Titolo: Fable
Titolo originale: Fable
Autrice: Adrienne Young
Traduttrice: Maria Concetta Scotto di Santillo
Casa editrice: Mondadori
Ringrazio come sempre Francesca di Coffee and books per l'organizzazione e la casa editrice 😊
Trama
Figlia del più potente trafficante dello Stretto, la giovane Fable ha conosciuto un solo luogo che possa chiamare "casa": una nave ormai colata a picco. Quattro anni prima ha visto la madre annegare durante una terribile tempesta; il giorno seguente il padre l'ha abbandonata su un'isola covo di furfanti. Per sopravvivere Fable ha dovuto imparare a badare a se stessa, senza fidarsi di nessuno e contando solo su ciò che sua madre le ha insegnato. A tenerla viva è il desiderio di lasciare l'isola, ritrovare il padre e rivendicare il proprio posto al suo fianco. Ad aiutarla nell'intento c'è West, un giovane mercante. Fable però si accorge presto che durante la sua permanenza sull'isola i nemici del padre e i rischi connessi alla sua attività si sono moltiplicati; e, come se non bastasse, West non è chi dice di essere. Ma la ragazza non ha scelta: se vuole rimanere viva, dovrà lottare insieme a lui contro pericoli ben peggiori degli uragani che flagellano lo Stretto.
Recensione
Eccoci tornat³ lettor³ con un'altra mezza delusione, Fable. Purtroppo mi viene da descrivere questo libro con un "vorrei ma non posso", le idee sono poche e troppo sparpagliate nella lettura e si ha come la sensazione che le vere vicende debbano ancora cominciare. La società che si basa sulla navigazione è anche affascinante e almeno quella sono riuscita a immaginarla bene, ma ho avuto qualche difficoltà con le imbarcazioni. In più punti lo stile è prolisso e ridondante e non si capisce bene che corrente voglia prendere, subito sembra uno show don't tell perché non viene mai data nessuna descrizione della nave, di cui vengono però forniti in successione molti dettagli inutili, creando così l'idea di un elenco. Vengono usati sono solo termini tecnici che si susseguono e se non ci si è mangiato un manuale di nautica non ci si capisce nulla, non sono proprio riuscita a figurarmi la nave su cui si svolge metà libro perché io non so nulla di imbarcazioni e parlare solo per tecnicismi non mi ha aiutato a immaginarla. Tra l'altro nonostante tutti questi termini usati non vengono mai detti "tribordo/babordo" che sono le uniche due parole che forse tutt³ conosciamo, ma viene detto "sinistra/destra" e la cosa mi ha lasciata perplessa.
L'altra grande pecca dello stile, e quindi della narrazione, è che la protagonista cela molti segreti al lettore, ma lo fa in modo ambiguo, nel senso che alcune cose saltano fuori dal nulla e poi Fable ci dice che era una cosa che aveva notato. Ma allora perché non mostrarla prima anche al lettore? Esempio lampante è la love story di cui il lettore non ha alcun sospetto finché non viene pronunciata la tipica frase "non possiamo stare insieme", mentre invece vengono dedicate molte (troppe) pagine a lei che legge e interpreta una cartina. Tutto troppo sbilanciato.
I personaggi sono caratterizzati poco, Fable vuole colpirci con la sua storia triste ma non ci riesce del tutto perché lascia l'impressione di non scavare sotto la superficie e così gli altri. I coppi di scena sono pochi, prevedibili e fiacchi, così come i dialoghi che vengono sempre stroncati sul più bello e che lasciano un senso di incompiuto. La nota positiva è che la parte romance non prevale sulla trama, cosa non sempre scontata in uno ya e tra l'altro è un romance molto soft e dolce quindi non mi ha dato fastidio, anzi se fosse stato gestito un pochino meglio ci saremmo trovati davanti una gran bella coppia.
In sostanza un libro pieno di "se", probabilmente è il primo lavoro di questa autrice e quilesto spiegherebbe molte cose, però non mi sono sentita trasportata nel mondo di Fable, ho sempre avuto l'impressione che tutto restasse troppo in superficie, un vero peccato.
Voto ⭐⭐,5/5