martedì 28 febbraio 2023

Review party Project Hail Mary

Titolo: Project Hail Mary
Titolo originale: Project Hail Mary
Autore: Andy Weir
Traduzione: Vanessa Valentinuzzi
Numero di pagine: 480
Editore: Mondadori 




Trama

Quando Ryland Grace si risveglia, non ha assolutamente idea di dove si trovi né di chi sia. Vede solo che il suo corpo è collegato a decine di tubi, che gli oggetti intorno a lui cadono troppo velocemente e che i suoi due compagni di viaggio giacciono inermi nello spazio angusto che condividono. Poi, lentamente, la memoria riaffiora: Grace si trova a migliaia di chilometri dalla Terra, su una minuscola navicella spaziale lanciata a tutta velocità nelle profondità insondate dello spazio, unico sopravvissuto di una missione disperata per salvare il pianeta. Se fallisce, l’umanità è destinata a sparire a causa di misteriosi organismi che si nutrono dell’energia solare e che stanno rapidamente portando la Terra verso una nuova era glaciale.

A bordo di Hail Mary, Grace è consapevole che ha pochissimo tempo a disposizione per neutralizzare il pericoloso nemico e che il destino della specie dipende unicamente da lui. O forse non è solo?


Recensione

Eccoci di nuovo qua a parlare di fantascienza, era un genere che mi mancava perché da un po' non leggevo qualcosa e soprattutto perché non leggevo qualcosa di così scritto bene e che ha saputo conquistarmi anche sul piano emotivo. Non avevo letto il precedente libro di Weir ma sono rimasta conquistata dal suo stile lineare e allo stesso tempo complesso. Quindi è un libro complesso? In parte, soprattutto perché si vede che è un autore che ha fatto i compiti a casa, fin da subito ho dovuto rispolverare le mie scarse conoscenze di scienze, matematica e fisica perché Weir ci va giù pesante e ci ritroviamo davanti molti problemi di questo tipo. Ora pensate che chi è a digiuno di queste cose non ci capirà nulla, e invece non è così perché Weir riesce sempre a inserirli al momento giusto e a renderli comprensibili (sì, avrei voluto lui come prof al liceo) e quindi la narrazione non ne risente, ma anzi ne esce molto arricchita. Questi problemi sono comunque uno specchietto per le allodole che sì, ci mostrano che l'autore sa di cosa sta parlando ma allo stesso tempo servono al nostro protagonista Ryland Grace per restare aggrappato a quello che conosce e non perdere se stesso. Il libro, infatti, si apre con questo personaggio solo nello spazio e che purtroppo si ritrova senza ricordi, quindi per evitare di impazzire e di perdere sé stesso, Grace cerca di muoversi in base a ciò che conosce. Proprio come farebbe uno scienziato agendo passo passo e ricostruendo pian piano il suo passato che ci viene mostrato tramite una serie di flashback che ci spiegano tutti i retroscena che lo ha portato dov'è in quel momento. La narrazione quindi si svolge su due archi temporali, però veramente questa volta non ne ho risentito come succede in altri libri, anzi l'ho trovato un modo molto efficace di spiegare tutto quello che succede e per presentarci anche il protagonista che mi ha pienamente conquistato. Grace Infatti è uno scienziato che però non ha perso la sua umanità, è una persona veramente comune e umana, nonostante sia molto intelligente, perché si lascia guidare dall'emotività e non si muove su un piano freddo come farebbero magari altri scienziati in questo tipo di libri. Grace Infatti è un nerd che non ha paura di mostrare il suo lato più umano ed emotivo e non è l'eroe solitario che non ha bisogno di nessuno, ma è una persona che non ha paura di mostrarsi più debole, emotiva e umana e non si vergogna nel piangere e nel mostrare pienamente il suo lato più malleabile e questo mi ha sinceramente conquistata. Infatti una delle parti più tenere ed emozionali del libro è proprio data da Grace e dalla sua amicizia con una forma di vita extraterrestre. L'autore ci mostra che le diversità a volte possono essere superate e lo fa in un modo veramente perfetto, non ci saranno storie d'amore in questo libro o ragazze prosperose buttate a caso fra le pagine ma ci sarà comunque molto coinvolgimento dal punto di vista emotivo e questo è veramente molto apprezzabile. 
Il libro si conclude un con un finale  veramente ben bilanciato e ponderato e soprattutto non è scontato, cosa che invece temevo potesse succedere. Sono rimasta piacevolmente sorpresa e diciamo che non è proprio una cosa scontatissima in alcuni tipi di libri, anzi spesso si tende a voler chiudere più in fretta la storia ma qua non succede. Spersi nella trama ci sono dei momenti un po' stile Hollywood con tanto di scene in cui l'eroe chiede di essere lasciato indietro, però nel complesso sono scene che funzionano e soprattutto il libro fila bene. Non ci sono cose buttate a caso per dimostrare quanto la terra sia superiore a tutti gli alieni tipo Indipendence day, anche se alla fin fine è così. 
Insomma un libro scritto bene, con un eroe insolitamente umano, lo consiglio a tutt³ l³ amanti della scienza dura, della fantascienza e che sono apert³ mentalmente a forme di vita aliene credibili, davvero libro super promosso.

Voto ⭐⭐⭐⭐/5

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lunedì 27 febbraio 2023

Review party Promesse vane

Titolo: Promesse vane
Titolo originale: These hollow Vows
Autrice: Lexi Ryan
Traduttrice: Vanessa Valentinuzzi
Lingua originale: inglese
Casa editrice: Mondadori





Trama


POTREI GODERMI L'OSCURITÀ, MA NON SPRECHERÒ IL MIO TEMPO.

QUESTE ORE APPARTENGONO A SPIE E LADRI.

APPARTENGONO A ME.

Se c'è una certezza nella vita di Brie è che odia i Fae con tutta se stessa e che preferirebbe morire di fame per strada piuttosto che avere a che fare con loro. Quando però la sorella Jas viene venduta come schiava a Mordeus, il sadico re Fae di Unseelie, per ripagare un debito, non può che rivedere la sua posizione. Per riportarla a casa, infatti, è costretta a stringere un patto proprio con il sovrano delle ombre: dovrà introdursi nella corte nemica, la corte del Sole, e, una volta dentro, rubare tre oggetti magici che un tempo gli erano appartenuti.

Accedere al palazzo dorato è un'impresa tutt'altro che semplice, però, tanto che l'unica possibilità per riuscirci sembra essere spacciarsi per una delle pretendenti del principe Ronan, erede al trono. Determinata a portare a termine la sua missione senza farsi distrarre dal cuore, decide infine di accettare l'aiuto di una banda di disperati, di cui ignora però le vere intenzioni. A mano a mano che la conoscenza con il loro capo Finn si approfondisce, Brie si ritrova a combattere con se stessa per resistere al suo fascino seduttivo. In bilico tra due corti ugualmente pericolose, Brie sarà costretta a decidere di chi fidarsi e a chi offrire la propria lealtà. E quindi il proprio cuore.



Recensione

Se cercate un fantasy young adult leggero, ma che sa che intrattenere questo libro che fa per voi. Rientra appieno in questo genere perché presenta i vari tropoi di questo target, abbiamo la protagonista bellissima e potentissima che non sa di esserlo (ovviamente con i capelli rossi), un bel triangolo amoroso, un quasi instalove, una protagonista super potente e bellissima ma che non sa di esserlo (ovviamente con i capelli rossi) e che viene giudicata da tutti e intelligente quando in realtà è l'unica che non capisce nulla della situazione che le sta intorno. Con questo potreste pensare che il libro non mi sia piaciuto, invece è stata proprio una lettura di evasione, una cosa leggera che mi ha aiutato a staccare dalle letture più pesanti. 
Il messaggio di fondo può anche essere corretto, nel senso che si parla di schiavitù, di guerra, di fare le scelte giuste per il proprio popolo, ma anche del legame fra sorelle. Ci sono quindi dei messaggi positivi e di denuncia verso regnanti corrotti  però spesso il lettore viene troppo imboccato perché la protagonista stessa viene imboccata su quale sia il pensiero giusto invece che trarre le proprie conclusioni. Il grosso problema di questo libro è che la storia in sé non è male, ci sono molti cliché ma anche tanti colpi di scena (anche se per chi naviga un po' in questo genere non tutti saranno esattamente una sorpresa), quello di cui ho sentito la mancanza è un "cattivo" verso cui combattere. L'antagonista è presente ma in modo marginale e la battaglia finale in cui si risolve il libro è troppo sbrigativa, anche se ammetto che è un po' giustificata dal finale a sorpresa che introduce molti elementi nuovi per il secondo volume. 
Siccome i protagonisti sono fae e il libro si svolge nel mondo fatato, la prima associazione che mi viene da fare è con Holly Black e il suo Principe crudele, ovviamente qua non abbiamo una Jude super intelligente e cinica, ma è una Abriella che tenta di sopravvivere. Le sue premesse erano anche buone, però alla fine cade sempre sui cliché della sua categoria. È una ragazza un po' maschiaccio a cui piace indossare i pantaloni però poi una volta arrivata nel mondo fatato si lascia abbindolare facilmente, troppo spesso raccoglie degli indizi che poi vengono lasciati cadere nel vuoto e su cui lei non si sofferma, invece sono cose importanti che avrebbero potuto metterla in guardia. Purtroppo è un'altra pecca che ho riscontrato, spesso avrei voluto degli approfondimenti o delle spiegazioni maggiori per tante piccole cose, magari non utilissime ai fini di trama, ma che avrebbero potuto aiutare a creare un contesto più dettagliato dato che Abriella vive solo in un castello e manca anche il worldbuilding di contorno. In questo senso (e per altri motivi che non vi dico perché sarebbero spoiler) il libro mi ha ricordato moltissimo anche The selection e soprattutto Una corte di rose e spine. Con questo non voglio dire che il libro sia scopiazzato, certo ci sono molti punti in comune, però credo che l'autrice sia riuscita a dare la sua impronta alla storia, creando un mix con tutti gli elementi principali dei libri citati. È vero che a volte c'è qualche mancanza che a me ha dato fastidio e probabilmente ci sono troppi dei ex machina, ma di certo ho apprezzato che la parte più spicy non scendesse in troppi particolari, rendendo così il libro accattivante senza essere pesante. 
La cosa che non ho apprezzato è Sebastian, si capisce fin dall'inizio che è il personaggio negativo della storia e lo capiscono tutti tranne la protagonista, ha dei comportamenti che sono molto sbagliati, è ossessivo e vuole controllarla per cui questo proprio non mi è piaciuto. Per contro abbiamo Finn che ovviamente è il Ryhsand della situazione, cioè un personaggio costruito palesemente su di lui e avrei forse voluto vederlo di più rispetto a Sebastian perché aveva molto da dare e la sua storia è più interessante, però aspetto il secondo per capire meglio alcune cose. Infatti ci sono stati molti accenni a un proseguimento della storia all'interno del libro e quindi voglio vedere dove l'autrice andrà a preparare.
In conclusione è un libro scorrevole e leggero sotto alcuni aspetti, ma che contiene anche momenti che mi hanno fatto riflettere o che non mi sono piaciuti del tutto, comunque è stata una buona lettura avrei voluto forse un approfondimento maggiori del sistema magico che è troppo accennato e soprattutto avrei voluto che i poteri magici della protagonista venissero spiegati meglio perché vengono buttati un po' a caso all'interno della narrazione, quando fa comodo. Infatti lei all'inizio quando si presenta e non la conosciamo non accenna minimamente a questi poteri, durante la lettura invece dice cose come se fossero scontate, per esempio lei vede bene al buio ma non ci viene detto finché non fa comodo alla trama.
Insomma un buon esordio con qualche pecca su cui si può lavorare, se si cerca una lettura leggera e che sappia intrattenere questo fantasy è l'ideale.

Voto ⭐⭐⭐,5/5

Ringrazio Flavia per aver organizzato l'evento e la casa editrice per la copia 

giovedì 23 febbraio 2023

Review party Ragazze infrante



Titolo: Ragazze Infrante
Titolo originale: The Broken Girls
Autrice: Simone St. James
Traduttrice: Alessia Lini
Lingua originale: inglese
Casa editrice: Fanucci




Trama

Vermont, 1950. C’è un luogo per ragazze che nessuno desidera ospitare, troppo intelligenti, ribelli, illegittime... Si chiama Idlewild Hall ed è un collegio. E nella piccola città in cui si trova, girano voci che sia infestato da fantasmi. Le paure sussurrate di quattro coinquiline gettano le basi per una profonda amicizia, fino a quando una di loro scompare misteriosamente... Vermont, 2014. Per quanto ci abbia provato, la giornalista Fiona Sheridan non può fare a meno di ripensare agli eventi che gravitano intorno alla morte della sorella maggiore, avvenuta vent’anni prima nei pressi delle rovine di Idlewild Hall. Quando viene ritrovato un altro cadavere durante i lavori di ristrutturazione del collegio, Fiona scoprirà segreti che dovevano rimanere sepolti e sentirà una voce che le sarà impossibile ignorare. Cos’è successo veramente a sua sorella?



Recensione


Ragazze infrante si presenta come un thriller ma in realtà la parte dell'indagine occupa solo una piccola parte di questa narrazione che è molto più articolata. Innanzitutto la storia di svolge su due linee temporali tra passato e presente ed entrambe sono indispensabili per giungere agli avvenimenti finali. Sebbene abbia apprezzato molto i protagonisti di entrambe le linee, non sono una grande fan di questi continui balzi perché interrompono la narrazione, ma St. James ha saputo comunque catturare la mia attenzione proprio perché sono stata incuriosita dai personaggi. È un libro quasi tutto al femminile perché nel passato abbiamo quattro ragazze in un collegio e il presente si concentra invece su Fiona, una giornalista. Quello che le accomuna è la perdita e il trauma, per questo dicevo che la parte thriller non è il fulcro della vicenda, sì, ci sarà un'indagine, ma ciò che lega davvero il tutto sono questi sentimenti. Se poi ci aggiungiamo anche un tocco di paranormale abbiamo un mix di generi e tematiche che non vi faranno mettere da parte il libro, lo stile scorrevole e la capacità di creare con poche parole dei personaggi complessi, non aiuteranno di certo. Ammetto che non mi aspettavo questo tipo di finale, ci sono molti elementi disseminati nel libro che potrebbero fare avvicinare alla soluzione, ma questa volta sono rimasta sorpresa. La pecca è che a volte Fiona non ricerca gli indizi e non si comporta come una giornalista perché le cose le cadono un po' dal cielo e si ritrova con degli indizi importanti in mano senza averli realmente cercati. Forse il suo coinvolgimento a livello personale è troppo marcato, anche se perfettamente comprensibile, e questo non la mette veramente in gioco. Fiona in realtà fa molto poco perché appena ha un dubbio o un problema si rivolge al padre che le risolve tutto, soprattutto nel finale, ma l'ho apprezzata comunque come protagonista. L'indagine che porta avanti dovrebbe aiutarla a liberarsi dei dolori passati, ma in realtà li riporta a galla e si ritrova da sola ad affrontare tutto questo, per cui è comprensibile il suo bisogno di appoggiarsi al padre. Il suo scavare nel passato la porterà inevitabilmente a intrecciare la sua storia con le quattro ragazze che vissero in collegio anni prima e le due indagini si mescoleranno fino alla soluzione finale.
Insomma un thriller che non è del tutto un thriller, una storia che parla di giustizia, di traumi e di passati pieno di dolore.

Voto: ⭐⭐⭐,5/5


lunedì 20 febbraio 2023

Recensione Notte dei coltelli

Titolo: Notte dei coltelli
Titolo originale: Night of Knives
Autore: Ian C.Esslemont
Traduzione:Francesco Vitellini
Numero di pagine: 255
Editore: Fanucci 







Trama

La piccola isola di Malaz e la sua città hanno dato il nome al grande Impero, ma ormai sono poco più di uno squallido porto dimenticato. Stanotte, però, è diverso. Stanotte ci sarà l’apparizione di una Luna d’Ombra, un evento che si verifica una volta sola nell’arco di una generazione e che minaccia la gente di Malaz evocando creature demoniache e presenze oscure. Mentre le fazioni all’interno dell’Impero si preparano alla conquista del Trono imperiale, una creatura antica e potente attacca l’isola. A testimoniare questi eventi catastrofici ci sono Kiska, una giovane e talentuosa ragazza che desidera andarsene dalla città, e Temper, uno stanco veterano. Ognuno di loro avrà un ruolo ben preciso in questo conflitto che determinerà non solo il destino della città di Malaz, ma di tutto l’Impero… Attingendo dagli eventi descritti nel prologo del famoso fantasy di Steven Erikson, I giardini della Luna, Notte dei coltelli è un importante capitolo nella storia dello straordinario mondo di Malaz.


Recensione 

Notte dei coltelli si presenta come un high fantasy vecchio stile perché riprende la tanto amata saga di Malazan e per leggere questo libro sono necessarie alcune premesse.
Innanzitutto non lo ritengo un fantasy alla portata di tutti perché qua non troverete instalove, eroine overpower e trame debolucce, no, qua si parla di fantasy bello strong e alla vecchia maniera. Può essere apprezzato anche se non si ha letto la saga principale ma la comprensione sarà più ostica perché in realtà andrebbe letto in parallelo al secondo volume in quanto mostra personaggi e retroscena che sono indispensabili e che spiegano come si è arrivati ad alcuni avvenimenti. Quindi se si legge per primo questo volume potrebbero esserci degli spoiler, ma soprattutto la comprensione risulterà più difficile. Infatti occorre sapere che Esslemont e Erikson sono i coautori della saga di Malazan, e quindi lo stacco non è molto a livello di trame, intrighi e worldbuilding, anzi, ci saranno approfondimenti che non ci si aspettava e sarà come ritornare alla saga principale. Per tutti questi motivi la lettura non è sempre semplicissima, aggiungiamo inoltre che le vicende si svolgono in appena una notte, quindi il tutto accade velocemente. Nella prima parte del libro ci vengono presentati i protagonisti e abbiamo un'infarinata delle vicende e dei loro passati, ma il clima di ansia e tensione va via via crescendo, fino a sfociare nelle vicende vere e proprie perché la seconda metà del libro sarà piena di avvenimenti. 
Ho molto apprezzato i vari pov che ci permettono una visione delle vicende più tridimensionale, ma non mi è piaciuta particolarmente Kiska, una dei protagonisti principali, che tende ad essere troppo infantile, anche se il suo bisogno di affermazione è comprensibile. Temper, invece, è uno di quei personaggi grigi che apprezzo sempre, si cela al lettore stesso mostrandosi pian piano e rivelandosi poi tutt'altro rispetto a quello che si pensava all'inizio. Per offrire una visione più completa degli avvenimenti (e credetemi, in una notte può succedere davvero di tutto), sono inseriti i pov anche di personaggi secondari che aiutano a ricostruire le vicende a tutto tondo. Insomma non è un fantasy dalla costruzione facile, perché spesso ci si perde in alcuni pensieri dei personaggi a causa delle digressioni e anche il lavoro di traduzione è stato complesso, non tanto per il passaggio linguistico ma a causa dei moltissimi vocaboli creati apposta per la saga. Il traduttore ha messo in atto una ricerca per garantire gli stessi termini che sono stati usati nelle vecchie traduzioni e quindi è stato un lavoro abbastanza lungo, ma credo che i fan della saga apprezzeranno questa accortezza perché ritroveranno parole che già conoscono.
In conclusione è un fantasy complesso sotto molti punti di vista ma il suo bello è proprio questo, per gli appassionati sarà bello tornare a Malaz e scoprire i retroscena di molte vicende, ma soprattutto sarà bello approfondire di più questo universo conoscendo anche nuovi personaggi.


mercoledì 15 febbraio 2023

Review party Le sorelle Hollow

Titolo: Le Sorelle Hollow
Titolo originale: Hose of Hollow
Autrice: Krystal Sutherland
Traduttrice: Cristina Proto
Lingua originale: inglese
Casa editrice: Rizzoli


Trama


Iris Hollow, diciassette anni, è sempre stata una ragazza strana. Quando lei e le sue sorelle erano bambine è accaduto qualcosa che non ricordano ma che ha lasciato a tutte e tre un’identica cicatrice alla base del collo. I loro capelli scuri sono diventati bianchi come il latte. Gli occhi, da azzurri, lentamente sono diventati neri. Le persone le trovano intossicanti, insopportabilmente belle e inspiegabilmente pericolose. Le maggiori, Grey e Vivi, hanno abbracciato il potere del loro fascino e la mondanità, mentre Iris ha vissuto la sua vita da adolescente cercando di sfuggire alla stranezza che le si incolla addosso come catrame. Ma quando Grey scompare in circostanze sospette, ricordi spaventosi e immagini inquietanti cominciano ad affiorare alla memoria di Iris. Mentre cerca di ripercorrere le ultime tracce della sorella seguendo il bizzarro sentiero di briciole che la ragazza ha lasciato dietro di sé, diventa evidente che il solo modo per ritrovarla è decifrare il mistero di quanto accadde loro quando erano bambine. Ma più Iris si avvicina alla verità, più intuisce che la risposta che cerca è oscura e pericolosa, e che il mondo sovrannaturale che le ha lasciate tornare apparentemente illese dieci anni prima, ora sembra deciso a richiamarle a sé…


Recensione

Di certo non è un libro adatto a tutti, Le sorelle Hollow si presenta come una moderna fiaba dark e quindi non aspettatevi lieto fine o smancerie, qua si va giù pesante. È un male? Assolutamente no se piace il genere e io sono una di quelle a cui piace. 
Partiamo subito dalla prosa che ho trovato molto scorrevole e che ha saputo catturarmi, lo stile dell'autrice non è sempre lineare e in molti punti da un taglio cinematografico all'opera, alternando le descrizioni dell'ambiente circostante alle descrizioni fisiche e psicologiche dei protagonisti, a volte però suo "show dont't tell" è molto e bisogna lavorare di fantasia per collegare alcuni punti, ma tutto sommato non mi è dispiaciuto Forse all'inizio è un po' difficile destreggiarsi nel racconto di Iris che è la narratrice, perché la storia ai svolge al presente ma allo stesso tempo ci offre molti ricordi e descrizioni del passato. Credo che non si potesse fare altrimenti perché il passato e un evento in particolare, giocano un ruolo fondamentale nella vicenda, le tre sorelle Hollow sono sparite per un mese quando erano piccole e nessuna di loro ricorda cosa è successo. Le vicende del presente sono legate a questa sparizione, quindi la risoluzione del mistero è connessa a entrambe e i passaggi tra passato e presente sono inevitabili.
La pecca è che secondo me il mistero si risolve troppo in fretta, a metà libro è già stato chiarito, o almeno per lə lettorə è chiarissimo, l'unica che ancora finge non saltarci fuori è Iris, definita da tutti una ragazza intelligente ma che in realtà nega l'evidenza a più riprese, risultando così un po' indigesta con i suoi continui tentennamenti e il suo rifiuto di accettare la sua natura.
Il ritmo del libro è così diviso in due, la prima parte e più adrenalinica e ricca di mistero, mentre la seconda è meno incalzante anche se non noiosa. È evidente che l'autrice ha tratto ispirazione da molte leggende e dal folklore celtico, siccome è un argomento che mi piace molto avevo individuato già alcune cose, ma nel complesso la storia in sé mi è piaciuta.
Direi che è qualcosa di lievemente diverso da  quello a cui siamo abituati di solito perché nonostante il target sia quello dello Young adult ci sono scene abbastanza forti, un po' cruente e che rasentano quasi l'horror. Non ci si spaventa, o almeno io che sono abbastanza fifona non mi sono spaventata, però diciamo che ha dei tratti molto oscuri. È, in conclusione, un libro che mi è piaciuto e ha saputo intrattenere anche se molte cose magari erano abbastanza palesi a tutti tranne che alle protagoniste, ho apprezzato lo stesso gli sviluppi della storia, Il modo in cui si arriva alla risoluzione del mistero, ma soprattutto ho apprezzato il finale perché è stato inaspettato. Probabilmente in molti si aspetterebbero una risoluzione diversa, invece l'autrice ha voluto creare fino in fondo dei personaggi veramente molto grigi, non ci sono eroi o eroine proprio perché i personaggi sono davvero fallibili e nessuno è mosso da intenzioni pure. Ho trovato veramente morboso il rapporto fra le tre sorelle, collegate tra loro in modo da riuscire addirittura a sentire la presenza o il battito del cuore l'una dell'altra però il tutto è in linea con l'atmosfera del libro. Anche lo stile che punta più a mostrare che a raccontare ricorda lo stile delle fiabe, quindi se cercate una moderna fiaba dark potrebbe essere il libro per voi.

Voto ⭐⭐⭐⭐/5



venerdì 10 febbraio 2023

Intervista a Giulia Reverberi

Credevate che con la recensione avessimo concluso il capitolo di Zombie friendly? Ebbene non è così! Abbiamo pensato a un'intervista per conoscere meglio la penna e la mente che c'è dietro al libro, in altre parole conosceremo meglio l'autrice Giulia Reverberi (sui social @giuliabifrost) 😍







Buongiorno, Giulia! Ti va di presentarti e di parlarci un po' di te come persona e come content creator?

Buonsalve! Questo è quel momento in cui non sai mai cosa dire, non importa quanto interessante sia la tua vita. In breve sono una persona che ama le storie, fin da bambina ho studiato scrittura, prima sotto la guida dei miei genitori e poi ho proseguito da sola con manuali di narratologia e corsi. Mi sono appassionata anche al cinema e alle serie tv e ho condiviso il mio percorso su youtube. Da lì mi si è aperto un mondo, ho iniziato a parlare di libri su instagram, di scrittura su tiktok e le live su Twitch mi hanno permesso di condividere il mio percorso nella creazione e produzione di Zombie Friendly. E alla fine eccomi qui. Attualmente lavoro sia come content creator che come scrittrice (per ora solo self, si spera in futuro di diventare ibrida) e editor. Non vedo l'ora di aiutare qualcuno con i suoi personaggi!



 Non esiste tantissima letteratura italiana dedicata agli zombie, come mai hai deciso di esordire con un libro proprio su di loro? 

Gli zombie sono un argomento molto difficile. Mi sono sempre piaciuti in letteratura, sul grande schermo e nei videogiochi ma non avrei mai pensato di utilizzarli per qualcosa di mio. Sembra un clichè ma è stata la storia a venire da me mentre lavoravo in un'azienda di videogiochi. Doveva essere un'avventura giocabile ma alla fine il progetto non mi ha convinta e me ne sono andata con un protagonista ansioso in un'apocalisse zombie e ben poche idee sul suo futuro. Ho deciso di crederci e di autoprodurmi, conscia che gli zombie abbiano un mercato limitato e volendo sfruttare questa occasione per rendermi editorialmente indipendente e consapevole di come funziona il 'produrre un libro'. Sono gli zombie ad aver scelto me, in sostanza.


Esiste una ragione per la quale hai optato per l'autopubblicazione? Hai fatto tutto da sola, inclusi i curatissimi inserti, deve essere stato faticoso! 

Sì assolutamente, ho recentemente scritto un articolo sul mio blog per spiegare quanto questo processo di produzione sia stato voluto ma anche difficile. Ho pensato che sarebbe stato interessante mettermi alla prova in tutte le fasi di produzione, un'esperienza che mi avrebbe resa più consapevole di come funziona il mercato editoriale e di come nasce un libro, dalla storia all'oggetto fisico. Non sono contraria alla pubblicazione tradizionale, anzi, spero in futuro di poter continuare entrambe le vie ma trovo che spesso, quando si parte, le condizioni che molte case editrici offrano siano svantaggiose. Partire è un problema, ti accontenti spesso di quello che ti viene concesso pur di farlo e a me questa cosa mi ha sempre messa a disagio, mi sembrava di non avere scelta. Ora con il percorso in self so come funziona il mercato e, qualora mandassi un manoscritto ad una casa editrice, so che posso rifiutare una situazione che non mi sembra adatta perchè ho sempre un'altra strada a disposizione. 


In Zofri si denota una certa quantità di ricerca, quanto hai dovuto studiare per scriverlo? 

Molto. Solo per la storia ho dovuto fare un mese di ricerche, alcune serie come quelle scientifiche sulle epidemie e sull'ansia patologica o quelle di antropologia che hanno mi permesso di comprendere i meccanismi sociali delle piccole comunità, fino a quelle più strampalate come 'I cervi sentono gli ultrasuoni?'. Però gli studi più grandi sono stati quelli per la produzione di Zofri, dal marketing all'impaginazione o quelli per creare lo stile del protagonista, piuttosto diverso da quello che ho sempre adottato nei miei romanzi fantasy. Però sono molto contenta di averlo fatto, è stato faticoso ma mi ha aiutata molto a migliorare. 


Ci parli un po' del tuo processo di scrittura? Hai una routine quotidiana o hai un approccio istintivo?

Il mio processo di scrittura si è consolidato con Zofri, prima era molto più caotico: dedico un primo mese alle ricerche fondamentali, uno a creare una scaletta di tutti gli eventi chiave, con le loro connessioni, e poi svolgo la storia per i tre mesi successivi. Dedico un mese alla sola riscrittura e uno all'editing. Scrivo ogni giorno ma non è un pensiero fisso, se salto qualche settimana per impegni o mancanza di voglia non è un dramma; ho la fortuna di produrre almeno una decina di pagine A4 ogni volta che ho un pomeriggio (o notte) da dedicargli e non soffro del blocco dello scrittore quindi cerco di non forzarmi. Mi piace godermi il processo. 



Sei un'autrice italiana, eppure Zofri è ambientato negli Stati Uniti, è una scelta precisa o è un caso? 

Sì, è stato un omaggio alle storie di zombie, in maggioranza ambientate negli Usa con centri commerciali e armi da fuoco. Volevo prendere l'immaginario tradizionale e cambiare le carte in tavola, per farlo dovevo mantenerne intatti alcuni riferimenti tra cui, appunto, la geografia. Ho preferito inserire una discendenza italo americana nel protagonista, per presentare la componente italiana. Questo mi permetteva anche di mostrare quanto multiculturale può essere anche il posto più sperduto, con immigrati di generazioni diverse. Mi piace pensare che Zofri sia una vicenda che, con piccoli cambiamenti, possa essere trapiantata in molti luoghi diversi. 


Hai intenzione di comunicare un messaggio di fondo o preferisci che ti legge prenda dal testo ciò che vuole? 

Ci sono molti messaggi o spunti di riflessioni, di livelli diversi e argomenti diversi, lascio che i lettori scelgano quali cogliere e fare propri. La storia di Andy è quella di un ragazzo che vive, solo, in un mondo ostile che non riconosce più, pieno di pericoli e di situazioni traumatiche, faticando a gestire il rapporto con gli altri; è una situazione che molti di noi si trovano ad affrontare. Molti lettori mi hanno detto che si riconoscevano nei suoi limiti e nelle sue debolezze, lo hanno supportato tifando per lui e lo hanno scusato anche quando (secondo me) era in torto. Mi piacerebbe che rivolgessero questo spirito anche verso sè stessi, dandosi tregua e credendo maggiormente in sè stessi. Siamo tutti un pò come Andy, chi più chi meno, mi piace l'empatia e la positività che gli hanno rivolto, è questo che vorrei per ogni persona che soffre di problemi di salute mentale, comprensione e affetto. 


La tua dedica è per i cani e uno dei personaggi è proprio un bassotto. Alcune persone sono indecise se leggere il tuo romanzo per paura che gli accada qualcosa di male. Vuoi esprimerti a riguardo? 

Posso capire la perplessità ma è difficile per me rispondere a questa domanda: è un'apocalisse, tutto può succedere, se dicessi che Woody starà bene qualsiasi cosa avvenga purtroppo minerei il realismo del mio testo (anche perchè non avendo scritto i seguiti dovrei rispondere comunque in modo molto limitato). Non posso promettere che al cane non succederà niente, in questo testo o nei prossimi due, o che sopravviverà, posso promettervi però che sarà amato fino alla fine dei suoi giorni, che sia nel libro o fuori, e che, qualora gli succedesse qualcosa, non indugerò in dettagli di violenza esplicita e il tono della scena sarà triste, non macabro. Woody ha un suo arco di personaggio e un suo carattere, dipende tutto da lui, come per chiunque altro, diversamente perderebbe la sua tridimensionalità. Non concedo mai plot armor nei miei testi, nemmeno ai protagonisti. Quindi dipende molto da cosa preoccupa: la sofferenza di doverlo (eventualmente) salutare o la paura di rimanere traumatizzati da una scena orrida e forte. Molti lettori mi hanno detto che la mia scrittura, indipendentemente dalla situazione, è molto 'delciata e sensibile' quindi la seconda opzione non è proprio possibile. Sulla prima, invece, chi vivrà vedrà (scusate, battuta brutta).  


Grazie mille per averci coinvolte in questo viaggio nell'Apocalisse, attendiamo il sequel! 

Grazie a voi, davvero, non ho parole per ringraziarvi! Il prossimo testo della saga di Zofri uscirà a novembre, ma non sarà il secondo che è previsto invece per il 2024, prometto però che, quando lo vedrete, scuoterete la testa sorridendo e pensando 'Giulia è pazza, voglio leggerlo'.


giovedì 9 febbraio 2023

Recensione Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno

Titolo: Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno
Titolo originale: Everyone in my family has killed someone
Autore: Benjamin Stevenson
Traduzione: Elena Cantoni
Numero di pagine: 381
Editore: Feltrinelli





Trama 

A Ernie Cunningham le riunioni di famiglia non sono mai piaciute. Di sicuro c’entra il fatto che tre anni prima ha visto suo fratello Michael sparare a un uomo e lo ha denunciato, un oltraggio che non gli è ancora stato perdonato. Perché i Cunningham non sono una famiglia come le altre. C’è solo una cosa che li unisce: hanno tutti ucciso qualcuno.
Ora hanno deciso di ritrovarsi per un’occasione speciale: trascorreranno un fine settimana in un resort di montagna per festeggiare l’uscita di prigione di Michael. Ma i Cunningham non sono tipi da stare in pantofole davanti al caminetto.
Il giorno dell’arrivo di Michael, viene trovato il cadavere di un uomo. Ha le vie respiratorie ostruite dalla cenere, come se fosse morto in un incendio, ma non ha ustioni sul corpo. Mentre una bufera si abbatte sul resort isolandolo e la polizia brancola nel buio, spetterà a Ern capire se il colpevole è uno dei suoi familiari, prima che vengano uccisi tutti.

Giocando con il Decalogo del giallo perfetto scritto da Ronald Knox nel 1929, Benjamin Stevenson rivisita i classici à la Conan Doyle e Agatha Christie con un twist: l’ironia di Cena con delitto (“Knives Out”). E costruisce un giallo teso e fulminante, che trascina il lettore in un intrigo micidiale.




Recensione 

Questo libro è stata fra le letture migliori di gennaio, avevo proprio bisogno di un giallo vecchio stile che avesse però qualcosa di fresco ed è stato proprio così. Prendiamo un giallo alla Agatha Christie e aggiungiamo molta ironia, un tocco di modernitàuna trama ingarbugliata, intrighi familiari, ovviamente dei soldi (perché i soldi c'entrano sempre), e un protagonista che sfonda la quarta parete e si rivolge direttamente al lettore, abbiamo un mix perfetto per una lettura che ha saputo intrattenermi senza risultare pesante. Con questo non voglio dire ovviamente che sia una lettura leggera perché alcune scene sono un po' cruente, però credo che sia un giallo alla portata di tutti perché come struttura ricorda veramente i galli di Agatha Christie. Infatti abbiamo addirittura la scena rivelatrice di tutta la situazione che si svolge in biblioteca insieme a tutti i presenti e gli indizi nelle pagine sono davvero tantissimi. Non sempre è facile coglierli perché sembreranno sciocchezze ma alla fine serviranno per svelare il mistero finale. L'autore stesso, e di conseguenza il nostro narratore, ci spiega inoltre che è presente un grosso buco di trama ed è divertente vedere che effettivamente c'è, ma comunque il libro fila e la risoluzione del caso è credibile. È difficile andare con ordine parlandovi di questo libro perché c'è un continuo salto temporale fra il presente e il passato all'interno delle pagine e quindi fare una recensione coesa e è più complesso, ma questo non va a discapito del libro perché credo, anzi,  che i flashback e i momenti del passato siano inseriti molto bene al momento giusto e dopo aver creato la corretta suspance per poterli poi introdurre. È anche difficile parlarvi di questo libro senza fare spoiler perché essendo un giallo ovviamente alcune cose devono essere taciute, ma è stato interessante vedere come l'autore sia riuscito a ricostruire una vicenda complessa che ricorda Cena con delitto e allo stesso tempo che offrisse una risoluzione abbastanza facile e quasi un cliché. Infatti essendo una lettrice di gialli vecchio stile, non posso dire che avessi capito dall'inizio come si sarebbe svolta la trama però ho colto alcuni particolari che non non mi hanno fatto sussultare nel momento delle rivelazioni. Avevo dei sospetti su un personaggio che si sono poi confermati, ma veramente non avrei mai potuto immaginare tutto quello che c'è stato dietro, tutta la spiegazione fornita dall'autore e per questo devo dire che sono comunque rimasta piacevolmente sorpresa da tutta la vicenda e dalla ricostruzione dei fatti. Dico solo che se leggerete questo libro dovrete fare veramente attenzione a tutti i minimi particolari che ci vengono forniti perché non sembrerà ma serviranno e anzi vi dico già che in alcuni punti il nostro protagonista ci avvisa che ci sono degli indizi, i trigger warning all’inizio del libro sono veramente divertenti perché ci dicono addirittura le pagine in cui avverrà un omicidio o in cui si parlerà di un omicidio importante e lo fa con ironia e un realismo salace che comunque fa sorride. L'introduzione è la parte che più mi ha fatto ridere perché Ernie ci presenta la sua famiglia e tutto quello di cui lui ci avvisa poi succederà, persino il buco di trama è reale e siamo avvisati della sua esistenza, ma ribadisco che ho trovato la trama comunque divertente e ben costruita. Insomma abbiamo un hotel isolato in mezzo a una tempesta di neve, una famiglia disfunzionale piena di segreti e piena di rancori, una famiglia in cui tutti hanno ucciso almeno una persona (decisamente non la famiglia tradizionale della Mulino Bianco), aggiungiamoci poi delle morti misteriose, un passato oscuro, un protagonista ironico e autocritico reale e divertente e abbiamo il mix per il giallo perfetto. Nonostante ci siano veramente tanti riferimenti ai Galli alla Agatha Christie, a Cena con delitto e ha tantissimi altri libri della letteratura, ho trovato questo libro una ventata di aria fresca in questo panorama perché davvero ho apprezzato in modo originale in cui il protagonista si approccia al lettore lo sfondare la quarta parete è stato un tocco di genio perché spesso il protagonista si ritrova a fare il punto della situazione insieme al lettore in modo che tutto non risulti pesante o che non ci siano digressioni troppo lunghe e complesse all'interno del libro. Ammetto che è stato un po' più difficile, a volte, seguire gli sbalzi fra presente e passato della storia però credo che siano stati comunque inseriti nel momento giusto. Insomma una lettura che per me è promossa a pieni voti per questi motivi e davvero mi ha fatto entusiasmare perché nonostante io avessi capito alcune cose che vengono svelate solo nel finale, è stata una sorpresa continua. Bello, un giallo diverso dal solito ma allo stesso tempo intrigante. Per risolvere il mistero bisogna scavare nel passato, prestare attenzione ai tantissimi indizi e alla fine quando si metteranno insieme i pezzi sentirete il cervello esplodere per la precisione e l'arguzia dell' autore. 

Voto ⭐⭐⭐⭐,5/5

mercoledì 1 febbraio 2023

Review party Zombie friendly

Titolo:Zombie friendly
Autrice: Giulia Reverberi
Editore: Autopubblicato




Trama

Andrew Woodcrown ha sempre pensato che la fine del mondo sarebbe avvenuta in modo drammatico: un asteroide che colpisce il pianeta, uno tsunami che si abbatte sulle terre abitate, un olocausto nucleare che spazza via ogni cosa. E invece no. Nessun comunicato alla televisione, nessun utente social che scrive stati sarcastici su come sarebbe morto da lì a pochi secondi, nessun cielo in fiamme adatto per le foto pre-morte degli influencer.

Il genere umano si è estinto nel silenzio, uno di quelli pieni di imbarazzo, che seguono una battuta brutta. Una folla di zombie ha invaso la tranquilla cittadina americana di Redwood Town, mentre Andy era solo in casa con il suo bassotto Woodstock. Da quel momento la sua vita è cambiata, il suo unico lavoro è diventato non farsi ammazzare. E quando le scorte di cibo hanno iniziato a scarseggiare, ha deciso di affrontare un viaggio alla ricerca della cosa più pericolosa mai esistita: gli esseri umani.

Come sopravviverebbe una persona normale in un apocalisse? Armato di ansia, sarcasmo e cultura nerd, Andy tenta tutti i giorni di rispondere a questa domanda, conscio di avere più limiti di una funzione algebrica e meno possibilità di una relazione nata dalle app di incontri.

I Maya non avevano dato una profezia ma un consiglio.

Dalla penna social di Giulia Bifrost, una storia che parla di identità e coraggio, in un mondo in cui l'apocalisse non è la cosa peggiore che può capitare.

Gabriella Giliberti, giornalista e content creator, nella sua prefazione delinea il percorso evolutivo che riguarda la figura dello zombie, esaminando casi illustri e tracciando un percorso volto a far arrivare il lettore alle potenzialità di questi non-morti, spesso sottovalutati. Abel Montero, con la sua postfazione, permette di dare un'occhiata al dietro le quinte dell'autoproduzione del testo, con particolare attenzione alla comunicazione che ha permesso a questa storia di trovare il suo zoccolo duro di lettori prima ancora di essere messa su carta.


Recensione

Questo libro è stata una scoperta continua, Giulia è riuscita a trascinarmi in un mondo dove la razza umana è sull'orlo dell'estinzione e questo potrebbe rappresentare un problema per tutti, tranne che per Andy. Anche prima dell'apocalisse Andy era una persona che non si trovava a suo agio in mezzo alla folla e se ne stava bene per i fatti suoi e forse la fine del mondo non ha tutti questi lati negativi, però....ogni tanto il bisogno di compagnia prevale ed è così che il nostro eroe parte alla ricerca degli ultimi scampoli di umanità, imbarcandosi in un viaggio pericoloso costellato di zombie per poter giungere al centro commerciale dove, forse, c'è ancora qualcuno. Non vi aspettate sparatorie, inseguimenti e orde di zombie che assaltano e inseguono perché il bello del libro è proprio questo. L'azione c'è e nei punti giusti, ma è un libro che guarda più alla parte psicologica che un'apocalisse comporta. Attraverso il sarcasmo, l'ironia e l'autoironia di Andy, siamo trascinat³ nel suo mondo di ansie continue, ansie che più volte gli salvano la vita, permettendo al suo cervello sempre all'erta di trovare una soluzione rapida ed efficace. Ma soprattutto siamo trascinat³ in un mondo che non era perfetto prima e che ora lo è ancora meno, la solitudine è il primo scoglio da superare perché, per quanto stare da soli sia bello (e credetemi, so di cosa parlo), ogni tanto il bisogno di contatto umano si fa sentire. Purtroppo Andy non trova del tutto ciò che cerca perché il suo viaggio dell'eroe lo porta verso gli ultimi baluardi della civiltà umana, che di umano non ha niente siccome è rimasta attaccata a un passato fatto di burocrazia, governi elitari e discriminazioni. Il nostro eroe si ritrova invischiato in una società complessa e complicata, dove un minimo passo falso può portare all'espulsione e Giulia è stata bravissima a ricreare le sensazioni di Andy al riguardo e a trasmetterle al lettorə, perché vi giuro che ho avuto più ansia nel momento in cui lui e Woody hanno messo piede nel Mall, rispetto a quando erano un possibile pasto per zombie. Credo che l'idea che Giulia volesse trasmettere fosse proprio questa, non c'è umanità nell'essere umano e nemmeno un'apocalisse zombie potrà cambiare le cose, ma forse un ragazzo con qualche problema personale e un bassotto può fare rinascere la speranza. Proprio il nostro eroe, fallace e pieno di un milione di pensieri mi ha rapito il cuore, sarà che mi rivedo in Andy per tante cose, ma penso che Giulia abbia creato il protagonista perfetto, un ragazzo che cerca di rimanere umano per le cose che contano davvero nonostante il mondo sia una sfacelo, che lotta contro la depressione e la solitudine, che cerca di fare la cosa giusta rimanendo fedele a sé stesso, anche quando tutto crolla.
Insomma Giulia ha saputo creare dei personaggi perfetti che parlano al lettorə, anche le comparse secondarie sono studiate nei minimi particolari e tutto è condito con uno stile che posso solo definire "pungente". Sì perché Giulia può tranquillamente mangiare in testa a Jay Kristoff per il suo umorismo salace, il suo sarcasmo che fa riflettere tanto e la sua umanità che si rivede in tante piccole cose. Andy mi ha fatto ridere, mi ha fatto pensare, mi ha portata con sé in un modo difficile e mi ha conquistata in tutto e Woody...cosa ve lo dico a fare? Woody ha tutto il mio amore 😂 Harper ha la mia ammirazione e Lucas la mia curiosità. Giulia è riuscita a creare un libro che si addentra in temi psicologici importanti e lo ha fatto in un modo mai banale o scontato, anzi, sfruttando l'idea di un'apocalisse zombie, tratteggia i lati negativi della nostra società che nemmeno in cataclisma può cambiare, a quanto pare.
Mi è piaciuta la lettura? A voglia! Non vedo l'ora che esca il secondo libro, voglio vedere se alcuni dei miei sospetti sono veri e soprattutto voglio vedere come procederà la storia, ho il sospetto che non soffrirà della crisi del libro di mezzo, anzi, regalerà emozioni!

Voto ⭐⭐⭐⭐,5/5

Ringrazio tantissimo Giulia per la copia omaggio e la possibilità di recensire il suo libro e ringrazio Francesca per aver organizzato l'evento, non perdetevi le altre recensioni!