Trama
In un universo in cui le divinità si muovono accanto agli esseri umani, una famiglia domina il mondo tra corruzione e violenza. La salvezza dell’umanità è nelle mani di tre giovani donne straordinarie… che ancora non sanno di esserlo. Yeine Darr vive nel Grande Nord, povero e arretrato. Ma, quando sua madre muore in circostanze misteriose, scopre di essere l’erede al trono dei Centomila Regni e si ritrova al centro di una feroce lotta di potere. Oree Shoth, un’artista cieca, dà rifugio a uno strano senzatetto: un atto di gentilezza che la trascinerà in un incubo, nel cuore di una cospirazione per uccidere le Deidi in cui il suo ospite sembra coinvolto. Shahar Arameri è l’ultima discendente della famiglia che da duemila anni governa la Terra schiavizzando gli immortali, ma è anche innamorata del Deide Sieh. A chi sceglierà di essere fedele? Tutte e tre impareranno quanto possa essere pericoloso mescolare amici e nemici, esseri divini e mortali, amore e odio.
Recensione
Finalmente sbarco con la recensione di questa lettura che mi ha accompagnato per diverso tempo, una lettura bella corposa però, quindi sono giustificata 🤣
Oscar Vault (Mondadori) ci riporta in Italia la Trilogia della successione di N.K.Jemisin, il suo esordio letterario. Diciamo che si percepisce che un primo libro soprattutto dal primo volume della trilogia, dove abbiamo già un Wordbuilding solido, ma una protagonista che non mi ha fatto impazzire. Yeine, infatti, è una donna cresciuta per diventare una guerriera e una guida per il popolo, ma si piange addosso e resta passiva per tutto il libro, senza contare gli slanci amorosi di cui è protagonista che ricordano molto svariati YA. Tuttavia non dovete pensare che non mi sia piaciuto, anzi. I personaggi secondari sono interessanti e ben strutturati e non mancheranno divinità in catene e intrighi politici da mozzare il fiato. Inotlre Jemisin ci regala, come sempre, un sistema magico e mitologico molto preciso e ben delineato e soprattutto sa trasportarci direttamente nella storia Senza inutili spiegoni che appesantiscono il libro. Quindi un primo volume un po' acerbo ma validissimo.
Il livello rimane alto e, anzi, si alza ancora di più nel secondo volume, I regni spezzati. Il bello di questa trilogia è che alcuni personaggi restano sempre quelli, cambiano i protagonisti a seconda del libro e i personaggi di contorno. Credo che sia una scelta vincente perché permette di sviluppare in modo approfondito più protagonisti, ma anche perché la narrazione diventa più dettagliata e si evolve. Come dicevo I regni spezzati mi è piaciuto molto di più, Oree, la nostra protagonista, è cieca ma vede il mondo in un modo tutto suo. La sua relazione con le deidi (divinità) ci permette di scoprire ulteriori aspetti del passato che influenzano il presente e ci mostra aspetti diversi delle personalità di questi dei. La società sta cambiando e così fa il complesso sistema magico che nel frattempo si evolve. Ho trovato la lettura incalzante e coinvolgente e ha saputo catturarmi. Anche qua c'è qualche piccolo errorino, ma è il libro che ho preferito.
Nel terzo capitolo (Il regno degli dei), il protagonista è finalmente una divinità. È il libro più corposo e lunghino, Sieh è il protagonista, una divinità in forma di bambino che incarna tutte le cose positive e negative di questa età particolare. Dovrà scendere a patti con sé stesso e affrontare cambiamenti significativi che lo porteranno a scoprire parti di sé che erano sepolte. La narrazione si svolge anni dopo il primo volume e si cominciano a vedere le crepe di questo sistema magico che va sgretolandosi, portando con sé un'epoca di cambiamenti. L'arco narrativo sta volgendo al suo termine e così l'Era Lucente di questa società. Ho apprezzato che la trilogia in sé ci parlasse del declino di un momento storico e non della sua nascita, anche se poi si conclude con una speranza dolceamara.
Insomma, questa trilogia è un assaggio di ciò che Jemisin ha poi sviluppato in opere successive, dimostrando fin da subito la sua straordinaria capacità di inventare mondi impensabili, con trame che escono dagli schemi tradizionali. Uno degli aspetti più affascinanti del suo stile è la libertà con cui tratta i temi dell’amore, che si declina in tutte le sue forme: eterosessuale, omo, incestuoso (tra divinità), pansessuale. La sua visione dell’amore, universale e inclusiva, si traduce in un mondo che accetta e celebra tutte le sfumature del sentimento. Inoltre le divinità molto umane che troviamo avvicinano l'uomo al divino mostrando come anche loro siano mosse dai meri sentimenti. Insomma anche coloro che sono nati per essere perfetti e plasmare il mondo sono preda di odio, rabbia, amore e questo ci dimostra come il fallimento sia possibile e accettabile, ma che si può aspirare anche alla redenzione.
In conclusione, la Trilogia della Successione rappresenta un ottimo punto di partenza per conoscere Jemisin, un’autrice che non si limita al worldbuilding, ma si impegna anche a creare società e dinamiche sociali che sfidano gli schemi della nostra realtà. La sua capacità di dipingere universi complessi e di esplorare le emozioni umane, anche attraverso divinità e creature fantastiche, rende questa saga una lettura fondamentale per chi ama il fantasy innovativo e profondo. Un’opera che, seppur imperfetta in alcuni aspetti, lascia il segno e anticipa le straordinarie cose che Jemisin continuerà a scrivere.
Ringrazio moltissimo Oscar Vault per la copia omaggio e la collaborazione 😊
Voto ⭐⭐⭐⭐,5/5