lunedì 30 maggio 2022

Recensione Colori invisibili

Titolo: Colori invisibili
Autrice: Sabrina Gabrielli
Numero di pagine: 246
Editore: Tunué 






Trama 

Leila trascorre le giornate nel suo monolocale in periferia, rassegnata ad un mondo dai toni seppia e dal cibo poco appetitoso. Perché da due anni Leila non vede più i colori, ma una sera viene tutto stravolto dall'incontro con Luca, il fattorino della pizzeria, che la ragazza vede completamente arancione. Tra vecchi ricordi, nuovi amici e concerti rock, Leila inizia la sua ricerca per capire il motivo dietro queste improvvise esplosioni di colore. Cosa lo rende possibile? È solo immaginazione o la conseguenza di un'operazione? Forse c'è altro

Recensione

Bentornat3 lettor3! Sono un po' sparita in questi ultimi tempi perché il bambino e il trasloco hanno occupato ogni momento della giornata, ma nonostante questi sono riuscita a leggere qualcosina e una di queste cose è Colori invisibili. Comincio ringraziando la casa editrice Tunué per avermi scelta come lettrice e ringrazio moltissimo l'autrice che ho conosciuto al salone del libro, è davvero una persona fantastica e molto dolce.



Ma passiamo alla graphic novel, il titolo è molto evocativo poiché lo scritto parla di Leila, una ragazza che un seguito a un incidente non può più vedere i colori, questo titolo che è quasi un ossimoro mi ha incuriosita subito e la storia mi ha conquistata. Innanzitutto perché sensibilizza il pubblico su quello che è un difetto visivo poco conosciuto e poi perché sa trascinarti in pochi passaggi dentro la vita di Leila, Saf, Mia, Luca e tutti i gli altri, è una storia piena di rock, amicizie, amori e difficoltà ma non solo. Attraverso immagini in toni seppia viviamo ciò che Leila vive ogni giorno da due anni e pian piano insieme a lei arriviamo all'accettazione. Le tavole dove si vedono la prospettiva di Luca a colori in confronto alla prospettiva di Leila in bianco e nero sono un tuffo al cuore, qua veramente si capisce lo stacco e l'alienazione che vive ogni giorno la nostra protagonista. Colori invisibili è un percorso tra i ricordi e tra le nuove esperienze, in mezzo a musica, serate tra amici e tanti momenti agrodolci. Il finale mi ha distrutta, non me lo aspettavo proprio, Leila si trova davanti a decisioni davvero difficili, ma se ci ripenso ora è perfetto così, proprio perché grazie a queste esperienze Leila è più forte. 
Lo stile di Sabrina è semplice ma pulito, molto d'impatto perché il non-colore diventa quasi un personaggio della storia e riesce comunque a coinvolgerti pienamente nonostante i toni in bianco e nero e seppia. Personalmente mi piacciono molto e nelle tavole dove si confrontano con i toni di chiaro scuro, l'impatto è, in questo modo, molto maggiore, la storia e il disegno si intrecciano in modo perfetto lasciando quell'aria di malinconia che ti prende ma in senso buono.
Insomma è una graphic novel dal sapore agrodolce, ma così piena di amore, di amicizia, di calore che non si può non amarla.
Aggiungo un piccolo off topic, ho particolarmente apprezzato il momento in cui Luca e Leila stampano insieme perché nella vita lavoro in una serigrafia, io stampo su tessuto e non su carta ma la tecnica è esattamente la stessa. È stato strano ma molto bello vedere questa tecnica riportata nella novel perché è semi sconosciuta e anzi quando parlo di serigrafia quasi nessuno capisce, per cui ringrazio l'autrice per questa chicca 😉

Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐/5

martedì 17 maggio 2022

Review party Questa violenta fine

Titolo:Questa violenta fine
Titolo originale: Our violent ends
Autrice: Chloe Gong
Traduzione: Laura Miccoli
Numero di pagine: 432
Editore: Mondadori




Trama

Corre l'anno 1927 e Shanghai pare ormai sull'orlo della rivoluzione. Dopo aver fatto credere a Roma di aver commesso un crimine terribile pur di allontanarlo da sé e proteggerlo da una faida sanguinaria, Juliette si è lanciata in una nuova missione. Una mossa sbagliata, però, e metterà a rischio il suo ruolo al comando della Gang Scarlatta, dove già qualcuno è pronto a prendere il suo posto. Roma intanto non si dà pace: se lui non avesse permesso a Juliette di rientrare nella sua vita, niente di quel che è successo sarebbe accaduto. E, in preda alla disperazione e determinato a sistemare la situazione, arriva persino a maturare un'idea estrema. Quando però un nuovo mostruoso pericolo si manifesta in città, nonostante i tanti segreti che li separano, Juliette e Roma si ritrovano un'altra volta faccia a faccia. Shanghai, poi, è ormai sull'orlo del collasso: i nazionalisti stanno marciando sulla città, le voci di una guerra civile imminente si fanno sempre più insistenti e la leadership delle due gang rischia il totale annientamento. Roma e Juliette non hanno scelta: devono unire le loro forze se vogliono anche solo sperare di sconfiggere ciò che minaccia loro e la città. Ma i due ragazzi sono preparati a tutto tranne che al compito più difficile: proteggere i loro cuori l'uno dall'altra.

Recensione

Per questo evento ringrazio sempre Alessandra di Raggywords e la casa editrice Mondadori.

Il secondo capitolo di questa dilogia sembra aprirsi con qualcosa di già visto, infatti sembra non esserci un vero antagonista perché torna alla carica il mostro del primo libro, anche se in numeri maggiori. Nonostante nelle prime pagine questo venga presentato come il problema principale, dopo poco ce lo si dimentica quasi e non viene più nominato se non verso la fine. Infatti il focus della storia si sposta molto, ci si concentra di più sulla presa di potere dei comunisti e sui nazionalisti che non vogliono che questo accada. È un libro più incentrato sulla politica di Shanghai, ma anche sulla faida di sangue, divenuta sempre più crudele, qui l'azione in sé è molto minore ma non annoia perché i colpi di scena sono tanti e alternati in modo strategico a capitoli dove succedono meno cose. Ho molto apprezzato il fatto che l'ambientazione non riguardasse più solo Shanghai ma che si vedessero anche altre zone più tranquille, perché in questo modo si capisce ancora di più quanto Shanghai fosse quasi una città-stato, un'entità a sé. Durante la lettura si avverte più che nel primo libro un senso di minaccia dato dai movimenti politici e soprattutto dalla costante paura di essere scoperti, il mondo che Roma e Juliette conoscono si sta sgretolando e si avverte questo senso di incertezza. Sono due protagonisti che vogliono fare la differenza e sono pronti anche ad abbracciare il loro ruolo di successori all'interno della gang pur di riuscirci, la lettura è costellata di scelte molto difficili che devono prendere, Juliette in particolare deve nascondere molti segreti per proteggere Roma anche lui ora sembra disprezzarla. 
La cosa positiva è che i nostri protagonisti restano fedeli a loro stessi, Juliette sta facendo i conti con le scelte che ha preso alla fine del primo libro e credo che come personaggio sia molto maturata, infatti perde un po' quella sua vena spocchiosa e affronta meglio alcune situazioni. È un personaggio molto forte e anche in questo libro prenderà delle decisioni molto difficili, per questo mi è piaciuta sempre di più, veramente costruita bene. Anche Roma è un protagonista solido, per tutto il primo libro resta fedele a sé stesso e in questo invece lo vediamo costruirsi una facciata di odio intorno per poter andare avanti, anche se sotto sotto sappiamo che non è così come si mostra agli altri. Di solito non apprezzo molto i libri in cui il narratore interno è mobile, perché si arriva a confondersi fra tutti i vari pov, ma qua credo che invece sia stata una scelta molto azzeccata, in questo modo conosciamo bene sia Juliette, sia Roma e riusciamo a comprendere la loro psicologia. Lo stesso vale per i personaggi secondari, a loro viene lasciato meno spazio, ovviamente, ma riescono comunque a presentarsi molto bene, tanto che poi ci si affeziona anche a loro.
In conclusione posso dire che mi è piaciuta come lettura, anche più del primo, perché i personaggi sono molto maturati e ci sono molti più intrighi e mosse politiche, nonostante gli eventi si svolgano in modo più lento, nei capitoli finali l'adrenalina cresce fino ad arrivare al tanto temuto finale. Essendo un remake di Romeo e Giulietta ho ipotizzato che il finale andasse verso una precisa direzione, ma Gong inserisce una chiusura con un super cliffhanger che lascia aperte alcune porte. A quanto pare l'autrice sta preparando un libro ambientati quattro anni dopo gli eventi di questa dilogia, per cui chissà quali sorprese ci riserverà.


Voto ⭐⭐⭐⭐/5




lunedì 9 maggio 2022

Review party Queste gioie violente

Titolo: Queste gioie violente
Titolo originale: These violent delights
Autrice: Chloe Gong
Traduzione: Laura Miccoli
Numero di pagine: 396
Editore: Mondadori






Trama

Corre l’anno 1926 e a Shanghai, scintillante come non mai, si respira un’aria di dissolutezza. Una faida sanguinosa tra due gang nemiche tinge di rosso le strade, lasciando la città inerme nella morsa del caos. Al centro di tutto c’è la diciottenne Juliette Cai che, dopo un passato lontano dagli affari di famiglia, ha deciso ora di prenderne in mano le redini e assumere il ruolo che le spetta di diritto nella Gang Scarlatta, un’organizzazione di criminali completamente al di sopra della legge. Ma non sono gli unici a voler imporre il proprio controllo sulla città. A contendere il loro potere, infatti, ci sono i Fiori Bianchi, nemici da generazioni. E dietro ogni loro mossa, c’è il loro rampollo, Roma Montagov, il primo amore di Juliette ma anche il primo ad averla tradita.
Quando gli affiliati di entrambe le gang iniziano a mostrare segni di instabilità, che culminano in suicidi cruenti, si diffondono strane voci. Si parla di contagio, di follia, di mostri nascosti nell’ombra. A mano a mano che le morti si accumulano, Juliette e Roma sono costretti a mettere da parte le armi – e il rancore che provano l’una per l’altro – e a iniziare a collaborare. Se non riusciranno a fermare il caos che sta sconvolgendo la loro gente e Shanghai, non resterà più nulla su cui esercitare il loro dominio.
In questa spettacolare e originalissima rivisitazione del classico di Shakespeare, Chloe Gong conduce i lettori in un viaggio avventuroso e commovente durante il quale violenza e passione si mescolano nei destini dei giovani protagonisti.

Recensione

Innanzitutto ringrazio Alessandra di Raggywords per aver organizzato l'evento e per avermi scelta e la casa editrice Mondadori. 

Queste gioie violente si pone di sicuro come una novità nel paesaggio degli Young adult Fantasy degli ultimi tempi, soprattutto perché non presenta le solite relazioni tossiche e problematiche e le solite protagoniste trite e ritrite che si vedono sempre. La storia si presenta con un retelling di Romeo e Giulietta però a parte alcuni elementi tipici della dell'Opera teatrale, l'autrice ha lavorato molto bene di fantasia inserendo elementi nuovi e una storia interessante. In particolare lo scenario socio-politico del libro è quello meglio strutturato, ci troviamo in una Shanghai degli anni 20 in cui la mafia è al controllo della della città, Fiori Bianchi e Gang Scarlatta sono sempre in guerra per il territorio, ma il loro controllo è ormai molto fragile poiché l'ondata di colonialisti bianchi comporta tantissimi cambiamenti, soprattutto negli equilibri di potere. Il worldbuilding ammetto che non è curatissimo, ma l'ambientazione si coglie dal contesto perché si concentra di più sulla parte politica e sociale che muove la città, infatti la Shanghai perennemente divisa è un elemento centrale, quasi un personaggio, perché è lei che muove gli elementi della storia e crea le situazioni in cui i nostri protagonisti di fazioni opposte si incontrano. Molto importanti per capire il contesto storico e sociale, sono le note finali dell'autrice che spiega come ha effettivamente preso spunto da eventi e situazioni storiche rielaborate poi per fini di trama. 
Pur essendo un fantasy questa componente nel libro resta marginale o comunque talmente amalgamata alla storia da risultare più un libro di realismo magico che un fantasy vero e proprio e questo non è un male. Anche gli elementi dell'opera Shakespeariana sono riconoscibili ma spesso ci si dimentica che è un retelling poiché il tutto si incastra alla perfezione. Chloe Gong è riuscita a creare una storia originale che mescola diversi generi perché abbiamo una componente inventata, una storia d'amore (per una volta tanto non prevaricante sulla storia in sé), cenni storici e persino una parte più mistery perché si cerca di risolvere un enigma unendo gli indizi. Insomma come lettura intrattiene molto e le pagine scorrono veloci perché succede sempre qualcosa e le vicende non rallentano mai troppo.
Ciò che ho apprezzato di più sono i personaggi, per una volta sono davvero diversi dal solito perché Juliette è una giovane donna che ha dovuto indurire il suo cuore per sopportare il dolore e la perdita, ma che in realtà vuole seguire una strada più giusta perché la parte da dura è solo una facciata, è la componente pragmatica e realistica della storia, sa cosa deve essere fatto e lo fa, seguendo sempre una via logica. Ma il personaggio più interessante è Roma, lui è troppo buono e per una volta la controparte maschile di uno YA non è una scimmia mossa dal testosterone. Roma non ha comportamenti tossici e nocivi verso le donne e soprattutto non li ha verso Juliette. È vero che certi eventi del passato li hanno allontanati e che la loro è una storia impossibile, ma nonostante sia l'erede di un impero criminale, è una figura tormentata che cerca di fare la cosa giusta per proteggere coloro a cui tiene. Come il Romeo dell'opera di Shakespeare è quello idealista e sognatore che accetta la sua vita solo per sopravvivere ma non l'abbraccia completamente. Come Juliette anche lui è l'erede dell'impero criminale ed entrambi vorrebbero ereditarlo per poter creare qualcosa se non del tutto buono, almeno migliore rispetto a ciò che hanno creato i genitori. Anche i personaggi secondari sono ben costruiti, ognuno con la propria personalità e la propria storia, si muovono nella vicenda in modo fluido e non sono usati come al solito solo per far brillare i protagonisti e mostrano addirittura delle personalità che richiamano le stesse figure shakespeariane. Si nota la conoscenza da parte di Gong delle opere del bardo e anche e anche delle varie lingue che vengono usate nel testo. Non aspettatevi però tanto romance perché la storia d'amore non è il fulcro della vicenda, cosa che ho molto apprezzato perché in questo modo il libro resta coerente e i personaggi pure, non ci sono scene smielate o inutili tra i protagonisti perché persino i loro incontri sono scatenati da fatti coerenti. In sostanza la parte romantica non prende il sopravvento sulle vicende e questa è quasi una novità in libri di questo target.
Se proprio vogliamo trovare una pecca a questo libro posso dire che il finale poteva essere costruito meglio, le motivazioni dell'antagonista risultano essere un po' fiacche e lo spiegone in cui si lancia risulta un po' nonsense o perlomeno molto fiacco. 
In conclusione posso dire però che Queste gioie violente, non è di certo il libro del secolo, ma ha portato una ventata di aria fresca in questo target. Mi sento di consigliarlo perché è stata una lettura con molti aspetti positivi e l'ho apprezzato molto perché non ricade nei soliti cliché.

Voto: ⭐⭐⭐,5/5



venerdì 6 maggio 2022

Recensione Un fato così ingiusto e solitario

Titolo: Un fato così ingiusto e solitario
Titolo originale: A course so dark and lonely
Autrice: Brigid Kemmerer
Numero di pagine: 504
Editore: Mondadori




Trama

Le cose sono sempre state facili per il Principe Rhen, erede al trono del regno di Emberfall. O almeno, lo sono state finché una potente incantatrice non ha lanciato una spietata maledizione su di lui. Ora Rhen è condannato a rivivere all'infinito l'autunno dei suoi diciott'anni e a trasformarsi in una creatura mostruosa portando dovunque morte e distruzione – e lo sarà finché una ragazza non si innamorerà di lui. Per la giovane Harper, invece, le cose non sono mai state facili. Il padre se ne è andato da tempo lasciandosi dietro una montagna di debiti, la madre è in fin di vita, e il fratello, che riesce a malapena a tenere unita la famiglia, l'ha sempre sottovalutata a causa della paralisi cerebrale che l'affligge: Harper ha dovuto imparare in fretta a fare affidamento solo su se stessa per sopravvivere. Ma un giorno, viene rapita e portata nel magico e terribile mondo di Emberfall perché Rhen possa conquistare il suo cuore e spezzare finalmente il maleficio. Un principe? Un mostro? Una maledizione? Harper è sconvolta e disorientata, ma anche determinata a fare di tutto pur di ritornare nel proprio mondo e dalla famiglia che ha bisogno di lei. Tuttavia col passare dei giorni, man mano che la diffidenza nei confronti di Rhen si trasforma in amicizia (e forse in qualcosa di più) la ragazza si rende conto che anche Emberfall ha bisogno di lei. Perché forze potenti e oscure minacciano il regno e la vita di tutti, e non basterà spezzare la maledizione per salvare Harper, Rhen e il futuro di entrambi dalla rovina totale.

Recensione

Ho letto questo libro grazie alla ricerca recensori di Oscar Vault e per fortuna non ho comprato il volume, la storia si propone come un retelling de La bella e la Bestia e su alcune cose si muove in modo praticamente identico. La differenza sostanziale è che la nostra protagonista, Harper, viene rapita e non sceglie volontariamente di prestarsi alla prigionia e la cosa mi ha fatto storcere un po' il naso. Sinceramente non mi ha preso molto come lettura, l'ho trovata noiosetta e monocorde, senza colpi di scena e con personaggi poco caratterizzati. Harper è la protagonista forte, ma allo stesso tempo fragile e dal tragico passato che ci si aspetta, insomma viene presentata come una protagonista diversa dal solito ma in realtà è uguale a tutte le altre. Ha una disabilità fisica che nelle prime pagine è rimarcata più volte ma che via via che il libro procede praticamente scompare perché non viene più menzionata, per cui sono rimasta perplessa. Rhen è il bello e tenebroso, in questo caso pure maledetto, ma tanto puro di cuore. Dovrebbe essere il principe sveglio e calcolatore che dopo essere stato ingannato dall'Incantatrice ha sviluppato una certa furbizia e invece è bravo solo a vincere a carte perché non sa come rapportarsi con Harper e soprattutto non capisce metà delle cose che succedono nel suo regno. Ma poi quanto è improbabile che dopo secoli di maledizione lui non abbia MAI incontrato una come Harper che tenta di scappare invece che farsi corrompere con le ricchezze? O almeno simile? Alla faccia degli stereotipi sul genere femminile al quale bastano due vestiti eleganti e un paio di gioielli per cadere ai piedi di un uomo....Tutte cose già viste e il fatto che il libro sia diviso tra il pov di lei e di lui non mi ha fatto conoscere meglio i personaggi, anzi, restano davvero troppo superficiali, i dialoghi sono nonsense e per nulla introspettivi quindi ci si ritrova a metà libro che si capisce che sono già innamorati l'uno dell'altra, ma non c'è una vera ragione per questo innamoramento. Il personaggio con un po' di mistero e che risulta un filo interessante è Grey, unica guardia rimasta nel castello insieme a Rhen. Il loro rapporto potrebbe essere approfondito meglio, anche perché ho pensato ci fosse qualcosa di più di un'amicizia tra loro e allo stesso tempo ho più volte sentito puzza di triangolo e il dubbio resta resta fino alla fine, di certo nel secondo volume verrà approfondito qualcosa. Grande pecca del libro è il worldbuilding, poco approfondito, un vero peccato perché poteva aggiungere una nota interessante, invece la trama si basa un po' sul niente. Dopo centinaia di anni vissuti nel menefreghismo, Rhen si accorge che alla fin fine ha un popolo da governare e cerca di mettere delle pezze un po' ovunque, ma la parte socio-politica della storia è davvero confusionaria per cui non mi ha entusiasmato. Anche perché lui è costretto a ricevere in eterno l'autunno dei suoi diciotto anni ma il tempo scorre lo stesso nel suo regno, anche se a velocità rallentata e quindi sono passati in tutto 5anni. In questi anni nessuno si fa venire un dubbio sul perché la famiglia reale non si fa più vedere? Non c'è una nobiltà che tenta di prendere il potere? Chi governa i tanti piccoli paesi e città? L'esercito viene decimato e qualcuno se ne preoccupa? Macché. Boh, tutto molto vago e senza logica.
A parte il rapimento iniziale con conseguente innamoramento (già questo è un problemone bello grosso), il libro non ha grosse cose negative, ma allo stesso tempo non ha nemmeno lati fortemente positivi. Per me è stata una lettura scorrevole ma davvero piatta, non succede granché e tutto è molto prevedibile e ripetitivo all'inverosimile, i personaggi molto grigi non aiutano, ma una nota di merito arriva sul finale. Nonostante sia molto forzata tutta la vicenda, c'è un colpo di scena che spinge a leggere il secondo volume, purtroppo la cosa non vale per me, non credo che continuerò la saga. 

Voto: ⭐⭐/5