venerdì 30 ottobre 2020

Review Party Nona Grey, Grey sister

Titolo: Nona Grey, sorella grigia
Titolo originale: Nona Grey, grey sister
Autore: Mark Lawrence
Lingua originale: Inglese
Traduzione: Marcello Jatosti
Numero di pagine: 864
Editore: Mondadori



Trama

Nel convento della Dolce Misericordia si allevano fanciulle per trasformarle in devote quanto pericolose assassine. Ci vogliono dieci anni di formazione, ma sono poche le ragazze dotate di vero talento per la morte, quelle nelle cui vene scorre il sangue delle antiche tribù di Abeth. Compito delle monache è scoprire e affinare queste doti innate, insegnando le tecniche della lotta con e senza armi e dello spionaggio, l’uso dei veleni e infine la tessitura delle ombre.
Ma neppure le sorelle più anziane sono in grado di comprendere fino in fondo la potenza del dono di Nona Grey, una bimba di otto anni che giunge al convento con l’accusa di aver compiuto un omicidio. Qui crescerà, ma non sarà facile per lei scegliere quale cammino seguire: indosserà la tonaca nera delle Spose dell’Antenato, per abbracciare una vita di preghiera e servizio? Vestirà il rosso delle Suore Marziali, esperte nel combattimento, o il grigio delle Suore di Discrezione, imbattibili nelle arti della segretezza? O il suo colore sarà il blu delle Suore Mistiche, capaci di percorrere il Sentiero?
Quale che sia il suo destino, dovrà lottare aspramente per conquistarlo.



Recensione

In questo secondo capitolo possiamo dividere di nuovo le vicende in due parti distinte. Nella prima ritroviamo l'ambientazione del convento della Dolce Misericordia, quello che ormai Nona considera la sua vera casa. Sono passati due anni dalle vicende svoltesi nel primo libro e la nostra protagonista è alle prese  con normali cose da teenager, come rapporti con persone che manipolano la realtà e cercano di farla finire nei guai e cercare di superare esami potenzialmente mortali. Cose da tutti no? Già in queste pagine Nona ci dimostra di nuovo tutta la sua forza, la sua tenacia, il suo desiderio di riuscire a dare sempre il meglio di se e soprattutto il suo desiderio di vendetta. Qua le analogie con Nevernight aumentano poiché nel corpo di Nona vive ora un demone, entrato in lei dopo la sua vendetta spietata del capitolo precedente. Questo demone sarcastico e a tratti divertente, cerca di spingere Nona a continui omicidi e a dare il peggio di sé, per questo lo tiene ovviamente nascosto. Nonostante questo paragone ciò che mi è piaciuto di questo libro è che la protagonista non è stereotipata. Nona sa di non essere infallibile, non le piace sbagliare o perdere, ma non per questo è sempre la migliore. Anzi sbaglia e conosce i propri limiti, ammette la sua ignoranza e anche se ha problemi con il contatto con altre persone, riesce a costruire degli affetti. Nonostante Keot i demone voglia spingerla sulla cattiva strada, lei cerca sempre di essere una persona migliore e si ascia prendere dalla rabbia solo per farsi guidare in combattimenti in cui rischia la vita. Altra cosa che ho apprezzato è il fatto che lei non sia l'eroina super potente che ci si aspetta, perché altre sono più forti di lei e Nona ne è consapevole e lo accetta.
Nella seconda metà  del libro si vede quanto Nona sia fallibile e soprattutto giovane. Costretta a lasciare il convento che considera l'unica casa che abbia mai avuto, si capisce che è ancora giovane e bisognosa delle persone che le stanno a cuore, per cui vediamo un nuovo aspetto di Nona che la rende più umana. Tutto ciò però cambia nelle lunghissime scene finali in cui Nona spinge sull'acceleratore e diventa quasi un supereroe, piena di una forza che sembra inesauribile. Mi è piaciuta la parte piena di azione ma l'ho trovata davvero molto lunga e tortuosa, sembrava non finire mai e davanti a ogni ostacolo Nona tira fuori un asso nella manica ancora più incredibile del precedente. Insomma era partita bene ma poi diventa troppo potente e perde un po' di "credibilità". Nonostante questo si capisce che Nona viene spinta in avanti dal desiderio di proteggere le sue amiche e la Badessa, che lei considera quasi una seconda madre. Del resto Nona lo ammette fin dalle prime pagine del primo libro che per ei l'amicizia è l'unica cosa che conta e l'unica cosa per cui sarebbe disposta a morire. 

Piano piano l'autore ci mostra anche questo muovo mondo particolare, l'ambientazione del convento è la stessa del precedente, tuttavia dopo che Nona lascia il convento, abbiamo una visione più ampia di questo strano mondo dove gli equilibri socio-politici si stanno muovendo e sembra che le certezze abbandonino tutti. Pensavo fosse ambientato in un mondo come il nostro ma nel futuro, invece credo che sia addirittura un pianeta lontano nello spazio! Ci sono molti riferimenti a navi che hanno portato lì le prime tribù e ho realizzato solo ora che probabilmente si riferisce a navi spaziali. Grazie al punto di vista della Badessa che inframmezza la narrazione capiamo più cose. Glass è astuta e molto competente e ha già previsto gran parte di ciò che accadrà e come un burattinaio muove i fili per piegare la sorte al suo volere. Tutto questo all'insaputa delle sue marionette, ignare di stare facendo il suo gioco, anche se non è dotata di poteri in senso stretto mi è piaciuto molto il suo personaggio che con la sua mente acuta riesce a smuovere le sorti di molti.

In conclusione il libro mi è piaciuto molto, Nona diventa sempre di più una dei miei protagonisti preferiti, ma la pecca è che l'ho trovato un po' più lento del primo. Sia per le parti che riguardano la badessa, che sono interessanti perché ci danno un quadro più generale delle vicende che non si limita alla vita nel convento ma che rallentano un po' la narrazione, sia per la parte della fuga finale, davvero molto lunga e con troppo over-power. Nonostante ciò, libro di tutto rispetto, non vedo l'ora di affrontare il terzo capitolo di questa trilogia super!

Voto: ⭐⭐⭐⭐/5

giovedì 22 ottobre 2020

Review party In fuga da Houdini


Titolo: In fuga da Houdini 
Titolo originale: Escaping from Houdini
Autrice: Kerri Maniscalco
Traduzione: Maira Dalai
Numero di pagine: 552
Lingua originale: Inglese
Editore: Mondadori





Trama

Audrey Rose Wadsworth e il suo assillante compagno, Thomas Cresswell, si imbarcano sulla lussuosa RMS Etruria, diretti alla loro prossima meta, l’America. La settimana di spettacoli circensi che allieterà la traversata – compresa l’esibizione di un giovane e promettente artista della fuga – sembra la distrazione ideale prima del tetro incarico che li attende oltreoceano. Ma presto il viaggio si trasforma in un festival degli orrori quando, una dopo l’altra, giovani donne vengono trovate morte.Per Audrey Rose, il Circo al chiaro di luna – con i suoi numeri inquietanti e i personaggi grotteschi – si trasforma in un incubo e la fa tornare alla sua ossessiva ricerca di risposte. Gli indizi sull’identità di una delle vittime sembrano condurre a qualcuno a cui Audrey Rose vuole molto bene: riuscirà la ragazza a fermare il misterioso assassino prima del suo terrificante gran finale?




Recensione

Ci troviamo nel terzo capitolo delle vicende di Audrey Rose e già dalle prime pagine sono stata presa da qualche dubbio. Siccome è un mistery ambientato a fine '800-inizi '900, l'accuratezza storica dovrebbe essere rispettata. Capisco qualche cambio di data che può servire ai fini di trama, ma quando leggo di un viaggio in carrozza da Bucarest a Liverpool in due giorni appena e di un viaggio in transatlantico di circa 7 giorni, ecco per me l'accuratezza storica va un po' a farsi friggere. Sono piccole cose è vero, ma per me avrebbero aiutato a inquadrare il libro in un contesto più preciso.
L'ambientazione navale è già stata usata nella letteratura gialla perchè a bordo accade sempre sempre qualcosa, tuttavia ho apprezzato le descrizioni degli spettacoli circensi perchè il circo d'epoca mi ha sempre affascinato molto e introdurre la figura di Houdini ha dato un tocco "magico" alle vicende. Alcuni spettacoli credo che fossero un po' improbabili da svolgere sopra a un palco su una nave, perché avrebbero richiesto troppo spazio e attrezzature, tuttavia sono piccolezze su cui si può anche sorvolare. Il titolo si concentra sulla figura di Houdini che però verrà trattato in modo più marginale poichè non è su di lui che si concentrano le vicende.
Ritroviamo i nostri protagonisti dei libri precedenti, tuttavia non ho apprezzato fino in fondo né uno né l'altro. Thomas sembrava promettente nelle scorse vicende, tuttavia in questo libro quasi non ha spazio perché viene soppiantato da un altro personaggio che si rivelerà essere l'altro angolo di un triangolo pieno di cliché. Thomas infatti diventa un po' il fantasma di sé stesso, non passa quasi tempo con Audrey Rose e compare solo quando c'è bisogno di interpellarlo per le indagini. Anche i capitoli bonus alla fine del libro ci regalano un'immagine poco lusinghiera di Thomas che si consuma nella gelosia, inoltre i toni molto harmony di queste pagine non mi ha catturato. Mefistofele al contrario diventa il compagno di avventure della protagonista che si lascia andare come non ha mai fatto con Thomas. Insomma, il tipico triangolo da young adult che per me non è stato gestito al meglio poiché il dilemma interiore di Audrey Rose mi sembra poco credibile. Se con Thomas ha paura anche di entrare a braccetto in una sala con altre persone, con Mefistofele si lascia andare completamente. Non disdegna incontri notturni da sola con lui in cabina o altrove, si aggira con lui per la nave, si ubriaca e balla nonostante sappia che lui la sta sempre e comunque manipolando per i suoi scopi (anche se ammetto di non aver capito a fondo quali siano). Insomma la psicologia di Audrey Rose cambia troppo in base al personaggio con cui si trova e questo la rende ancora meno credibile. La parte romance prevarica di molto quella delle indagini e questo fa si che la storia scorra quasi su due rette parallele. Anche se Mefistofele è ritenuto il primo sospettato, la cosa non turba mai nel profondo Audrey Rose, troppo presa dal sognare la libertà che il circo potrebbe rappresentare.

In questo terzo capitolo lo stile migliora perché non ci sono tutte le ripetizioni che ho riscontrato negli altri e la storia è più fluida anche se non priva di alcune scene lievemente senza di senso. Ad esempio Audrey Rose che per allontanare la cugina dalla vergogna di aver preso parte al circo, prende il suo posto per lo spettacolo finale..a ancora una volta coerenza e Audrey Rose viaggiano su due piani opposti. Inoltre i nostri protagonisti non scoprono nulla che possa condurli alla vera identità dell'assassino, fino alle ultime scene non capiscono quale sia l'artista del circo responsabile di una scia consistente di omicidi. Solamente quando l'assassino si palesa cercando di ucciderli, capiscono chi sia...non proprio due brillanti detective insomma. Anche qua come nei libri precedenti è l'assassino che con un lungo discorso spiega loro il movente e confessa, quindi non capisco come si sviluppi la parte mistery. Insomma Audrey Rose e Thomas cercano indizi, ricreano le scene per capire come si sono svolti alcuni omicidi, ma le loro azioni si fermano a questo, non c'è mai la rivelazione o l'indizio chiave che fa capire loro chi sia l'assassino, è sempre l'omicida che alla fine si palesa. Credo che dovrebbero entrambi decidere se vogliono fare i medici legali o i detective perchè questa via di mezzo non porta a conclusioni concrete.

Insomma anche questo libro finisce nella categoria dei "forse" per me perchè la parte mistery viene quasi completamente messa da parte. È vero che ci sono molti omicidi ma le indagini sono troppo staccate perché si è dato molto più spazio alla parte romance e alla descrizione degli spettacoli circensi. Da un lato ho apprezzato la parte sugli spettacoli perché mi interessava, ma dall'altro mi rendo conto che ha rallentato la narrazione. Una piccola cosa che ho apprezzato è come l'autrice abbia inserito il piccolo indizio che ci porterà al libro successivo, questa volta fino alle ultimissime pagine non si capirà che si tratta dell'aggancio al quarto libro e in questo modo ci regala un piccolo colpo di scena.

Voto: ⭐⭐,5/5

Review Party Nona Grey, Red sister

Titolo: Nona Grey, sorella rossa
Titolo originale: Nona Grey, red sister
Autore: Mark Lawrence
Lingua originale: Inglese
Traduzione: Marcello Jatosti
Numero di pagine: 864
Editore: Mondadori







Bentornati sul blog lettori! Oggi primo review party di questa trilogia che sto veramente amando. Ringrazio Beatrice di @eynyspaolinibook e la Mondaodri per aver organizzato l'evento e avermi permesso di partecipare, ma passiamo a questo libro pieno di azione.

Trama

Nel convento della Dolce Misericordia si allevano fanciulle per trasformarle in devote quanto pericolose assassine. Ci vogliono dieci anni di formazione, ma sono poche le ragazze dotate di vero talento per la morte, quelle nelle cui vene scorre il sangue delle antiche tribù di Abeth. Compito delle monache è scoprire e affinare queste doti innate, insegnando le tecniche della lotta con e senza armi e dello spionaggio, l’uso dei veleni e infine la tessitura delle ombre.
Ma neppure le sorelle più anziane sono in grado di comprendere fino in fondo la potenza del dono di Nona Grey, una bimba di otto anni che giunge al convento con l’accusa di aver compiuto un omicidio. Qui crescerà, ma non sarà facile per lei scegliere quale cammino seguire: indosserà la tonaca nera delle Spose dell’Antenato, per abbracciare una vita di preghiera e servizio? Vestirà il rosso delle Suore Marziali, esperte nel combattimento, o il grigio delle Suore di Discrezione, imbattibili nelle arti della segretezza? O il suo colore sarà il blu delle Suore Mistiche, capaci di percorrere il Sentiero?
Quale che sia il suo destino, dovrà lottare aspramente per conquistarlo.



Recensione

Siccome è una trilogia bella piena e corposa, si è pensato di affrontare un libro alla volta, per cui per ora analizzerò il primo libro, ossia Red sister/Sorella rossa.
Nel primo libro conosciamo Nona, una ragazza particolare che fa fatica a interagire con le altre persone, non ha amici e soprattutto ha capacità molto particolari. La sua vita viene stravolta prima da un mercante di bambini che la rivende e poi da una accusa di omicidio per cui sta per essere impiccata. La sua vita cambia ancora quando viene salvata da una suora che la porta in convento per salvarla, qua Nona cerca di farsi delle amiche e di venire a patti con il nuovo tipo di vita che le è stata imposta. Questo infatti è un convento molto particolare e la ragazza comincerà presto a dare sfoggio di tutte le sue abilità. Sembra che alcune cose siano lasciate un po' al caso ma in realtà è tutto concatenato. Nona è nuova a queste cose, si ritrova a dover stringere amicizie e a superare prove che sembrano impossibili e tutto per lei è difficile e alienante. Non ha mai visto nulla al di fuori del suo paesino e anche una cosa normale come mangiare tre pasti al giorno le risulta una incredibile. Il convento è una specie di accademia dove si formano giovani donne dai poteri e abilità particolari per diventare abili assassine o spie.
Il mondo in cui si svolge la storia è particolare,  vediamo soprattutto la vita nel convento, ma il wordbuilding è davvero unico. Le vicende si svolgono in un mondo simile al nostro dove il ghiaccio ha preso il sopravvento lasciando vivibile solo una striscia di terra in corrispondenza di quello che potrebbe essere un equatore. 
È un mondo governato da una religione particolare, quasi a braccetto con la magia. Le persone possono sviluppare quattro tipi diversi di capacità in base al tipo di sangue che gli scorre nelle vene e il convento è capace di sfruttarle per trasformare le suore in letali macchine assassine. L'ambientazione richiama un medioevo fantasy ed è abbastanza credibile in quanto ci sono castelli, monasteri e la costante lotta tra chiesa e stato.

Lo stile è scorrevole anche se bisogna prestare attenzione all'inizio perchè ci sono molte cose da tenere a mente e sono tutte nuove. Inoltre nella prima parte sono presenti una serie di flashback che non vengono introdotti, ci si ritrova in mezzo a scene del passato e questo può disorientare. Vediamo tutte le novità con gli occhi di Nona, questo universo è diverso dal solito e alcune cose non vengono approfondite ma vanno intuite. Ad esempio si colgono gli intrighi e le macchinazioni dietro le azioni della Badessa, ma si capisce anche che c'è molto di più. Un'antica profezia giocherà un ruolo fondamentale perchè può scatenare meccanismi imprevedibili e far stringere amicizie impensate ma di certo nel secondo libro verremo a conoscenza di molti più particolari. Per certi aspetti ricorda molto Nevernight perché le ragazze appartengono a un ordine religioso e vengono istruite nella sottile arte dell'omicidio, sia con il combattimento che tramite veleni. La differenza è che la provenienza da una delle 4 tribù può dare delle capacità in più. 
Non ho ancora capito bene la parte spirituale che concerne il Sentiero e ci sono molte cose di Nona che non ci sono state dette. Poiché vediamo tutto dal suo punto di vista ma lei non è il narratore, siamo vittime anche noi delle sue bugie e della sua ignoranza su alcuni fatti. In conclusione lo stile è scorrevole ma richiede l'attenzione costante del lettore perché è un libro molto pieno e anche se non sembra è tutto concatenato, è difficile parlarne senza fare troppi spoiler ma le vicende mi hanno catturato completamente e trascinato in un mondo nuovo, non vedo l'ora di continuare la lettura dei seguiti per cercare di venire a capo del mistero!

Il libro si può dividere in due parti distinte in cui la nostra protagonista cresce e si approccia al mondo. Nella prima parte Nona è una bambina e cominciamo a conoscerla, mentre nella seconda metà del libo troviamo una Nona più cresciuta, anche se è ancora una ragazza. Ancora non si fida del tutto delle altre persone quindi tiene molti segreti per sé, anche se finalmente è riuscita a stringere dei rapporti di amicizia che la spingono ad aprirsi di più. Resta comunque molto scaltra e non si lascia ingannare, infatti molto spesso seguendo il suo istinto arriva alla conclusione giusta. Tuttavia è ancora piena di rabbia e di dolore e questo a volte la spinge a non agire nel modo migliore. Finalmente capiamo meglio alcune parti del suo passato e dei suoi poteri e il libro diventa via via più intrigante, soprattutto nell'epilogo che ci regala una visione di quello che accadrà e che spinge il lettore ad andare avanti. Sempre nella seconda metà vediamo che finalmente Nona si apre di più alle persone ma questo la porta immancabilmente a restarne ferita, poichè entreranno in gioco nuovi personaggi e alcune persone a lei care mostrano invece la loro vera faccia. Nona è comunque un personaggio ben caratterizzato, anche se è la protagonista non è lei la persona più potente. Certo se ce la trovassimo di fronte di sicuro ci rivolterebbe come un calzino, ma ho apprezzato che non fosse lei la detentrice di un potere immenso come invece succede sempre alle protagoniste. Avanzando con la lettura si riesce a capire il pensiero di Nona, anche se non è una cosa facile, e questo significa che il personaggio è completo, con una sua psicologia. Le amiche di Nona sono interessanti a loro volta, ognuna ha le proprie abilità ed eccelle in qualcosa, molto spesso agiscono insieme perchè si completano l'un altra e nonostante i nomi siano tanti all'inizio, dopo un po' non si fa più confusione e si riescono a distinguere bene tra loro.

Insomma, un grimfantasy per adulti schietto e cruento che consiglio a chi ha lo stomaco forte e una mente aperta. L'autore è un vero maestro della suspance, tutti gli indizi disseminati nel libro vanno a incastrarsi alla perfezione e le cose non dette restano sospese fino alla fine, regalando così colpi di scena e cambi di prospettiva che non ci si aspettano. Nona è più potente di quanto lei stessa credeva possibile e non si risparmierà di certo dalla battaglia una volta scoperto quello che può fare. Altra cosa che ho davvero apprezzato (ma che potrà sembrare una cavolata) è che il glossario e le spiegazioni fatte dall'autore sono all'inizio del libro, così non ci si perde nei nomi perchè sono spiegati subito.

Continuate a seguire questo review party, non perdetevi le altre recensioni!

Voto:⭐⭐⭐⭐/5

martedì 20 ottobre 2020

Review Party Dormire in un mare di stelle, vol.2

Titolo: Dormire in un mare di stelle, vol.2
Titolo originale: To sleep in a sea of stars
Autore: Christopher Paolini
Lingua originale: inglese
Traduzione:
Numero di pagine: 48
Editore: Rizzoli

Bentornati sul blog lettori! Oggi parlerò del secondo volume di Christopher Paolini, la parte conclusiva delle vicende di Kira e dell'equipaggio della Wallfish. Ne consiglio la lettura a tutti, ma se volete farvi un'idea vi lascio QUI il link alla recensione del primo volume.
Ringrazio di nuovo Alessandra xi @raggywords e la casa editrice Rizzoli.




Trama

La nostra civiltà è in pericolo. Restano poche speranze, ora che la guerra dilaga in ogni angolo dell’universo contro non una, ma due potenti specie nemiche. Kira e i compagni dell’astronave Wallfish si trovano davanti a un bivio: eseguire gli ordini ricevuti e abbandonare la missione, oppure infrangere le regole e lanciarsi in un folle viaggio verso il cuore dello scontro? Kira sa di essere l’unica in grado di proteggere l’umanità e restituirle un futuro perché – ormai lo ha capito – il misterioso reperto alieno che è diventato tutt’uno con il suo corpo e la sua mente potrebbe rivelarsi l’arma decisiva per fermare il conflitto. Deve esercitarsi, però, imparare il prima possibile a padroneggiare le infinite sfumature di questo nuovo potere straordinario. È ricercata dalle autorità, fronteggia continui attacchi nemici, eppure Kira non ha più dubbi. Il pensiero della sua famiglia, di Falconi e la sua banda la accompagnano nell’ultima, colossale avventura oltre i confini dell’umano. Il traguardo è lontano e incerto, ma lei farà l’impossibile per raggiungerlo. È tutto ciò che desidera, il solo destino di salvezza: riportare la pace tra le stelle.



Recensione

In questo secondo volume le vicende riprendono da dove si erano interrotte a bordo della Wallfish, ritroviamo quindi l'ambientazione precedente tra stazioni spaziali e navicelle e ritroviamo il vecchio equipaggio che abbiamo imparato ad amare, nonchéa nostra protagonista. Le vicende si aprono con il viaggio della navicella verso il sistema di Sole per incontrare la Lega e affrontare il problema della guerra imminente. Anche se ritroviamo la vecchia compagnia, ci sono alcuni cambiamenti che saltano agli occhi fin da subito, soprattutto in Kira. Nel primo volume infatti era tangibile il suo senso di solitudine e anche la sua frustrazione nel non riuscire a cambiare le cose che le erano capitate, qui invece se ne ha un sentore, tuttavia è molto più evidente la sua risolutezza e la sua determinazione. Kira, che già era molto maturata, raggiunge nuove consapevolezze e soprattutto matura e muta anche il suo rapporto con la Lama Morbida. Finalmente si comincia a capire molto di più su questo xeno che non viene più utilizzato solo per distruggere ma anche e soprattutto per creare, egli arriva addirittura ad attribuirsi un nuovo nome, Seme, che lascia intendere così la sua natura di essere capace di creare nuova vita. 
Un altro personaggio che ha un po' più di spazio in questo capitolo è Gregorovich, che mi era piaciuto molto nel primo volume per il suo sarcasmo ma anche per la sua condizione fragile di cervello di bordo quasi danneggiato che altro non vuole che proteggere gli umani che vivono dentro di lui. Gregorovich e Kira avranno modo di parlare più a lungo in modo che lei possa conoscerlo meglio e soprattutto aiutarlo, ci viene infatti svelato qualche retroscena del suo passato e ciò che lo spinse a diventare ciò che è. In seguito a uno spiacevole evento l'equipaggio della Wallfish rischia di perderlo e davvero aspettavo con ansia di scoprire che cosa gli sarebbe capitato!

Ma ciò  che ho maggiormente apprezzato del secondo volume è lo stile più scorrevole, non ci sono lunghi viaggi nello spazio in cui Kira è da sola a riflettere, ma troviamo soprattutto fughe rocambolesche e combattimenti spaziali. Finalmente si giunge alla guerra intergalattica vera e propria e non mancheranno colpi di scena e combattimenti all'ultimo laser. La battaglia finale occupa parecchio spazio, come è giusto che sia, ma non l'ho trovata pesante, credo che fosse la conclusione che tutti si aspettavano anche se decisamente non mi ha un po' spiazzato ciò che è successo dopo. Aspettatevi un mega colpo di scena che lascia a bocca aperta, per me è stato un degno finale perchè pieno di tinte agrodolci. 
Sospetto però che questi siano i primi libri di una saga, anche se possono essere letti da soli, ci sono cose importanti che vengono lasciate a metà e proprio Kira ci fa capire che potrebbe esserci un seguito perchè alcune cose non si sono concluse come ci si aspettava. Sto provando a parlarvi di questo libro senza fare troppi spoiler ma è davvero difficile, il mio consiglio è quindi quello di leggerlo, in modo da poterne parlare insieme!

Insomma il libro mi è piaciuto proprio, si capisce che è stato concepito come un unico libro perchè dove finisce uno inizia l'altro, tuttavia leggendoli di seguito questo stacco non si percepisce. Si intuisce che in Italia si è optato per la divisione in due singoli volumi perchè nelle pagine finali c'è un'appendice molto lunga scritta dall'autore, che mancava nel volume 1. In questa appendice ci sono ricerche e spiegazioni approfondite di tutto ciò che viene citato nel libro, partendo dai motori delle navi spaziali, fino ai sistemi stellari di cui si parla. Inoltre è presente un piccolo dizionario di tutti i termini particolari utilizzati, anche se di molti è facile intuirne il significato mentre si legge ho comunque apprezzato alcuni chiarimenti. Quello che mi ha conquistato di questo secondo volume è lo stile più adrenalinico e scorrevole poichè fa crescere l'ansia per la guerra che si svolgerà e in relazione ad essa si parlerà della pace, obiettivo primario di Kira e dello xeno. La tematica della pace è comune a molti libri, tuttavia ho apprezzato gli sforzi di Kira nel volerla trovare a tutti i costi non solo per se ma per le specie che andranno a coesistere, anche sacrificandosi. Alcuni risvolti della storia me li aspettavo e, anzi, era dal primo volume che ci speravo, altre cose invece mi hanno molto colpito in positivo. Molte questioni sono tuttavia rimaste in sospeso, come Kira stessa ci fa notare quindi non so se sarà l'inizio di una saga o se invece il finale resterà aperto lasciando al lettore il compito di immaginare cosa potrebbe succedere, quello che so è che li ho divorati e che mi sono piaciuti moltissimo!

Non perdevi le altre tappe del calendario!

Voto: ⭐⭐⭐⭐,5/5


mercoledì 14 ottobre 2020

Review Party La guerra dei papaveri

Titolo: La guerra dei papaveri
Titolo originale: The poppy war
Autrice: R.F. Kuang
Lingua orginale: Inglese
Traduzione: Sofi Hakobyan
Numero di pagine: 516
Editore: Mondadori




Bentornati lettori in questo mese pieno di recensioni e di eventi! Oggi parleremo de La guerra dei papaveri, edito da Mondadori. Ringrazio la casa editrice e Silvia di @dicorviescrivanie per aver organizzato l'evento e per avermi scelto.





Trama:

Orfana, cresciuta in una remota provincia, la giovane Rin ha superato senza battere ciglio il difficile esame per entrare nella più selettiva accademia militare dell'Impero. Per lei significa essere finalmente libera dalla condizione di schiavitù in cui è cresciuta. Ma la aspetta un difficile cammino: dovrà superare le ostilità e i pregiudizi. Ci riuscirà risvegliando il potere dell'antico sciamanesimo, aiutata dai papaveri oppiacei, fino a scoprire di avere un dono potente. Deve solo imparare a usarlo per il giusto scopo.


Recensione:
La guerra dei papaveri è decisamente un fantasy per adulti per via del suo tono crudo e schietto, definito da molti come un grim fantasy presenta alcuni degli aspetti tipici. Troviamo infatti toni molto schietti e pieni di parolacce, un'ambientazione medievale, ma soprattutto guerra e stermini e in particolare c'è una corruzione profonda della protagonista. Ho apprezzato molto questo suo lato che lo ha reso molto vero e sentito, lo so che parliamo di una storia con tratti fantasy e quindi il termine"vero" sembra fuori luogo, ma si ispira a fatti realmente accaduti e tratta di tematiche molto delicate. Dalle pagine traspare la critica dell'autrice a un determinato evento del passato di Cina e Giappone, ossia il massacro di Nanchino. Questo evento cruento ebbe luogo nelle prima parte del 900 e vide come protagonisti questi due paesi asiatici, il Giappone infatti uccise in modo cruento e violentò tutti gli abitanti di questa provincia cinese. Leggendo il libro si capiscono i vari riferimenti a questo cruento fatto, per cui è si un fantasy con luoghi e persone inventati, ma è facile capirne la provenienza.
La guerra dei papaveri è quindi un libro per adulti che tratta diversi temi. È facilmente divisibile in due parti distinte, nella prima conosciamo la nostra protagonista Rin e la seguiamo nella sua vita all'accademia militare. Per lei è tutto nuovo, anche la vita in città la sorprende di continuo poiché viene da un piccolo paese di provincia e non ha mai nemmeno sperimentato cosa sia l'amicizia. Seguiamo il suo percorso di crescita personale, vediamo le ingiustizie che subisce dai tanti che la odiano e la vediamo stringere le prime e strane amicizie. Si affeziona molto a uno dei maestri che le insegnerà un nuovo modo di combattere, facendole capire di essere una sciamana, ossia una persona che riesce a connettersi con gli dei per sfruttarne il potere. Ricorda un po' Mulan con dei poteri, con la differenza che Rin non deve celare il suo essere donna (cosa che ho apprezzato). 
Nella seconda metà del libro la guerra scoppia all'improvviso e Rin è costretta a uno scatto di crescita improvviso, non riesce a usare i suoi poteri come vorrebbe ma è disposta a tutto per salvare il suo Paese. In questa parte vediamo la crescita veloce di Rin e il procedere di un suo lato più oscuro, anche se è ancora giovane e si nota la sua ricerca dell'approvazione altrui. E' raro che il protagonista di un libro si avvicini al finale corrompendosi così tanto, ma è una cosa che ho apprezzato perchè vediamo Rin sbagliare e questo la fa sembrare più vera e non stereotipata. Inoltre la sua corruzione interiore ci fa capire che la tematica della guerra e delle conseguenze negative che porta, è molto sentita dall'autrice.
 
Ambientato in una terra che ricorda la Cina medievale, costantemente in guerra con altre nazioni e con se stessa, cattura per il worldbuilding ben fatto, complice il fatto che ricordi terre che conosciamo. Nonostante non ci siano lunghe descrizioni dei paesaggi, non ho fatto fatica a immaginarmi prima il piccolo villaggio di Rin, poi l'accademia militare e infine la maestosa capitale. Devo ammettere che mi sono appoggiata molto a immagini già viste in alcuni film per immaginarmi le scene, però non è una cosa negativa. Siccome il libro è molto pieno credo che lunghe descrizioni di usi, costumi e luoghi avrebbe reso la lettura più ostica. Lo stile infatti è scorrevole e piacevole, non ho trovato punti in cui la narrazione rallenta molto e anzi, il finale è un crescendo di avvenimenti che lasciano a bocca asciutta in attesa del secondo volume.

Come ho già detto prima Rin mi è piaciuta molto, è una ragazza che vuole scappare dalla sua misera condizione e quindi è determinata. Intelligente e volenterosa nel dare sempre il meglio di sé, la vediamo crescere con la storia. La guerra metterà in crisi alcune cose che ha imparato e si troverà a dover affrontare momenti difficili. Del resto è ancora molto giovane e alla ricerca di chi vuole essere davvero e non controlla appieno i suoi poteri perché ne ha paura. Una situazione estrema però la porterà a prendere decisioni estreme, è un cambiamento ben costruito e comprensibile ma comunque mi ha lasciato con l'amaro in bocca perché mi aspettavo di meglio da lei. Nonostante questo il suo cambiamento finale è verosimile e credo ben spiegato e inoltre senza questa decisione temo non ci sarebbero stati i volumi successivi, quindi non vedo l'ora di scoprire come andrà a finire. 
Il resto dei personaggi non sono molto approfonditi, ho detestato Altan dal primo momento anche se alcune sue azioni sono comprensibili. Spero invece che altri personaggi rimasti un po' sullo sfondo vengano ripresi in seguito perchè sono interessanti, anche se molti. Capisco la scelta di non entrare troppo nei dettagli per alcuni perchè i compagni di squadra di Rin sono parecchi e con nomi particolari (ammetto di aver fatto fatica ricordarmeli tutti mentre leggevo), vedremo se verranno approfonditi in seguito.

Ciò che mi ha colpito del libro sono le tematiche sullo sfondo perchè sono parecchie e importanti. Si parla soprattutto della guerra, dei crimini di guerra e dalla difficile vita svolta dai soldati al fronte. Vengono introdotte anche altre tematiche molto delicate quali il genocidio e la tossicodipendenza, il tutto reso in un modo che per me è molto vero. Sono temi che non vengono approfonditi con lunghi discorsi ma l'autrice è stata brava a far trasparire il dolore dietro questi argomenti, denotando un grande talento.

In conclusione il libro mi ha davvero catturato, una storia per adulti ben costruita, diretta e cruda, sembra quasi un libro di narrativa con qualche accento fantastico. Si coglie il cambiamento dall'età giovanile a quella più adulta e lo scoppio della guerra farà da divisore tra queste due parti della vita, la protagonista è ben costruita e l'ho apprezzata molto per le sue doti ma anche per i suoi limiti. Ho divorato il libro in pochi giorni, complice uno stile fluido e scorrevole, davvero una lettura consigliata!

Non perdetevi le altre recensioni dei partecipanti a questo evento!




Voto: ⭐⭐⭐⭐/ 5

Blog Tour Alla ricerca del principe Dracula. Come Dracula ha influenzato il mondo occidentale

Bentornati sul blog lettori! Oggi parleremo di una creatura della letteratura ormai nota a tutti: il vampiro. In particolare mi concentrerò sulla figura di Dracula e come abbia influenzato il mondo occidentale. Ringrazio sempre Beatrice di @eynyspaolinibooks, Yelena di @lalibreriadiyeli e la casa editrice Mondadori per aver organizzato l'evento. 

Vi lascio la trama del libro Alla ricerca del principe Dracula e QUI il link per la recensione che troverete sempre sul blog se ve la siete persa.





Trama
Dopo aver scoperto con orrore la vera identità di Jack lo Squartatore, Audrey Rose Wadsworth lascia la sua casa nella Londra vittoriana per iscriversi – unica donna – alla più prestigiosa accademia di Medicina legale d’Europa. Ma è davvero impossibile trovare pace nell’oscuro, inquietante castello rumeno che ospita la scuola, un tempo dimora del malvagio Vlad l’Impalatore, altrimenti noto come Principe Dracula.
Strane morti si susseguono, tanto da far mormorare che il nobile assetato di sangue sia tornato dalla tomba. Così Audrey Rose e il suo arguto compagno, Thomas Cresswell, si trovano a dover decifrare gli enigmatici indizi che li porteranno all’oscuro assassino. Vivo o morto che sia.






Prima di cominciare è d'obbligo una piccola premessa: Dracula non è il primo vampiro che si incontra in letteratura, anche se molti lo credono. Prima di lui abbiamo altri riferimenti a questa figura già a partire già dal Settecento e altri autori prima di Stoker parlano di esseri che si nutrono di sangue per sopravvivere, ad esempio lo troviamo ne "Il vampiro" di John Polidori o in Carmilla di Le Fanu. 
Tuttavia il romanzo di Stoker fu un tale successo che dopo Dracula la figura del vampiro entrò nelle eccellenze della letteratura horror-gotica, portando definitivamente nel mondo occidentale questo oscuro essere. Nonostante i libri sopracitati siano stati scritti da un inglese e da due irlandesi, la figura del vampiro affonda le sue radici nel folkclore dell'Europa dell'est. Fu grazie a questi autori che il resto del mondo venne a conoscenza di queste credenze popolari sulle quali ricamarono poi i personaggi per i loro romanzi. 

Visto l'enorme successo del romanzo di Stoker, il mito di Dracula divenne molto popolare e finì immancabilmente per influenzare anche la cultura occidentale. Oltre alla sua presenza in romanzi pubblicati e letti all'epoca, quello del vampiro è un personaggio che sopravvive fino ai giorni nostri, infatti basta considerare che quando si parla di vampiro l'immagine che ci viene in mente è subito chiara. Certo generazioni precedenti alla nostra si immagineranno la figura di un uomo elegante con camicia bianca e un mantello dal collo alto, mentre i più giovani penseranno di certo ai protagonisti di Twilight o de Il diario del vampiro. Tutto ciò sottolinea quanto la figura del vampiro sopravviva nell'immaginario collettivo delle figure horror, anche se profondamente cambiata. 


Fan art di Dracula

Di certo da un punto di vista letterario e cinematografico la figura del vampiro è cambiata molto, partendo dal Settecento esseri come Dracula erano visti come non-morti che riposavano nelle proprie bare durante le ore diurne, bevevano il sangue di fanciulle vergini per sopravvivere ed erano anime dannate. Ma nel corso dell storia pian piano questa figura è mutata, infatti nella letteratura e cinematografia più recente vengono attribuiti ai vampiri molte più qualità di quelle che in realtà gli servono. Velocità e forza sovrumane diventano così caratteristiche di base, vengono dotati di poteri che possono variare dalla telepatia al trasformismo e non tutti fuggono dalla luce del sole, ma soprattutto vengono resi più umani
In Intervista col vampiro, Twilight, Il diario del vampiro e in molti altri fra film e romanzi, si cerca di far empatizzare il lettore o spettatore con questa figura. In particolare si cerca di donare a questi protagonisti la capacità di amare, provare rimorso per il loro vivere e soprattutto un desiderio viscerale di tornare umani.
La cosa che accomuna tutti tra i vampiri più recente e quelli più "antichi" è la sete di sangue, che è l'unica fonte di sostentamento per queste creature. Tuttavia vampiri come Carmilla o Dracula, provavano piacere nella caccia e nell'atto di attingere alle proprie vittime, mentre il vampiro più moderno ne prova repulsione anche se è una cosa necessaria. 



I vampiri di Twilight

Da questo passaggio possiamo quindi vedere l'influenza nella letteratura di Dracula, ma anche il cambiamento che piano piano si sta operando.
Credo che nell'immaginario collettivo vada via via scemando la figura tenebrosa e capace di incutere timore come lo era Dracula, di sicuro ha portato nel resto del mondo le leggende della Romania che riguardavano i vampiri, ma piano piano ha perso la sua influenza passando da figura horror a figura di intrattenimento. 
Tutti i libri e i film dalla seconda metà del 900 ad oggi, presentano un vampiro che nonostante gli incredibili poteri è più umano, è qualcuno con cui intrecciare rapporti, per cui partendo da una letteratura horror-gotica, arriviamo a un fantasy più dolce e che non incute timore, ma anzi che spinge i lettori a sognare relazioni con essi. Infatti ormai il vampiro lo si ritrova solo in qualche dark fantasy (che comunque include solo scene di sesso con questo coso), o urban fantasy, o in generale fantasy romantico. Il romanzo di Dracula comunque fu un tale successo perchè fu tra i primi ad avere una vena erotica collegata al vampiro, l'aura malvagia di questa figura rappresentava la perdizione e  da lui si è sviluppata tutta una letteratura che ha visto sempre di più il vampiro come oggetto di desiderio.

In conclusione possiamo dire che sì, Dracula ha portato fino a noi la figura del vampiro e sicuramente ha influenzato la nostra letteratura e industria cinematografica, ma non sapiamo dire se ha influenzato la nostra cultura in positivo o in negativo, dato che questo essere succhiasangue è decisamente cambiato nell'immaginario collettivo. 



Curiosità: la figura del vampiro spopolò così tanto in occidente perché la moda letteraria dell'epoca aveva una forte vena horror-gotica, ma vi siete mai chiesti perché? Una figura che risorge dalla tomba affascina molto ma non era raro che in epoca vittoriana ciò accadesse, d'accordo non si parlava di vere e proprie morti ma solo di morti apparenti. In quest'epoca infatti la sovrappopolazione e il divario tra ricchi e poveri causava una carenza di materiali notevole. Le classi più povere non potevano certo permettersi le raffinate porcellane ed erano costrette ad utilizzare stoviglie di stagno, ferro e altre sostanze che a contatto con liquidi arrugginivano. Siccome la birra di bassa lega era a buon mercato in molti la consumavano, il contatto dell'alcool con la ruggine avvelenava le persone rilasciando sostanze che facevano cadere in uno stato di quasi morte o morte apparente. Il corpo veniva consegnato alla famiglia ma prima di dichiararne definitivamente la morte veniva tenuto in casa e sorvegliato per un determinato lasso di tempo nel caso si fosse ripreso. Da qui deriva il termine "veglia" riferito ai defunti.
Ma ancora più macabra è questa piccola curiosità. Sempre in epoca vittoriana era facile che per le classi meno abbienti venissero riciclate molte cose, tra cui anche le bare. Un po' per mancanza di soldi e un po' per mancanza di spazio, le tombe venivano spesso riutilizzate e fu così che si scoprì (sempre per i motivi riportati sopra e perché diciamocelo, la medicina lasciava abbastanza a desiderare) che spesso le pareti interne erano ricoperte di graffi. Questo stava a indicare che una errata diagnosi di morte faceva si che molte persone fossero seppellite vive. Si pensò allora di collegare un filo all'interno della bara con una campanella posta all'esterno in modo che, se il defunto si fosse svegliato, avrebbe potuto suonare per attirare l'attenzione. Da qua il detto "ti ha salvato la campanella". 


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martedì 13 ottobre 2020

Review Party Thunderhead

Titolo: Thunderhead, libro 2 della trilogia della Falce
Titolo originale: Thunderhead
Autore: Neal Shusterman
Lingua originale: Inglese
Traduzione: Lia Tomasich
Editore: Mondadori





Bentornati sul blog lettori! Oggi ringrazio Ylenia di @cronachedilettriciaccanite e la Mondadori per l'opportunità di aver partecipato a questo review party. 
Se non avete letto il primo libro della trilogia vi consiglio di non leggere per evitare gli spoiler, ma se volete farvi un'idea vi lascio QUI la recensione del primo.


Trama

In un mondo che ha sconfitto fame, guerre e malattie, le falci decidono chi deve morire. Tutto il resto è gestito dal Thunderhead, una potentissima intelligenza artificiale che controlla ogni aspetto della vita e della società. Tranne, appunto, la Compagnia delle falci.Dopo il loro comune apprendistato, Citra Terranova e Rowan Damisch si sono fatti idee opposte sulla Compagnia e hanno intrapreso strade divergenti.Da ormai un anno Rowan si è ribellato ed è fuggito, diventando una vera leggenda: Maestro Lucifero, un vigilante che mette fine alle esistenze delle falci corrotte, indegne di occupare la loro posizione di privilegio. Di lui si sussurra in tutto il continente.Ormai divenuta Madame Anastasia, Citra è una falce anomala, le sue spigolature sono sempre guidate dalla compassione e il suo operato sfida apertamente il nuovo ordine. Ma quando i suoi metodi vengono messi in discussione e la sua stessa vita minacciata, appare evidente che non tutti sono pronti al cambiamento.Il Thunderhead osserva tutto, e non gli piace ciò che vede. Cosa farà? Interverrà? O starà semplicemente a guardare mentre il suo mondo perfetto si disgrega?




Recensione

In questo secondo capitolo ci ritroviamo nello stesso mondo del futuro in cui si svolge falce, ma con piccole differenze. Se nel primo libro la parte filosofica era molto incentrata sulla questione della vita, della morte e dell'immortalità, questo libro si concentra invece sul rapporto tra le persone e la tecnologia. Non ci sono più i diari delle falci ad aprire i capitoli ma una specie di diario del Thunderhead che ci fa capire le sue parti più profonde, da quando è stato costruito ai giorni in cui è ambientata la storia. È lui che ha sulle spalle qualsiasi aspetto della vita degli esseri umani, dalla più minima alle cose più palpabili. Questa IA controlla ogni cosa e infatti spesso si paragona a Dio che con amore si occupa di tutte le sue creature, anche di quelle che non sanno di aver bisogno di lui o che non vogliono che lui controlli le loro vite. Nel libro infatti viene inserita una nuova figura che abita in questa società, quella del losco. Sono coloro che per scelta o per i crimini commessi vengono quasi abbandonati dal Thunderhead, la IA non può interferire con le loro vite e comunicare con loro ma li osserva continuamente. Qua entra in gioco un nuovo personaggio, Greyson, che sembrerà marginale all'inizio ma che giocherà invece un ruolo fondamentale. Ma soprattutto attraverso i suoi occhi vediamo scorci di società più completi, che nel primo libro ci sono mancati. Tuttavia nonostante continui a millantare la sua perfezione, il Thunderhead ci offre molte contraddizioni in ciò che dice. Non capisco se siano volute o no ma mi hanno lasciata molto perplessa perché più volte contraddice ciò che aveva riferito poco prima. In alcuni punti arriva praticamente a dire che l'operato e la figura stessa della falce non serve realmente e allora mi sono tornate in mente le domande fatte nel primo, in particolare "perché non operare un controllo delle nascite?". Di certo ci devono essere delle spiegazioni dietro che magari spiegheranno perché il Thunderhed non è la IA perfetta che dice di essere.

Ritroviamo poi i due protagonisti del primo libro, Citra e Rowan. Lei è diventata una falce e cerca di trovare il suo posto nel mondo dopo che il Thunderhead le ha fatto capire di essere importante per ciò che ha previsto accadrà.  La vedo più maturata anche se nonostante tutto rimarrà quasi piatta per tutto il libro non operando una crescita evidente. Rowan invece per me non ha fatto nessun passo avanti, anzi agisce sempre spinto dalle emozioni e questo non sempre gioca a suo favore. Inoltre trovo improbabile che dopo solo un anno di allenamento in arti marziali sia in grado di soggiogare falci che si allenano da molti moltissimi anni, ma questa è solo una delle tante piccole cose che mi hanno lasciato dubbiosa.

Questo secondo libro è comunque pieno di colpi di scena che si susseguono tra le pagine e anche cose che sembrano superficiali sono invece da tenere a mente. Anche alcuni personaggi o vicende che sembrano in secondo piano credo giocheranno un ruolo fondamentale per completare le vicende nel terzo libro. Ogni piccolo dettaglio serve per cercare di completare il quadro finale,  anche se l'ultima scena è completamente inaspettata. Sono molto curiosa di scoprire come si aprirà l'utlimo libro perché credo che sarà una storia molto piena. Quello che però frena un po' il mio entusiasmo è lo stile dell'autore perché lo trovo molto distaccato. Sembra quasi un elenco di cose che succedono e basta, non riesco a calarmi nella storia, a entrare in sintonia coi personaggi. Forse è il suo intento, non so, ma mi sembra sempre di essere uno spettatore esterno e la cosa mi fa storcere un po' il naso perché vorrei entrare di più nelle vicende. Infatti nonostante i colpi di scena la storia non ha un climax che cattura, l'azione non si percepisce in crescendo e non c'è quasi evoluzione.

In conclusione il libro per me è un "forse", l'ho trovato più scorrevole del primo anche se con qualche pecca. Manca un climax che ti fa restare incollato alle pagine perché è vero, i colpi di scena ci sono, ma alcuni riprendono lo stesso schema del primo libro e quindi quasi me li aspettavo. Inoltre lo stile freddo e distaccato mi rende difficile calarmi del tutto nella storia, cosa che mi piacerebbe. La scena finale lascia di sicuro la voglia di scoprire come tutte le vicende si concluderanno, spererei in alcuni colpi di scena meni macchinosi ma ormai ho capito che lo stile è diverso da come lo vorrei, quindi mi accontenterò di scoprire come finirà.

Voto: ⭐⭐⭐/5

mercoledì 7 ottobre 2020

Review Party Alla ricerca del principe Dracula

Titolo: Alla ricerca del principe Dracula
Titolo originale: Hounting prince Dracula
Autrice: Kerri Maniscalco
Traduttrice: Donatella Rizzati
Lingua originale: inglese
Pagine: 468
Editore: Mondadori






Trama 
Dopo aver scoperto con orrore la vera identità di Jack lo Squartatore, Audrey Rose Wadsworth lascia la sua casa nella Londra vittoriana per iscriversi – unica donna – alla più prestigiosa accademia di Medicina legale d’Europa. Ma è davvero impossibile trovare pace nell’oscuro, inquietante castello rumeno che ospita la scuola, un tempo dimora del malvagio Vlad l’Impalatore, altrimenti noto come Principe Dracula.
Strane morti si susseguono, tanto da far mormorare che il nobile assetato di sangue sia tornato dalla tomba. Così Audrey Rose e il suo arguto compagno, Thomas Cresswell, si trovano a dover decifrare gli enigmatici indizi che li porteranno all’oscuro assassino. Vivo o morto che sia.




Recensione

Bentornati sul blog lettori! Oggi parlerò del secondo capitolo di una saga di cui si parla molto di recente: Alla ricerca del principe Dracula, di Kerri Maniscalco. Anche oggi ringrazio Beatrice di @eynyspaolinibook e Yelena di @lalibreriadiyely, nonché la casa editrice Mondadori. Ma passiamo al libro!

In questo secondo capitolo la narrazione è più avvincente, forse sono di parte perché mi ha sempre affascinato molto la figura del vampiro ma trovo che l'autrice sia migliorata nel creare un'aura di mistero, almeno nella prima parte del libro. In questa parte infatti ci da tanti piccoli indizi e lascia cadere qua e là qualche riferimento alla figura di Dracula e di Vlad l'impalatore. Forse avrei preferito una spiegazione più omogenea perché io conosco le leggende ma per qualcuno che si approccia per la prima volta può essere più difficile mettere in fila tutti i pezzi. Comunque come nel primo libro si vedono tutte le ricerche svolte dall'autrice ma anche qua ci sono piccoli cambiamenti e licenze poetiche. 
Anche in questo libro la narrazione è inframmezzata da foto e disegni che completano il quadro creato e che ho trovato molto interessanti. L'autrice inoltre spiega nelle note finali perchè il femminismo di Audrey Rose risulta troppo moderno per la sua epoca ma credo che non ci riesca del tutto, non ho trovato la spiegazione del tutto esaustiva e tra l'altro anche in questo romanzo trovo che siano introdotti temi troppo moderni per l'epoca. Facendo un esempio banale si parla di "benzina" che stava cominciando a essere conosciuta in quel periodo ma con un altro nome, e si parla di "adrenalina", scoperta solo nel 1901.
Mi è piaciuto però come l'autrice sia riuscita a infilare nella narrazione un piccolo riferimento al terzo libro, è stata una mossa furba che lascia intuire quale sarà il tema della prossima avventura.  

La cosa che mi è piaciuta poco e che avevo già riscontrato anche nel primo libro, è che in molti punti ci sono delle ripetizioni, soprattutto quando la protagonista pensa. Molte sue considerazioni sono dette e ridette e questo contribuisce a non creare di lei un parere del tutto positivo. Trovo che Audrey Rose sia spesso incoerente, soprattutto quando dice di volere un certo tipo di vita e poi si lascia coinvolgere in incontri segreti di mezzanotte, posso solo dire che è una protagonista giovane e quindi alla fin fine lei è la prima a non sapere esattamente ciò che vuole, ma forse l'avrei voluta più determinata. Nelle vicende è presente anche una coppia omosessuale, cosa che ho apprezzato, ma la nostra Audrey Rose si dimostra incoerente ancora una volta. Nonostante non rimanga in alcun modo turbata da questa relazione, si scandalizza ogni volta che Thomas le si avvicina o restano soli perché non è presente uno chaperon e la sua reputazione ne risentirebbe troppo. Per una persona dell'epoca con idee avanguardiste sulle coppie omosessuali, mi sembra un ragionamento incongruo e ancora una volta non capisco se vuole essere moderna rispetto ai tempi o è solo una facciata. Thomas invece in questo libro ha un leggero cambiamento perchè mostra di più le proprie emozioni anche se sembra dimenticare di essere lui quello intelligente della coppia, o almeno così si presume. Inoltre mi sarebbe piaciuto vedere uno sviluppo più serio nel loro rapporto e soprattutto nei loro dialoghi che invece girano intorno alle solite battute: lui è fantastico e nessuna gli resiste, lei è adorabile e viene presa in giro da lui. Questa cosa in particolare mi fa un po' storcere il naso perchè se una persona cerca di farti sempre passare per stupida non è proprio un corteggiamento, quanto più una mancanza di rispetto. Avremo comunque uno sviluppo nel loro rapporto alla fine del libro ma non aggiungo altro per evitare troppi spoiler. 

L'ambientazione è molto più curata in questo capitolo, abbiamo delle belle descrizioni dei Carpazi, del cupo castello trasformato in accademia e delle gallerie segrete che si snodano sotto di esso. La Maniscalco ha ricreato proprio lo scenario adatto ai vampiri attingendo alle leggende e creando un'atmosfera più cupa. La parte mistery del libro è più sviluppata, almeno fin a metà romanzo. Purtroppo nella seconda metà vediamo Audrey Rose che rimugina molto ma senza arrivare a un conclusione soddisfacente, anche qua come nel primo libro non è lei a risolvere il mistero. Non capisce assolutamente chi sia il vero colpevole fino a che questo non le si presenta davanti e confessa in una scena che avrei voluto più articolata perchè in poche righe inizia e finisce, togliendo così quel poco di suspance che si era venuta a creare. Inoltre il movente per gli omicidi l'ho trovato a dir poco debole e forzato ma come ho detto la scena si svolge molto in fretta e quindi non ci si ragiona molto. Il libro si conclude con un piccolo escamotage per allacciarsi al terzo anche se molte cose sono rimaste senza risposta o comunque ci sono delle questioni aperte che spero vengano riprese nel seguito.

In conclusione il libro era partito meglio rispetto al primo, all'inizio le descrizioni dell'ambiente mi hanno coinvolto di più ma comunque lo stile molto ripetitivo della Maniscalco mi ha fatto perdere interesse. Inoltre credo che non sia riuscita a sviluppare al meglio la parte mistery nemmeno qua perché ha lasciato molte cose irrisolte e alcune le ho trovate davvero forzate e poco credibili. La cosa positiva è che rispetto al primo non ho capito fino all'ultimo chi fosse il colpevole. Vedremo come si evolverà la storia nel terzo capitolo dato che abbiamo una piccola evoluzione nel rapporto dei protagonisti.

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Voto: ⭐⭐,5/ 5

domenica 4 ottobre 2020

Recensione Serpent and Dove

Titolo: Serpent and Dove, la strega e il cacciatore
Titolo orginale: Serpent and Dove
Autrice: Shelby Mahurin
Traduzione: Ilaria Katerinov
Numero di pagine: 491
Editore: HarperCollins




Eccoci qua lettori, pronti per una nuova recensione!
Oggi vi parlerò di Serpent and Dove, se come me avete la passione per le streghe e credete che nel fantasy vengano un po' bistrattate, non leggete questo libro perchè la delusione potrebbe essere cocentissima.


Trama
Louise la Blanc è fuggita dalla sua congrega e si è rifugiata a Cesarine, rinunciando a ogni forma di magia e vivendo di furti ed espedienti. Perché in quella tetra città le streghe come lei fanno paura. Vengono braccate. E mandate al rogo. 
Reid Diggory è un cacciatore, ha giurato fedeltà alla Chiesa e da sempre vive secondo un unico, ferreo principio: uccidere le streghe. La sua strada non avrebbe mai dovuto incrociare quella di Lou, eppure un perverso scherzo del destino li costringe a un'unione impossibile: il santo matrimonio. Ma anche se quella tra le streghe e la Chiesa è una guerra antica come il mondo, un nemico crudele ha in serbo per Lou un destino peggiore del rogo. E lei, che non può cambiare la propria natura e nemmeno ignorare i sentimenti che stanno sbocciando nel suo cuore, si trova di fronte a una scelta terribile. Siamo legati a doppio filo dall'amore, dall'onore, o dal fuoco... E l'amore si prende gioco di tutti noi.

Recensione

Come già accennato prima, ero partita tutta carica per questo libro che parlava di streghe...peccato che alla fine non parli di streghe ma di una improbabilissima storia d'amore. Diciamo che è il libro giusto se si vuole staccare da altre letture più impegnative o se si vuole superare il blocco del lettore.
Andiamo con ordine partendo dall'ambientazione, il libro si apre su questi luoghi che ricordano molto il Medioevo francese con una punta di fantasy. Da un lato abbiamo la chiesa cattolica e la monarchia e dall'altro la terribile piaga delle streghe che devono essere sterminate e mandate al rogo (già qui originalissimo). Fin qua tutto bene, se non fosse che ci sono molti, troppi difetti anacronistici. Primo fra tutti un utilizzo costante di parolacce e gestacci troppo moderni per l'epoca e poi tante altre piccole cose che rendono difficile collocare la storia in un contesto. Fra gli oggetti più citati abbiamo croissant e dolci di pasticceria, giornali, siringhe e dentifricio...ok sono piccole cose però mi hanno fatto storcere un po' il naso perchè sembrano errori di distrazione. Tra le altre cose che mi hanno lasciata un po' perplessa sono i tanti elementi presi da altri libri, un anello che rende invisibili vi dice nulla? Per non parlare dei nomi delle streghe, a parte quelli delle protagoniste, ritroviamo i nomi tipici come Morgana o Manon...originalità portami via. Sarà poi che io ho perso un po' la magia della gioventù ma leggendo non sono proprio riuscita a trovare la colomba che viene citata nel titolo. Ho capito che il serpente è lei perchè viene chiamata così più volte e anche lei si definisce tale, ma non ho proprio capito chi sia la colomba, lui forse? In una scena viene citato alla veloce un animale di questo tipo ma spero che il titolo non si riferisse a quello perchè allora la poesia è un po' macabra.

Se non altro lo stile è fluido, scorre velocemente fino alla parte centrale del libro che è quella dedicata ai due protagonisti per conoscersi. Qui non succede niente di eclatante a parte delle scene che servono solo a far avvicinare Lou e Reid. Il libro quindi è un po' un susseguirsi di scene improbabili dove ne capitano di tutti i colori e questi cacciatori così bravi non riescono mai a capire che lei è una strega infiltrata tra le loro file. Che dire, lo stile è scorrevole ma i colpi di scena per far accadere le cose sono troppo macchinosi e forzati, si vede che l'autrice aveva in mente cosa far accadere ma a volte era difficile incastrare il come. Per fare un esempio, la scena in cui vengono forzati al matrimonio è completamente nonsense. Lei è una ladra in fuga dalla legge, lui rappresenta legge e la cattura ma nel farlo le strappa il vestito davanti a molti testimoni. Per salvare le apparenze li fanno sposare e lei non viene nemmeno punita per il furto...ancora non me ne capacito.

Della protagonista abbiamo già detto che è una ladra e sappiamo che è una strega, era la parte che mi interessava di più ma purtroppo tutto questo non viene approfondito. La parte fantasy infatti è molto di contorno alla love story che è la vera protagonista del romanzo. Non ci viene spiegata come funziona la società delle streghe, nè perchè alcune vivano in segreto in città piene di persone che vogliono ucciderle. Il funzionamento dei poteri non viene approfondito e anzi vengono citati solo due tipi di magia, ma non si va oltre. Louise è un po' la tipica eroina da young adult, ha un segreto da nascondere, un passato tormentato e ovviamente si innamora del suo nemico giurato. Innamoramento che ritengo quasi inspiegabile dato che praticamente non passano mai tempo insieme e quando lo fanno non fanno che ripetersi "sei mia moglie adesso, fai così" e "se sei mio marito fai colà", insomma non proprio le basi per un rapporto, credo. La loro storia e i protagonisti in genere mi ricordano un po' i libri di Sarah J Maas, perchè anche lui rientra nello stereotipo del maschio alpha che deve salvare la sua donna da qualunque minaccia reale e immaginaria. Reid infatti è possessivo con lei non appena la conosce e questo è un po' troppo, non vorrebbe essere sposato a una donna che ritiene una miscredente ma nessuno può vederla, toccarla o altro. Inoltre è un bigotto che non fa che scandalizzarsi per le parolacce usate da lei e per il fatto che ogni tanto si fa addirittura il bagno svestita. Uno shock dietro l'altro per questo cacciatore tutto d'un pezzo forgiato nel fuoco di mille battaglie. Insomma i protagonisti mi sono sembrati un po' la parodia di Nina e Matthias (lei ha dei poteri e lui è un uomo mandato da Dio per estirpare tutta la progenie delle streghe), ma sono un po' troppo all'estremo perchè lui più volte paragona le streghe agli animali (cioè,  cosa?!) e lei se ne innamora lo stesso. Non capisco su quali basi accada questo innamoramenti dato che Lou passa metà libro a cercare di fargli capire che non tutte sono malvagie e soprattutto non sono bestie, ma lui resta della sua opinione fino alla fine. Anche se poi nell'arco di pochissimo cambia ovviamente idea, altra cosa che mi ha reso perplessa.

In conclusione il libro non mi ha fato impazzire, ci son molte forzature e scene che per me avevano poco senso. Gli intrecci da soap opera sono incredibili (nel senso che a un certo punto non sono davvero credibili), perchè troppi e tutti insieme e la trama è un po' fiacca perchè sono tutte condizioni costruite perchè la love story possa andare avanti. A un certo punto addirittura una strega amica di Lou le propone di scappare insieme per liberarla dalla prigionia del matrimonio e Louise rifiuta senza un apparente motivo, se non quello che altrimenti non ci sarebbe stata la parte romantica. Di certo si potevano dosare meglio la parte romance con la parte fantasy che io avrei preferito, lo stile scorrevole almeno mi ha permesso di finirlo in poco tempo. 

Voto: ⭐⭐/5