giovedì 27 gennaio 2022

Recensione Horrorstör

Titolo: Horrorstör
Titolo originale: Horrorstör
Autore: Grady Hendrix
Traduzione: Rosa Maria Prencipe
Numero di pagine: 249
Editore: Mondadori


Trama

Sta succedendo qualcosa di parecchio strano al superstore di mobili scandinavi Orsk di Cleveland, Ohio. Ogni mattina, al loro arrivo, i dipendenti trovano armadi Kjërring a pezzi, bicchieri Lågniå in frantumi e divani letto Liripip vandalizzati: chiaramente c'è qualcosa che non va. Le vendite sono in calo, le telecamere di sicurezza non rivelano nulla e i gestori del grande magazzino sono nel panico. Per svelare il mistero, cinque giovani dipendenti si offrono volontari per un lungo turno di sorveglianza dal tramonto all'alba e - come vuole la tradizione - si troveranno alle prese con orrori che sfidano l'immaginazione.
Horrorstör non è solo la classica storia di una casa infestata che si svolge in un ambiente contemporaneo (intriso di paure che tutti noi conosciamo), ma è anche una satira del consumismo e della natura degradata del lavoro nella nuova economia del XXI secolo. Tutto questo e molto altro troverete in questo libro confezionato sotto forma di un catalogo al dettaglio, completo di illustrazioni di mobili pronti per il montaggio e altri accessori via via sempre più sinistri. Un horror insomma dal design esclusivo, capace di offrire ai lettori il terrore psicologico di cui hanno bisogno nell'elegante confezione che si meritano.




Recensione

Questa è stata tra le prime letture dell'anno e devo dire che è stato un libro un po' diverso dal solito, non sono tanto abituata a leggere degli horror perché diciamocelo...sono una fifona! Mi è stato regalato da una cara amica perché lo puntavo da un po' e lei sa sempre cogliere i messaggi subliminali 😂 Di certo ho apprezzato l'edizione, molto curata e originale perché si presenta come un catalogo Ikea sia nel formato che per le cose extra nelle pagine. È stato divertente e un po' inquietante vedere come gli oggetti presentati all'inizio dei capitoli siano passati da normali mobili a strumenti di tortura, senza contare i vari slogan pubblicitari allusivi e le regole di comportamento dipendenti che hanno contribuito a creare bene l'atmosfera di questo tipo di negozi. Insomma, a livello visivo e non solo, è strutturato davvero bene e lo stile è pulito e semplice, molto di impatto. Infatti con delle descrizioni dirette, Hendrix ci trascina in negozio che assume sempre di più toni inquietanti. Su questo fronte mi ha ricordato tantissimo il film ESP- fenomeni paranormali, perché la realtà si intreccia sempre di più con situazioni parallele, andando a creare scene via via più spaventose e macabre. A tal proposito però vorrei fare un piccolo appunto, forse l'introduzione e il crescendo sono un po' troppo lenti, magari spargendo più "indizi" si sarebbe creata più suspance perché le cose spaventose cominciano ad accadere all'improvviso, ma solo dopo che si è raccontato il passato del luogo dove ora sorge il negozio. Questo fa sì che ci si aspetti già cosa accadrà e toglie molto alla suspance che invece poteva crearsi, inoltre si poteva allungare un po' di più la parte horror di per sé perché la prima "vittima" è la nostra protagonista e già così non si crea un crescendo di situazioni ansiogene, essendo riuscita a scappare alla trappola preparata per lei è chiaro che riuscirà a contrastare in qualche modo queste forze maligne. Nel complesso però il libro mi è piaciuto, il finale decisamente è inaspettato però l'ho apprezzato molto, tante cose sono lasciate senza spiegazione e ci può stare in un libro del genere, ma allo stesso tempo alcune sono rese in modo un po' semplicistico. Mi sarei aspettata una trama più complessa essendo un libro per adulti e invece quando viene introdotta la parte più macabra si sa già dove la storia andrà a parare. Quindi lo consiglio ma con qualche riserva, è vero che in alcuni punti spaventa e disgusta anche un po', ma forse mi sarei aspettata un gradino in più, qualcosa che proprio mi facesse tremare dalla paura.

Voto: ⭐⭐⭐,5/5

mercoledì 19 gennaio 2022

Recensione The Inheritance games

Titolo: The inheritance games
Titolo originale: The Inheritance games
Autrice: Jennifer Lynn Barnes
Traduzione: Cristina Brambilla
Numero di pagine: 387
Editore: Sperling & Kupfer






Trama
Avery Grambs ha dei piani ben precisi per il futuro: sopravvivere al liceo, ottenere una borsa di studio e dare una svolta alla sua vita. Ma quei piani cambiano in un istante quando scopre che Tobias Hawthorne, un eccentrico miliardario che lei non ha mai sentito nominare, le ha lasciato in eredità tutta la sua fortuna. Il lato negativo?
Per ottenere il denaro di Hawthorne, Avery deve trasferirsi nella sua tenuta, dove ogni stanza trasmette l'amore per i puzzle e gli indovinelli del defunto proprietario. E dove vive tutta la sua famiglia, e specialmente i quattro nipoti del miliardario: pericolosi, affascinanti, scaltri e cresciuti con l'idea che l'eredità del nonno spetti loro di diritto.
Catapultata in un mondo in cui a farla da padrone sono la ricchezza, i privilegi e soprattutto i segreti, Avery deve imparare le regole di un gioco rischioso a cui i fratelli Hawthorne partecipano da sempre e cercare di resistere all'attrazione verso due di loro in particolare.


Recensione

The inheritance games si propone come un mistery e in effetti presenta qualche tratto interessante, sembra un po' il film Knives out perché la vicenda di base è quella. Un ricchissimo ed eccentrico miliardario muore lasciando in eredità tutto il suo patrimonio alla nostra protagonista, una sconosciuta. Da lì partono le ricerche frenetiche per cercare di capire il perché di questa strana scelta e comincia la parte di ricerca/mistero del libro. In pratica si svolge tutto su una mega caccia al tesoro in cui sono coinvolti i quattro nipoti del miliardario e Avery e 
questo dovrebbe essere il punto forte del libro, peccato che non sia rimasta coinvolta. Gli indizi sono impossibili da seguire se si è il lettore perché non si conoscono i retroscena e i segreti di ogni personaggio, noi vediamo tutto dal punto di vista della protagonista ma anche così ho sentito che mancava qualcosa. Un vero peccato perché se fosse stato costruito il tutto in modo che il lettore fosse coinvolto sarei entrata di più nella storia. In questo modo non sono stati presentati bene nemmeno i personaggi, fino alla fine ho continuato a confondere i vari fratelli, tutti troppo simili e, ammettiamolo, parecchio bizzarri, i dialoghi che intraprendono sono tutti senza senso per me. La protagonista è la solita ragazza che viene definita super intelligente, un genio in terra e poi deve sempre essere imboccata e aiutata perché altrimenti non riesce a saltarci fuori. Senza contare che è ovviamente oggetto del desiderio da parte di metà dei fratelli quindi si crea un imbarazzante e inutile triangolo che non aggiunge nulla alla trama e, anzi, risulta completamente senza senso dato che sboccia così dal nulla nell'arco di mezza riga. Altro punto a favore/sfavore è il worldbuilding, favore perché è interessante, sembra di stare di stare in una moderna Hogwarts perché la casa è chilometrica, piena di passaggi segreti, labirinti e trabocchetti. A sfavore perché per lo stesso motivo capirete che una casa del genere è impossibile. È un mega complesso lungo dei chilometri che comprende piste da bowling, cinema, teatri, almeno quatto biblioteche, garage pieni di auto, labirinti, passaggi che si spandono in su, in giù e chi più ne ha più ne metta. Ci mancava solo di trovare Narnia e un passaggio per la Contea e si toccavano picchi altissimi. Inoltre i personaggi si spostano a piedi percorrendo non so quanti chilometri in cerca di indizi, capite anche voi che il tutto risulta troppo inverosimile, fare 40 chilometri andata e ritorno con anche delle ricerche in mezzo mi suona molto molto strano. Che dire, poteva essere un libro interessante ma ho trovato tantissime pecche, non so se è perché sono fuori età, ma mi sembrava tutto forzato e incastrato a fatica. Di certo il punto a favore è la scrittura scorrevole e poco impegnativa, è un libro adatto a occupare qualche ora senza pretese e che intrattiene magari aiutando a uscire dal blocco del lettore.

Voto ⭐⭐,5/5

mercoledì 12 gennaio 2022

Review Party Perché il re degli elfi odiava le storie


Titolo: Perché il re degli elfi odiava le storie
Titolo originale: How the king of Elfhame learned to hates stories
Autrice: Holly Black
Illustrazioni: Rovina Cai
Traduzione: Francesca Novajra
Numero di pagine: 192
Casa editrice: Mondadori





Trama

Prima di essere un principe crudele o un re malvagio, Cardan è stato un bambino e poi un ragazzo con un cuore di pietra. Attraverso le pagine di questo libro si getterà luce sulla vita drammatica dell’enigmatico Sommo Re del Regno degli Elfi. Si ricorderanno momenti fondamentali della sua storia, che in certi casi suoneranno familiari ai lettori della trilogia “The Folk of the Air”, raccontati tutti dal punto di vista di Cardan.
Ci sarà spazio per una storia d’amore che fa battere il cuore, per avventure spericolate, ma anche per lo humour, ingredienti di una saga che ha incantato i lettori di ogni dove. Ad arricchire il tutto, poi, le sontuose illustrazioni a colori di Rovina Cai, che rendono questo libro un oggetto prezioso da collezionare, che piacerà agli appassionati dei romanzi della serie, ma anche ai nuovi lettori.




Recensione

Ritornare nel regno degli elfi grazie ad Ambra (Paranormalbookslover) e alla casa editrice Mondadori è stato qualcosa di magico, per cui ringrazio entrambi di cuore per aver organizzato l'evento ed avermi scelta. 

Questo è un libro che tutt3 l3 amant3 della trilogia de Il principe crudele non possono fare a meno di apprezzare, innanzitutto per i disegni spettacolari. Le vicende sono accompagnate in ogni pagina da disegni più o meno piccoli e io che adoro i libri illustrati li ho trovati davvero fantastici! I tratti a matita hanno un che di fiabesco e le storie sono accompagnate da illustrazioni in bianco e nero per segnare lo stacco, semplicemente perfette. Inoltre è un libro che parla esclusivamente di Cardan quindi non potete lasciarvelo sfuggire se anche voi siete rimast3 affascinati da questo personaggio. Si vedono un paio di scene ambientate dopo la fine della trilogia e mi sono piaciute moltissimo proprio perché ci regalano uno scorcio di vita dei reali degli elfi e non ho potuto non apprezzarle perché mostrano come il rapporto tra Jude e Cardan sia cresciuto e allo stesso tempo come Cardan stesso sia cambiato. Ogni capitolo racconta un episodio della vita del Sommo Re degli elfi, dalla sua infanzia fino a quando gli avvenimenti si intrecciano con le vicende del primo ed è interessante vedere la sua crescita, ma anche i motivi che lo hanno portato ad essere la persona che conosciamo. Non voluto fin da piccolo, Cardan si è fatto strada con i denti e con un bicchiere di vino in mano in quella che è la crudele vita di  corte. Tra una frustata e un maltrattamento si capisce molto di più sul suo personaggio, anche grazie alle storie narrate dalla troll Aslog, che ci insegnano attraverso le metafore come si può cambiare il proprio destino.
È stata una lettura davvero veloce e scorrevole perché ogni capitolo è come una piccola storia a sé, ma mi è piaciuta molto perché mostra lati nascosti di questo personaggio ed è narrato come fosse una fiaba. Di certo non è un'opera indispensabile, ma l3 amant3 della saga principale apprezzeranno questo excursus. Inoltre non si possono non nominare le illustrazioni di Rovina Vai che ho trovato davvero bellissime.

Voto ⭐⭐⭐⭐⭐/5


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venerdì 7 gennaio 2022

Recensione La bugia di mezzanotte

Titolo: La bugia di mezzanotte
Titolo originale: The Midnight Lie
Autrice: Marie Rutkoski
Traduzione: Sofia Castiglioni Reich
Numero di pagine: 576
Casa editrice: Mondadori





Trama

Nel mondo in cui vive Nirrim il crimine dilaga, nonostante la durezza con cui viene punito, e i piaceri non esistono. O meglio, sono riservati all'Alta Stirpe. Per le persone di basso rango, gli abitanti del Rione, come Nirrim, la vita è solo cupezza e castigo, è vietato anche soltanto assaggiare dolci o indossare abiti colorati. Due sono le scelte possibili: seguire le regole oppure pagare pegno e sopportare le conseguenze. E così Nirrim ha imparato presto a tenere la testa china, e a nascondere il pericoloso segreto che custodisce. Fino al giorno in cui non incontra Sid, che giunge da lontano, le racconta che l'Alta Stirpe possiede una magia, e la sprona a conquistare quello stesso potere per sé. Ma per farlo, Nirrim deve abbandonare la sua vecchia vita e riporre tutta la sua fiducia in una persona sconosciuta che sembra chiedere, più di tutto, di non darle fiducia. Un fantasy epico e romantico assieme che ci mostra come liberarci dalle bugie che ci raccontano gli altri, e da quelle che raccontiamo a noi stessi.


Recensione

La bugia di mezzanotte è stata per me un po' una delusione, ho avuto il file grazie al calendario dell'avvento di Oscar Vault e ho voluto provare, fortuna che non ho comprato questo libro.
Il worldbuilding è appena accennato e anzi ci si mette molto tempo a capire la struttura di questo posto, peccato perché invece è una parte fondamentale della storia, siccome le persone sono imprigionate in una serie di mure concentriche e su un'isola sperduta in mezzo a un mare che fa naufragare qualsiasi nave tenti di avvicinarsi. Ok non fare il mega spiegone all'inizio del libro, però magari dare le informazioni in modo più chiaro e soprattutto in modo più esaustivo. Da quello che ho capito dovrebbe essere una mini serie spin off legata sempre a questo mondo, ma purtroppo non ho letto la saga principale quindi all'inizio ho fatto fatica a orientarmi in questo mondo diverso. Ho trovato lo stesso problema con la descrizione della società in cui vive Nirrim, questo è il punto focale della storia, una parte della popolazione è trattata come feccia da sfruttare per la manodopera e anche per gli esperimenti e questo dovrebbe essere ciò che fa scattare la scintilla. Invece le prime cento pagine sono vaghe e confusionarie su questo punto, Nirrim non si indigna mai per la sua condizione e anzi la accetta, non è la protagonista che si accorge della società ingiusta e che vuole cambiare le cose, no. Sono persone esterne che le fanno notare tutto ciò e lei cade un po' dal cosiddetto però, ma allora dov'è l'intelligenza che tutti millantano in lei? Non si sa. Infatti come protagonista non mi ha coinvolta, ha delle capacità interessanti ma continua a vivere da succube non solo della società ma anche delle persone che conosce. Su questo punto però spezzo una lancia a favore del libro perché il rapporto complesso tra Nirrim e la sua madre adottiva è molto interessante, poteva essere un po' più approfondito ma nell'insieme è interessante e ben strutturato. Purtroppo, però, Nirrim è un personaggio piatto che segue la corrente e non cerca di più finché non le fanno notare che potrebbe avere di più e per tutto il libro lo scopo principale dovrebbe essere cercare di capire come è nata questa suddivisione classista e da dove nasce la magia, ma la nostra protagonista se ne ricorda solo a 50 pagine dalla fine perché prima è troppo distratta dalla solita storia d'amore. E certo, perché se in un fantasy che dovrebbe essere una denuncia alla società chiusa e classista non inseriamo una storia d'amore non si va da nessuna parte. Mah, l'idea di fondo e la denuncia sociale potevano anche essere interessanti, peccato che non sfocino in nulla, sembra tutto una grande introduzione a qualcosa che dovrà accadere e praticamente non succede niente fino alle ultime 50 pagine dove all'improvviso il libro assume una trama. Peccato che sia troppo poco e troppo tardi e anche questo è inserito forzatamente perché non se ne ha sentore per tutto il libro, così dal nulla spuntano personaggi e poteri magici e meraviglia delle meraviglie Nirrim li possiede e li sa pure usare, anche se per tutto il libro non se ne fa parola e anzi lei stessa non sa dell'esistenza della magia. 
Insomma un libro che sembra tutto un po' raffazzonato, le idee credo ci fossero ma praticamente sono pagine di niente, non ci sono avvenimenti eclatanti e anche quando succede qualcosa tutto si risolve troppo facilmente in poco tempo o addirittura l'argomento viene lasciato cadere. Le prime pagine poi sono un continuo salto temporale tra presente e passato, senza nessuno stacco che lo faccia intuire e questo causa grande confusione. Per me è bocciato, non credo che leggerò i seguiti, peccato!

Voto ⭐⭐/5