lunedì 23 novembre 2020

Review party La vita invisibile di Addie Larue

Titolo: La vita invisibile di Addie Larue
Titolo originale: Teh invisible life of Addie Larue
Autrice: V.E.Schwab
Lingua originale: Inglese
Traduzione: Marina Calvaresi
Numero di pagine: 492
Editore: Mondadori


 “Non pregare mai gli dèi che sono in ascolto dopo il tramonto.”
E se potessi vivere per sempre, ma della tua vita non rimanesse traccia perché nessuna delle persone che incontri può ricordarsi di te?
Nel 1714, Adeline LaRue incontra uno sconosciuto e commette un terribile errore: sceglie l’immortalità senza rendersi conto che si sta condannando alla solitudine eterna.
Tre secoli di storia, di storie, di amore, di arte, di guerra, di dolore, della solennità dei grandi momenti e della magia di quelli piccoli.
Tre secoli per scegliere, anno dopo anno, di tenersi stretta la propria anima.
Fino a quando, in una piccola libreria, Addie trova qualcuno che ricorda il suo nome.
Nella tradizione di Vita dopo vita e La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempoLa vita invisibile di Addie LaRue si candida a divenire una pietra miliare nel genere del “romanzo faustiano”.


Recensione
Bentornati sul blog lettori! Per questo review party voglio ringraziare Alessandra di Raggy words e la casa editrice Mondadori per aver organizzato l'evento ed avermi scelta.

Questa volta sono partita quasi a scatola chiusa perché della trama sapevo pochissimo, l'autrice mi piace molto perché da quando ho letto Questo canto selvaggio mi sono innamorata del suo stile molto particolare. Infatti la Schwab ha un modo tutto suo di introdurre i colpi di scena o i cambiamenti, avvengono pian piano in un crescendo che mi fa spesso chiedere dove voglia andare realmente a parare. In questo libro il suo stile non è da meno. Innanzitutto la linea temporale del libro è molto frammentata perché conosciamo il passato di Addie pian piano e poi il suo presente in un'alternanza continua. Una volta che Addie incontra Henry conosciamo pian piano anche la sua storia, prima il presente e poi il passato. Questo libro è un continuo intrecciarsi di sbalzi temporali che portano la narrazione su più livelli e anche se di solito questi salti mi turbano un po' perchè sono difficili da seguire, qui non ho avuto difficoltà. Innanzitutto le date sono ben specificate e le ricostruzioni del passato di Addie sono ben fatte, piene di riferimenti agli avvenimenti storici e alla vita dell'epoca. Inoltre gli scorci del passato sono utilissimi per capire la psicologia di entrambi perchè arriverete a fine libro che davvero conoscerete i protagonisti a fondo. La parte ambientata nella New York del presente mi ha conquistato perché nella mia mente vedo così questa città, piena di vita, di colori, di luoghi segreti e alternativi, insomma, una città sempre attiva. 
Anche se la vera protagonista sarebbe Addie, per me anche Henry ha avuto un ruolo fondamentale e mi è entrato nel cuore. Credo che il suo scopo sia soprattutto il fungere da catalizzatore per far capire a Addie che cosa ha cercato veramente in tutti questi secoli di vita. Lui e Addie si incontrano non troppo per caso e tramite Henry lei riuscirà nel suo scopo principale, riuscire a farsi ricordare. In Henry inoltre rivedo molte parti di me perchè è un uomo in piena mezza età e nonostante questo non sa ancora che piega dare alla sua vita. Gli sembra che il tempo gli scivoli dalle mani senza mai arrivare a qualcosa, mentre guarda gli amici e la famiglia che vanno avanti con le loro vite perfette. Ricerca l'amore perchè solo così potrà sentirsi completo e soprattutto apprezzato, dato che qualsiasi cosa faccia sembra non essere mai abbastanza. E' un personaggio che mi ha ispirato moltissima empatia e soprattutto trasmette una profonda tristezza. 
Anche la storia di Addie colpisce molto, è tutta costruita per far sentire il lettore pienamente partecipe e infatti la sua angoscia mi è entrata sottopelle. I suoi dubbi, la paura, le sue emozioni sempre così forti volano dalle pagine verso il lettore che ne viene travolto in pieno. Tutte le sue vicende sono costruite molto bene ma ciò che ho apprezzato di più è stato il suo rapporto con Luc. Questo essere oscuro intreccia la sua esistenza a quella di Addie e il loro rapporto si basa su un patto stipulato in un momento buio. Tuttavia negli anni cresce e loro due si ritrovano a cercare la reciproca compagnia anche se ogni loro azione è offuscata dal sospetto. Insomma è un rapporto di odio/amore costruito benissimo e che tiene il lettore in sospeso fino all'ultimo. Per contro credo che il rapporto tra Henry ed Addie non si basi sull'amore in sè ma piuttosto sul bisogno reciproco di trovare una persona in grado di capirli e trovo che per questo il finale sia molto calzante. Per questo ritengo che i personaggi siano molto ben costruiti e non stereotipati, sono protagonisti che non rientrano nei soliti schemi perchè hanno un lato oscuro molto forte, sono umani e soprattutto sbagliano e commettono parecchi scivoloni, ma questo li rende molto veri. Un lieto fine smielato sarebbe stato troppo in contrasto con quello che è il sentimento generale del libro e soprattutto con quelli che sono i personaggi. Non voglio entrare troppo nei dettagli per non fare spoiler ma credo che Addie si renderà conto che il motivo che la spinge ad andare avanti è la vendetta e questo è decisamente un sentimento che il tipico eroe non prova.

In conclusione posso dire che il libro mi è piaciuto molto, trasmette molta tristezza e soprattutto sul finale mostra quanto Addie sia umana e mossa da emozioni molto umane come il desiderio di vendetta o l'egoistico desiderio di essere ricordata. Devo ammettere che la lettura non è stata sempre veloce perchè l'autrice è un po' prolissa ma nel complesso il libro mi ha catturata, volevo vedere come si sarebbe concluso. La seconda metà della storia è piena di salti tra presente e passato e ci sono molti episodi che potevano essere tolti perché ai fini di trama non servono a molto, ma la narrazione si riprende nel finale perché abbiamo parecchie rivelazioni importanti nelle ultime pagine. Per cui se cercate un romanzo con un pizzico di fantasy, accordi segreti con il diavolo e tante tante emozioni, questo è il libro che fa per voi.

Voto ⭐⭐⭐⭐/5
 

mercoledì 18 novembre 2020

Review Party Alice, Wendy e Dorothy

Titolo. Alice, Dorothy e Wendy
Libri: Alice nel paese delle meraviglie- Alice attraverso lo specchio; Il mago di Oz; Peter Pan nei giardini di Kensington- Peter e Wendy
Autori: Lewis Carroll, Lyman Frank Baum, James Matthew Barrie
A cura di: Massimo Scorsone
Lingua originale: Inglese
Numero di pagine:540
Editore: Mondadori (Oscar Draghi)



Trama Il mago di Oz

Nelle grigie praterie del Kansas un potente tornado trascina via la casa di Dorothy e la lascia cadere nel misterioso Paese di Oz, un mondo fantastico popolato da strane creature: Biascichini, Scimmie Alate, Ammicchetti, Quadrotti... Attraverso il tema simbolico del viaggio, metafora della vita, Baum crea un'opera stupefacente. Dorothy, accompagnata dal Boscaiolo di Latta, dallo Spaventapasseri e dal Leone Codardo, parte alla ricerca del mago che potrà aiutare ognuno di loro. I quattro visiteranno luoghi incredibili, compiendo svariate esperienze in un Paese unico, pieno di colori, di atmosfere suggestive e di magia. Alla fine, dopo aver affrontato mille peripezie e avventure, ognuno dei protagonisti troverà quello che cerca. "Il meraviglioso mago di Oz" è una fiaba moderna che ci trasporta insieme a Dorothy in un luogo da sogno dove anche noi, camminando lungo la strada di mattoni gialli, partecipiamo a un viaggio indimenticabile.





Recensione

Bentornati sul blog lettori! Oggi parliamo di questo bellissimo drago edito Oscar Vault e ne approfitto per ringraziare la casa editrice e Rossella di Twinsta book per aver organizzato l'evento. Questo libro bellissimo racchiude tre delle mie fiabe preferite e quindi non potevo lasciarlo passare sotto silenzio! L'edizione è bellissima, con una copertina che comprende elementi di tutte e tre le storie, ossia Alice nel paese delle meraviglie, Peter Pan e Il mago di Oz. Un'edizione perfetta per chi come me non disdegna il tornare bambina ogni tanto, è disponibile in libreria dal 17 di novembre e se anche voi non potete fare a meno di collezionare questi fantastici draghi Mondadori, non fatevelo scappare. Per facilitare la lettura e anche le recensioni ci siamo suddivise le letture in modo da portare uno solo dei tre libri sul blog. Io ho scelto il mago di Oz perchè ogni tanto è bello poter passeggiare per le strade verdi della Città di Smeraldo e atterrare con la casa sulle streghe cattive.

Il mago di Oz è uno dei classici per bambini più famoso, tutti conosciamo la storia che vede protagonista una bambina che vuole ritornare nel Kansas, dello spaventapasseri senza cervello, del boscaiolo di latta senza cuore e del leone senza coraggio. E' un classico godibile a qualsiasi età, una lettura veloce e piacevole capace di intrattenere menti dei più piccoli ma anche degli adulti nostalgici che vogliono ritornare sul sentiero di mattoni gialli per un po'. La struttura del libro è piuttosto semplice, la protagonista si ritrova per colpa di un evento improbabile a compiere un viaggio verso un mondo nuovo e fantastico, qui incontrerà nuovi amici ma anche situazioni di pericolo. La giovane Dorothy colpisce subito per il suo carattere semplice e la mente aperta, non esita a stringere amicizie con personaggi particolari che diventeranno i suoi compagni di viaggio. Tutti e quattro i nostri eroi decidono di unire le forze per compiere un viaggio spettacolare ma pieno di insidie per giungere poi alla favolosa città di Smeraldo dove intendono chiedere al grande mago di Oz di esaudire i propri desideri. Abbiamo quindi l'elemento tipico della cerca degli eroi e del viaggio fantastico, compiuto per portare a termine una missione: richiedere aiuto. Dorothy vorrebbe sapere come poter tornare alla sua vita grigia nel Kansas perchè, per quanto triste e monotona, ha lasciato i suoi zii senza una parola e vorrebbe porre rimedio alla situazione. Lo spaventapasseri vorrebbe un cervello per poter pensare, il taglialegna vorrebbe un cuore per poter essere buono e gentile con tutti, e infine il leone vorrebbe avere il coraggio perchè nasconde la sua codardia dietro il suo ruggito. Sarà solo quando arriveranno alla Città di Smeraldo che incapperanno in quello che è uno dei colpi di scena più spettacolari della letteratura. Quello che si presentava come un grande e potente mago, altri non è che una persona normale, ritrovatosi per caso in questo regno magico. Grazie alle sue illusione e ai trucchetti di prestigio riesce a farsi passare per un mago vero e proprio, diventando addirittura re. Questo è il momento più buio della storia, perchè sembra che per i protagonisti non ci sia un finale positivo e vedono crollare tutte le loro speranze. La storia non poteva però concludersi così, senza un insegnamento che potesse formare le giovani menti, per questo Oz viene usato da catalizzatore per far capire agli eroi e a noi lettori, che spesso ciò che cerchiamo è proprio dentro di noi. Con un piccolo colpo di scena che è più una rivelazione, si capisce che lo spaventapasseri ha sempre idee brillanti anche con la testa piena di paglia, che il taglialegna è buono e generoso con tutte le creature e che il leone è coraggioso non perchè non abbia paura ma perchè riesce a vincerla sempre. E la nostra Dorothy? Dorothy riceve dalla strega buona del Nord un piccolo aiutino, ma il lettore riceve la consapevolezza che le forze che ci servono per raggiungere i nostri obiettivi sono in noi e questa è la cosa più importante. 

In conclusione posso dire che la lettura de Il mago di Oz è sempre consigliata, è un libro semplice e veloce cn un bel messaggio e una trama ricca di colpi di scena. Per certi versi mi ricorda un po' Alice nel paese delle meraviglie, perchè il regno di Oz è particolare e abitato da strane creature, ma Dorothy è una protagonista molto diversa. E' una bambina intelligente e attaccata alla sua famiglia, stringe amicizia facilmente e si vede che è una cosa a cui tiene molto perchè spesso si trova ad aiutare lo spaventapasseri a rimettersi in piedi e il taglialegna a oliarsi le giunture piene di ruggine. Insomma, una protagonista dolce e semplice che tutti ricordano con piacere, una fiaba piena di maghi e streghe e missioni da portare a termine, cos'altro si può volere?

Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐/5

lunedì 16 novembre 2020

Blog tour Alice, Dorothy and Wendy

Titolo. Alice, Dorothy e Wendy
Libri: Alice nel paese delle meraviglie- Alice attraverso lo specchio; Il mago di Oz; Peter Pan nei giardini di Kensington- Peter e Wendy
Autori: Lewis Carroll, Lyman Frank Baum, James Matthew Barrie
A cura di: Massimo Scorsone
Lingua originale: Inglese
Numero di pagine:540
Editore: Mondadori (Oscar Draghi)



Trama

Alice e le sue avventure nel favoloso Paese delle Meraviglie, di là e di qua dallo specchio. Wendy, l’amica di Peter Pan che per molti lettori è la vera eroina dei romanzi con il bambino che non vuole crescere. Infine Dorothy, la piccola protagonista portata da un tornado nel fantastico mondo di Oz. Tre ragazzine curiose e audaci, al centro di tre grandi classici che, ciascuno a suo modo, hanno saputo celare sotto le spoglie del racconto di fantasia messaggi e metafore della vita. Questo libro è l’occasione per rileggere i tre romanzi – Le avventure di Alice nel Paese delle MeravigliePeter Pan e Il Mago di Oz -, cogliendone la grande modernità.



Blogtour

Buongiorno lettori e bentornati sul blog per questa tappa di blogtour che riguarda questo fantastico Drago edito da Mondadori. Ringrazio Rossella di Twinsta book e la casa editrice per aver organizzato l'evento ed avermi scelta. Quando ho sentito dell'uscita di questo libro ero elettrizzata perchè racchiude tre delle mie fiabe preferite e non vedevo l'ora di far parte di questo evento bellissimo per poter tornare bambina almeno per un po'. Passiamo ad analizzare quello che per me è il filo conduttore che lega questi libri e molti molti altri, il tema che mi ripropongo di trattare è quello del viaggio fantastico.

Ogni viaggio, reale o fantastico, comincia con un piccolo passo. È così che Alice si ritrova a seguire un coniglio bianco con un orologio, Dorothy si butta su un letto in una casa che vola in un tornado e Wendy spicca un salto per volare verso la seconda stella a destra. Tre bambine, tre viaggi diversi e tre terre da esplorare, ma cosa le accomuna? Cosa accomuna tutti i viaggi di cui abbiamo traccia in poemi, fantasy e in tutta la letteratura? Sappiamo che Odisseo peregrinò per dieci anni prima di tornare a casa per seguire la sua sete di conoscenza. Dante acquista una nuova visiome della vita dopo il suo viaggio tortuoso nell'aldilà. Quattro bambini che giocano a nascondino si nascondono un armadio e si ritrovano a Narnia. Un piccolo Hobbit deve portare il pesante fardello di un anello fino al Monte Fato e Halla ricerca de stessa in un viaggio lungo ben più di una vita. Tantissimi viaggi  tantissimi motivi che spingono i nostri eroi a partire, che lo vogliano oppure no. Le motivazioni per partire sono molteplici, una missione, la sete di conoscenza, il caso, la curiosità, il desiderio di evasione dalla realtà. Ma che cosa ci lasciano tutti questi viaggi tra le pagine dei libri? Per me la risposta è IL CAMBIAMENTO.

Il tema del viaggio dell'eroe è usato fin dai tempi più antichi e per quanto i viaggi possano essere differenti tra loro per mete e ambientazioni io credo che ciò che li lega veramente sia il cambiamento, tanto dell'eroe e del suo mondo, quanto del lettore. I protagonisti compiono un piccolo passo con un certo stato d'animo e determinate idee ma alla fine delle peripezie torneranno a casa immancabilmente mutati. Per questo Wendy che cerca di fuggire dal diventare adulta, alla fine ammetterà con sé stessa che la crescita è inevitabile ma che si può conservare un po' di animo infantile dentro di sé. Alice capirà che i mondi inventati non sono sempre posti ameni e che ci possiamo nascondere dentro di essi ma tenere comunque un contatto con la realtà. E Dorothy ci insegna che per quanto grigia sia la nostra vita è questo ciò che abbiamo e che è giusto lottare per tornare a quella che in fondo abbiamo sempre considerato la nostra casa. Tutte queste consapevolezze si acquisiscono con un cambio di prospettiva, per questo quando torniamo da un viaggio saremo immancabilmente cambiati rispetto a quando siamo partiti. Nella letteratura questo tema viene utilizzato proprio per questo motivo, molto spesso vedremo l'eroe compiere un cambiamento per il meglio o per il peggio o cambiare il mondo in cui vive. Ciò che il viaggio rappresenta è quindi una crescita che può presentarsi attraverso il compimento di una missione che può essere gettare un anello o trovare un mago in una città di smeraldo. Il raggiungimento di nuove consapevolezze porta l'eroe a un punto di svolta, una crescita interiore che può cambiare l'andamento della trama e spesso regala un colpo di scena o porta all'apice delle vicende. Tutto questo avviene sulla carta, nei nostri cuori e nelle nostre menti ma non accade nella vita vera, almeno non in modo così immediato. Grazie a ciò che abbiamo letto da bambini e che continuiamo a leggere, anche noi lettori abbiamo raggiunto nuove consapevolezze, sondato nuovi stati d'animo, provato rabbia e gioia e dolore. Ma è proprio grazie a questi viaggi compiuti tra le pagine dei libri che noi siamo potuti cambiare e maturare e magari tutto è cominciato con piccoli passi su sentieri di mattoni gialli, con voli verso lagune abitate da sirene e con conigli in ritardo per il tè. 


giovedì 12 novembre 2020

Review Party Cheshire crossing

Titolo: Cheshire crossing
Tiolo originale: Cheshire crossing
Autore:Andy Weir
Illustrazioni: Sarah Andersen
Lingua orginale: inglese
Traduzione: Francesco Matteuzzi
Numero di pagine: 128
Editore: Mondadori




Trama
Sono passati anni da quando Alice, Dorothy e Wendy hanno compiuto i loro favolosi viaggi nel Paese delle Meraviglie, a Oz e sull’Isola-che-non-c’è. Ora eccole qui, ormai adolescenti, a Cheshire Crossing: una scuola molto speciale dove impareranno a gestire le loro straordinarie esperienze e il loro dono di attraversare mondi magici.
Ma proprio non sanno starsene buone buone sedute al banco, e iniziano di nuovo ad attraversare le dimensioni, lasciandosi dietro una scia di caos completo. E se fosse solo un po’ di confusione il problema, poco male. Il fatto è che, senza volerlo, fanno incontrare la malvagia Strega dell’Ovest e Capitan Uncino, unito ora in una coppia davvero diabolica.
Per fermarli le tre ragazze dovranno fare ricorso a tutti i loro poteri e mettere insieme una squadra di improbabili alleati da tutto il multiverso!
Cheshire Crossing è un viaggio vertiginoso, divertentissimo e sconfinato attraverso i classici della letteratura e i loro mondi fantastici come non avete mai osato immaginarli.


Recensione

Bentornati sul blog lettori! Oggi ringrazio la fantastica Rossella di @twinsta-book e la casa editrice Mondadori per avermi dato la possibilità di partecipare a questo evento e per averlo organizzato. Questo graphic novel uscirà il 17 di novembre in Italia, per cui ringrazio per l'occasione di averlo potuto leggere in anteprima, ma passiamo al novel in particolare.

Cheshire crossing si presenta come un graphic novel dai colori sgargianti, le tavole sono belle e la saturazione dei colori le rende piene e molto invoglianti. I disegni mi sono piaciuti molto perchè semplici ma vivaci e colpiscono il lettore facendogli passare una mezz'ora molto coinvolgente. La storia in sè è interessante perchè racchiude tre delle mie fiabe preferite, quindi non vedevo l'ora di cominciare la lettura. All'inizio c'è una introduzione dell' autore che ci spiega come gli sia venuta l'idea di collegare queste storie, cosa che ho apprezzato molto perchè aiuta fornendo una chiave di lettura dell'opera. In pratica in una scuola che si ricorda molto l'accademia degli xmen, si ritrovano a convivere queste tre ragazze particolari che sono Alice, Dorothy e Wendy. Ciò che le accomuna è la loro capacità di poter viaggiare in mondi sconosciuti che sono rispettivamente Il Paese delle meraviglie, Il regno di Oz e l'Isola che non c'è che tutti conosciamo. Il professore che le riunisce vorrebbe studiare la loro capacità di andare e tornare da questi mondi a piacimento, le ragazze posseggono questa dote innata che può portarle nei mondi della fiaba originale ma anche in quello delle altre protagoniste. A queste tre ragazze viene affidata una tata come sorvegliante e questa tata mi ha ricordato moltissimo Mary Poppins perchè non lascia mai il suo fidato ombrello, può volare e come avremo modo di vedere possiede dei discreti poteri magici. Ho apprezzato moltissimo l'idea di base di unire queste tre storie per creare un crossover perchè amo quando le fiabe si mescolano e mi sono piaciuti i riferimenti alle storie originali e ad altri libri e graphic novel. Tuttavia ho notato qualche errorino a monte che mi ha fatto un po' storcere il naso. In alcuni punti sembra che l'autore non abbia letto le storie principali poichè i personaggi secondari sono sbagliati o molto diversi dalle trame originali. Capisco l'intento di dare all'opera un'aria moderna ma in alcuni punti stona un po' considerando che comunque si parla di personaggi dei primi '900. Soprattutto ci sono errori come il rendere il Bianconiglio e il Leprotto Bisestile la stessa cosa, quando in realtà sono due personaggi distinti e in alcuni punti il novel prende quasi i tratti di una fanfiction ed è una cosa che non ho apprezzato fino in fondo, oltre alle ragazze che si conoscono infatti, anche i cattivi si mescolano nei vari regni intrecciando relazioni e diciamo che la cosa non mi ha conquistato del tutto perchè perdono un po' la loro psicologia originale.



Mi è piaciuto comunque il voler dare un tono più moderno alle storie, rappresentato soprattutto dagli abiti che porta Wendy e mi è piaciuto come alla fine le tre diventino amiche e uniscano le forze, anche se Dorothy resta sempre un po' in disparte per me. La mia preferita è Alice perchè scontrosa e caparbia e mi è piaciuto che l'autore le abbia assegnato come cattivo il Paese delle meraviglie stesso e non una persona fisica. In questo modo Alice si ritrova a combattere i suoi demoni a livello più profondo perchè attraversare gli specchi e giungere nel Paese è più difficile per lei a livello emotivo. Wendy agisce un po' da collante del gruppo perchè è più aperta delle altre due e molto più dinamica, si butta nei combattimenti a capofitto e fin da subito si affeziona alle sue compagne. Dorothy come dicevo la vedo più distaccata, è resa più matura delle altre due e più riflessiva. Lei si aspetta un attacco da parte della strega cattiva dell'Ovest ed elabora un suo piano per fermarla, per cui si alla fine è parte del trio ma l'ho percepita come una parte più distaccata comunque. Bisogna tenere in considerazione il fatto che comunque tutte e tre sono più grandi rispetto alle fiabe originali. Infatti sono passati degli anni da che sono tornate dai loro viaggi e la gente che le reputava pazze le ha spesse rinchiuse in manicomi per cui la loro vita è molto cambiata così come sono cambiate loro.

In conclusione direi che il novel mi sia piaciuto molto, ho apprezzato la parte visiva costituita dai disegni e mi è piaciuta l'ironia e il sarcasmo delle protagoniste. Forse non è stata curata come avrei voluto la parte che riguarda le storie originali, possiamo dire che alcuni personaggi e vicende sono stati liberamente tratti, per questo motivo in alcuni punti si parla quasi più di fanfiction che di un novel a parte, ma ho apprezzato come le storie si sono incrociate.

Continuate a seguire le tappe di questo evento!

Voto: ⭐⭐⭐,5/5

Review Party A caccia del diavolo

Titolo: A caccia del diavolo
Titolo originale: Capturing the devil
Autrice: Kerri Maniscalco
Lingua orginale: Inglese
Traduzione: Maura Dalai
Numero di pagine: 480
Editore: Mondadori





Trama
Audrey Rose Wadsworth e Thomas Cress-well sono giunti in America, una terra audace, sfrontata, brulicante di vita. Ma, proprio come la loro Londra adorata, anche la città di Chicago nasconde oscuri segreti. Quando i due si recano alla spettacolare Esposizione internazionale, scoprono una verità sconcertante: l’evento epocale è minacciato da denunce di persone scomparse e omicidi irrisolti.
Audrey Rose e Thomas iniziano a indagare, per trovarsi faccia a faccia con un assassino come non ne hanno mai incontrati prima. Scoprire chi sia è una cosa, ben altra faccenda è catturarlo, soprattutto all’interno del famigerato Castello degli Orrori che ha costruito lui stesso, un covo di torture labirintico e terrificante.
Riuscirà Audrey Rose, insieme al suo grande amore, a porre la parola “fine” anche a questo caso? O soccomberà, preda del più subdolo avversario che abbia mai incontrato?






Recensione

Bentornati sul blog lettori! Oggi si conclude l'evento del review party dedicato a Kerri Maniscalco, è stato un viaggio lungo attraverso la Londra vittoriana, passando per la Romania, per transatlantici in mezzo al mare e infine in America. Come sempre ringrazio Beatrice per aver organizzato l'evento e la casa editrice Mondadori per aver acconsentito. 

Ma passiamo al libro, da dove cominciare cari lettori? Le vicende riprendono da dove si erano interrotte nel terzo libro, un assassino è stato catturato a bordo del transatlantico Etruria e uno è riuscito a fuggire e non passerà molto tempo prima che cominci a lasciare la sua firma. Siamo in America e cambia lo scenario ma non i nostri protagonisti, Audrey Rose e Thomas ci accompagnano ancora una volta, insieme a tutto il contorno di personaggi sbarcati con loro. Ciò che indubbiamente cambia è lo stile del libro, infatti la parte mistery è quasi del tutto abbandonata fino oltre la metà. Audrey Rose getta alle ortiche qualsiasi pretesa si credibilità femminista e decide di sposarsi non ancora diciottenne e di farlo addirittura nell'arco di appena due settimane. Capiamo da subito che la parte romance è molto prevaricante in questo quarto libro, tanto che sfiora anche tinte da soap opera siccome emergono fidanzamenti segreti, notti di passione e minuziose descrizioni di babbucce e abiti. Si, vengono rinvenuti dei corpi massacrati e si parla di molte ragazze scomparse, ma il romance li nasconde un po'. La storia così si spacca in due e viaggia su due linee parallele, come nel terzo libro ho notato che non si mescolano in modo armonico ma sembra quasi di leggere due libri separati. Anche qua l'autrice si rifà a fatti di cronaca realmente accaduti modellandoli secondo le esigenze di trama, tuttavia quello che dovrebbe essere un colpo di scena viene svelato già dalle prime pagine. Per me questa scelta è un no gigantesco, si scopre che uno dei colpevoli dei libri precedenti non era il vero assassino ma solo un complice e questo per me stravolge completamente il finale del libro in cui si trova il suddetto omicida. Questo colpo di scena rientra nella categoria delle tinte da soap opera poiché l'ho trovato molto poco credibile e toglie tutta la ricerca frenetica del colpevole perché dopo aver assistito a un solo omicidio decretano che il modus operandi è lo stesso, così in questo libro bisogna risolvere le questioni di cuore di Audrey Rose più che risolvere l'enigma, che era la cosa che mi premeva di più. La parte del mistery si concentra solo nelle pagine finali, nell'ultimo quarto di libro finalmente ingraniamo la marcia e assistiamo a quella che per me è la prima vera indagine svolta da Audrey Rose e Thomas. Dopo tre libri in cui il colpevole doveva palesarsi finalmente riescono a capire chi è il vero assassino e la nostra protagonista si muove per affrontarlo. In queste pagine finalmente abbiamo un po' della tensione che dovevamo riscontrare già nel primo libro per cui sono felice che la parte investigativa sia finalmente saltata fuori. Altra cosa che ho molto apprezzato è la chiusura circolare che assumono le opere, nel quarto capitolo ritroviamo i personaggi che abbiamo conosciuto nel corso dei libri precedenti e l'indagine si ricollega molto a ciò che è accaduto nel primo libro, riportando alla luce nuove frammenti. Non posso dire altro per non creare troppi spoiler ma ho apprezzato la chiusura del cerchio, per quanto l'abbia trovato poco credibile. La pecca che però mi viene da evidenziare è che purtroppo tutto i libri avrebbero dovuto contenere un'indagine accurata e questo in particolare, invece tutto si riduce a quelle che sono in fin dei conti poche pagine, anche se si nota la crescita dell'autrice per quel che riguarda questo campo.

In conclusione posso dire che il libro è consigliabile a un pubblico che apprezzi il romance con uno sfondo di vago mistero, di sicuro è una lettura che intrattiene e non occupa troppo la mente. Se si è alla ricerca di un modo per passare dei momenti in modo leggero è il libro che fa per voi, ma lo sconsiglio a chi cerca fatti storici accurati o delle indagini serrate.

Voto: ⭐⭐⭐/5

lunedì 9 novembre 2020

Review party Tenebre e ossa

Titolo: Tenebre e ossa
Titolo originale: Shadow and bone
Autrice: Leigh Bardugo
Lingua originale: Inglese
Traduzione: Roberta Verde
Numero di pagine: 240
Editore: Mondadori


Trama
L’orfana Alina Starkov non ha grandi ambizioni nella vita, le basterebbe fare al meglio il suo lavoro di apprendista cartografa nell’esercito di Ravka, un tempo nazione potente e ora regno circondato dai nemici, e poter stare accanto al suo buon amico Mal, il ragazzo con cui è cresciuta e di cui è innamorata da molto tempo. Ma il destino ha in serbo ben altro per lei.
Quando il loro reggimento attraversa la Faglia d’Ombra, la striscia di oscurità quasi impenetrabile che taglia letteralmente in due il regno di Ravka, lei e i suoi compagni vengono attaccati dagli esseri spaventosi e affamati che lì dimorano. E proprio nel momento in cui Alina si lancia in soccorso dell’amico Mal ferito gravemente, in lei si risveglia un potere enorme, come una luce improvvisa e intensa in grado di riempirle la testa, accecarla e sommergerla completamente.
Subito viene arruolata dai Grisha, l’élite di creature magiche che, al comando dell’Oscuro, l’uomo più potente di Ravka dopo il re, manovra l’intera corte. Alina, infatti, è l’unica tra loro in grado di evocare una forza talmente potente da distruggere la Faglia e riunire di nuovo il regno, dilaniato dalla guerra, riportandovi finalmente pace e prosperità. Ma al sontuoso palazzo dove viene condotta per affinare il suo potere, niente è ciò che sembra e Alina si ritroverà presto ad affrontare sia le ombre che minacciano il regno, sia quelle che insidiano il suo cuore.





Recensione

Ben tornati sul blog lettori! Oggi finalmente parlerò di un libro che attendevo da tempo in Italia, ossia Tenebre e ossa! Ringrazio Beatrice di @eynyspolinibooks e la casa editrice Mondadori per aver organizzato l'evento e per avermi scelta.

Ma passiamo a questo libro favoloso, innanzitutto la copertina è davvero all'altezza delle aspettative, bellissima in un blu profondo e con la figura del cervo che richiama l'originale inglese. Ma prima di cominciare a parlare della storia in sé devo fare una piccola premessa. Io avevo già letto l'originale in lingua inglese e devo dire che ha tutte le caratteristiche in un primo libro. Se come me avete letto prima la dualogia dei corvi non vi disperate, sono parte dello stesso universo e alcuni personaggi compaiono in entrambi, ma potete benissimo leggere le due saghe in modo separato e capirci tutto comunque. Questo libro era già stato tradotto in Italia con un altro titolo ma la saga non aveva avuto successo ed era stato abbandonato, dopo il successo di Sei di corvi è stato deciso di tradurre nuovamente questa trilogia, per questo vi dico che ha le caratteristiche di un primo libro. In realtà le vicende narrate sono antecedenti alla dualogia dei corvi, per questo noterete che lo stile e la trama in sè sono un po' più acerbi, ma non per questo meno belli. Ormai tutto conosciamo Leigh Bardugo per la sua incredibile capacità di scrittura e le sue storie così piene e incredibili, questo per lei è il primo libro pubblicato in assoluto, quindi andrebbe letto con la giusta ottica. 

Ci troviamo nel mondo dei Grisha, a Ravka e il worldbuilding della Bardugo colpisce ancora. Anche se la storia comincia in piccoli villaggi e passa poi per accampamenti militari sull’orlo dell’oscurità, non è difficile intuire cosa ha ispirato l’autrice. La conferma ci viene una volta che si giunge in città, dove l’opulenza dei palazzi dei Grisha ci ricorda subito la Russia dell'epoca zariana. Anche i paesaggi fatti di foreste e cime innevate richiamano subito le terre nordiche e in questo l'autrice ci mostra tutta la sua bravura. Non sono presenti lunghe descrizioni del contesto ma una serie di piccole cose ci lascia intuira a cosa si sia ispirata. Inoltre è notevole la sua contestualizzazione perfetta, infatti tutto è curato nei minimi dettagli, tanto che abbiamo una mitologia e una religione proprie di questo luogo inventato.
Lo stile della Bardugo è sempre molto fluido e scorrevole, la trama del libro non è complicatissima perché gioca sulla divisione di bene e male sulla spaccatura fra luci e ombre. E’ un libro molto apprezzabile, che scorre nel modo giusto e l’autrice è bravissima nel creare i colpi di scena che fanno procedere la narrazione. Non sono mai cose troppo macchinose per cui la storia scivola in modo fluido.
Alina per me è un “forse” come protagonista, non l’ho apprezzata del tutto perché fa errori banali anche se comprensibili. Ha vissuto gran parte della sua vita credendosi una nessuno qualunque e all’improvviso tutto cambia, di certo queste nuove attenzioni, le responsabilità e soprattutto le novità da gestire, darebbero alla testa chiunque. Tuttavia la sua ingenuità a volte mi frena dal ritenerla un personaggio degno di nota, inoltre a volte accetta subito per buone alcune cose che le vengono dette e si butta a capofitto in altre situazioni senza darsi il tempo di elaborarle o metterle in discussione e questo è poco credibile. Ho comunque apprezzato la crescita che opera all'interno del libro, all'inizio dipende troppo dalla sua relazione di amicizia con Mal e poi ricerca nell'Oscuro dei punti fissi, piano piano arriva a capire che può contare su sé stessa e non è così inerme come si è sempre ritenuta.
Per quanto riguarda gli altri due angoli del triangolo sono dubbiosa perchè nessuno dei due mi ha colpito favorevolmente. Da un lato abbiamo Mal, l'amico di infanzia e primo amore che sembra accorgersi delle cose importanti della sua vita solo quando le ha perse (troppo comodo così) e dall’ altra abbiamo l’Oscuro. L’Oscuro (come suggerisce il nome) è il bello e tenebroso, anche se mi ha insospettito fin dall’inizio non ci vengono date molte informazioni sul suo passato e soprattutto sul perché di una determinata cosa...e io ho bisogno di sapere! La caratterizzazione dei personaggi non ha la perfezione di Sei di corvi ma è un libro d’esordio e le vicende sono in generale molto introduttive a quello che spero ci sarà nei seguiti, anche se nel complesso ognuno ha la sua psicologia e le sue motivazioni. 



In questo universo i protagonisti sono i grisha ossia persone che riescono a modellare la realtà tramite dei poteri innati e, in base a ciò che riescono a controllare, suddivisi in categorie. In virtù dei loro poteri vengono reclutati fin da giovamissimi nelle file dell'esercito dove sono trattati quasi come essere superiori, Alina stessa diventerà quasi una divinità al pari dell’Oscuro. A causa dei loro poteri i grisha vengono quasi venerati ma allo stesso tempo sono temuti, proprio perché potenti. Questa società fortemente militarizzata li usa come armi e "sfrutta" i loro poteri per i propri scopi. Ravka deve infatti affrontare problemi su più fronti, sia interni che esterni e fin da subito i bambini con poteri vengono isolati e preparati per essere mandati al fronte  in modo non del tutto volontario.
La suddivisione dei grisha in base ai poteri è interessante ma anche classista. Se rientri in alcune categorie, bene, altrimenti vieni considerato quasi una persona di serie b. Da un lato infatti abbiamo personaggi come l'Oscuro e Alina che vengono trattati come dei, dall'altro abbiamo personaggi come Genya, che ha un potere diverso dal solito e viene trattata come un animaletto da compagnia sfruttabile, ma non degno di servire nell'esercito. La Bardugo ha creato un mondo che non è perfetto e vuole farcelo capire, la suddivisione e la chiusura verso altri tipi di Grisha ci fa comprendere che non sempre avere dei poteri è un bene e presto anche Alina se ne renderà conto.

Cosa posso dire in conclusione? Leggete questo libro! La trilogia si prospetta molto interessante, lo stile dell'autrice è un crescendo contino e se vi manca la dualogia dei corvi o dovete ancora leggerla, non potete perdervelo. Lo stile è fluido e si divora in poco tempo, la trama è abbastanza semplice perchè gira intorno alla suddivisione tra bene e male, ma regala comunque qualche colpo di scena interessante e vi verrà voglia di leggere i seguiti per scoprire come andrà a finire.

Voto: ⭐⭐⭐,75/5

giovedì 5 novembre 2020

Review Party Nona Grey, Holy sister

Titolo: Nona Grey, sorella divina
Titolo originale: Nona Grey, holy sister
Autore: Mark Lawrence
Lingua originale: Inglese
Traduzione: Marcello Jatosti
Numero di pagine: 864
Editore: Mondadori





Trama


Nel convento della Dolce Misericordia si allevano fanciulle per trasformarle in devote quanto pericolose assassine. Ci vogliono dieci anni di formazione, ma sono poche le ragazze dotate di vero talento per la morte, quelle nelle cui vene scorre il sangue delle antiche tribù di Abeth. Compito delle monache è scoprire e affinare queste doti innate, insegnando le tecniche della lotta con e senza armi e dello spionaggio, l’uso dei veleni e infine la tessitura delle ombre.
Ma neppure le sorelle più anziane sono in grado di comprendere fino in fondo la potenza del dono di Nona Grey, una bimba di otto anni che giunge al convento con l’accusa di aver compiuto un omicidio. Qui crescerà, ma non sarà facile per lei scegliere quale cammino seguire: indosserà la tonaca nera delle Spose dell’Antenato, per abbracciare una vita di preghiera e servizio? Vestirà il rosso delle Suore Marziali, esperte nel combattimento, o il grigio delle Suore di Discrezione, imbattibili nelle arti della segretezza? O il suo colore sarà il blu delle Suore Mistiche, capaci di percorrere il Sentiero?
Quale che sia il suo destino, dovrà lottare aspramente per conquistarlo.


Recensione

In questo ultimo capitolo non si ha un attimo di tregua, la guerra è ormai alle porte del convento e il mondo sta bruciando. Anche qui le vicende si aprono qualche anno dopo quelle del secondo libro e molte cose sono cambiate, innanzitutto la Badessa Glass è morta ma questo non la fermerà certo dal tentare di cambiare le sorti del mondo. Ma andiamo con ordine.

La narrazione è divisa in due blocchi distinti, uno che si svolge nel passato e uno nel presente. Nel primo le vicende riprendono da dove si erano interrotte nel secondo capitolo, con Zole e Nona che cercando di salvare il pulsatore correndo attraverso le insidie dei ghiacci che circondano il mondo. Nel blocco che si svolge al presente invece vediamo Nona diventare finalmente suora e prepararsi per una battaglia ormai inevitabile. E' difficile parlarvi di questo libro senza fare spoiler poichè le vicende sono strettamente concatenate e anche se la parte del passato sembra quasi senza senso per la maggior parte del tempo, in realtà regala molti colpi di scena e tanti indizi che serviranno negli ultimi istanti delle vicende. Posso dire che il libro ha un ritmo incalzante, ogni pagina è una sorpresa e il finale si conclude quasi troppo in fretta. Finalmente capiamo cose che si sospettavano già dal primo libro e in particolare mi è piaciuto come il fantasy si sia mescolato alla fantascienza, creando lo stesso una cosa sensata. E' vero che non sappiamo molto su queste tribù che approdarono su Abeth, ma comunque le spiegazioni date per me sono state abbastanza. Non immaginavo molte cose che sono successe per cui è stata una bella lettura, piena di colpi di scena che si incastrano alla perfezione fino a un finale superlativo. La Badessa Glass si rivela ancora una volta geniale e una componente importante anche se non più presente, Nona agirà in particolare seguendo le sue istruzioni e quindi ci mostra ancora una volta la sua lungimiranza e la sua astuzia. 

Che posso dire, per me questo libro è una bomba, è molto scorrevole e incalzante e davvero ho amato Nona. Una protagonista forte ma che conosce i propri limiti, disposta a tutto per le amiche e per salvare il convento, cresce via via nei libri migliorandosi sempre e dimostrandosi via via più furba, intelligente e incapace di arrendersi. Questa trilogia per me è stata davvero fantastica e ben costruita, anche se alcune cose riguardo agli antenati non ci sono state spiegate in maniera completa, ho apprezzato il mix di fantasy e fantascienza che si crea e decisamente la colloco tra le letture migliori di quest'anno.

Ringrazio la casa editrice e le organizzatrici dell'evento per avermi dato l'opportunità di leggere questa meraviglia in anteprima.

Voto: ⭐⭐⭐⭐,5/5

lunedì 2 novembre 2020

Review Party Il viaggio di Halla

Titolo: Il viaggio di Halla
Titolo originale: Travel light
Autrice: Naomi Mitchinson
Lingua originale: Inglese
Traduzione: Donatella Rizzati
Numero di pagine: 231
Editre: Fazi editore



Trama

Per la prima volta in Italia un classico della letteratura fantasy del Novecento scaturito dalla penna di una scrittrice tutta da riscoprire, grande amica e prima lettrice di J.R.R. Tolkien.
Questa è la storia di Halla, figlia di un re che decide di abbandonarla nei boschi. Qui viene accudita dagli orsi e poi cresciuta dai draghi sulle montagne rocciose; ma il tempo dei draghi, minacciati dagli odiosi e crudeli esseri umani, sta per finire. Odino, Padre di tutte le cose, offre ad Halla una scelta: vivere alla maniera dei draghi, accumulando tesori da difendere, o viaggiare leggera e attraversare il mondo con passo lieve? Iniziano così le fantastiche avventure della ragazza, che girovagherà alla scoperta di nuove terre e antiche leggende, in mezzo a creature incredibili, luoghi misteriosi e magie dimenticate. La sua conoscenza di tutti i linguaggi, sia quelli umani che quelli animali, la aiuterà ad andare oltre le apparenze, ma anche a mettere in discussione ciò in cui ha sempre creduto, mentre affronta, una dopo l’altra, le nuove sfide sul suo cammino. Mitchison ci prende per mano e ci conduce in una favola senza tempo, dove le divinità dei miti nordici convivono con i personaggi della letteratura fantasy per mostrare il valore di comprensione e tolleranza.
Il viaggio di Halla è un racconto agile, profondo e divertente che trasporterà il lettore in un mondo dove si può incontrare un basilisco nella steppa, dove gli eroi vengono portati nel Valhalla dalle valchirie, e dove si può fare fortuna chiacchierando con il cavallo giusto. Più di una semplice fiaba: una volta giunti alla fine, questo romanzo si dimostra una vera e propria mappa di vita.




Recansione

Bentornati lettori sul blog! Oggi parliamo questo libricino bellissimo edito da Fazi e colgo l'occasione per ringraziare la casa editrice e Rossella di @twinsta_book per aver organizzato l'evento.

Innanzitutto abbiamo una copertina bellissima, con colori molto decisi e che spiccano acchiappando l'occhio. Le illustrazioni in copertina richiamano subito al mondo delle fiabe, sia per la presenza di creature fantastiche come i draghi, sia per le decorazioni. Abbiamo così subito l'idea di cosa potremmo trovare nel libro, ci ritroviamo infatti in paesaggi e ambientazioni che richiamano subito un'atmosfera fiabesca nella prima parte del libro. Nella seconda metà invece l'ambientazione cambia, portandoci verso terre più mediorientali ma conservando lo stesso l'aura di magia tipica delle leggende. 

Il viaggio di Halla si presenta infatti come il tipico viaggio dell'eroe (anche se lei non vorrebbe essere chiamata così), la sua storia si svolge attraverso molte terre, accompagnata dal leggende e folklore che sono le cose che ho più amato in questo libro. Attraverso poche pagine l'autrice ci mostra che la vita di Halla è stata difficile fin dall'inizio ma non per questo meno fantastica. Abbandonata dalla famiglia ma salvata dalla tata mutaforma che la porta con sè a vivere con gli orsi e poi cresciuta da un drago, Halla diventa una persona molto particolare. Innanzitutto non ha da subito la consapevolezza di sè, non parla di sè stessa come di un essere umano ma di un insieme tra un orso e un drago e da per scontate molte delle cose che compie come gesti banali, tipo parlare con gli animali e cavalcare dorsi di unicorni. Halla cresce così sentendosi parte del mondo magico che la circonda ma non riuscendo a integrarsi del tutto in un mondo governato dagli umani. Dopo la morte del drago che l'ha cresciuta si sente persa e alla ricerca di una nuova famiglia e proprio in questo frangente Odino le comparirà davanti e lei si lascerà guidare dai suoi consigli, in particolare dalla frase "viaggia leggera". Ed è qui che Halla comincia il suo itinerario che la spingerà lontanissimo dall'estremo nord dove è cresciuta, fino a giungere a Costantinopoli, dove vivrà a lungo. Durante il suo viaggio incontra tre uomini che sono partiti dalla loro terra per portare a termine una missione e lei si impegnerà ad aiutarli, ma nonostante le sue intenzioni Halla resta comunque estranea alle vicende che la circondano. Non riesce a capire fino in fondo ciò che le accade perché la sua mente a volte ragiona come quella di un orso, a volte come quella di un drago e altre volte si immedesima invece nei cavalli delle corse, nei topi che corrono veloci o negli uccelli che volano rapidi in cielo. La sua visione della vita cambia ancora quando, attraverso varie peripezie, riesce a tornare nelle sue terre del Nord, ma comunque sente che qualcosa è cambiato e che non potrà tornare alla sua vita di prima. A poco a poco Halla comincia a capire che in quella notte lontana in cui Odino la aiutò, molte cose furono taciute proprio perchè lei stessa sarebbe dovuta giungere alla consapevolezza da sola. Giungiamo così alla conclusione che Halla ha viaggiato molto più a lungo di una semplice vita e che le cose come i draghi, i giganti, gli eroi, non sono più cose comuni, il mondo che ha sempre conosciuto è cambiato e quindi decide di partire per il Vahlhalla con le valchirie. 

Il libro presenta molti tratti tipici delle fiabe poichè abbiamo animali fantastici, esseri mutaforma, la magia, l'intervento degli dei e la componente fondamentale del viaggio. Ma la sua affinità con le fiabe si nota anche nella narrazione che resta comunque molto piatta, non noiosa ma con l'andatura tipica di questi racconti, non ci sono infatti colpi di scena o momenti mozzafiato ma tutto è riportato con semplice linearità. Anche la nostra protagonista non è caratterizzata, abbiamo di lei qualche informazione ma non ne conosciamo la psicologia e anche questo è tipico di questa narrazione. Mi ha ricordato in molti punti il Siddharta di Herman Hesse per l'ambientazione ma anche per il ritmo della narrazione e la ricerca di sè stessi. Credo infatti che tutto questo viaggio rappresenti in qualche modo il passaggio dall'età infantile a quella adulta, dove la magia e cose come i draghi sono vere e che ci accompagnano tutti i giorni, poi si passa allo stacco difficile e alle domande quali "chi sono davvero e dove andrò" passando così all'età adulta cercando continuamente queste risposte. Infine l'accettazione che il tempo è passato e le cose sono cambiate senza poterci fare nulla sono sentimenti propri della senilità, così come l'accettazione. In modo più ampio e meno complicato il viaggio di Halla potrebbe essere visto per quello che è, un viaggio attraverso leggende e folklore soppiantate pian piano dall'avvento del cristianesimo che ha portato nuovi tipi di credenze, rappresenta il cambiamento continuo, il passaggio da un'epoca a un'altra attraverso lo sguardo particolare di Halla. Del resto quando si intraprende un viaggio vero e proprio o un viaggio metafisico, non si ritorna mai come prima, qualcosa dentro di noi cambia e si ritorna a casa con nuove consapevolezze.

Continuate a seguire il nostro viaggio attraverso le recensioni sui blog!





Voto: ⭐⭐⭐,75/5