Titolo: L'impero di sabbia
Titolo originale: Empire of Sand
Autrice: Tasha Suri
Traduzione: Sofia Brizio
Numero di pagine: 364
Editore: Fanucci
Trama
Gli Amrithi sono stati emarginati; nomadi discendenti dagli spiriti del deserto, sono ambiti ma anche perseguitati in tutto l'Impero per il potere del loro sangue. Mehr è la figlia illegittima di un governatore imperiale e di una esiliata Amrithi che lei riesce a malapena a ricordare ma da cui ha ereditato il volto e la magia. A sua insaputa, può manipolare i sogni degli dèi per alterare il destino del mondo. Quando il potere di Mehr attira l'attenzione dei mistici più temuti dell'Imperatore, viene costretta a sottostare al loro servizio: sono determinati a sfruttare la sua magia per la gloria dell'Impero. Sarà costretta a usare ogni grammo di volontà, di cuore e d'intelligenza per resistere alla crudeltà dei mistici e salvare il suo popolo da una sicura estinzione. Se dovesse fallire, gli dèi stessi potrebbero risvegliarsi in cerca di vendetta...
Recensione
La vera perla del libro però è sicuramente la protagonista, Mehr. È un personaggio diverso da tutti quelli di cui mi è capitato di leggere, non è l'eroina overpower che imperversa adesso e non è nemmeno una donzella che vuole essere salvata. È una persona che ha sì dei poteri, ma che è anche "normale" e soprattutto vera. Lei sa dove finiscono le sue competenze e chiede aiuto quando ne ha bisogno, inoltre incarna perfettamente il concetto indù di karma, secondo cui se agisci nel mondo secondo il tuo ruolo c'è equilibrio. Mehr è intelligente e potrebbe agire in modo subdolo per salvarsi la vita, ma lei scegli sempre di essere migliore di così, anche se è la strada più difficile. È un personaggio umano e la sua bontà non risulta mai stucchevole poiché è vera in quel contesto culturale. Anche la sua religione ha molto senso perché nell'ambito di questa cultura ogni minimo dettaglio è curato, lei ha fede che agendo per il meglio le cose potranno ritrovare il loro equilibrio. Anche la questione del velo è perfettamente in linea con il resto, per lei non è un simbolo di oppressione o costrizione, anzi, il suo portare il velo la contraddistingue come nobildonna, per lei è importante indossarlo e quando glielo tolgono non lo vede come una liberazione, ma tutto l'opposto.
In questo senso ho trovato la coppia Mehr-Amun davvero bella e credibile, ok, già dall'inizio si sapeva come sarebbe finita, però secondo me travalica gli schemi triti e ritriti di altri libri. Ho apprezzato in particolare che nonostante sia una coppia nata un matrimonio combinato, non sia una relazione tossica ma anzi molto sana e che cresce in nodo misurato.
L'unica nota un po' stonata è il finale, l'ho trovato un po' frettoloso e lievemente contraddittorio con alcune cose dette in precedenza, in particolare avrei voluto più approfondimento del sistema magico che si basa su simboli e figure fatte con il corpo, danzando. Parlandone con altr3 che hanno letto il libro mi sono confrontata su questo punto e mi hanno portato a riflettere su alcune cose. Questo sistema magico è qualcosa di diverso e strettamente legato alla cultura indiana, richiama un po' lo yoga in cui ogni posizione ha un significato. Devo ammettere che prima di questo confronto non ci avevo riflettuto, ma trovo che sia un'ulteriore prova di quanto l'autrice abbia riempito il libro di significati. È vero che avrei voluto qualche spiegazione in più, tuttavia credo che per essere un libro d'esordio sia praticamente perfetto.
Ho adorato il ritmo che non era incalzante e mozzafiato, la coppia è ben costruita e in particolare la protagonista è vera e umana, per cui se cercate un libro che vi Immerga nella cultura indù e che abbia un pizzico di magia, questo libro da per voi!
Voto: ⭐⭐⭐⭐,5/5
Ringrazio come sempre la casa editrice Fanucci per la copia omaggio ❤️