martedì 1 febbraio 2022

Review party La dea in fiamme

Titolo: La dea in fiamme
Titolo originale: The burning god
Autrice: R.F.Kuang
Traduzione: Sofi Hakobyan
Numero di pagine: 624
Editore: Mondadori (Oscar Vault) 



Trama

Dopo aver salvato il Nikan dagli invasori stranieri e aver combattuto l'infernale imperatrice Su Daji, Fang Runin è stata tradita dai suoi alleati e abbandonata in fin di vita. Nonostante tutto ciò che ha perso, Rin non ha rinunciato a lottare per il popolo delle province meridionali, a cui ha sacrificato così tanto, e soprattutto per il suo villaggio natale, Tikany. Nel tornare alle sue radici, Rin dovrà fronteggiare ardue sfide, ma anche inaspettate opportunità. I suoi nuovi alleati alla guida della Coalizione del sud sono astuti e infidi, ma Rin si accorge presto che a detenere il vero potere nel Nikan sono i milioni di cittadini comuni assetati di vendetta che la venerano come una dea salvatrice. Appoggiata dal massiccio esercito del sud, Rin userà ogni arma per sconfiggere la Repubblica del Drago, i colonizzatori esperiani e tutti coloro che minacciano le arti sciamaniche e coloro che le praticano. Acquisterà maggiore forza o influenza, ma sarà anche in grado di resistere al richiamo della Fenice, che la spinge a dare alle fiamme il mondo intero?





Recensione

Per questo review party ringrazio ancora una volta Alessandra di Raggywords e la casa editrice per aver organizzato l'evento ed avermi scelta, così come per la copia in digitale.

Abbiamo lasciato il Nikan spezzato ed è proprio così che lo ritroviamo, le forze della Repubblica cercano di prendere il Nord accompagnati dagli esperiani, mentre Rin cerca di accaparrarsi il sud scacciando le ultime tracce di sacche nemiche. La guerra civile è ormai una certezza, bisogna solo capire chi prevarrà sull'altro. La Kuang come sempre ci regala scorci di vita militare e strategie belliche davvero ben costruite e in un mondo sempre più nel caos troviamo vecchi e nuovi alleati e poteri sempre più devastanti.
Rin mi piace un filino meno del solito, ormai è chiara la sua brama di potere però mi sembra più stupida del solito, non capisce davvero alcune cose basilari che le stanno davanti agli occhi e ha sempre bisogno di essere imbeccata. Questo, almeno, nella prima parte del libro, via via che le vicende diventano sempre più intricate si vede la sua crescita interiore, ormai è determinata a finire questa guerra e scacciare i colonialisti e per farlo è disposta a mettersi a capo delle truppe. Insomma si carica di molte responsabilità e finalmente si mette in gioco senza più sottostare agli ordini di qualcun' altro da compiacere. Purtroppo avrei voluto che tutto ciò durasse fino alla fine, diciamo che il finale di Rin si intuiva già dal secondo libro, ma mi è dispiaciuto vederla ridursi così, proprio nelle ultimissime pagine si riscatta del tutto, regalando così un crescendo che fa chiudere il libro con il fiato sospeso. Vorrei scendere più nei particolari ma vi svelerei davvero il finale e non vorrei fare spoiler, il mio consiglio resta comunque di leggere questa saga stupenda. Diciamo che la Kuang ha saputo rendere Rin molto umana, con tutti i suoi errori, le incertezze, il bisogno di approvazione, ma anche con la sua determinazione, tutto ciò per me contribuisce a creare una protagonista vera, una persona che sbaglia e cerca di correggere il tiro e allo stesso tempo qualcuno mosso non sempre da sentimenti puri e intoccabili. Infatti mi è piaciuto molto anche come è stata caratterizzata Su Daji, personaggio che conoscevamo già dal primo libro, in questo capitolo ci regala un'altra visione di sé, una persona che ha sempre nascosto ciò che prova realmente per poter riuscire a mantenere le redini di un paese. Anche lei è creata ad arte, ci mostra come le persone non hanno un solo lato ma sono fatte di chiari e scuri per cui l'antagonista cattivo non è sempre e solo un cattivo e basta.
Ma continuiamo con il libro che affronta come sempre temi importanti come quello del colonialismo, davvero forte anche in questo capitolo, e della superiorità della razza bianca. Addirittura Kitay arriva a mettere in dubbio la propria cultura in favore di quella esperiana che sembra così superiore. In questo frangente Rin fa delle osservazioni interessanti poiché lascia intendere che non esiste una razza migliore delle altre che ha quindi il diritto di governare tutto e tutti. Lei accetta con fatica la superiorità tecnologica degli esperiani, ma allo stesso tempo capisce che non è giusto che si ritengano un gradino sopra tutti a prescindere. Ritroviamo poi il tema della guerra in tutte le sue forme e pian piano percepiamo il crescendo mentre ci avviciniamo alla fine, fine che purtroppo avrà un'unica soluzione. Ma ancora più interessante è vedere ciò che accade dopo la guerra, spesso nei libri e film le vicende si concludono con la trionfale vittoria di una delle due parti, ma non si vede ciò che le battaglie lasciano nel paese. Negli ultimi capitoli infatti ci troviamo di fronte un paese distrutto, un governo inesistente e tentativi di ricostruzione che incontrano continui sbarramenti.
Un piccolo neo per me è il fatto che il libro è molto lungo ma in concreto succede poco, è davvero tutto concentrato sulla guerra e questo ha fatto sì che in alcuni punti mi sia un po' annoiata. Non è un male, anzi, ha dato veridicità alla storia poiché si capisce che una guerra non può risolversi in due giorni, ma forse avrei preferito qualche sfoltita. Mi rendo conto che è un problema mio perché avrei voluto che Rin avesse più spazio, così come Kitay che viene un po' messo da parte, ma resta un buon libro, ben costruito e che si focalizza proprio sulle brutture della guerra. I personaggi sono creati benissimo e in modo veritiero per cui è una trilogia che consiglio vivamente agli amanti del genere silkpunk e a chi cerca delle protagoniste diverse dal solito, in particolare molto umane nel loro commettere errori e che mostrano tutte le loro sfaccettature.

Voto ⭐⭐⭐⭐/5

3 commenti:

  1. Grazie di avermi covinta a leggere questa serie 💜 non me ne sono pentita

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  2. Adoro quando i personaggi vengono descritti in modo più umano, riesco ad entrare meglio in empatia con loro :)

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  3. Avevo qualche dubbio perché non amo i fantasy con ambientazioni orientali però mi hai messo parecchia curiosità

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