lunedì 25 gennaio 2021

Review Party Assedio e tempesta

Titolo: Assedio e tempesta
Titolo originale: Siege and storm
Autrice: Leigh Bardugo
Lingua originale: inglese
Traduzione: Roberta Verde
Numero di pagine: 292
Editore: Mondadori






Trama

"Non sarà sempre così" dissi a me stessa. "Più tempo passerai da libera, più diventerà facile." Un giorno mi sarei svegliata da un sonno senza incubi, avrei camminato per strada senza timore. Fino a quel momento, mi tenevo stretta il mio pugnale sottile, desiderando sentire il peso sicuro dell'acciaio Grisha nella mano. Ricercata per tutto il Mare Vero, perseguitata dal senso di colpa per le vite spezzate a causa sua nella Faglia d'Ombra, Alina, la potente Evocaluce, sta cercando di ricostruirsi una vita con Mal in una terra dove nessuno è a conoscenza della sua vera identità. Tuttavia, questo dovrebbe averlo imparato, non si può sfuggire al proprio passato. Né, soprattutto, ci si può sottrarre per sempre al proprio destino. L'Oscuro infatti, che non solo è sopravvissuto alla Faglia d'Ombra ma ha acquisito anche un terrificante nuovo potere, è più determinato che mai a reclamare per sé il controllo della Grisha ribelle e a usarla per impossessarsi del trono di Ravka. Non sapendo a chi altri rivolgersi, Alina accetta l'aiuto di un alleato imprevedibile. Insieme a lui e a Mal combatterà per difendere il suo paese che, in balia della Faglia d'Ombra, di un re debole e di tiranni rapaci, sta andando rapidamente in pezzi. Per riuscirci, però, l'Evocaluce dovrà scegliere tra l'esercizio del potere e l'amore che pensava sarebbe stato sempre il suo porto sicuro. Solo lei infatti può affrontare l'imminente tempesta che sta per abbattersi su Ravka e nessuna vittoria può essere guadagnata senza sacrificio. Finché l'Oscuro vivrà – questo Alina lo sa bene – non esisterà libertà per il suo paese. Né per lei. Forse, dopo tanti tentennamenti, è infine giunto il momento di smettere di scappare e di avere paura. Costi quel che costi.

Recensione

Bentornati sul blog lettori! Per questo review party ringrazio la casa editrice Mondadori e Alessandra di @raggywords che mi hanno dato la possibilità di leggere in anteprima questo libro e di poterlo recensire.
E' bellissimo tornare a immergersi nello stile della Bardugo che trovo sempre scorrevole e mai noioso, ma è anche bello tornare a Ravka anche se molte cose sono cambiate. L'ambientazione è la stessa del primo libro, torniamo tra i villaggi e le pareti opulenti del Gande Palazzo, con qualche digressione attraverso il mare. Quello che è cambiato è l'equilibrio interno di questo paese, oltre ai nemici esterni e al problema della Faglia, Ravka deve fare anche i conti con gli eserciti disertori e con la paura che non ci si possa fidare di nessuno. La guerra civile è una minaccia costante in questo libro perchè il Primo Esercito si è rivoltato contro i Grisha, i quali a loro volta si sono sollevati contro l'Oscuro e quindi non si sa di chi fidarsi. Queste spaccature interne indeboliscono il paese ma favoriscono anche il formarsi di alleanze insolite e insomma la situazione è davvero critica. L'Oscuro si è finalmente palesato come cattivo numero uno e, nonostante abbia molto meno spazio, fa ancora sentire la sua influenza perchè è sempre più determinato a trovare un modo di sfruttare la Faglia a suo vantaggio, tanto che sviluppa un nuovo tipo di potere. La sensazione di incertezza si riflette anche su Alina stessa, perchè affronta una profonda battaglia personale. Nonostante non mi piaccia ancora del tutto come protagonista, è evidente la sua crescita in questo libro. Infatti affronta un notevole conflitto interiore, diventa sempre più consapevole di non potere nè volere rinunciare ai suoi poteri, anzi attraverso gli amplificatori cerca un modo per accrescerli. Nonostante non voglia farsi chiamare Santa perchè le sembrerebbe di ingannare la gente, si rende conto che prendere una posizione di comando e diventare più potente sarà l'unico modo per sconfiggere L'Oscuro, anche se questa sua nuova sete di potere la spaventa. Inoltre è ancora molto insicura sul piano emotivo e soprattutto combattuta tra ciò che vorrebbe fare per sè e ciò che invece deve fare per il suo paese e per questo nonriesco ad apprezzarla appieno. Purtroppo su questo lato non è per niente aiutata da Mal di cui lei è innamorata e le cui opinioni contano. 
Mal in questo libro mi è diventato ancora più odioso perchè non si accorge del conflitto interiore di Alina e delle responsabilità che ha voluto caricarsi sulle spalle, anzi continua a opprimerla. Mettendo in discussione ogni sua scelta e continuano a fare l'offeso per ogni singola cosa che succede, secondo mi si dimostra un egoista e francamente continuo a non capire cosa ci trovi Alina in lui. Sono d'accordo che è pronto a rischiare la vita per lei e lo dimostra più volte nelle vicende, ma non riesco proprio a farmelo piacere. 
In questo libro entra in gioco anche un personaggio che ho amato moltissimo perchè è ben costruito, geniale e dalle mille sfaccettature. Parlo proprio di Nikolai, un personaggio completo e davvero coinvolgente, ho adorato la sua ironia e il suo sarcasmo, il suo sapersi destreggiare tra mille situazioni e la sua capacità di aggirare quasi tutti gli intrighi di palazzo. È una persona curiosa e intelligente ma soprattutto ha molta inventiva e cercherà di combinare l'ingegneria con i poteri grisha per creare qualcosa di nuovo. Ho adorato anche i gemelli Tamar e Tolja perchè sono interessanti e di certo non ci si rende conto di alcuni risvolti della storia perchè si capisce la loro importanza solo nel finale.
In conclusione questo libro non ha del tutto le caratteristiche "di passaggio" di un secondo volume perchè le vicende partono subito col botto, conosciamo tanti nuovi personaggi chiave e la situazione va via via ingarbugliandosi di più. È comunque più lento del primo perché assisteremo ai tentativi traballanti di Alina di salire al potere, ma resta comunque scorrevole. Lo stile della Bardugo è comunque sempre coinvolgente e il finale assolutamente inaspettato lascia con la voglia di leggere immediatamente il terzo volume per vedere come va a finire.

Voto: ⭐⭐⭐,5/5


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venerdì 22 gennaio 2021

Recensione La città di sabbia

Titolo: La città di sabbia
Titolo originale: Days of blood and starlight
Autrice: Laini Tylor
Lingua originale: inglese
Traduzione: Donatella Rizzati
Numero di pagine: 461
Editore: Fazi





Trama

Dopo aver viaggiato nello straordinario mondo de La chimera di Praga e aver scoperto i segreti di Karou, allieva di uno stregone e talentuosa disegnatrice, chimera dai capelli blu che si innamora pericolosamente di Akiva, un serafino bellissimo, ecco il secondo tempo di questa grandiosa avventura, figlia della penna di una scrittrice già finalista al prestigioso National Book Award.
La studentessa d’arte Karou ha finalmente le risposte che ha sempre cercato. Sa chi è e cosa è. Ma, insieme a questa scoperta, un’altra verità affiora in superficie, una realtà che la ragazza farebbe di tutto pur di ignorare: ha amato un ragazzo che le è nemico, lui l’ha tradita e per questo il suo mondo è sconvolto. Ora, in una kasbah dimenticata nel deserto del Marocco, Karou e i suoi alleati si preparano a uno scontro definitivo contro l’armata dei serafini e sotto la luce delle stelle plasmano creature di potente forza distruttiva. Akiva, legato dall’appartenenza all’esercito degli angeli, ma gravato da un profondo conflitto interiore, inizia a progettare un altro tipo di battaglia: quella per il riscatto. Per la speranza. Costellato da scene drammatiche e scenografie impossibili, La città di sabbia porta i due protagonisti sui fronti opposti di una guerra antichissima che ha acquistato nuovo vigore. In una dimensione fantastica descritta nei minimi particolari, Laini Taylor dà vita a un mondo intero dove la combattuta storia d’amore tra Karou e Akiva diventa il simbolo della lotta per la pace universale.
Ma la speranza può rinascere dalle ceneri dei sogni infranti?


Recensione

Bentornati sul blog lettori, eccoci qui con una fantastica lettura che ho concluso a dicembre! Lo so, sono lunga a fare le recensioni, ma è un libro molto pieno e ci ho dovuto riflettere un attimo. In questo secondo capitolo può sembrare che la narrazione rallenti ma in realtà non è così. È vero, succedono meno cose a Karou perché la sua parte è molto più introspettiva ma in realtà non ci saranno mai momenti morti o di noia perché le vicende tengono incollati alle pagine fino alla fine. Negli ultimi capitoli poi succederà il finimondo e come al solito il finale shock lascia con la voglia di continuare a leggere e scoprire cosa accadrà. Anche in questo libro la narrazione è divisa tra Karou e Akiva, con anche qualche intermezzo di altri personaggi che contribuiscono a far capire il contesto e l'atmosfera. Come dicevo la parte di Karou sarà più introspettiva e si percepisce tutta la sua frattura interna. Karou è dilaniata tra l'amore per Akiva e il desiderio di aiutare il suo popolo, questo suo desiderio la farà scendere a compromessi che mai si sarebbe immaginata e la situazione la soffocherà sempre più fino a diventare insopportabile. La figura del Lupo Bianco è molto più presente e ancora più soffocante, creata magistralmente per essere una creatura viscida che ispira ribrezzo. Una scena in particolare mi ha fatto accapponare la pelle e venire i brividi, veramente penso di aver odiato in modo così profondo pochi personaggi ma lui è fra questi. La Taylor riesce a descrivere scene vivide e realistiche senza essere volgare ma allo stesso tempo fa percepire tutta l'angoscia, il ribrezzo, l'ansia di questa scena molto forte.
La parte di Akiva invece ci regala uno spaccato della vita degli angeli, conosciamo meglio i suoi fratelli, Liraz e Hazael, dopo che lui si apre e si confida con loro. Li ho trovati entrambi personaggi molto belli, con le loro paure e caratteristiche, vividi nei loro sentimenti che cercano di nascondere ma uniti in un proposito comune. In questo libro scopriremo poi un altro cattivo, di quelli con la C maiuscola, ma questo accadrà nelle ultime pagine che sono un turbinio di eventi e colpi di scena.
Altro personaggio che entra in gioco e credo svolgerà un ruolo chiave nel libro conclusivo è Ziri, una chimera Kirin come lo era Karou e ultimo della sua specie. E' l'unico che possiede ancora il suo corpo originale, motivo per cui tutti cercano di proteggerlo. Karou stessa sente per lui un istinto protettivo, come di una sorella maggiore, e vorrebbe creare un maggior legame con lui, anche se tutto questo è impedito dal Lupo. Ziri si rivelerà un personaggio giovane ma determinato, è innamorato di Karou e questo lo spinge a prendere decisioni estreme per aiutarla e aiutare al contempo la sua gente. Insomma è un altro personaggio ben costruito che di certo svelerà tutto il suo potenziale nell'ultimo capitolo.
L'unica pecca che ho trovato è che avrei voluto una descrizione maggiore di Erez, il mondo dove si svolgono le vicende, ma soprattutto avrei voluto più caratterizzazione delle chimere perché viene spesso sottolineata la loro mostruosità ma ho fatto un po' fatica a immaginarmele. Ovviamente sono inezie perchè la storia è comunque bellissima e molto vivida, il libro nel complesso è praticamente perfetto.
In conclusione mi è piaciuto tanto quanto il primo, succedono meno cose ma la narrazione non è lenta, nelle ultime pagine poi si condensano molti avvenimenti importanti che lanciano le basi per il terzo volume. I colpi di scena e le piacevoli sorprese non mancheranno anche se in generale tutto il tono dell'opera è molto cupo, l'aria che si respira è piena di angoscia. Nonostante la guerra tra chimere ed angeli sia finita, le morti e i colpi bassi non si sono certo fermati, non resta che vedere dove ci porterà tutto questo.

Voto: ⭐⭐⭐⭐,5/5

mercoledì 20 gennaio 2021

Recensione Sorcery of Thorns

Titolo: Sorcery of Thorns
Titolo originale: Sorcery of Thorns
Autrice: Margaret Rogerson
Lingua originale: Inglese
Traduzione: V. Daniele
Numero di pagine: 444
Editore: Mondadori



Trama

Trovatella allevata in una delle Grandi Biblioteche di Austermeer, è cresciuta in mezzo agli strumenti della stregoneria: grimori magici che sussurrano e sferragliano catene. Se provocati, si trasformano in mostri inquietanti di cuoio e di inchiostro. Ciò cui Elisabeth ambisce è diventare una guardiana, incaricata di proteggere il regno dalle minacce della magia. Il suo disperato tentativo di impedire l'atto di sabotaggio che libera il grimorio più pericoloso della biblioteca finisce per ritorcersi contro di lei: ritenuta coinvolta nel crimine, viene condotta nella capitale, in attesa di interrogatorio. L'unica persona su cui può fare affidamento è il suo nemico di sempre, il Magister Nathaniel Thorn, con il suo misterioso servitore; ma tutto sembra intrappolarla in una congiura secolare, che potrebbe radere al suolo non solo le Grandi Biblioteche, ma anche il mondo intero. A mano a mano che la sua alleanza con Nathaniel si rafforza, Elisabeth inizia a mettere in discussione tutto quello che le hanno insegnato sui maghi, sulle biblioteche che ama così tanto, e soprattutto su se stessa. Perché Elisabeth ha un potere che non avrebbe mai sospettato, e un destino che non avrebbe mai potuto immaginare.

Recensione

Bentornati sul blog lettori!
Ringrazio subito Rossella di @twinsta-book e la casa editrice Mondadori per aver organizzato l'evento e avermi dato la possibilità di parteciparvi. 
Ma ora passiamo al libro che ha come sempre una copertina molto bella e curata che attira molto, per quello che riguarda la lettura l'ho trovata molto leggera e scorrevole, nonostante non sia un libro piccolissimo l'ho terminato in un paio di giorni. La trama è fluida e i personaggi piacevoli nel complesso, ma soprattutto questo libro non mostra tutti i clichè di uno young adult e questa è una cosa che ho apprezzato tantissimo. Anche se ritroviamo comunque alcune caratteristiche tipiche di questo genere di libri, soprattutto nella figura della protagonista, Elisabeth, immancabilmente orfana e cresciuta sviluppando opinioni di ferro che verranno cambiate col procedere degli eventi.
Andando con ordine posso dire che lo stile scorrevole mi è piaciuto molto, nonostante ci siano un paio di metafore molto arzigogolate. La pecca è che ci sono molto buchi di trama e cose non proprio chiarissime che magari avrebbero richiesto più approfondimenti. Molte rivelazioni sono state date alla leggera e senza le spiegazioni che avrei voluto per capire meglio. Altra cosa che non mi è piaciuta è che il cattivo della storia viene scoperto quasi subito, quindi le vicende ruoteranno intorno al suo piano malvagio che deve essere fermato, forse avrei preferito più suspance nel cercare di capire chi fosse il vero colpevole.
Per quello che riguarda l'ambientazione e la caratterizzazione dei personaggi, non le ho trovate curatissime nei minimi dettagli perchè ricordano un po' le fiabe, quindi credo che fosse uno stile voluto. Nel complesso però l'ambientazione mi è piaciuta, adoro l'atmosfera avvolgente delle biblioteche piene di libri che parlano e si muovono e tutto sommato mi è piaciuta anche la città con i muri di pietra e i tetti rossi che ricordava, appunto, le fiabe. 
Come dicevo i personaggi non sono descritti nel dettaglio sul piano fisico e psicologico, Nathaniel è il coprotagonista e invece nelle vicende lo si vede molto poco, l'autrice ha cercato di renderlo troppe cose diverse senza riuscire a svilupparne appieno nessuna. Lui è un mago ma la parte inerente ai suoi poteri e alla magia in generale, poteva essere più approfondita dato che la parte fantasy del libro viene a malapena scalfita. A più riprese viene detto che appertiene a una famiglia antica e molto potente e che lui è capace di prodigi anche se giovanissimo. Purtroppo nel momento in cui userà i suoi poteri salterà fuori tutta la sua umanità, poiché rischia di morire un paio di volte e tutto questo potere non l'ho effettivamente percepito.
Per quel che riguarda la nostra protagonista Elisabeth non mi sento di provare nè odio, nè amore, rimane un po' nel limbo. E' una ragazza giovane e ingenua, cresciuta nel cuore della biblioteca e la sua lealtà và esclusivamente ai libri e al lavoro. All'inizio del libro è piena di pregiudizi per via delle cose che le hanno insegnato fin da piccola, tuttavia il suo pensiero cambia e lei cresce come personaggio. Nonostante apprezzi questo cambiamento avvenuto in meglio, credo che sarebbe stato più decisivo sottolineare in modo marcato il suo mutamento e soprattutto il suo conflitto interiore nel considerare Nathaniel una specie di mostro prima e poi un alleato e amico dopo. In questo senso la storia d'amore tra i due è un po' forzata perchè passano poco tempo insieme e soprattutto Elisabeth non ha nemmeno un dubbio quando si accorge dei sentimenti che prova per lui, nonostante le abbiano sempre insegnato che un mago che si lega a un demone è praticamente il male incarnato. Capisco che visto il target si sia voluto inserire questa storia che è un po' forzata, ma di positivo ha che non è preponderante sulle vicende, non ruota tutto intorno a questa unione e soprattutto non c' è nessun triangolo amoroso. Tutto sommato è una protagonista che esce un po' dagli schemi perchè non è lei a possedere i poteri magici e diciamocelo...nemmeno un'intelligenza sopraffina. E' spesso aiutata da altri ed è molto ingenua e credulona, tuttavia si farà una chiara idea di cosa sia il male e cercherà con ogni suo mezzo di fermarlo.
Il personaggio che ho di sicuro apprezzato di più è Silas, è quello caratterizzato meglio, si percepisce il suo conflitto interiore e la sua profondità e inoltre è indispensabile alla storia. Senza di lui Elisabeth e Nathaniel sarebbero probabilmente morti al capitolo quattro più o meno, per cui dovremmo tutti avere un Silas che ci guarda le spalle.
Nonostante i vari difettucci riscontrati, il mio voto sarà del tutto negativo, alla fine è un buon libro e probabilmente ho colto molti difetti perchè sono fuori target. Credo che il pubblico a cui è rivolto sarà entusiasta di queste vicende che intrecciano problemi personali, il voler salvare il mondo e un'eroina un po' diversa dal solito. Ho apprezzato che non ci fossero molti clichè legati a questo genere come relazioni tossiche o triangoli amorosi senza senso, è vero, ci potevano essere molti più approfondimenti e spiegazioni in alcuni punti ma mi è piaciuto il fatto che l'autrice abbia optato per uno stand alone invece che per la solita trilogia. 

Voto: ⭐⭐⭐/5

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venerdì 15 gennaio 2021

Recensione Gli inganni di Locke Lamora

Titolo: Gli inganni di Locke Lamora
Titolo originale: The lies of Locke Lamora
Autore: Scott Lynch
Lingua originale: Inglese
Traduzione: Anna Martini
Numero di pagine: 612
Editore: Mondadori




Trama

Nella misteriosa città di Camorr un orfano ha vita dura, e spesso breve. Ma il giovane Locke Lamora riesce a eludere la morte e a non farsi catturare come schiavo, fino a diventare un furfante provetto sotto la tutela del Forgialadri, un talentuoso artista della truffa. A capo della banda di fratelli dalle dita leste, noti come Bastardi Galantuomini, Locke diventa presto celebre, e si fa beffe persino del più temuto re della malavita. Ma tra le ombre si annida qualcuno di ancora più ambizioso e micidiale. Di fronte a un sanguinoso colpo di stato che minaccia di distruggere qualunque persona o cosa che abbia un senso nella sua esistenza, Locke giura di sconfiggere il nemico al suo stesso gioco crudele. Costi quel che costi.


Recensione

Bentornati sul blog lettori! Oggi parliamo di un libro che per trama e recensioni mi aveva colpito molto ma la cui lettura mi ha abbastanza deluso. Eh sì, so che mi attireró l'odio di molti ma questo libro non mi ha proprio coinvolto per svariati motivi.

Innanzitutto il vocabolario usato, non parlo delle parolacce (che per me sono comunque usate a sproposito), perché è un libro per adulti e quindi si possono benissimo trovare. Il fatto è che sono state inserite un po' a caso nelle conversazioni e per me hanno rovinato l'effetto "da duro" che si voleva dare all'opera. In secondo luogo i termini in "italianese" (si, ho preso spunto da Lynch e ho invetato delle parole) che non mi sono piaciute per niente. Credo che siano state inventate per sottolineare che la città in cui si svolge la storia ricorda la Repubblica di Venezia, ma per me non avevano senso. Immagino che il loro scopo fosse anche inglobare meglio il lettore nell'ambientazione, ma l'uso di parole come "vetrantico" senza nessuna spiegazione di cosa sia non mi aiuta, anzi. Per non parlare di parole come "vicinorbo/lontanorbo" per parlare di ipovedenti....le ho trovate agghiaccianti.

L'ambientazione bella e se vogliamo ben riuscita, è l'unica cosa che mi è piaciuta perché ricorda appunto la nostra Venezia all'epoca delle repubbliche marinare e alla lontana mi ha ricordato anche Ketterdam di Sei di corvi e anche il mondo di Nevernight, per l'armosfera cupa e il fatto che la storia parli di ladri e mascalzoni. Anche il sistema dei vari dei e templi mi ha ricordato Nevernight perché c'è addirittura un dio che protegge i furti. 

Lo stile in sé è bello ma un po' lento, nelle prime 200 pagine praticamente non accade nulla e le descrizioni molto lunghe rallentano l'andamento generale. Altra cosa che spezza molto la narrazione è il fatto che si svolge su due livelli, nel passato e nel presente. Le parti del passato servono a farci conoscere meglio le figure dei galantuomini ma in realtà ci presenta qualche spezzone della vita passata solo di Locke e Jean, mentre gli altri vengono tralasciati.

E qua arriviamo all'ultima nota dolente: i personaggi. Non ho legato con nessuno, per me non sono caratterizzati appieno né sul piano psicologico né sul piano fisico. Di Locke sappiamo che è un piccoletto incapace di difendersi da solo ma che è un genio del crimine. Beh io questa genialità non l'ho vista...tutti i suoi piani finiscono male e più che essere un ingannatore provetto è quello che ci resta sempre fregato dato che i suoi piani finiscono male e anzi rischia di morire più volte. Non so, mi aspettavo qualcuno dalla fredda e calcolata genialità tipo Kaz Brekker o se proprio una genialità simpatica e divertente stile Lupin III, invece per me non c'è stato. Tra l'altro per essere un truffatore si fida un po' troppo di tutti e questo contribuirà a far sì che spesso si ritrovi in situazioni spiacevoli. I pochi colpi di scena non si sono rivelati tali perché a un lettore attento non sfuggiranno alcuni particolari che si riveleranno utili nel finale. 

In conclusione direi che per me la lettura è un "forse", decisamente c'erano delle idee buone ma avrei voluto il protagonista più geniale e non uno bravo solo a fare l'attore. La poca empatia verso tutti i personaggi ha fatto si che non mi legassi a nessuno, tanto che la morte di alcuni per me non ha significato nulla. Di positivo c'è che si può leggere come un libro autoconclusivo e quindi non penso che continuerò la saga. 

Voto: ⭐⭐,5/5

lunedì 11 gennaio 2021

Recensione La ragazza nella torre

Titolo: La ragazza nella torre
Titolo originale: The girl in the tower
Autrice: Katherine Arden
Lingua originale: inglese
Traduzione: Maria Teresa De Feo
Nunero di pagine: 332
Editore: Fanucci editore





Trama 
Orfana e sola, costretta ad abbandonare il suo villaggio, Vasja dovrà rassegnarsi a trascorrere la vita in un convento o a permettere alla sorella maggiore di darla in sposa a un principe moscovita. Entrambe le strade la condannano a una vita in una torre, tagliata fuori dal vasto mondo che invece desidera esplorare. Così sceglie una terza via: travestendosi da ragazzo cavalca attraverso il bosco per sfuggire a un destino che altri hanno scritto per lei. A Mosca, intanto, la corte imperiale è scossa da lotte di potere e tumulti. Nelle campagne alcuni banditi razziano i campi, bruciano i villaggi e rapiscono le fanciulle. Dopo essere partiti per sconfiggere i briganti, il Gran principe e i suoi boiardi si imbattono in un giovane uomo in groppa a un magnifico destriero. Solo Sasa, un monaco guerriero, capisce che il "ragazzo" altri non è che sua sorella, creduta morta dopo la fuga dal suo villaggio in seguito all'accusa di stregoneria. Ma quando Vasja dà prova del suo valore in battaglia, cavalcando con una destrezza eccezionale e con un'inspiegabile forza, Sasa realizza che dovrà a tutti i costi mantenere il segreto della sua vera identità, per salvare la vita dell'unica persona in grado di fronteggiare le forze oscure che minacciano di distruggere l'impero...



Recensione

Bentornati sul blog lettori! Oggi parliamo del secondo libro di questa trilogia magica e fiabesca che mi ha conquistato il cuore.
In questo secondo capitolo ritroviamo la stessa ambientazione del primo libro, con qualche lieve differenza. Infatti non è più la foresta e la vita di un piccolo paesino quella che vediamo sullo sfondo, ma la foresta e poi la vita in una grande città in espansione come Mosca. La vita in questo tipo di realtà spiazzerà Vasja e il lettore stesso poichè la vita tranquilla che lei conosceva verrà soppiantata dalla vita di corte, piena di intrighi e pericoli. La condizione della donna è ancora più soffocante in questa realtà perchè costretta a vivere circondata solo da altre donne, quasi segregata in torri separate dal resto della casa e senza alcun contatto con il mondo esterno già da bambine. E' una condizione che Vasja non capisce e che trova soffocante. Per quasi tutto il libro è costretta a viaggiare travestita da ragazzo, ma una volta giunta a Mosca il pericolo di essere scoperta si fa ancora più grande e rischia di coinvolgere anche i suoi fratelli maggiori, che ne subirebbero amare conseguenze. Vasja non si rende subito conto che questo suo travestimento potrebbe mettere in pericolo le persone che ama per cui ha in programma di allontanarsi dalla città quando sarà il momento, purtroppo non ha fatto i conti con i nuovi pericoli che si presentano. Gli intrighi politici le si chiudono intorno e alla fine le cose vanno irrimediabilmente male.
Ciò che più mi ha reso triste è l'evolversi del suo rapporto con Morozko, la loro unione cambia e cresce ma purtroppo Vasja si accorge di alcune cose solo quando ormai è troppo tardi e questo mi ha reso tristissima. Questo cambiamento è però in linea con il tono del libro che è agrodolce dall'inizio alla fine, soprattutto per quello che riguarda Vasja, così libera ma cos' imprigionata nel suo essere una donna. Lei è un personaggio che cresce molto nel libro, anche se ho disapprovato molte sue scelte fatte, capisco che sia ancora giovane e alla ricerca del suo posto nel mondo. Inoltre non vive in un'epoca facile per una donna per cui approvo alcune sue scelte ma avrei voluto che mostrasse più astuzia. Per quanto sia forte e alla ricerca della libertà, ma anche del suo ruolo nella vita, capisce che la condizione della donna è ancora troppo statica e soffocante. I suoi comportamenti sono malvisti da tutti e non fanno che far soffrire e mettere in pericolo le persone che ama, per questo prendere delle decisioni e capire che strada seguire sarà sempre più difficile. 
In questo libro inoltre scopriamo alcune cose sul passato della famiglia di Vasja e troviamo la risposta a molte cose rimaste incompiute nel primo libro, per cui immagino che le vicende passate saranno il tema centrale del prossimo libro.
In conclusione è un libro che ho amato ma che mi ha fatto riflettere, Vasja rappresenta una ventata di novità ma che spaventa ancora, non vedo l'ora di scoprire cosa succederà nel prossimo capitolo.

Voto: ⭐⭐⭐⭐,5/5

lunedì 4 gennaio 2021

Recensione La casa di sale e lacrime

Titolo: La casa di sale e lacrime
Titolo originale: House of salt and sorrow
Autrice: Erin A. Craig
Traduzione: Giorgi De Santis
Lingua originale: inglese
Numero di pagine: 314
Casa editrice: Fanucci Editore




Trama

Annaleigh conduce una vita riservata e isolata a Highmoor nella casa di famiglia sulle coste rocciose di Salten, con le sorelle, il padre e una matrigna. Un tempo erano dodici, ma ora un inquietante silenzio rimbomba nelle grandi stanze, dopo che quattro vite sono state interrotte. Ogni morte è stata più tragica della precedente: un'epidemia, una caduta fatale, un annegamento, un tuffo insidioso... E nei villaggi circostanti corre voce che la famiglia sia stata maledetta. Ossessionata da una serie di visioni spettrali, Annaleigh è sempre più convinta che le morti non siano state solo un incidente. Tutte le notti fino al sorgere del sole le sue sorelle partecipano di nascosto a balli scintillanti, strette in eleganti abiti di seta e scarpine luccicanti, e Annaleigh non sa se cercare di fermarle o unirsi ai loro appuntamenti segreti per scoprire cosa sta succedendo. Perché con chi, o con cosa, stanno davvero ballando? Quando il coinvolgimento di Annaleigh con un misterioso ed enigmatico sconosciuto si intensifica, dandole nuovi elementi per scoprire la verità su ciò che sta distruggendo la sua famiglia, inizia una corsa contro il tempo per sciogliere l'oscuro enigma che coinvolge le sue sorelle, prima che venga rivendicata la prossima di loro.


Recensione

Bentornati sul blog lettori! 
Oggi si parla di un esordio super dark nel panorama dei retelling, La casa di sale e lacrime è infatti una rivisitazione in chiave un po' macabra della favola Le dodici principesse danzanti. Come ho detto è il libro d'esordio della scrittrice Erin Craig e presenta qualche imperfezione, ma nel complesso il libro mi è piaciuto e l'ho divorato in poco tempo. 
Partendo da una fiaba abbastanza conosciuta, l'autrice ha dato forma a una storia nuova e ancora più macabra, per cui non leggete questo libro se siete impressionabili perchè troverete morte, sangue, viscere e tutta la compagnia! Andiamo con ordine e partiamo dall'ambientazione cupa e che ricorda i film horror, la grande casa dove si svolgono le vicende ricorda un po' le tenute infestate dagli spiriti e il fatto che si trovi su un'isola circondata da un mare sempre burrascoso e lontana dalla civiltà, contribuirà a renderla ancora più inquietante. La Craig è stata molto abile nel creare un mondo sempre cupo e anche se intervallato da molti balli, il racconto mantiene sempre un'aura di pericolo e paura che mi hanno tenuta incollata alle pagine. Devo ammettere che mentre leggevo alcune scene mi sono spesso guardata alle spalle ma non è che avessi paura, giuro! E' solo che è meglio essere prudenti...
Quindi ambientazione spettacolare che ti trascina proprio nella storia, ma se vogliamo trovargli una pecca posso dire che a volte le descrizioni dei luoghi e delle scene macabre sono molto minuziose, invece la descrizione fisica e psicologica dei personaggi è più labile. Potrebbe essere dovuto al fatto che comunque si appoggia a una fiaba e quindi la Craig voleva mantenere dei toni simili, psicologia dei personaggi accennata in favore di un'ambientazione più marcata, ma a volte nella narrazione questo è un po' troppo sbilanciato. Infatti avrei voluto una maggiore cura nel descrivere il tipo di religione, ci sono dei per ogni aspetto della vita e spesso queste figure si mescolano agli uomini in un modo che viene visto come una cosa relativamente normale ma avrei voluto capire meglio il meccanismo. Nonostante le poche descrizioni presenti per i nomi e per i loro ruoli mi hanno ricordato molto i Fati della trilogia di Caraval, quindi avrei voluto scoprire di più sul loro conto. I simboli utilizzati nel libro sono tantissimi (anche questo è un richiamo alle fiabe) e si gioca molto sui colori perché tutto è in toni scuri e freddi, compresi gli abiti. L'unico colore caldo che spicca è il rosso, ricollegato subito al sangue che lascia capire bene quale sia il tratto distintivo del libro.
La protagonista Annaleigh sembra essere l'unica delle sorelle ad avere la testa sulle spalle, o almeno l'unica che si fa venire qualche dubbio. Mi è piaciuta perchè non è l'eroina senza macchia, sbaglia ed è umana e soprattutto tormentata dalla morte delle sorelle e dal destino che spetta alle altre. Il triangolo amoroso della storia è un po' fiacco in alcuni punti, ma tutto sommato mi è piaciuto perchè si risolve in modo assolutamente inaspettato. Avrei voluto qualche spiegazione in più sulla vita passata di Cassius ma anche lui come personaggio non mi è dispiaciuto.
Il finale del libro è pieno di colpi di scena più o meno sorprendenti, ma colpisce perchè è coerente e la vena macabra si fa ancora più spiccata. Devo ammettere che non avevo capito assolutamente chi fosse il colpevole, ho sospettato di tutti e questo mi è piaciuto perché quando alla fine viene svelata la macchinazione mi è sembrata semplice e allo stesso tempo molto convincente, quindi perfetta.

In conclusione non definirei questo libro uno young adult a tutti gli effetti, di sicuro può essere apprezzato anche da un pubblico più adulto. E' horror, macabro, dark, con un'ambientazione cupa e personaggi che mostrano il loro lato crudele, insomma....bellissimo! Ha qualche pecca perchè poteva essere dosata meglio la parte descrittiva e potevano essere approfonditi alcuni punti ma tutto sommato è un buon libro per essere un romanzo d'esordio. Altra cosa che mi è piaciuta (anche se può sembrare banale) è il fatto che sia autoconclusivo quindi la trama non viene stiracchiata per più libri diventando inconcludente. E' stata davvero una lettura interessante, ma se siete fifoni come me leggete con le luci tutte bene accese!

Voto ⭐⭐⭐⭐/5