martedì 26 maggio 2020

Recensione La nona casa

Titolo: La nona casa
Titolo originale: Ninth House
Autrice: Leigh Bardugo
Traduzione: Roberta Verde
Lingua originale: Inglese
Numero di pagine: 409
Editore: Mondadori






Trama

Galaxy "Alex" Stern è la matricola più atipica di tutta Yale. Cresciuta nei sobborghi di Los Angeles con una madre hippie, abbandona molto presto la scuola e, giovanissima, entra in un mondo fatto di fidanzati loschi e spacciatori, lavoretti senza futuro e di molto, molto peggio. A soli vent'anni, è l'unica superstite di un orribile e irrisolto omicidio multiplo. Ma è a questo punto che accade l'impensabile. Ancora costretta in un letto d'ospedale, le viene offerta una seconda possibilità: una borsa di studio a copertura totale per frequentare una delle università più prestigiose del mondo. Dov'è l'inganno? E perché proprio lei? Ancora alla ricerca di risposte, Alex arriva a New Haven con un compito ben preciso affidatole dai suoi misteriosi benefattori: monitorare le attività occulte delle società segrete che gravitano intorno a Yale. Le famose otto "tombe" senza finestre sono i luoghi dove si ritrovano ricchi e potenti, dai politici di alto rango ai grandi di Wall Street. E le loro attività occulte sono più sinistre e fuori dal comune di quanto qualunque mente, anche la più paranoica, possa immaginare. Fanno danni utilizzando la magia proibita. Resuscitano i morti. E, a volte, prendono di mira i vivi.



Recensione

Ormai abbiamo imparato che con la Bardugo non si può scherzare, questa donna ha la capacità di catapultarti ovunque con poche semplici parole. Rispetto ai suoi soliti mondi inventati qua siamo di fronte a una realtà conosciuta, in una delle università più famose del mondo. Ma ovviamente non finisce qua, sarebbe troppo facile! La Bardugo ci porta in un mondo nascosto sotto la superficie delle confraternite e degli studi universitari, accompagnandoci nel favoloso mondo delle misteriose società segrete che affascinano da sempre gli americani. Il libro non parte in modo così graduale come pensavo, è vero, la trama si svela pian piano e ci mostra sempre dei colpi di scena e dei momenti pieni di suspance ma non è solo questo. Ci troviamo subito in mezzo alle vicende perché non c'è una trama lineare, in pieno stile dell'autrice avremo dei flashback che ci aiutano a capire la storia della protagonista e di questo personaggio che pensiamo di conoscere: Darlington, il Virgilio della nostra Alex, che dovrebbe insegnarle tutto di questo mondo nascosto ma che un giorno sparisce improvvisamente. Ma non è l'unico salto temporale della storia, infatti le vicende prevedono dei flashback ma anche dei capitoli dedicati al passato più recente, in cui Alex è appena arrivata all'università. Si distinguono i capitoli presenti da quelli del passato grazie alla divisione delle stagioni negli incipit e ritengo che questa scelta sia stata molto simbolica perchè accompagna la crescita della protagonista. 
I capitoli del passato sono ambientati in autunno, una stagione morente, anche se segna l'inizio della vita scolastica. Le vicende vere e proprie si svolgono nel periodo invernale invece, dove tutto è morto o sta riposando, infatti scopriremo che è avvenuto un terribile omicidio su cui Alex dovrà indagare. Infine il momento finale del libro si svolge in primavera, il periodo della rinascita, in cui la nostra protagonista è più determinata, più forte grazie a una nova consapevolezza del mondo in cui vive e di sè. Nonostante i salti temporali non ho mai perso il filo della storia che ho seguito molto bene perché mi ha preso fin dall'inizio, grazie allo stile fluido dell'autrice si incastra tutto alla perfezione.
Come sempre le linee temporali si intrecciano a creare una trama coinvolgente, con una caratterizzazione dei personaggi perfetta, in più occasioni avevo i brividi leggendo. Ci sono scene crude e forti, descritte in modo davvero perfetto e particolareggiato, in questo caso devo dire che "purtroppo" mi sono immaginata tutto nei minimi particolari. Dico "purtroppo" perchè alcune scene mi hanno davvero turbato molto ma credo che fosse l'intento dell'autrice, in questo modo ti immedesimi nei personaggi fino in fondo e vivi tutto ciò che hanno sentito o sentono. 

Non saprei come definire in modo preciso questo libro, abbiamo la componente fantasy (anche se direi quasi dark fantasy), mescolata con un po' di horror e una dose di noir, insomma un mix davvero unico che ricrea un'atmosfera cupa e che mette i brividi. Ci sono la magia, i fantasmi, i rituali, le società segrete, un omicidio, i segreti scomodi, un passato turbolento..e niente, questa storia ha davvero tutto, mi ha conquistata! 
Se penso a questo libro di certo mi viene in mente la parola "occulto" perchè descrive perfettamente ciò che accade, significa infatti "che si trova o è mantenuto al di là delle comuni possibilità di intuizione, considerazione, comprensione". La Bardugo ci accompagna a dare una sbirciatina a quello che si trova oltre il Velo, il confine fragile che divide la vita dalla morte, il mondo fatto di logica e il mondo governato dalla magia. Ho ritrovato un po' l'ambientazione della serie tv "The Order" in cui una società segreta composta da studenti del college si incontra per eseguire rituali magici e come in ogni società segreta che si rispetti abbiamo nomi in codice che descrivono il compito della persona. 

La protagonista, Alex, mi è piaciuta molto, una ragazza dal passato terribile che sta cercando di riprendere in mano la sua vita, ma nonostante i suoi sforzi sente che il cammino non sarà facile. E' stata condannata fin da piccola a portare un terribile potere, lei infatti può vedere i Grigi, ossia gli spiriti dei morti e non sempre sono propriamente amichevoli. Mi è piaciuto come la Bardugo è riuscita a caratterizzarla, Alex non fa sempre la scelta giusta, anzi, la sua vita è costellata di scelte sbagliate e momenti orribili ma lei cerca di sopravvivere.

In conclusione il libro mi è piaciuto molto, succedono molte cose quindi non mi sono mai annoiata, la trama ci viene presentata in modo spezzettato, come un puzzle da ricostruire e sta al lettore cercare di unire tutti gli indizi forniti. I colpi di scena non mancheranno e il finale ti spinge a continuare perchè ci sono ancora molte questioni irrisolte. 

Voto ⭐⭐⭐⭐ su 5




martedì 19 maggio 2020

Recensione Falce


Titolo: Falce
Titolo originale: Scythe
Autore: Neal Shusterman
Traduzione: Lia Tomasich
Lingua orignale: inglese
Numero di pagine: 360
Editore: Mondadori






Trama

Un mondo senza fame, senza guerre, senza povertà, senza malattie. Un mondo senza morte. Un mondo in cui l'umanità è riuscita a sconfiggere i suoi incubi peggiori.
A occuparsi di tutte le necessità della razza umana è il Thunderhead, un'immensa, onnisciente e onnipotente intelligenza artificiale. Il Thunderhead non sbaglia mai, e soprattutto non ha sentimenti, né rimorsi, né rimpianti.
Quello in cui vivono i due adolescenti Citra Terranova e Rowan Damisch è davvero un mondo perfetto. O così appare.
Se nessuno muore più, infatti, tenere la pressione demografica sotto controllo diventa un vincolo ineluttabile. Anche l'efficienza del Thunderhead ha dei limiti e non può provvedere alle esigenze di una popolazione in continua crescita. Per questo ogni anno un certo numero di persone deve essere "spigolato". In termini meno poetici: ucciso.
Il delicato quanto cruciale incarico è affidato alle cosiddette falci, le uniche a poter decidere quali vite devono finire. Quando la Compagnia delle falci decide di reclutare nuovi membri, il Venerando Maestro Faraday sceglie come apprendisti proprio Citra e Rowan. Schietti, coraggiosi, onesti, i due ragazzi non ne vogliono sapere di diventare degli assassini. E questo fa di loro delle falci potenzialmente perfette.


Recensione

Innanzitutto ringrazio tantissimo la Oscar Vault che mi ha permesso di leggere in anteprima questo libro che mi attirava molto, grazie davvero 😍

Ma vediamo insieme cosa mi ha colpito.
Falce è un libro che parte in modo lento, con un crescendo regolare, che ci trasporta pian piano in un nuovo mondo futuristico. E' quasi una distopia al contrario perchè invece che vicende che hanno causato la fine del mondo come lo conosciamo, o eventi catastrofici, troviamo una distopia in positivo per così dire. Tutto è governato dal Thunderhead che è un'intelligenza artificiale perfetta e una volta tanto, non una pazza psicopatica che cerca di uccidere tutti per il bene superiore. Il Thunderhead controlla ogni aspetto della vita di una persona garantendone il benessere, riuscendo a mantenere il controllo su tutto, persino sulla morte. Non ci sono governi, la violenza non esiste e non si parla nemmeno più di omicidio o furto perchè la gente non commette reati. L'unica cosa su cui non ha il controllo è l'ordine delle falci. 
E proprio qua il lettore sbatte il naso. In un mondo così perfetto in cui persino la morte è stata sconfitta per cosa si vive davvero? Ha senso porsi degli obiettivi o migliorarsi se si sa che non c'è una data di scadenza? Si vive davvero se si ha la consapevolezza che puoi non morire? Si può definire "vivere davvero" tutto questo questo? Si è davvero felici quando tutto ciò che dovresti conquistarti ti è dato senza sforzo? I sentimenti stessi sono più flebili dato che non abbiamo la minaccia di perdere persone care?
Queste sono solo alcune delle domande che mi sono posta leggendo la prima parte del libro e i frammenti di diari delle varie falci. Ma appunto sono solo alcune domande, perchè le questioni etiche e filosofiche aumentano con l'aumentare delle pagine. Infatti mentre seguiamo le vicende di Citra e Rowan mi sono posta ancora più interrogativi sulla vita e sulla morte, che detta così sembra che il libro sia deprimente ma vi giuro che non lo è, fa solo riflettere.










La prima parte del libro si concentra su cosa vuol dire essere una buona falce, figura impersonata da Maestro Faraday. Egli sceglie Citra e Rowan come apprendisti perchè non vogliono essere delle falci e lui vuole che restino così. Maestro Farady infatti è una falce vecchia scuola, spigola perchè è il suo dovere e non perchè ci prova gusto, sceglie le sua vittime in modo del tutto imparziale basandosi sulle statistiche, le mette a proprio agio prima di spigolarle e gli assicura metodi rapidi e indolore. Soprattutto sceglie un modo diverso di spigolare per ogni persona, un piccolo tentativo di rendere omaggio a chi se ne va. Tutto ciò è per Maestro Faraday un male necessario, un compito che deve essere eseguito ma da cui non trae alcun piacere.
Le falci sembrano quasi un ordine religioso, con tanto di dieci leggi che ricordano i comandamenti, ma sono pur sempre uomini e quindi fallibili, questo ordine che dovrebbe essere giusto e imparziale è infatti inframmezzato da persone che corrompono il loro compito e ne è un esempio Maestro Goddard. Lui è l'opposto esatto di Faraday e rappresenta tutto ciò che una falce non dovrebbe essere e come il potere corrompe le persone. Lui si vede come un precursore di ciò che le falci saranno e dovrebbero essere, al di sopra di qualsiasi legge (si vede da come reinterpreta a proprio vantaggio le dieci regole delle falci) e ci fa vedere che anche in un mondo che è diventato perfetto le persone restano quello che sono, ossia imperfette. Goddard gode nell'uccidere e compie spesso omicidi di massa, non c'è nulla di compassionevole in ciò che fa poichè agisce solo per il proprio piacere e per i suoi interessi.
Come dicevo nella prima parte del libro veniamo introdotti in questo nuovo mondo grazie a un worldbuilding ben costruito, nella seconda metà del libro si entra un po' più nel vivo delle vicende e abbiamo più azione e colpi di scena. Alcune cose non me le aspettavo ed ero curiosa di vedere come sarebbero andate a finire. Il finale in sé è stato un voler vincere facile ma di sicuro invoglia a continuare la lettura dei seguiti. Ho visto questo libro come molto introduttivo, di sicuro voleva preparare il lettore a entrare in un nuovo mondo, per cui spero che nei seguiti avremo più azione e sarà dato maggior spazio a Citra e Rowan. I due ragazzi infatti li ho trovati poco presenti, restano un po' sullo sfondo e servono a introdurre il lettore al vero protagonista, ossia la storia stessa, che con le sue domande etiche vuol far riflettere il lettore. Ho apprezzato abbastanza entrambi, crescono molto nelle vicende e soprattutto le scene che vedono Rowan come protagonista mi hanno trasmesso molta ansia. Credo che lui abbia una crescita più difficile perchè si ritrova in situazioni molto pesanti da affrontare. 
Mi lascia qualche dubbio il target a cui è rivolto il libro dato che viene classificato come Young Adult. I protagonisti sono sì due adolescenti che si ritrovano in situazioni più grandi di loro ma le domande etiche ed esistenziali sembrano rivolte a un pubblico più adulto.

Nel complesso posso dire che il libro mi è piaciuto, è un po' diverso dal solito per le tematiche affrontate e sono curiosa di vedere come si svilupperà la storia.

Voto ⭐⭐⭐ e mezzo su 5

sabato 16 maggio 2020

Recensione La quinta stagione

Titolo: La quinta stagione
Titolo originale: The fifth season
Autrice: N.K.Jemisin
Traduzione: Alba Mantovani
Lingua orginale: inglese
Numero pagine: 469
Editore: Mondadori







Trama
È iniziata la stagione della fine. Con un’enorme frattura che percorre l’Immoto, l’unico continente del pianeta, da parte a parte, una faglia che sputa tanta cenere da oscurare il cielo per anni. O secoli. Comincia con la morte, con un figlio assassinato e una figlia scomparsa. Comincia con il tradimento e con ferite a lungo sopite che tornano a pulsare.L’Immoto è da sempre abituato alle catastrofi, alle terribili Quinte Stagioni che ne sconquassano periodicamente le viscere provocando sismi e sconvolgimenti climatici. Quelle Stagioni che gli orogeni sono in grado di prevedere, controllare, provocare. Per questo sono temuti e odiati più della lunga e fredda notte; per questo vengono perseguitati, nascosti, uccisi; o, se sono fortunati, sono presi fin da piccoli e messi sotto la tutela di un Custode, nel Fulcro, e costretti a usare il loro potere per il bene del mondo.È in questa terra spezzata che si trovano a vivere Damaya, Essun e Syenite, tre orogene legate da un unico destino.

Recensione

Era da un po' che avevo questo libro sullo scaffale che mi fissava e ho pensato fosse il caso finalmente di cominciarlo, ho fatto davvero bene! Finalmente un romanzo un po' diverso dal solito! È un mix perfetto perché abbiamo una forte componente fantascientifica ma anche qualcosa di lievemente distopico.
All'inizio l'ho trovato un po' complesso, la Jemisin ci catapulta direttamente in mezzo alle vicende e destreggiarsi tra termini nuovi e un mondo completamente diverso dal solito mi ha un po' disorientata (ho scoperto solo alla fine del libro le due appendici con tanto di glossario che aiutano davvero nella lettura 😅). Comunque sia, una volta che ci si è abituati non si riesce più a staccarsi dalle pagine. La Jemisin ha comunque un tipo di scrittura particolare, diverso dal solito e abbastanza complesso che richiede l'attenzione costante del lettore e l'ho apprezzato proprio perchè coinvolge a fondo. La trama l'ho trovata originale e diversa, i colpi di scena per me sono stati del tutto inaspettati, a un certo punto ho proprio smesso di cercare di fare previsioni perchè non ci azzeccavo mai. Ho apprezzato molto questo stile che mi ha completamente coinvolto, non volevo staccarmi dalle pagine.
Le protagoniste delle vicende sono tre donne in fasi diverse della vita: Damaya che è ancora una bambina che non controlla i suoi poteri e viene rifiutata dai genitori, Essun, madre di due figli che si ritrova a fare i conti con un profondo dolore e Syenite, orogena del Fulcro ligia ai suoi doveri. Tre figure diverse tra loro, ognuna con diversi tipi di sofferenza da affrontare. Mi sono chiesta più volte come fossero intrecciate tra loro queste figure che hanno in comune solo il fatto di essere orogene e quando l'ho capito sono rimasta di sasso. Si muovono su tre linee temporali diverse e la narrazione delle vicende di Syenite e Damaya è in terza persona, mentre quella di Essun è in seconda persona singolare, parla direttamente al lettore. In questo modo ho vissuto tutta la sua sofferenza, i suoi dubbi e paure ma anche la sua forza nel voler andare avanti. 




E' un romanzo pieno di messaggi e tematiche importanti e la prima che salta agli occhi è data proprio dal wordbuilding molto particolare, che fa riflettere sul tema importantissimo dei cambiamenti climatici. In questa terra che sembra il nostro pianeta in un futuro post-apocalittico la sopravvivenza della specie umana è davvero difficile. A causa di queste stagioni particolari innescate da eventi catastrofici, la popolazione si è ridotta moltissimo e la terra stessa ne è la causa. In questo mondo del tutto nuovo Padre Terra non è solo il pianeta su cui poggiamo i piedi, è un personaggio reale, arrabbiato per come l'umanità lo ha trattato e deciso a riprendersi ciò che è suo eliminando la razza umana. A cercare di contenerlo ci sono le figure degli orogeni, persone che possono controllare con le loro abilità gli spostamenti della terra e punti di calore sotto la superficie. Nonostante siano il motivo per cui le persone riescono ad avere una vita quasi normale (infatti riescono a tenere sotto controllo terremoti e tsunami), la gente li tratta da reietti. Praticare liberamente l'orogenia è contro la legge, bisogna prima essere addestrati al Fulcro, dove vengono costantemente controllati dai custodi. I custodi riescono a inibire i poteri degli orogeni ma di loro sappiamo ancora poco, spero che ci sia un approfondimento sui loro poteri nei prossimi libri. 
Le altre tematiche che spiccano sono soprattutto quelle che riguardano la crudeltà, il razzismo, la ghettizzazione e lo sfruttamento a cui sono sottoposti gli orogeni. I custodi li trattano in modo crudele, la popolazione li teme perchè rappresentano una minaccia e vengono discriminati. Per questo i bambini che si scopre essere orogeni vengono abbandonati dalle famiglie e portati al Fulcro dove staranno solo con quelli della loro "specie" e soprattutto dove le figure misteriose che lo dirigono potranno sfruttarli. Non si può lasciare il Fulcro se non accompagnati da un custode, o dietro ordine del Fulcro stesso per una qualche missione. In pratica gli orogeni sono prigionieri, la gabbia ha le sbarre dorate perchè all'interno si possono muovere liberamente, ma è pur sempre una gabbia dato che non possono lasciarla.  Un orogeno infatti non può contestare nessuna decisione che venga da questo misterioso Fulcro, tanto che decidono addirittura quando e con chi si possono accoppiare per garantire nuove generazioni di orogeni, praticamente la loro vita non gli appartiene veramente. La tematica dello sfruttamento è portata al massimo in un punto del libro che mi ha davvero lasciato sconvolta, non la riporto per evitare spoiler e per non rovinare l'effetto scioccante che l'autrice voleva scatenare, ma è stato veramente pesante.
L'autrice è riuscita a portare all'attenzione argomenti decisamente importanti, profondi e che danno modo di riflettere, per cui non è una lettura da prendere alla leggera. Non vedo l'ora di continuare questa trilogia per vedere come si svilupperà la storia e, anche se temo che non ci sarà un lieto fine, ne consiglio la lettura!
Voto ⭐⭐⭐⭐

sabato 9 maggio 2020

Recensione Il priorato dell'albero delle arance

Titolo: Il priorato dell'albero delle arance
Titolo originale: The priory of the orange tree
Autrice: Samantha Shannon
Traduzione: Benedetta Gallo
Lingua orginale: inglese
Numero pagine:771
Editore: Mondadori







Trama

La casata di Berethnet ha regnato sul Reginato di Inys per mille anni. Ora però sembra destinata ad estinguersi: la regina Sabran Nona non si è ancora sposata, ma per proteggere il reame dovrà dare alla luce una figlia, un’erede. I tempi sono difficili, gli assassini si nascondono nell’ombra e i tagliagole inviati a ucciderla da misteriosi nemici si fanno sempre più vicini. A vegliare segretamente su Sabran c’è però Ead Duryan: non appartiene all’ambiente della corte e, anche se è stata istruita per diventare una perfetta dama di compagnia, è in realtà l’adepta di una società segreta e, grazie ai suoi incantesimi, protegge la sovrana. Ma la magia è ufficialmente proibita a Inys.
Al di là dell’Abisso, in Oriente, Tané studia per diventare cavaliere di draghi sin da quando era bambina. Ma ora si trova a dover compiere una scelta che potrebbe cambiare per sempre la sua vita. In tutto ciò, mentre Oriente e Occidente, da tempo divisi, si ostinano a rifiutare un negoziato, le forze del caos si risvegliano dal loro lungo sonno.


Recensione

Sono stata catturata da questa copertina favolosa e assolutamente curata nei minimi particolari, è davvero bellissima! Soprattutto il drago che ha le scaglie metallizzate, fantastico! Sotto la copertina continua la meraviglia perchè abbiamo un cartonato blu con le scritte arancioni sul dorso e addirittura il segnalibro incorporato, davvero magnifico 😍

Avverto come sempre che potrebbero esserci lievi SPOILER

Purtroppo qua arriva la nota dolente (lo so, sono la solita guastafeste), mi ritrovo a parlarvi di questo libro con meno entusiasmo di quello che mi aspettavo. Ho cominciato la lettura piena di aspettativa, tuttavia in alcuni punti avrei desiderato un po' di più.

Partiamo dall'inizio. Non fatevi spaventare dalla mole del libro, in realtà l'ho trovato molto scorrevole, e questo di sicuro gioca a suo favore, non ci sono descrizioni interminabili di vicende e luoghi e anzi si imparano gli usi e i costumi delle diverse parti di quel mondo via via che si legge. Il worldbuilding è abbastanza complesso visto che le vicende si svolgono tra Occidente, Oriente e Meridione che si alternano via via nei capitoli. Si riesce ad immaginare bene le differenze tra un luogo e un altro, tuttavia qua avrei voluto un po' più di descrizioni. Si vede che ormai mi sono abituata al worldbuilding della Bardugo che è veramente perfetto,ma ne Il priorato mi è mancato qualcosa. Mi sono accorta che invece di creare un nuovo mondo nella mia mente mi appoggiavo molto a cose già lette o studiate a scuola. La corte di Inys dove regna Sabran mi sembrava la corte di Enrico VII, per via della regina circondata da damigelle e da un concilio che la supporta nelle decisioni. Sabran ama cacciare e sposta la corte in vari castelli a seconda delle stagioni, sembrava molto l'Inghilterra, ecco. Invece l'Oriente ha i tratti tipici della Cina e del Giappone del periodo imperiale. Nella storia infatti è un luogo molto chiuso, gli stranieri non possono in alcun modo entrare, è governato da un imperatore, i draghi vengono venerati come divinità e l'onore di una persona è la cosa in assoluto più importante. Avrei voluto essere più immersa nei paesaggi.
Mi sarebbe piaciuta anche una descrizione dei personaggi più accurata, di Tanè sappiamo solamente che viene dall'Oriente e ha una cicatrice sul viso, mentre l'aspetto di Sabran viene descritto in modo approfondito solo verso la fine. Anche i wyrm sono poco descritti, nonostante siano i malvagi della storia. Vengono nominate le tante specie ma non sono riuscita a figurarmeli bene, avrei voluto qualche spunto che mi aiutasse a immaginarmeli meglio. 
Tutto ciò è dovuto al fatto che il romanzo è un epic fantasy (o high fantasy) e presenta moltissimi aspetti tipici di questa corrente, infatti manca la parte più introspettiva dei personaggi, quella che ti fa empatizzare con loro, anche se non per questo sono meno apprezzabili. Altri tratti tipici dell' epic fantasy che ho riscontrato sono il tipo di mondo in cui è ambientato (una sorta di Medioevo romanticizzato caratterizzato da luoghi inventati), la presenza della magia e relativa ricerca di oggetti magici, ma soprattutto la spaccatura tra bene e male e la missione per sconfiggere quest'ultimo. Nonostante questo l'autrice è riuscita a dare la sua impronta a questo tipo di fantasy, soprattutto concentrando la narrazione sulle figure femminili. 

Mi sento di consigliare di leggere bene la mappa all'inizio del libro perchè io per un po' ho fatto avanti e indietro a guardarla per ricordarmi alcuni punti geografici (sì, la geografia non fa per me), ma una volta imparati i luoghi principali il resto è facile.





Nonostante i molti tratti tipici degli epic fantasy, la Shannon riesce a portare delle novità in questo libro, le protagoniste indiscusse sono donne che non sono perfette perchè prendono spesso scelte sbagliate. Anche le relazioni amorose sono modernizzate rispetto ai fantasy più classici di questo tipo e ho apprezzato la naturalezza con cui vengono trattate le relazioni tra persone dello stesso sesso. In questo fantasy quasi tutto al femminile i capitoli si dividono tra quattro protagonisti che sono Ead e Tanè (due donne), Loth e il dottor Roos (due uomini), si capisce comunque che l'autrice voleva concentrarsi maggiormente sulla figura femminile come eroina della storia. Ho apprezzato poco questi personaggi maschili che si alternano come protagonisti nei capitoli, uno non fa che piangere e vomitare e l'altro pensa solo a se stesso (anche se poi durante le vicende si vede la sua crescita personale fino alla redenzione).

In particolare la storia si incentra su Sabran, Ead e Tanè, tre donne forti, coraggiose e potenti nelle cui mani risiede il destino del mondo. Sono molto diverse tra loro perchè Sabran è una giovane regina con il peso del governare sulle spalle, Ead è una maga molto potente e intelligente e Tanè è un cavaliere di draghi fissata con l'onore e bravissima nel combattimento. All'inizio della storia non sanno che le loro vite sono in realtà strettamente intrecciate, vengono da posti diversi e hanno credenze diverse, dovranno mettere da parte tutto ciò che sanno per riuscire nella loro impresa. Nelle vicende infatti giocano un ruolo fondamentale la religione, la mitologia e le credenze popolari delle tre eroine, nonchè delle varie civiltà. Qui l'autrice è stata molto brava a ricreare delle religioni diverse ma con una radice comune (come sono poi tutte le religioni in fondo) e una mitologia incentrata sui draghi e sull'equilibrio cosmico. In questo romanzo si vedono molti tratti tipici degli epic fantasy perché il centro delle vicende è la lotta tra bene e male, il dualismo per eccellenza, che si vede molto bene nelle figure dei draghi. Quelli fedeli al Senza Nome sono creature spietate e assetate di sangue, nati dalle viscere della terra e temibili sputa fuoco. I draghi Orientali invece sono venerati come dei, vengono dal cielo e controllano l'acqua e l'aria, sono pacifici e vivono a contatto con gli umani, tanto da farsi cavalcare da loro.
Un altro simbolo che si ripete sempre è il numero tre
Ci sono tre antenate potenti, tre alberi dai frutti magici, tre eroine, tre oggetti magici da ritrovare. Il tre viene considerato il numero perfetto per eccellenza e lo si ritrova in moltissime religioni e nell'esoterismo, la Shannon è stata brava nel saperlo utilizzare all'interno della religione che ha creato e nelle vicende perché io l'ho associato subito a qualcosa di magico e potente.

Come dicevo le vicende sono scorrevoli e non ci si confonde. La storia di per sé non è complicata da seguire ma fino a metà libro circa non succede quasi nulla e poi le ultime pagine sono piene di avvenimenti che si intrecciano e si accavallano. Nella prima parte il libro scorre in modo quasi noioso, non è monotono perchè comunque succedono parecchie cose, ma nulla che ti faccia restare incollato alle pagine. Nella seconda metà invece succede una cosa dietro l'altra, si svelano molti misteri e si fanno tante scoperte, in un intreccio che diventa più incalzante. Questo almeno fino al finale. Mi aspettavo una battaglia molto più lunga, ma tutto finisce in poche pagine. Da un lato ho apprezzato perchè (sono onesta) leggere pagine e pagine di gente che combatte mi avrebbe annoiato, però praticamente tutto il libro si focalizza su questa battaglia tra bene e male, forse poteva avere un po' più di spazio o almeno poteva sembrare più difficoltosa per le eroine. Tutto si svolge precipitosamente e sembra quasi che la fatica per arrivare fin lì sia stata sopravvalutata visto che si conclude tutto in poche battute.

Quello che ho maggiormente apprezzato di questo romanzo è il messaggio che l'autrice voleva trasmettere, o almeno io l'ho interpretato così.
Nonostante le diverse culture sociali e religiose delle protagoniste e le diversità che caratterizzano tutti i luoghi descritti nel libro, ho apprezzato la mentalità aperta che hanno dimostrato i vari capi di stato e molti dei personaggi. Mi è piaciuto questo abbattimento dei pregiudizi nei confronti di chi è diverso e ha un'altra cultura e il sapersi unire di fronte alle difficoltà per il bene comune. E' un messaggio che ritengo molto importante e fa capire che è possibile mettere da parte le diffidenze perchè come dice Ead "Solo perché una tal cosa si è sempre fatta non significa che quella cosa debba essere fatta per sempre". 







Voto ⭐⭐⭐ e mezzo




Recensione Siege and storm

Titolo: Siege and storm
Autrice: Leigh Bardugo
Lingua orginale: inglese
Numero pagine:435
Editore: Square Fish








Trama
Soldato. Evocatrice. Santa. Il potere di Alina Starkov è cresciuto, ma non senza un prezzo. Lei è l'evocatrice del sole braccata nel True Sea, perseguitata dalle vite che si è portata via nella Distesa. Ma lei e Mal non possono sfuggire ai loro nemici per sempre. L'Oscuro è ancora più determinato a reclamare la magia di Alina e usarla per prendere il trono di Ravkan. Non sapendo cos'altro fare, Alina accetta l'aiuto del famigerato corsaro e accetta di guidare l'armata dei Grisha. Ma quando la verità sul suo destino si dipana, Alina scivola sempre di più nel gioco letale di magia proibita dell'Oscuro, lontana dalla sua umanità. Per salvare il suo paese, dovrà scegliere tra il suo potere e l'amore che pensava sarebbe sempre stato il suo rifugio. Nessuna vittoria può avvenire senza sacrificio e solo lei può affrontare la tempesta in arrivo.

Recensione 

Ecco la recensione del primo libro letto a maggio! Siege and storm è decisamente un libro di transizione, è il secondo della Grisha Trilogy e ha tutte le caratteristiche del libro di mezzo di una trilogia. 

Le vicende partono subito in quarta, per poi terminare con un finale bomba che ti lascia la voglia di incominciare subito il terzo. Nella parte centrale del libro invece c'è un deciso rallentamento della storia, anche se non l'ho trovato noioso, le pagine scivolano via in fretta. 
La cosa che colpisce decisamente è la crescita interiore di Alina, mostra agli altri la sua determinazione nel voler sistemare le cose e creare un futuro migliore per Ravka. In realtà però è insicura di sé, soprattutto sul lato emotivo, quindi nel suo intimo la si vede spesso combattuta tra ciò che dovrebbe e fare e ciò che vorrebbe veramente. Sa di non potersi tirare indietro di fronte alle difficoltà, tuttavia è tentata all'idea di abbandonare tutto e vivere una vita tranquilla. Qua entra in gioco però anche la sua parte più oscura e che finora non sospettava di avere. Nonostante la sua voglia di fuggire si rende conto che non vorrà mai smettere di usare i suoi poteri, anzi, cerca sempre di più e questo un po' la spaventa. 
Il Darkling si è finalmente palesato a tutti come cattivo numero uno, anche se ci sono ancora incertezze su chi gli sia effettivamente fedele e chi no. In Siege and storm veste un ruolo più marginale ma già dalle prime pagine scopriamo che ha una nuova e potentissima arma da sfoggiare.
A complicare il tutto c'è la sua relazione con Mal che in questo libro va via via sgretolandosi. Mal è abbastanza pesante, sembra non notare il conflitto interiore che vive Alina e la responsabilità che si ritrova sulle spalle e anzi peggiora solo la situazione continuando a opprimerla. Mette in discussione qualsiasi sua scelta facendo l'offeso per qualsiasi cosa e facendole pesare sempre la situazione, non ne potevo più. 



 NIkolai Lantsov

Per fortuna che a migliorare la situazione compare la figura di Nikolai, veramente un personaggio ben costruito e che ho apprezzato molto, anche le figure dei gemelli le ho trovate molto interessanti e piene di mistero, scopriremo solo nel finale il loro vero ruolo nelle vicende.
In conclusione ho trovato il libro molto scorrevole, le cose più degne di nota le troviamo all'inizio e alla fine della storia, soprattutto il finale è ricco di avvenimenti importanti e lascia col fiato sospeso in attesa dell'ultimo capitolo della trilogia. Spero di poter leggere presto Ruin and rising in modo da scoprire come va a finire. 
Anche questo libro deve ancora essere pubblicato in Italia quindi l'ho letto in inglese e riconfermo quanto detto per il primo, la lettura è abbastanza semplice e non ho avuto  grandi difficoltà anche grazie allo stile molto scorrevole della Bardugo.

Voto ⭐⭐⭐ e mezzo