martedì 14 luglio 2020

Review Party e Blogtour Il mare senza stelle

Titolo: Il Mare Senza Stelle
Titolo originale: The Starless Sea
Autrice: Erin Morgentern
Traduttrice: Donatella Rizzati
Lingua originale: inglese
Pagine: 624
Editore: Fazi


Benvenuti lettori in questo magico blogtour e review party de Il mare senza stelle organizzato da me, Francesca, Rossella e Ylenia (in arte per voi La biblioteca di Zosma, Twinsta_book e Cronache di lettrici accanite) in collaborazione con la casa editrice Fazi. Inoltre ringrazio anche tutti i partecipanti all'evento che stanno facendo un lavoro veramente perfetto. Passiamo subito alla trama di questo bellissimo libro!





Trama

Zachary Ezra Rawlins è uno studente del Vermont che un giorno trova un libro misterioso nascosto fra gli scaffali della biblioteca universitaria. Mentre lo sfoglia, affascinato da racconti di prigionieri disperati, collezionisti di chiavi e adepti senza nome, legge qualcosa di strano: fra quelle pagine è custodito un episodio della sua infanzia. È soltanto il primo di una lunga catena di enigmi. Una serie di indizi disseminati lungo il suo cammino – un’ape, una chiave, una spada – lo conduce a una festa in maschera a New York, poi in un club segreto e infine in un’antica libreria sotterranea. Là sotto trova ben più di un nascondiglio per i libri: ci sono città disperse e mari sterminati, amanti che fanno scivolare messaggi sotto le porte e attraverso il tempo, storie bisbigliate da ombre. C’è chi ha sacrificato tutto per proteggere questo regno ormai dimenticato, trattenendo sguardi e parole per preservare questo prezioso archivio, e chi invece mira alla sua distruzione. Insieme a Mirabel, un’impetuosa pittrice dai capelli rosa, e Dorian, un ragazzo attraente e raffinato, Zachary compie un viaggio in questo mondo magico, attraverso miti, favole e leggende, alla ricerca della verità sul misterioso libro. Ma scoprirà molto di più.

Preparatevi a solcare le pagine del Mare Senza Stelle, a perdervi in questo viaggio straordinario attraverso mondi inimmaginabili, che celebra il potere delle storie e l’amore per i libri. Finché il Mare Senza Stelle non scriverà l’ultima pagina.

Per coloro che provano nostalgia verso un luogo dove non sono mai stati.
Coloro che cercano anche se non sanno cosa (o dove) sia ciò che stanno cercando.
Coloro che cercano, troveranno. Le loro porte li stanno aspettando.


Rcensione

Aspettavo questo libro da molto tempo, la Morgenstern mi aveva già conquistata con Il circo della notte e con piacere posso dire che questo libro non ha per niente deluso le aspettative. Ritroviamo tutto lo stile dell'autrice ancora più amplificato ed è stato bello immergermi nuovamente in mondo creato da lei.
Il mare senza stelle è una lettura diversa da tutte le altre, per certi aspetti mi ha ricordato molto Il sognatore di Laini Taylor, è una lettura emozionale e profonda, ricca di sottintesi, metafore e simboli. E' un libro che tocca le corde profonde di noi lettori, un inno alla lettura e all'amore per la lettura. Non è un libro che consiglierei a tutti perchè va capito, la storia non ci viene presentata in maniera lineare, è una lettura che va interpretata e le metafore di cui è intrisa toccano l'io profondo del lettore per cui non va presa alla leggera. E' un fantasy diverso dal solito, che si discosta dai soliti classici, non ci sono incantesimi e draghi, è una magia intrinseca, legata alle piccole cose, a quel mondo che si trova appena sotto il nostro anche se è nascosto. In pratica è un fantasy legato alle storie e alle fiabe, come quando eravamo piccoli e leggendo di fate e folletti per un momento ci convincevamo di poterli trovare se solo avessimo cercato abbastanza. Come viene detto nel libro alla fine le parole che compongono una storia sono proprio questo, soltanto parole su una pagina bianca, ma è il lettore che con la sua fantasia e immaginazione riesce a creare un mondo nuovo e diverso, un mondo in cui si può rifugiare. La scrittura della Morgenstern ti trascina completamente in questo mondo ed è stato bellissimo ritrovarla e...beh è straordinario! Tutto il libro è un vero inno al lettore e a ciò che riesce a scatenare con la sua mente e mi sono rivista tantissimo in Zachary. L'intento dell'autrice era proprio questo credo, magari anche noi come lui non abbiamo colto alcune occasioni al volo la prima volta che ci sono capitate ma abbiamo sempre trovato rifugio nella lettura e una volta entrati in quel mondo magico pieno di miti, leggende e storie non abbiamo più voluto lasciarlo.

Nonostante questo stile un po' onirico la lettura richiede l'attenzione costante del lettore, sia per l'interpretazione dei simboli, sia perchè la storia si svolge su più filoni paralleli. Da un lato abbiamo le vicende di Zachary e dall'altro abbiamo le varie storie che fanno da intermezzo tra i capitoli. In un primo momento sembra siano tutte scollegate tra loro e non se ne coglie appieno il senso ma consiglio di prestare molta attenzione alle storie e agli interludi, questi saranno fondamentali per capire tutte le vicende, all'inizio mi chiedevo anche io il perchè di queste storie, ma non temete, quando tutti i pezzi andranno a posto capirete quanto è profonda la bravura della Morgenstern. Come ne Il circo della notte, infatti, buona parte del libro serve a fare da introduzione, nelle pagine finali invece si sbroglierà la matassa e tutto andrà al suo posto, ci si rende conto che l'autrice ha lasciato tante briciole di pane in mezzo alle pagine ma nel finale si svelerà tutto. Ho apprezzato molto la bravura della Morgenstern nel saper giocare con le parole e nel suo creare tantissime storie parallele o meglio nel creare una storia dentro una storia, dentro a un' altra storia ancora. Ad aumentare lo stile onirico poi c' è il fatto che i personaggi non sono descritti in modo preciso, ci viene data qualche loro caratteristica fisica e basta, in modo che possiamo riconoscerli, o meglio, in modo che possiamo far lavorare la nostra fantasia e costruirceli da soli. Per contro i luoghi sono descritti benissimo e mi hanno aiutato a calarmi dentro le varie storie, i rapporti tra i personaggi sono particolari perchè non sono espliciti e pesanti e questo li rende molto dolci, sia che si tratti di rapporti di amicizia che d'amore.

Ciò che più ho apprezzato di questa lettura è il messaggio che vuole trasmettere. La biblioteca segreta che si trova appena sotto il nostro mondo e così piena di storie, l'ho percepita come una metafora che vuole spingere il lettore a cercare il suo vero essere, ciò che si trova sotto la superficie e che ci muove. E' un' esortazione a trovare ciò che ci fa stare bene perchè è un luogo che percepiamo come sicuro e non vorremmo mai lasciare, ci spinge a cercare la bellezza in un mondo che altrimenti sarebbe troppo ordinario, ma il messaggio contiene anche un ammonimento. Ci ricorda che le storie, in particolare la nostra storia, deve essere vissuta e non solo letta, è un'esortazione a vivere e contare su sè stessi per non dimenticarci di vivere davvero.

In conclusione il libro mi è piaciuto moltissimo, è stata una lettura molto emozionale, soprattutto in un punto dove Zachary si apre e da solo racconta tutta la sua storia, mi ci sono proprio rivista ed è stato come se il libro parlasse direttamente a me, mi sembrava di essere dentro alla storia. Davvero la Morgenstern ha creato un piccolo capolavoro con un messaggio molto profondo all'interno, consiglio la lettura ad un pubblico attento che sia disposto a interpretare e cogliere tutti i piccoli segnali. Ma soprattutto lo consiglio a chi è pronto a farsi guardare dentro da un libro perchè è quello che succederà.

Tenete d'occhio la pagina Instagram e i blog per tanti altri articoli e recensioni super interessanti durante questo blogtour/reviewparty

Voto ⭐⭐⭐⭐,5/ 5

mercoledì 8 luglio 2020

Review party Il libro delle meraviglie e altre fantasmagorie

Titolo: Il libro delle meraviglie e altre fantasmagorie
Titolo originale: The book of wonder
Autore: Lord Dunsany  
A cura di: Massimo Scorsone
Illustrazioni: Sidney Herbert Sine
Traduzione: Cluadio De Nardi
Lingua originale: Inglese
Numero di pagine: 625
Numero pagine Il libro delle meraviglie: 70
Editore: Mondadori (Oscar Draghi)




Trama

Due romanzi (La Figlia del Re degli Elfi e La maledizione del veggente) e due raccolte di racconti (Il Libro delle Meraviglie e Demoni, uomini e dèi), arricchiti da eleganti illustrazioni: questo volume permette di riscoprire un autore fantastico poco noto ma di grande suggestione, che lo stesso Lovecraft descrisse come «insuperabile nella magia di una prosa cristallina e musicale e nella creazione di mondi sgargianti e fantastici di iridescenti visioni esotiche».


Recensione

Bentornati lettori, eccoci in questo fantasmagorico review party organizzato da Ylenia (anche nota come Cronache di lettrici accanite) in collaborazione con Mondadori. Ringrazio l'organizzatrice e la casa editrice per aver avuto la possibilità di partecipare.



Passiamo al libro, questa è stata una lettura particolare perchè non è un romanzo unico ma sono una serie di racconti divisi per categorie, insieme a due romanzi. In particolare mi concentrerò sulla prima serie di racconti che da anche il nome alla raccolta, Il libro delle meraviglie. 
Quello che salta subito agli occhi durante la lettura è proprio la parola "meraviglia" che si ritrova sia scritta tra le righe che nella sensazione che lascia al lettore. (MERAVIGLIA=Sentimento vivo e improvviso di ammirazione, di sorpresa, che si prova nel vedere, udire, conoscere cosa che sia o appaia nuova, straordinaria, strana o comunque inaspettata).
Lord Dunsany ha uno stile molto particolare, anacronistico rispetto al tempo in cui è vissuto, quasi antimoderno e molto arcaico. Questo stile fuori dal tempo si rispecchiava anche nella sua realtà, infatti nonostante sia vissuto tra la fine dell' 800 e l'inizio del '900 non scrisse mai le sue opere con una macchina da scrivere. Quel compito spettava infatti alla moglie, lord Dusnany (da vero detentore del titolo di lord) scriveva le sue opere esclusivamente con penna d'oca e inchiostro. Adoro scoprire queste piccole curiosità sugli autori perché a volte aiutano molto nell'analisi delle loro opere. 

Nel corso dei racconti all'interno del libro partiamo da un contesto del tutto fantastico, coi tratti tipici delle favole, per poi arrivare alle ultime storie che contengono una parte di meraviglia e di fantastico, ma anche tracce di modernità che rispecchiano il tempo in cui è vissuto l'autore. Ho molto apprezzato la mescolanza di diversi elementi che caratterizzano le storie che restano però legate dal filone unico delle cose straordinarie e diverse che volevano trasmettere, non ci sono morali da imparare, i racconti vanno presi per quello che sono con le loro mescolanze di puro fantasy, insieme a scene più da horror, con punte macabre e finali sorprendenti. Infatti quasi nessuno dei racconti si è concluso come avrei immaginato e la maggior parte non comporta una bella fine per il protagonista ed è una cosa insolita. Mi ha ricordato molto autori come Poe, Lovecraft e Neil Gaiman, infatti questi scrittori hanno preso esempio proprio dalla scrittura di Dunsany per le loro opere. Il suo stile è così "inglese" che conquista subito, nonostante le note più arcaiche si coglie il sottile sarcasmo e la pungente ironia in sottofondo e l'ho associato moltissimo allo stile di Gaiman perchè in alcuni punti strappa anche un sorrisetto un po' malevolo e di sbeffeggio. Anche le illustrazioni che troviamo tra le pagine sono cupe, con toni quasi medioevali che ricordano le storie del terrore e che ho trovato molto belle e calzanti con lo stile dei racconti.

La particolarità di queste storie è che racchiudono un fantasy quasi puro, ci sono moltissimi elementi tipici di questo stile, ma Dunsany è riuscito a renderlo più unico facendolo proprio, infatti oltre agli elementi più classici possiamo trovare anche elementi prese da culture fantasy che non sono la sua. Compare un po' di mitologia greca, del medioriente, parti di folclore locale, il tutto in una mescolanza che rispecchia un po' la vita dell'autore. Infatti Dusnany amava viaggiare, visitò moltissimi luoghi durante la sua vita, non solo per piacere ma anche nel corso di varie guerre a cui prese parte e ciò si riflette ne Il libro delle meraviglie perchè ci sono vari elementi che ricordano la cultura locale dei luoghi che vide. Quasi tutte le città descritte nei racconti mi hanno ricordato il medioriente, in particolare la città di Mai mi ha ricordato tantissimo la città di Pianto de Il sognatore, perchè le loro storie sono simili. 

Uno dei temi che più si riscontra in questi racconti è proprio quello del viaggio, è un elemento tipico in moltissimi fantasy ma credo che in questo caso fosse anche un tema caro all'autore. In ogni storia infatti è presente la componente del viaggiare, sia come viaggio fisico che mentale e spirituale. Nel caso di Pombo, che ricerca l'approvazione degli dei, intraprende un viaggio sia fisico che spirituale per riuscirci, anche se la cosa particolare è il fatto che il suo viaggio non si svolge verso l'alto ma verso il centro della terra. Poi c'è il tema della cerca, sia di oggetti che di gloria, qui ricorda le fiabe più classiche come nel racconto de La cerca delle lacrime della regina, dove prestanti cavalieri devono portare a termine una missione per poterne vincere la mano. Altro elemento che si ritrova in quasi tutti i racconti è quello del bosco o della foresta, ovviamente magica e piena di segreti da svelare, ci sono tesori protetti da creature magiche ed eroi o ladri che tentano di rubarli. Insomma abbiamo tantissime componenti classiche come la figura del cavaliere, re, regine, draghi, ladri, fate, che sono proprie delle favole che tutti conosciamo, poi ci sono elementi nuovi e diversi come i centauri, le sfingi e creature inventate come i Farfurelli, che posseggono montagne d'oro che usano come trappola per attirare uomini della cui carne sono ghiotti e che vengono dalla Luna. Tutto questo è mescolato in un modo che ho trovato originale, nuovo e diverso, considerando l'epoca in cui è stato scritto, si parte da un contesto del tutto fantastico fino ad arrivare alla parte più moderna, come nel racconto di mr Shap. Egli è un uomo che vive nell'epoca dell'autore e la cui vita è vuota e ripetitiva, così si ritrova a volare con la fantasia, crea una città e ne diventa il re e vive così profondamente in questo suo mondo inventato da impazzire e ritrovarsi in un ospedale psichiatrico. 
Credo che l'autore volesse rappresentare con questa raccolta la storia della sua vita, partiamo dall'età infantile dove i racconti sono puro fantasy, passiamo attraverso il tema del viaggio che ha caratterizzato la sua vita e infine giungiamo all'età adulta, l'età della consapevolezza del fatto che la meraviglia non è più una cosa di tutti i giorni ma nonostante questo non la vogliamo lasciare andare del tutto.


Ho apprezzato molto questo libro, innanzitutto perchè adoro le raccolte di racconti. Non si può non apprezzare l'intera raccolta, ci sono alcuni racconti che colpiscono o trasmettono più di altri per cui è quasi impossibile che questo tipo di libro non piaccia del tutto, qualcosa colpirà sempre il lettore, fosse anche una sola storia. Inoltre ho apprezzato lo stile antimoderno, ti trasporta proprio all'interno delle vicende, in altre epoche e in altri luoghi, tutti fantastici.


Voto: ⭐⭐⭐⭐/ 5


Vi lascio le date di questo review party fantasmagorico che non finisce qui!





martedì 7 luglio 2020

Review party Io sono leggenda

Titolo: Io sono leggenda 
Titolo originale :I am legend
Autore: Richard Matheson
Traduzione: Giovanna Scocchera
Postfazione: Giancarlo De Cataldo
Lingua originale: Inglese
Numero di pagine: 204
Editore: Mondadori



Trama

Robert Neville è probabilmente l'ultimo uomo vivente sul pianeta... eppure non è solo. Un morbo incurabile ha trasformato uomini, donne e bambini in vampiri assetati di sangue. Di giorno Robert attraversa le rovine della civiltà, seguendo le tracce dei mostri come un cacciatore sulle orme della preda, li studia, sperimenta nuovi modi per sterminarli. Di notte si barrica in casa, assediato dalle creature delle tenebre, e implora che sorga presto il sole... Rovesciando la situazione di Dracula, vampiro nel mondo degli uomini, Matheson immagina un uomo solo in un mondo di creature mostruose, dando vita a uno degli scenari più fortunati della letteratura e del cinema novecentesco. Quello che - con la sua scrittura ossessivamente cristallina, asciutta, ipnotica - Matheson dipinge è un mondo apocalittico, straniato, nel quale ogni valore e ogni certezza vengono stravolti. Chi sono i buoni e chi i cattivi? Ci sono davvero dei buoni e dei cattivi? O ci sono solo eventi e creature che sfuggono alla comprensione razionale e alla catalogazione scientifica? L'orrore, suggerisce Matheson, ci abita accanto. Postfazione di Giancarlo De Cataldo.



Recensione

Bentornati lettori, ci troviamo qua oggi perché partecipo al review party organizzato da Federica (meglio nota come Infermieranerd) e Michela (in arte La stanza dei libri), in collaborazione con Mondadori, ringrazio per essere stata scelta e per l'opportunità.

Questa per me è stata una lettura particolare, è uno dei rari casi in cui ho visto prima il film e poi letto il libro, per cui potete prendere il film e metterlo da parte perché  ovviamente, non c'entra nulla. 

La storia comincia a vicende già avviate, una strana malattia ha trasformato il mondo in vampiri e l'unico umano sopravvissuto è il nostro protagonista Robert Neville. La narrazione è esterna ma vediamo tutto dal punto di vista di Robert, grazie a uno stile crudo,  netto e privo di fronzoli ci ritroviamo completamente trasportati dentro lo staato del protagonista. Ho proprio vissuto la sua angoscia e la sua ansia attraverso questo stile che sembra quasi un flusso di coscienza. La mente di Neville lavora sempre e non si ferma mai, un pensiero è sempre concatenato all'altro e anche quando ci sono dei flashback non ci sono frasi a introdurlo, ci si ritrova subito nel passato e sta al lettore capire lo stacco. Viene definito un romanzo fantascientifico/horror e in effetti gli elementi portano tutti li, ma è anche quasi un romanzo introspettivo. Robert fa fatica a vivere la sua vita, è un sopravvissuto e bersaglio dei vampiri della città che vogliono il suo sangue. Deve costantemente preoccuparsi della casa e fare in modo che sia sicura per riuscire a restare in salvo e le sue brutte esperienze passate non aiutano. Cerca conforto nell'oblio che porta l'alcool ma inevitabilmente i pensieri diventano negativi, tanto che spesso si chiede perché cercare di continuare a vivere. In alcuni momenti Robert si avvicina quasi alla soglia della follia, intavola conversazioni mentali con sè stesso dove c'è proprio un botta e risposta tra lui e questa voce nella sua mente. Dopo anni passati senza parlare con nessuno è comprensibile e francamente l'ho trovato davvero angosciante. Matheson mi ha ricordato un po' Bradbury, per questo stile incalzante e continuativo, che ti avvicina al protagonista e alla sua angoscia. L'ambientazione in cui ci troviamo è nel futuro rispetto a quando il libro è stato scritto, pubblicato negli anni 50, parla del mondo alla fine degli anni 70, un mondo morto, pieno di persone non morte. Un città abbandonata a se stessa, piena di villette e casette senza gente viva che le abiti, a eccezione di Neville.

Quello che non ho apprezzato molto è la parte più "scientifica" credo che l'autore non abbia fatto ricerche in questo campo prima di scrivere il libro, ho trovato tutto un po' inverosimile e non spiegato in modo esaustivo, viene data la colpa di questa malattia a un bacillo ma c'è qualche errorino nella spiegazione e qualche buco. Ci sono anche molti elementi legati ai vampiri classici come la repulsione per l'aglio, i simboli religiosi e il coma in cui cadono durante le ore diurne, Matheson ha cercato di associare alla figura del vampiro classica una spiegazione  scientifica ma non credo ci sia riuscito del tutto. Però tutto ciò può essere spiegato, Robert è una persona comune che cerca di trovare le risposte di cui ha bisogno leggendo libri di anatomia e biologia in biblioteca. Non essendo uno scienziato non sa dare spiegazioni precise, cerca di farsi una sua idea per spiegarsi il perché di questa malattia che gli ha portato via moglie e figlia, quindi dato che il lettore vede tutto attraverso i suoi occhi è comprensibile che non ci sia una spiegazione tecnica. Questa è comunque una piccola pecca, perchè nonostante questo la storia scorre bene, le pagine non sono molte ma mi ha colpito soprattutto la figura di Robert. Lui non scivola nei cliché e ne esce un personaggio vero e umano, pieno di sofferenza e dubbi, in bilico in un'esistenza che sta scivolando verso la fine ma nonostante tutto ostinato nel suo voler vivere. Si abbandona alla sua inesorabile fine solo dopo aver combattuto, accettando di lasciare il suo posto in questo mondo solo dopo aver capito che c'è una possibilità di ricrearlo, anche se sarà una società diversa e non convenzionale. Robert va verso la sua fine, accettando di morire per permettere a una nuova società di vampiri, la cui malattia è mutata, di cercare di ricostruire un mondo nuovo. 

Il libro mi è piaciuto, nonostante la parte scientifica lasci un po' a desiderare, riesce a trasmettere bene l'ansia e l'angoscia che ha vissuto il protagonista. Non ho apprezzato molto la fine, ci sarebbe potuto essere un lieto fine se i vampiri avessero provato a convivere con lui, ma capisco anche la scelta che ha compiuto l'autore, chiudere un capitolo per dare a questa umanità diversa una possibilità. Forse sono io che sono un'inguaribile ottimista e speravo lo stesso nel lieto fine, anche se sapevo che non ci sarebbe stato, è comunque un finale in linea con lo stile dell'autore, volto a scioccare il lettore. Lo stile è molto fluido, non annoia e permette di leggere il libro in poco tempo apprezzandolo comunque, si entra subito in sintonia con Robert e si fa il tifo per lui, anche se suggerisco di non affezionarcisi troppo.

Voto ⭐⭐⭐,5/5

Vi lascio le date e i nomi dei blog dove continua il review