venerdì 18 settembre 2020

Review Party Murderbot, i diari della macchina assassina

Titolo: Murderbot, i diari della macchina assassina
Titolo originale:
-All Systems Red
-Artificial Conditions 
-Rogue Protocol 
-Exit Strategy
Autrice: Martha Wells
Traduzione: Stefano A. Cresti
Numero di pagine:480
Editore: Mondadori








Bentornati lettori! Oggi parliamo di questo libro che mi ha molto colpita edito da Mondadori, ne approfitto per ringraziare la casa editrice e Ylenia di Cronache di lettrici accanite per aver organizzato l'evento e per avermi scelta. Ma passiamo a questa piccola perla.





Trama:

Ogni aspetto dalla vita è dominato dalle grandi corporazioni, missioni interplanetarie comprese: è la compagnia, infatti, che le gestisce, rifornendole di tutto il necessario. "Tutto il necessario" comprende anche gli androidi di sorveglianza, che tutelano l'incolumità delle squadre d'esplorazione. Ma in una società in cui i contratti vengono aggiudicati al miglior offerente, la sicurezza non è esattamente in cima alla lista delle priorità. E così può capitare qualche imprevisto. Per esempio qualcosa di strano succede su un lontano pianeta, dove alcuni scienziati stanno conducendo rilievi sulla superficie, convinti che l'Unità di Sicurezza con componenti organiche fornita dalla compagnia vegli su di loro. Murderbot, però, è riuscita a hackerare il proprio modulo di controllo, e si è accorta di avere accesso ai file multimediali di tutti i canali di intrattenimento. E così preferisce di gran lunga passare il suo tempo tra film, musica, serie tv, libri, giochi, piuttosto che dedicarsi a quegli incarichi noiosi e ripetitivi che non lasciano spazio al suo libero arbitrio. Dotata di una sensibilità tutt'altro che meccanica, Murderbot inizia un avventuroso viaggio alla ricerca di sé che la porterà a scoprirsi assai diversa da quello che i suoi protocolli avrebbero previsto.





Recensione:

Conosciamo già tutti la tematica del robot ribelle che sviluppa una certa tendenza all'omicidio e un certo odio per il genere umano, ma qui l'autrice è riuscita a creare qualcosa di nuovo e a svilupparlo in maniera perfetta. 
Partiamo dall'ambientazione di questo libro: nonostante ce ne vengano dati solo degli accenni senza descrizioni lunghe e onostante ne cogliamo solo sprazzi attraverso gli occhi di Murderbot, non è difficile immaginarsi questo mondo. Mi ci sono trovata completamente immersa, si capisce che la società che compone questo universo è molto varia, ci sono comunità diverse tra loro che vivono seguendo le proprie regole e credenze e a seconda della comunità possiamo vedere umani, umani potenziati e robot lavorare e vivere fianco a fianco. Alcuni con una condizione di "schiavo" e padrone e alcuni che invece vivono rispettandosi e anche stringendo rapporti di amicizia. È una società complessa ma che ho trovato molto affascinante per l'accettazione del prossimo che vi ho colto, l'autrice del resto è laureata in antropologia e questo credo che traspaia dalla costruzione della società. 
Lo stile mi ha conquistato perché in poche frasi riesce a condensare moltissime azioni e questo da proprio l'idea della velocità a cui funziona il cervello di Murderbot, siccome vediamo tutto attraverso il suo punto di vista. Devo ammettere che all'inizio ho fatto un po' fatica a destreggiarmi tra i termini tecnologici e le informazioni su robot e parti organiche/inorganiche (lo ammetto, faccio un po' schifo in queste cose tecnologiche)ma una volta trovato il ritmo il libro fila velocemente. Questo inoltre è un libro che richiede attenzione costante da parte del lettore ma non è un male, anzi, non ci sono punti in cui mi sono annoiata.

Ma passiamo a quello che ho amato veramente, lei/lui, Murderbot. Non sono impazzita, il fatto è che per tutto il libro lei si riferisce a se stessa sia al femminile che al maschile poiché pensa a sè come a macchina ed è asessuata. In inglese quindi ci si riferisce a lei usando "it" che è di genere neutro e viene utilizzato in particolare per gli oggetti. In italiano la traduzione ha dovuto affrontare questo problema usando alternativamente il femminile e il maschile ma lo ha fatto in modo molto fluido per cui non disturba. Anzi credo che in inglese l'utilizzo del pronome impersonale faccia capire di più il distacco tra umano e macchina, mentre in italiano si è portati a empatizzare con Murderbot, cosa che ho apprezzato tantissimo. E come si può non farlo?  E' una spietata macchina assassina, è vero, ma nonostante abbia hackerato il sistema di controllo presente in tutti i robot, continua a fare il suo lavoro che consiste nel proteggere gli umani anche se più volte ci fa notate quanto siamo in realtà stupidi e molto molto fragili (ahimè). Inoltre altra cosa che ho apprezzato moltissimo è l'introduzione dello Schwa (o Scevà) così rappresentato Ә  che è stato recentemente proposto come sostituto del genere. Poichè in lingua italiana abbiamo solo il genere maschile e femminile, si è pensato di introdurre questa lettera, già presente nell'alfabeto IPA (alfabeto fonetico internazionale), per rivolgersi a coloro che non si sentono rappresentati da nessuno dei due generi. Questa cosa l'ho trovata veramente molto bella e all'avanguardia e per me sottolinea quanto le tematiche profonde di questo libro siano importanti.

Quindi abbiamo un robot ribelle ma che continua a fare il suo lavoro perchè è quello che le riesce meglio e non scatena una furia omicida (o quasi) e questo è decisamente una cosa nuova. Ho adorato questa protagonista (userò il femminile riferendomi a lei come "persona") perchè è sarcastica, ironica, timida e introversa ma allo stesso tempo spinta da emozioni che non sa di possedere. Non riesce a guardare le persone negli occhi, essere al centro dell'attenzione e ama rifugiarsi nella sua corazza con il casco oscurato e soprattutto essere lasciata in pace a guardare le sue serie tv. La sua misantropia è lampante ma ti conquista completamente.
Quando però le viene offerta una nuova vita su un altro pianeta dove, sotto false promesse di libertà si nasconde comunque l'ombra di un tutore umano, (che lei vede come padrone) va decisamente in crisi perchè non vuole sottostare a questa condizione. Ed è così che partirà per un viaggio per cercare se stessa e capire cosa vuole, un vero e proprio viaggio fisico e metaforico poichè alla fine del cammino arriverà a capire chi è e cosa vuole diventare (nonostante abbia ancora qualche problemino a relazionarsi). In questo percorso di crescita imparerà moltissimo da altri robot, da astronavi e da umani, tanto che alla fine svilupperà delle emozioni (anche se la cosa non le piace per niente). Ho veramente amato come l'autrice sia riuscita a mescolare questa crescita personale con le vicende, non rendendole mai banali e anzi sempre interessanti e piene di azione.

In conclusione il libro mi ha davvero conquistato, ha richiesto tutta la mia attenzione perchè non ci si può perdere nemmeno una parola, ma ne è valsa la pena. Ho adorato la protagonista e le vicende, gli intrighi spaziali, i combattimenti, il senso di crescita personale. Credo che sia un libro che ha tutti gli elementi che cerco in buona lettura.
Non perdetevi le altre recensioni su questo fantastico libro!






Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐/ 5

2 commenti:

  1. Ho pensato anche io alla traduzione e alla sua difficoltà. Sono anche io soddisfatta del lavoro che hanno fatto, proprio una bella scoperta

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    1. Io direi che sia stata fra le letture migliori che ho fatto quest'anno, mi ha proprio catturato! Sono felice che sia piaciuto anche a te il lavoro di traduzione 😊

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