Titolo: La città di Cap
Autori: Maria Iovine- Silvestro Maccariello
Disegni: Irene Carbone- Erica Grillo
Prefazione: Jean Pierre Yvan Sagnet
Numero di pagine: 128
Editore: Beccogiallo
Trama
La città di Cap è ispirata alla storica impresa di Jean Pierre Yvan Sagnet: grazie a lui, il caporalato oggi è riconosciuto nell'ordinamento giuridico italiano come reato. Non solo, la sua azione ha dato avvio al primo processo su scala europea contro alcuni imprenditori che sfruttavano manodopera. Nonostante il suo coraggio e il suo impegno, la situazione del lavoro bracciantile in Italia è ancora largamente al di sotto della soglia del diritto. Ne "La città di Cap" gli autori immaginano una realtà distopica, ambientata in un futuro non troppo lontano, che mostra le conseguenze di una progressiva erosione dei diritti e consegnano la rivoluzione nelle mani di una donna giovane, nera e sfruttata. Una persona umile che, dal gradino più basso della società, muove le coscienze, accende il senso civico, innescando una rivolta alla riscoperta dei diritti, capace di cambiare il destino di molti. Così, Cap, presentataci come una città ordinata, funzionale, perfetta, quasi paradisiaca, in realtà si rivela essere infernale, mentre l'imperfezione di un sogno è in grado di restituire libertà e umanità.
Recensione
Per questo evento ringrazio infinite la casa editrice Beccogiallo e l'organizzatrice Valeria per avermi scelta e per la copia omaggio.
La città di Cap è una graphic novel semplice ma davvero molto d'impatto, è una lettura che porta a riflette na che soprattutto fa davvero arrabbiare. Arrabbiare in senso positivo perché permette anche a un pubblico di lettori più giovani di confrontarsi con la realtà lavorativa odierna e a un pubblico che già affronta il mondo del mondo del lavoro di capire che si può sempre lottare per i nostri diritti.
In un mondo dove la notte non scende mai, si è costretti a lavorare in un impiego che viene imposto e non scelto liberamente e lavorare H24, con problemi di salute e vecchiaia perché il cittadino medio viene pagato quel tanto che serve per sopravvivere senza possibilità di pensione, malattia, indennità o ferie. A rendere ancora più disumanizzante la storia sono i nomi dei personaggi a cui è assegnato un numero per distinguerli, il che rende ancora di più l'idea che siano solo un ingranaggio nella grande macchina del capitalismo. Una lettura scorrevole e che si divora in un fiato ma che lascia davvero molto su cui riflettere, ho, purtroppo, rivisto molte delle situazioni lavorative in cui mi è capitato di passare.
I disegni sono semplici e puliti, con uno stile classico che non distrae troppo dal fulcro principale che è la storia. Se proprio vogliamo trovare una nota negativa è la facilità con cui la situazione si ribalta, Dritta, la protagonista, risolve molto in fretta la situazione convincendo altre persone a unirsi alla causa, per cui si potrebbe pensare che sia stato troppo facile. È anche vero che il nonno di Dritta le ha raccontato la sua storia quindi in lei il seme del dubbio era già presente e alla fine è comprensibile volere chiudere il fumetto con un messaggio di speranza finale. Tuttavia avrei voluto una maggiore resistenza da parte del sistema, in modo che il risultato finale fosse più difficile da raggiungere, nel complesso però è stata una lettura che mi ha coinvolto, come dicevo se ne esce arrabbiati e con la voglia di cambiare le cose.
La prefazione di Jean Pierre Yvan Sagnet all'inizio è fondamentale, attraverso il suo racconto di esperienze vissute ci si scontra subito con la realtà lavorativa in cui è dovuto passare e questa è solo una delle tante testimonianze che ancora oggi si possono raccogliere. È un sistema corrotto che non funziona come dovrebbe e che va a erodere fortemente i diritti umani del lavoratore. Grazie al suo impegno oggi il caporalato risulta reato, ma sappiamo benissimo che in vari frangenti è ancora applicato, nascosto agli occhi della legge. Ho apprezzato molto che la sua storia vera fosse inserita nel fumetto attraverso il racconto personale del nonno che cerca di fare capire a Dritta il marciume che si nasconde dietro a una società che lei crede perfetta. Piano piano prenderà coscienza delle ingiustizie che tengono in piedi il sistema in cui vive, fino alla completa accettazione che le cose devono cambiare. Insomma, ci troviamo di fronte a un fumetto distopico che ci mostra una possibile società futura purtroppo non lontana, anzi, terribilmente vicina e attuale. Una graphic novel che vuole portare a fare riflettere e aprire gli occhi su un sistema che si è applicato fin troppo spesso e che viene tutt'oggi messo in pratica anche se ciò va contro la legge, è un invito alla presa di posizione per la salvaguardia dei diritti dei lavoratori ancora oggi spesso ignorati.
Voto: ⭐⭐⭐⭐/5
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