venerdì 26 agosto 2022

Recensione L'impero di sabbia

Titolo: L'impero di sabbia
Titolo originale: Empire of Sand
Autrice: Tasha Suri
Traduzione: Sofia Brizio
Numero di pagine: 364
Editore: Fanucci




Trama

Gli Amrithi sono stati emarginati; nomadi discendenti dagli spiriti del deserto, sono ambiti ma anche perseguitati in tutto l'Impero per il potere del loro sangue. Mehr è la figlia illegittima di un governatore imperiale e di una esiliata Amrithi che lei riesce a malapena a ricordare ma da cui ha ereditato il volto e la magia. A sua insaputa, può manipolare i sogni degli dèi per alterare il destino del mondo. Quando il potere di Mehr attira l'attenzione dei mistici più temuti dell'Imperatore, viene costretta a sottostare al loro servizio: sono determinati a sfruttare la sua magia per la gloria dell'Impero. Sarà costretta a usare ogni grammo di volontà, di cuore e d'intelligenza per resistere alla crudeltà dei mistici e salvare il suo popolo da una sicura estinzione. Se dovesse fallire, gli dèi stessi potrebbero risvegliarsi in cerca di vendetta...


Recensione 

L'impero di sabbia è stato un piacevole cambiamento nel mondo dei fantasy recenti. Il libro, infatti, non si concentra sull'azione e sui colpi di scena, ma ha comunque un ritmo scorrevole e una scrittura che mi ha catturata. In pochi giorni l'ho divorato perché non riuscivo a staccarmi e questo è un grosso punto a favore. La scrittura di Suri mi ha catapultata in un'India del passato con qualcosa di lievemente diverso, la magia e i daiva sono certezze, così come il dualismo del paese diviso tra l'imperatore e il Maha, la figura religiosa di riferimento. Credo che Suri abbia dato una visione molto chiara di come questi due poteri uniscano e allo stesso tempo dividano l'India dell'epoca ed è stata bravissima a ricostruire il fragile equilibrio che li contraddistingue, poiché se uno dei due cade il sistema crolla.
 Per questo motivo la figura del Maha viene mitizzata e si crea una sorta di setta attorno a lui. L'atmosfera settaria è ben costruita, perché i suoi discepoli pendono dalle sue labbra e anche quando è nel torto o sta operando in modo palesemente crudele e sbagliato, essi sono tutti ai suoi piedi e credono fermamente in lui. È il tipico esempio di quando una persona viene mitizzata e posta al di sopra di tutto, il Maha è capace di qualsiasi cosa per raggiungere i suoi scopi ed è abilmente riuscito a crearsi un seguito che crede in lui qualunque cosa faccia. Insomma, le basi di una setta. L'autrice ha ricreato bene questa situazione contrapponendo l'idea della setta a quella che è la vera fede e la differenza trae due si intuisce benissimo, senza lunghe spiegazioni che avrebbero annoiato e rallentato il ritmo, è tutto percepibile e decisamente è un altro grande punto a favore.
La vera perla del libro però è sicuramente la protagonista, Mehr. È un personaggio diverso da tutti quelli di cui mi è capitato di leggere, non è l'eroina overpower che imperversa adesso e non è nemmeno una donzella che vuole essere salvata. È una persona che ha sì dei poteri, ma che è anche "normale" e soprattutto vera. Lei sa dove finiscono le sue competenze e chiede aiuto quando ne ha bisogno, inoltre incarna perfettamente il concetto indù di karma, secondo cui se agisci nel mondo secondo il tuo ruolo c'è equilibrio. Mehr è intelligente e potrebbe agire in modo subdolo per salvarsi la vita, ma lei scegli sempre di essere migliore di così, anche se è la strada più difficile. È un personaggio umano e la sua bontà non risulta mai stucchevole poiché è vera in quel contesto culturale. Anche la sua religione ha molto senso perché nell'ambito di questa cultura ogni minimo dettaglio è curato, lei ha fede che agendo per il meglio le cose potranno ritrovare il loro equilibrio. Anche la questione del velo è perfettamente in linea con il resto, per lei non è un simbolo di oppressione o costrizione, anzi, il suo portare il velo la contraddistingue come nobildonna, per lei è importante indossarlo e quando glielo tolgono non lo vede come una liberazione, ma tutto l'opposto.
In questo senso ho trovato la coppia Mehr-Amun davvero bella e credibile, ok, già dall'inizio si sapeva come sarebbe finita, però secondo me travalica gli schemi triti e ritriti di altri libri. Ho apprezzato in particolare che nonostante sia una coppia nata un matrimonio combinato, non sia una relazione tossica ma anzi molto sana e che cresce in nodo misurato.
L'unica nota un po' stonata è il finale, l'ho trovato un po' frettoloso e lievemente contraddittorio con alcune cose dette in precedenza, in particolare avrei voluto più approfondimento del sistema magico che si basa su simboli e figure fatte con il corpo, danzando. Parlandone con altr3 che hanno letto il libro mi sono confrontata su questo punto e mi hanno portato a riflettere su alcune cose. Questo sistema magico è qualcosa di diverso e strettamente legato alla cultura indiana, richiama un po' lo yoga in cui ogni posizione ha un significato. Devo ammettere che prima di questo confronto non ci avevo riflettuto, ma trovo che sia un'ulteriore prova di quanto l'autrice abbia riempito il libro di significati. È vero che avrei voluto qualche spiegazione in più, tuttavia credo che per essere un libro d'esordio sia praticamente perfetto. 
Ho adorato il ritmo che non era incalzante e mozzafiato, la coppia è ben costruita e in particolare la protagonista è vera e umana, per cui se cercate un libro che vi Immerga nella cultura indù e che abbia un pizzico di magia, questo libro da per voi!

Voto: ⭐⭐⭐⭐,5/5

Ringrazio come sempre la casa editrice Fanucci per la copia omaggio ❤️

giovedì 18 agosto 2022

Recensione Sabriel

Titolo: Sabriel
Titolo originale: Sabriel
Autore: Garth Nix
Numero di pagine: 348
Editore: Fazi editore




Trama


Sabriel studia in un prestigioso college per sole ragazze non lontano dal Muro che divide il territorio di Ancelstierre dal magico e pericoloso Vecchio Regno, dove suo padre ricopre la carica di Abhorsen, il protettore che ha il compito di impedire ai morti di tornare nel mondo dei vivi. Da quando la famiglia reale è decaduta, i morti sono diventati sempre più forti e intrepidi, minacciando di sopraffare l’intero regno. Quando il padre di Sabriel viene imprigionato nel mondo della Morte da una pericolosa creatura, la ragazza si mette in viaggio per salvarlo. Lungo la strada, troverà come compagni di viaggio Mogget, un antico spirito costretto nella forma di un gatto bianco, e il giovane mago Touchstone, che verrà liberato da un incantesimo durato decenni ma rimarrà intrappolato sotto il peso di dolorosi ricordi. Ogni passo nelle profondità del Vecchio Regno li avvicinerà a minacce mai viste prima, che costringeranno Sabriel ad affrontare il proprio destino in una battaglia con le vere forze della vita e della morte. Chi proteggerà i vivi quando i morti torneranno?
Incluso nella lista di «Time» dei migliori cento libri young adult di sempre, Sabriel è uno straordinario viaggio di formazione in un mondo pieno di magia e mistero, dove le forze magiche circolano libere e il confine tra la vita e la morte è sempre più labile. 


Recensione

Sabriel è il primo libro di una saga fantasy che ormai presenta con qualche annetto poiché fu pubblicata per la prima volta negli anni '90 tuttavia è una lettura godibilissima e senza tempo, è un High fantasy di tutto rispetto poiché abbiamo la nostra eroina che intraprende un viaggio per compiere una missione. Il fatto che sia un High fantasy si riflette anche sulla trama, è un libro breve ma che presenta gli elementi per portare avanti la saga. La storia in sé mi è piaciuta, piena di morti, negromanti e magia ma la pecca per me è che nulla è stato approfondito come avrei voluto. Il sistema magico e il worldbuilding restano un po' nebulosi, viene solo fatto capire che il mondo è diviso tra una terra più "moderna" e il Vecchio Regno, un mondo in cui magia, negromanti e ogni forma di spiriti Morti sono all'ordine del giorno. I due regni sono divisi da un muro protetto notte e giorno ma purtroppo non vengono fornite altre spiegazioni. Allo stesso modo il sistema magico non è approfondito, sappiamo che esistono i maghi e i negromanti e che il padre di Sabriel ricopre il ruolo più importante di tutti, l'Abhorsen, un negromante molto potente che tramanda il titolo di generazione in generazione. Mi è mancato l'approfondimento di tutto ciò ma il libro resta comunque bello, molto scorrevole e pieno di un'ironia che mi ha un po' di ricordato Pratchett.

La trama procede in modo abbastanza lineare, si alternano momenti di azione e tensione a momenti più tranquilli, ma senza grandi colpi di scena o scossoni. Introduce quelle che saranno le basi per i prossimi libri ma tutto sommato può anche essere letto in solitaria perché il finale non è troppo aperto.

Ho apprezzato molto Sabriel, è una protagonista determinata e capace, anche quando si mette in discussione lo fa a causa della sua età, insomma è una ragazza che parte alle ricerca del padre e nonostante i momenti di sconforto non si piange addosso e allo stesso tempo non è una delle eroine overpower di cui si legge adesso. È un personaggio ben strutturato anche se la brevità del libro e il fatto che sia un High fantasy non lo fa approfondire del tutto. Il personaggio che ho adorato è Mogget, uno spirito potentissimo rinchiuso in forma di gatto perché assume gli atteggiamenti di questi animali, è pungente e sarcastico e mi ha fatto divertire (tra l'altro ora capisco che Messer Cortese di Nevernight non ha assolutamente nulla di originale perché è palesemente copiato da lui). 

Insomma un'avventura per combattere i Morti sempre più potenti, spiriti senza scrupoli che inseguono i protagonisti, sarcasmo, tanto coraggio e un sistema magico diverso e interessante...che dire, leggetelo! È vero che avrei voluto più introspezione e decisamente più approfondimento del worldbuilding e del sistema magico, però è pur sempre il primo libro di una saga, quindi credo che molte cose verrano riprese e spiegate meglio nei successivi. La brevità gioca a suo svantaggio ma per contro rende la lettura veloce e comunque accattivante, mi ha lasciato con una certa curiosità nei seguiti quindi credo che continuerò il viaggio al fianco di Sabriel. Consigliato agli amanti del genere e a chi vi si approccia per la prima volta perché ha tutti i tropes del sottogenere ma non è pesante.

Voto ⭐⭐⭐⭐/5