto ciò che sta vivendo. É vero che sbaglia di continuo e per metà del tempo vorresti gridarle contro, ma é una persona giovane che si ritrova a convivere con le mostruosità che ha commesso, ma anche con le tante che ha subito. Come per il primo libro non si tratta solo di un fantasy, i temi affrontati sono davvero tanti tra cui i disturbi post traumatici, la guerra e le sue conseguenze, il White privilege, le violenze sessuali e non solo, la dipendenza non solo da sostanza stupefacenti. C'è tutto questo e molto molto di più perché in fondo vediamo anche l'amicizia, il tradimento, l'abbandono, la spietatezza, la violenza, il freddo calcolo dietro a determinate azioni...io posso dire solo di essere stata conquistata da tutto questo. In questo capitolo vediamo molto meno i Cike (i guerrieri sciamani), ma viene dato più spazio a Kitay, cosa che per me va benissimo dato che é divertente, ironico e soprattutto geniale. Nonostante un inizio travagliato riuscirà a ritrovare la sua amicizia con Rin e anzi giocherà un ruolo fondamentale, non vedo l'ora di leggere il terzo volume per saperne di più su di lui, é un personaggio che ho adorato. Credo che anche Venka giocherà un ruolo nel terzo capitolo, anche lei mi é piaciuta moltissimo ma sappiamo bene su chi vorrei più approfondimenti. Ebbene sì signore e signori, Nezha caro Nezha parlo di te, cosa ci riserverai nel prossimo capitolo?! L'unico neo é che avrei voluto più approfondito un tema che si rivelerà molto importante nel prossimo libro, credo che alcuni colpi di scena sul finale siano stati un po' forzati, così come alcuni escamotage, ma tutto sommato il libro fila bene e ci lascia con un colpo di scena non indifferente sul finale. Insomma quando pensate che la Kuang ci voglia portare in una direzione, state pur certi che la situazione si ribalterà completamente e arriveremo da tutt'altra parte.
In conclusione leggete questa saga, per me é pazzesca, ci sono personaggi che sono davvero diversi e particolari, dimenticate gli eroi senza macchia e preparatevi a seguire una ragazza mezza matta e con tantissimi problemi. Un libro pieno di violenza e temi difficili descritti con uno stile mai banale e che davvero vi trasporterà in un mondo cruento e pieno di divinità assassine.

Voto: ⭐⭐⭐⭐,5/5

venerdì 18 giugno 2021

Recensione Le sette morti di Evelyn Hardcastle

Titolo: Le sette morti di Evelyn Hardcastle
Titolo originale: The Seven deaths of Evelyn Hardcastle
Autore: Stuart Turton
Traduzione: Federica Oddera
Numero di pagine: 523
Editore: Neri Pozza




Trama

Blackheath House è una maestosa residenza di campagna cinta da migliaia di acri di foresta, una tenuta enorme che, nelle sue sale dagli stucchi sbrecciati dal tempo, è pronta ad accogliere gli invitati al ballo in maschera indetto da Lord Peter e Lady Helena Hardcastle. Gli ospiti sono membri dell’alta società, ufficiali, banchieri, medici ai quali è ben nota la tenuta degli Hardcastle. Diciannove anni prima erano tutti presenti al ricevimento in cui un tragico evento – la morte del giovane Thomas Hardcastle – ha segnato la storia della famiglia e della loro residenza, condannando entrambe a un inesorabile declino. Ora sono accorsi attratti dalla singolare circostanza di ritrovarsi di nuovo insieme, dalle sorprese promesse da Lord Peter per la serata, dai costumi bizzarri da indossare, dai fuochi d’artificio. Alle undici della sera, tuttavia, la morte torna a gettare i suoi dadi a Blackheath House. Nell’attimo in cui esplodono nell’aria i preannunciati fuochi d’artificio, Evelyn, la giovane e bella figlia di Lord Peter e Lady Helena, scivola lentamente nell’acqua del laghetto che orna il giardino antistante la casa. Morta, per un colpo di pistola al ventre. Un tragico decesso che non pone fine alle crudeli sorprese della festa. L’invito al ballo si rivela un gioco spietato, una trappola inaspettata per i convenuti a Blackheath House e per uno di loro in particolare: Aiden Bishop. Evelyn Hardcastle non morirà, infatti, una volta sola. Finché Aiden non risolverà il mistero della sua morte, la scena della caduta nell’acqua si ripeterà, incessantemente, giorno dopo giorno. E ogni volta si concluderà con il fatidico colpo di pistola. La sola via per porre fine a questo tragico gioco è identificare l’assassino. Ma, al sorgere di ogni nuovo giorno, Aiden si sveglia nel corpo di un ospite differente. E qualcuno è determinato a impedirgli di fuggire da Blackheath House…



Recensione

Bentornati sul blog lettori! 
Eccoci con un libro che non é un fantasy per cambiare un po', anche se devo dire che questa lettura ha del paranormale. Ebbene sì, Le sette morti di Evelyn Hardcastle é un thriller paranormale e storico, un mix che, lo ammetto, all'inizio mi ha fatto storcere un po' il naso. Ma mi sono dovuta ricredere subito, questo libro é fantastico! É davvero difficile fare una recensione poiché gli eventi, anche se ripetitivi, sono molti e ci sono davvero tanti personaggi, misteri e segreti tra cui districarsi. Ci si ritrova catapultati in una storia che parte in medias res e all'inizio non ci si capisce niente, bisogna ammetterlo, ma pian piano ci vengono svelati gli indizi e si comincia a incastrare i pezzi. Noi siamo il protagonista e siamo completamente all'oscuro di tutto ciò che ci é successo fino a quel momento e subito si resta spiazzati. Ma poi tutto cambia e poi cambia di nuovo ed é una corsa continua contro il tempo! Bisogna trovare un assassino e bisogna farlo entro sette giorni, ad Aiden vengono date sette incarnazioni di personaggi che si trovano nella casa e sarà costretto a rivivere per sette volte la stessa giornata, giornata che culminerà con un assassinio celato dietro un suicidio. Subito si impunterà nel voler salvare la vita di Evelyn perché sa che sarà lei la vittima, ma pian piano capirà che é quasi impossibile e l'unico modo per acciuffare l'assassino è sfruttare gli indizi raccolti dalle sue varie incarnazioni, indizi che lui stesso si lascerà. Insomma state pronti a entrare in un turbinio di personalità e personaggi diversi, in un crescendo di intrighi sempre più misteriosi e personaggi che nascondono un'infinità di segreti. In questa corsa contro il tempo Aiden avrà alleati e anche persone che gli remeranno contro per trovare per prime l'assassino, nulla é come sembra e trovare qualcuno di cui fidarsi sembra impossibile.
Lo stile di Turton mi é piaciuto tantissimo, non ho mai trovato un attimo di rallentamento, anzi si fa via via più incalzante e pieno di colpi di scena. Questo tipo di narrazione richiede costante attenzione e per questo ci ho messo un po' a terminare la lettura, volevo essere concentrata per cogliere i vari indizi tra le pagine perché sono davvero tantissimi. Tuttavia, nonostante il mio impegno, non sono riuscita a capire chi fosse l'assassino, il colpo di scena finale mi ha lasciato esterrefatta. Il finale é molto aperto, credo che alcune cose restino volutamente irrisolte per aumentare ancora di più l'aura di mistero e nel complesso mi é piaciuto proprio per questo. Insomma questo libro é davvero bello e ben strutturato, una lettura che ti tiene incollati alle pagine con una storia accattivante e originale, piena di segreti e di intrighi, i personaggi sono molti e bisognerà prestare attenzione perché niente é come sembra, ma ne vale davvero la pena.

Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐/5

martedì 8 giugno 2021

Recensione Rogue, i ribelli di Talon

Titolo: Rogue, i ribelli di Talon
Titolo originale: Rogue
Autrice: Julie Kagawa
Traduzione: Roberta Maresca
Numero di pagine: 425
Editore: Harper Collins Italia




Trama

Ember Hill è fuggita dall'organizzazione di Talon per unirsi a Cobalt, drago disertore, e alla sua banda di ribelli. Non riesce però a dimenticare il sacrificio che Garret Xavier Sebastian - cavaliere dell'Ordine di San Giorgio - ha fatto per lei, salvandole la vita pur sapendo che con quel gesto avrebbe firmato la propria condanna a morte. Ember è determinata ad aiutarlo a tutti i costi, ma per riuscirci dovrà convincere Cobalt ad entrare con lei di nascosto nel quartier generale dell'Ordine. Con i sicari di Talon sulle loro tracce e il fratello di Ember che li aiuta nella loro caccia, i ribelli trovano un alleato inaspettato in Garret. Subito la battaglia tra Talon e l'Ordine assume una prospettiva tutta diversa. Si prepara dunque la resa dei conti mentre entrambi i fronti nascono segreti scioccanti e mortali. Presto Ember dovrà decidere: battere in ritirata per combattere un altro giorno, o iniziare una guerra all'ultimo sangue?

Recensione

In questo secondo capitolo le vicende partono subito in quarta, siccome conosciamo già tutti i personaggi c'è molta più azione e meno spiegazioni. Ma é un libro che definirei "strano" siccome c'è molta azione e fughe rocambolesche succede poco o nulla. La narrazione é fluida ma allo stesso tempo ridondante perché ci sono 3 narratori principali e fondamentalmente ripetono tutti le stesse cose. Insomma non é un libro che annoia perché comunque é scorrevole e più adrenalinico ma sembra che per riempire le scene tra una sparatoria e l'altra, si ripetano un po' sempre le stesse cose. Ember é indecisa su quale dei due bellocci scegliere e anche se mi sembra un po' più sveglia che nel primo libro, continua a cadere dalle nuvole. Garrett si strugge perché tutto ciò che ha sempre saputo sembra ora fasullo e crede di non piacere ad Ember perché umano. Riley vuole mandare avanti la sua organizzazione segreta ma in realtà si strugge per Ember. Insomma abbiamo la classica base per un triangolo ma devo ammettere che per una volta entrambe le parti maschili hanno dei punti di forza, soprattutto sono ironici e spiritosi. Come dicevo tutto sommato nel libro non succede molto, sono perennemente in fuga da San Giorgio e da Talon ma i nostri protagonisti si accorgono che qualcosa non quadra e che forse entrambe le società segrete si appoggiano su segreti più intricati di quanto pensassero. Viene lasciato anche più spazio a Dante, anche se devo ammettere che speravo in qualcosa di più, mi sembra molto succube di Talon, ma lo vedremo ancora e credo avrà un ruolo fondamentale nelle vicende. Colpo di scena finale, Garrett guadagna moltissimi punti in graduatoria perché capisce di essere un po' di troppo e parte in solitaria deciso a smascherare tutti i segreti di San Giorgio che ormai abbiamo capito, non é per niente senza macchia. Per cui sì, tifo per lui, devo dire che mi sta molto più simpatico di Riley e nonostante il mondo che ha sempre conosciuto gli stia crollando sotto i piedi, lui va avanti, anche se vuol dire procedere da solo. Riley e Ember...beh si fanno guidare dalla loro attrazione draghesca, in pratica il drago dentro di loro reagisce all'altro. Mi puzza tanto di imprinting mascherato da altro, per cui per me é una coppia a cui dico no in partenza. In conclusione posso dire che é un libro molto di transizione, non é pesante, perché comunque il tono resta scorrevole anche se con tante ripetizioni, però in soldoni non succede praticamente nulla. Sì scopre qualcosina in più su Talon ma é Dante che vede tutto ciò, per cui aspetto con ansia che la sua strada incontri di nuovo quella dei nostri eroi, staremo a vedere come procede questa saga.

Voto: ⭐⭐⭐/5

martedì 1 giugno 2021

Recensione La quattordicesima lettera

Titolo: La quattordicesima lettera
Titolo originale: The fourteen letter
Autrice: Claire Evans
Traduzione: Chiara Ujka
Numero di pagine: 435
Editore: Neri Pozza









Trama

È una mite sera di giugno del 1881, la sera della festa di fidanzamento di Phoebe Stanbury. Mano nella mano di Benjamin Raycraft, il fidanzato appartenente a una delle famiglie più in vista della Londra vittoriana, Phoebe accoglie gli invitati con un sorriso raggiante di gioia. È il suo momento, l’istante che suggella la sua appartenenza alla buona società londinese. Un istante destinato a durare poco. Dalla folla accalcata attorno alla coppia si stacca una sinistra figura, un uomo nudo, sporco di fango e col torace coperto da una griglia di tatuaggi, come un fiore gigante. L’uomo solleva il braccio verso Benjamin, facendo balenare la lama stretta nella mano: «Ho promesso che ti avrei salvato» dice, prima di avventarsi sull’ignara Phoebe e tagliarle la gola con un rapido gesto. La mattina seguente, a pochi chilometri di distanza, William Lamb, ventitré anni e l’ambizione di diventare socio dell’avvocato Bridge una volta completato il praticantato, fa visita a un cliente molto particolare, Ambrose Habborlain, sino a quel momento seguito esclusivamente da Bridge. Si ritrova al cospetto di un uomo dai capelli canuti e dallo sguardo smarrito che, in preda alla paura, gli consegna un misterioso messaggio: «Dite a Bridge che il Cercatore sa». Tornato allo studio, William spera di avere da Bridge delucidazioni sull’oscuro comportamento di Habborlain. Ma, contro ogni aspettativa, l’anziano avvocato viene colto anche lui dal terrore. Con affanno apre l’ultimo cassetto della scrivania, estrae un piccolo cofanetto in legno sul cui coperchio sono intagliati sette cerchi all’interno di un ottavo, a formare un grande fiore, e lo affida a William con la raccomandazione di tenerlo al sicuro e non farne parola con nessuno. Tra rocambolesche fughe, una misteriosa setta disposta a tutto pur di realizzare i propri scopi e un terribile segreto che affonda le sue radici in un lontano passato, William vivrà giorni turbolenti in una Londra vittoriana che, come un gigantesco labirinto di misteri, custodisce antiche leggende e oscure macchinazioni, saperi secolari e nuovi pericolosi intrighi.


Recensione
Questo libro é stata una piccola scoperta, siccome mi é stato prestato quasi non ho letto la trama ed é per questo che mi sono trovata catapultata per le strade della Londra Vittoriana. É stato bello staccare per un po'  dai fantasy e ritrovarmi in un romanzo storico/mistery. É un libro in cui ci si deve aspettare di tutto, parte in modo abbastanza normale ma le vicende prendono velocemente un strana piega. Nella prima parte ci vengono presentati a grandi linee i personaggi che poi vengono via via approfonditi, ma fin da subito ci si chiede come individui così diversi possano confluire in un'unica storia. Dopo svariati colpi di scena i nostri protagonisti si incontrano e così cominciamo rocambolesche fughe e inseguimenti per fermare una spietata società segreta. Pian piano William, Savannah e Harry metteranno insieme i pezzi per capire il complotto messo in atto da individui che la società vede come intoccabili, ma che sono marci e corrotti. Ho trovato le motivazioni che spingono la società segreta abbastanza originali e spiegate in modo credibile, si vede che l'autrice ha compiuto ricerche in molti campi prima di scrivere il libro perché si mescolano molto bene la storia, la filosofia, le teorie dell'evoluzione della specie e dell'eugenetica che si affacciavano al mondo per la prima volta in quel periodo. Questa società di pochissimi vuole conquistare il mondo usando individui perfetti (o almeno quelli che loro ritengono perfetti) e da loro appositamente selezionati attraverso dubbi accoppiamenti. Nelle note storiche in fondo al libro troviamo tutti i personaggi reali da cui ha preso spunto nonché i trattati scientifici a cui si é appoggiata l'autrice. Apprezzo molto questo tipo di note perché mostrano l'accuratezza delle ricerche della scrittrice, anche se il romanzo é un'opera di fantasia e alcune cose magari sono un po' forzate ai fini di trama, troviamo comunque delle accuratezze storiche. Londra stessa é descritta molto bene ma senza lunghe spiegazioni su abiti e contesto e risulta comunque molto vivida. Come primo libro di questa autrice sono rimasta colpita, lo stile é fluido ed é stata bravissima nel creare un intreccio così complesso che viene svelato via via, gli indizi sono molti e sparsi tra le pagine ed é difficile staccarsi dalla lettura perché si vuole vedere dove andrà a parare la storia e quali sono i segreti di questa società di pochi eletti. Se proprio ci vogliamo trovare dei difetti posso dire che a mente lucida forse la società segreta risulta un po' troppo intricata e le fughe dei nostri eroi sono sempre troppo rocambolesche e improbabili, ma nel complesso non mi ha dato fastidio, si capisce che é un libro volto a intrattenere e non pretende di essere un trattato storico. Il finale mi ha lievemente lasciato con l'amaro in bocca solo perché avrei voluto sapere qualcosa di più sulla vita precedente di Savannah e su quello che le succederà poi, il lieto fine é un po' forzato perché insomma...quattro individui che rovesciano sistemi vecchi di millenni e controllati da figure di spicco é un po' improbabile. Ma mi é piaciuto che ci fossero punte un po' agrodolci e soprattutto che sia stato lasciato uno spiraglio che ci fa capire che forse le vicende non sono del tutto concluse. In definitiva direi che il libro mi é piaciuto molto, ho apprezzato molto i personaggi così diversi tra loro che riescono a cooperare e non mi ha dato fastidio il cambio di punto di vista dei capitoli, anzi ho apprezzato che alcuni fossero dedicati a un membro in particolare della società segreta perché così si capisce quanto i loro piani siano spietati e corrotti. Adoro l'epoca vittoriana e trovo che sia stata una scelta molto azzeccata per la trama visto che vengono citati Darwin e le sue ricerche. Per cui se amate questo periodo, le trame che si svelano via via, le misteriose società segrete e portare alla luce i misteri, questo libro fa per voi.

Voto: ⭐⭐⭐⭐/5