lunedì 29 marzo 2021

Review Party Rovina e ascesa

Titolo: Rovina e ascesa
Titolo originale: Ruin and rising
Autrice: Leigh Bardugo
Traduzione: Roberta Verde
Numero di pagine: 288
Editore: Mondadori




Trama

L’Oscuro ha ormai esteso il suo dominio su Ravka grazie al suo esercito di creature mostruose. Per completare i suoi piani, gli manca solo avere nuovamente al suo fianco Alina, la sua Evocaluce.La giovane Grisha, anche se indebolita e costretta ad accettare la protezione dell’Apparat e di fanatici che la venerano come una Santa, non ha perso però le speranze: non tutto è perduto, sempre che un certo principe, sfacciato e fuorilegge, sia sopravvissuto, e che lei riesca a trovare la leggendaria creatura alata di Morozova, la chiave per liberare l’unico potere in grado di sconfiggere l’Oscuro e distruggere la Faglia. Per riuscirci, la potente Grisha dovrà tessere nuove alleanze e mettere da parte le vecchie rivalità. Nel farlo, verrà a conoscenza di alcuni segreti del passato dell’Oscuro che getteranno finalmente luce sulla natura del legame che li unisce e del potere che l’uomo esercita su di lei.Con una nuova guerra alle porte, Alina si avvia verso il compimento del proprio destino, consapevole che opporsi all’ondata di crescente oscurità che lambisce il suo paese potrebbe costarle proprio quel futuro per cui combatte da sempre.


Recensione

Eccoci qua lettori, bentornati sul blog per questo evento pieno di colpi di scena! Ringrazio l'organizzatrice Alessandra di @raggywords e la casa editrice Mondadori per aver organizzato l'evento e avermi scelta. E ora passiamo al libro, Rovina e ascesa, che è stata la degna conclusione di questa trilogia bellissima.
La parte iniziale è un po' lenta perché ci ritroviamo sotto terra e in fuga dall'Apparat ma serve per creare cameratismo nello strano gruppetto, quindi la si apprezza comunque. La cosa che colpisce nel libro è una grande crescita di tutti i personaggi rispetto ai capitoli precedenti, tanto che ho riconsiderato Alina (che non mi piaceva troppo) e Mal (che proprio odiavo). In questo libro la crescita e la presa di coscienza di entrambi è molto evidente, Alina è maturata e pensa ossessivamente a come ottenere più potere ma finalmente entra in sintonia con gli altri Grisha formando nuove e profonde amicizie che la sosterranno nei momenti difficili. Inoltre accetta finalmente di essere sempre più simile all'Oscuro, anche se si rende conto che non sarà del tutto disposta a pagare un prezzo troppo altro per poter prevalere. Mal invece perde tutta la sua verve da bimbetto viziato e capisce che farsi da parte è un suo dovere, non può intralciare sempre il cammino di Alina e minare alla sua ascesa e finalmente lo fa in modo maturo e senza lagne. Finalmente mostra la sua utilità e si capisce il suo vero ruolo nella storia con un colpo di scena mica da ridere. L'Oscuro è di certo quello che regala più emozioni perché comincia a crollare la sua corazza di cattivo senza scrupoli e ci lascia intravedere la sua umanità facendo in modo di scatenare nel lettore una forte empatia come raramente capita con il villain. Ma la Bardugo non sarebbe la Bardugo se fosse tutto così semplice! Queste sono solo alcune delle premesse per questo libro che è un insieme di adrenalina e colpi di scena e ho apprezzato che si desse spazio anche agli altri Grisha che hanno portato una ventata di risate per alleggerire la tensione. I personaggi secondari sono fantastici e mi sono piaciuti molto soprattutto Genya, David e Zoya a cui viene dato più spazio e che avranno un ruolo importante anche nella dualogia dei corvi. Insomma quando inizierete a leggerlo non riuscirete più a staccarvi dalle pagine, perchè niente andrà come ci si aspetta, la Bardugo ci fa sudare questo finale che ho trovato quasi perfetto. Per me stonano solo un paio di cosine che non posso rivelarvi per evitare spoiler giganteschi, però il resto è perfetto. In particolare un colpo di scena abbastanza importante mi ha fatto storcere il naso perché serve relativamente ai fini di trama e forse poteva essere evitato o spiegato meglio e un altro colpo di scena nel finale poteva proprio essere omesso secondo me, ma nel complesso funziona tutto. La narrazione è ben dosata e come dicevo bisogna aspettarsi molti colpi di scena che incastreranno tutti i tasselli che erano rimasti in bilico dal primo libro, ma nelle ultime pagine aspettatevi il finimondo. Non riuscirete a staccarvi, davvero, questo finale mi ha coinvolta molto perchè l'autrice riesce a scatenare una forte empatia con l'Oscuro e questo non mi era capitato negli altri libri e in generale di solito non si entra così in sintonia con l'antagonista. Veniamo a conoscenza di altri fatti importanti che lo riguardano e nel finale non si può non capire il suo punto di vista per quanto contorto. L'epilogo poi è un'accoltellata al cuore, in poche righe sono concentrate molte emozioni che coinvolgono il lettore e lo so che sembra tutto molto vago ma parlarvi più nei dettagli scatenerebbe tantissimi spoiler, per cui il mio consiglio è di leggerlo, leggerlo, leggerlo!
In conclusione posso dire che per essere una trilogia d'esordio l'ho trovata davvero molto buona perchè l'autrice è cresciuta tantissimo nel corso dei tre libri e così sono maturati i personaggi e la storia stessa. Nonostante per me l'andamento non sia mai stato noioso, questo ultimo capito tiene incollati alle pagine perchè tutto sembra andare sempre più storto, ma la determinazione e la speranza mostrata dai personaggi tiene incollati alle pagine. L'ultima parte del libro poi è piena di azione e di continui colpi di scena che portano a un epilogo agrodolce che mi ha colpito molto. Insomma se avete dei dubbi sappiate che con Leigh Bardugo non si scherza, leggetela assolutamente.

Voto: ⭐⭐⭐⭐/5

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martedì 23 marzo 2021

Review party Il regno di rame

Titolo: Il regno di rame
Titolo originale: The kingdom of copper
Autrice :S.A.Chakraborty
Traduzione: Lia Desotgiu 
Numero di pagine: 648
Editore: Mondadori





Trama
La vita di Nahri è cambiata per sempre nel momento in cui ha accidentalmente evocato Dara, un misterioso jinn. Fuggita dalla sua casa al Cairo, si è ritrovata nell’abbagliante corte reale di Daevabad, immersa nelle cupe conseguenze di una battaglia devastante, e lì ha scoperto di aver bisogno di tutto il suo istinto truffaldino per sopravvivere.
Anche se accetta il suo ruolo ereditario, sa di essere intrappolata in una gabbia dorata, controllata da un sovrano che governa dal trono che una volta apparteneva alla sua famiglia: basterà un passo falso per far condannare la sua tribù. Nel frattempo, Ali è stato esiliato per aver osato sfidare suo padre. Braccato dagli assassini, è costretto a fare affidamento sui poteri spaventosi che gli hanno donato i marid. Così facendo, però, minaccia di portare alla luce un terribile segreto che la sua famiglia ha tenuto nascosto a lungo.
Intanto, nel desolato nord, si sta sviluppando una minaccia invisibile. È una forza capace di portare una tempesta di fuoco proprio alle porte della città. Un potere che richiede l’intervento di un guerriero combattuto tra un feroce dovere a cui non potrà mai sottrarsi e una pace che teme di non meritare mai
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Recensione

Bentornati sul blog lettori! Per questo evento voglio ringraziare l'organizzatrice @reinedeslivres  la casa editrice Mondadori.
Ma passiamo al libro dove gli eventi riprendono dalla fine del primo libro per poi fare un salto temporale di cinque anni. All'inizio ho trovato il salto temporale un po' disorientante perché vediamo le vite dei tre protagonisti molto cambiate. Nahri infatti cerca di adattarsi al matrimonio e alle regole imposte dal re che le stanno strette e cerca di non perdere se stessa. Ali si è quasi rifatto una vita nel suo esilio e Dara è alle prese con un nuovo potere che lo spaventa e disgusta. La pecca è che la prima parte del libro si svolge in modo molto lento, ci sono rivelazioni e colpi di scena ma sono molto diluiti in mezzo a situazioni di vita ordinaria. Il worldbuilding è ben curato in tutti i minimi dettagli ma tutto ciò tende ad allungare molto la narrazione e così tutto è molto dispersivo. La trama gira intorno a questo colpo di stato, che viene svelato nelle primissime pagine e questo non crea un climax perché ce lo si aspetta fin da subito. Inoltre l'obiettivo primario di Nahri è la costruzione di un ospedale ma questo passa completamente in secondo piano quando arriva il suo momento, l'inaugurazione tanto attesa non viene nemmeno descritta, ma solo citata dopo che si è conclusa e l'ho trovato deludente. 
Per quel che riguarda i personaggi credo che Nahri e Dara siano i più cambiati ma non in meglio. Nahri cerca di sopravvivere nella sua nuova condizione di quasi prigioniera in una città che sta andando via via in pezzi, rivolte, soprusi, economia che arranca e malcontento, tutto sembra portare alla rovina. Diciamo che rispetto al primo libro è molto meno attiva, praticamente non fa nulla ma è la Banu Nahida quindi tutto alla fine le va liscio e ne esce immacolata. Capisco la sua posizione difficile ma in questo libro è molto diversa rispetto al primo e tenta solo di ripristinare l'ospedale dei suoi avi e sinceramente mi ha un po' delusa perché perde molto del suo carisma.
Dara è quello cambiato di più, credo, ma anche lui in peggio. Si tormenta continuamente per ciò che è successo alla fine del primo libro e sembra non trovare pace, tuttavia vorrebbe riportare i Nahid al potere anche se si interroga sempre di più su ciò che è giusto e sbagliato e vorrebbe porre fine alla guerra che dura da generazioni. Ma quando ne ha la possibilità, visti i nuovi poteri, si lascia intrappolare dalle promesse fatte a Manizheh e alla fine si ritrova a fare ciò che vuole lei. Per questo è molto più zerbino rispetto al primo libro, cosa che non mi piace del tutto, ma si capisce che in realtà soffre per questo suo essere usato solo come un'arma, come se non avesse sentimenti.
Ali è quello meglio ambientato nella nuova vita, nonostante i segreti che porta con sé e ciò che lo tormenta, il suo spirito inflessibile lo porta a rifuggire la sua famiglia e ciò che era stato. Tutto ciò finché non ritorna a Daevebad, lì ricade immancabilmente nelle vecchie abitudini e niente...lo perdiamo di nuovo. Nonostante tutto non mi piace ancora, resta sempre troppo ingenuo e cade dalle nuvole ogni volta che gli si dice qualcosa. Il suo bigottismo ritorna in superficie per questioni futili e non capisce fino alla fine chi è e cosa potrebbe fare.
Manizheh invece...lo ammetto, la odio abbastanza, vuole detronizzare un tiranno comportandosi allo stesso modo, opprimendo e uccidendo, insieme a Gasshan è lei la cattiva della storia. É una persona geniale e molto potente che però uccide solo nel proprio interesse e tutti la osannano perché sa parlare alle persone in modo da portarle dalla propria parte.
Lo stile è molto più scorrevole del primo e vengono inseriti meglio nel contesto anche i personaggi secondari, tuttavia non accade molto fra le pagine, appena succede 
un colpo di scena si ritorna subito alle lunghe e minuziose descrizioni dei vestiti e di ciò che si mangia, intervallate da tanta politica (anche se meno rispetto al primo libro) e le cose interessanti come il passato delle tribù che ha portato agli eventi attuali, viene detto poco alla volta, troppo poco alla volta. Le cose interessanti ci sono anche ma intervallate da molte pagine in cui succede poco o niente e questo rallenta moltissimo la narrazione che invece dovrebbe essere un crescendo di suspance visto che dalle prime pagine si capiace che un colpo di stato è imminente.

Voto ⭐⭐,5/5

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giovedì 18 marzo 2021

Recensione Il cielo di pietra

Titolo: Il cielo di pietra
Titolo originale: The stone sky
Autrice: N.K.Jemisin
Traduzione: Alba Mantovani
Numero di pagine: 444
Editore: Mondadori





Trama

La Luna sta per sfiorare di nuovo l'Immoto. Se porterà la salvezza o la distruzione dell'umanità dipende da due donne. Essun ha ereditato il potere di Alabaster Diecianelli. Vuole usarlo per ritrovare la figlia Nassun e tentare di costruire un mondo migliore, dando una seconda occasione all'umanità. Ma aprire il Portale degli Obelischi non basta. Bisogna far tornare la Luna. Nassun ha sperimentato tutto il male possibile ed è giunta a una conclusione che sua madre non accetta: il mondo è troppo guasto per poterlo riparare. Meglio distruggerlo per sempre. Madre e figlia si ritroveranno l'una contro l'altra nell'ultima, decisiva lotta per la sopravvivenza o la fine dell'Immoto.

Recensione

Bentornati sul blog lettori! Chi mi conosce sa quanto ho amato La quinta stagione ed è per questo che sono veramente delusa mentre scrivo la recensione del terzo capitolo di questa trilogia. Ho amato i temi molto difficili e delicati riportati nel primo capitolo e ho adorato lo stile di scrittura della Jemisin, molto complesso ma che riesce a trattare di questi temi in modo così semplice. Purtroppo non ho ritrovato tutto questo nell' ultimo volume. Lo stile è sempre quello, è vero, ma l'ho trovato molto lento, fino oltre la metà del libro non succede quasi nulla e il poco che succede non l' ho capito molto. Purtroppo abbiamo una forte involuzione dei personaggi, a partire da Essun che invece mi era piaciuta fin dall'inizio. Una donna forte, una madre non perfetta, un'orogena potente e una persona irascibile e determinata. In questo libro invece è l'ombra di sè stessa e tutta la sua determinazione viene meno inspiegabilmente, infatti ancora non capisco perchè, invece che andare a cercare la figlia, decide che proteggere la popolazione di Castrima sia più importante. Questo è un vero peccato perchè è una controtendenza rispetto a quello che sarebbe il personaggio, praticamente non ho ritrovato nulla di lei tra le pagine. Nassun invece è all'opposto, in questo libro è diventata troppo potente in modo inspiegabile e frettoloso, soprattutto nel finale che così diventa veloce e tirato via, non si capiscono molte parti e quindi il libro si chiude lasciandomi con l'amaro in bocca e tante domande. Devo dire che il mix di fantascienza e magia che si trova in questo libro non mi ha convinto come speravo, forse avrei preferito fosse tutto più "scientifico" o più "magico" perchè questa via di messo non mi ha convinto del tutto. Il mio consiglio è di leggere i libri di seguito l'uno all'altro o senza troppo stacco in mezzo perchè la narrazione è molto ciclica, nel terzo libro troviamo risposte a domande del primo ed è tutto molto concatenato. Se, come me, li leggete più a distanza potrebbero andare perse molte piccole cose che invece servono a chiudere il cerchio.
Nei ringraziamenti la Jemisin spiega la sua difficile situazione familiare durante la stesura del libro, doveva accudire la madre gravemente malata e poi purtroppo deceduta mentre l'editore chiedeva la conclusione del libro. Credo che questo si rifletta molto sulla storia e mi dispiace per le situazioni che si è trovata ad affrontare, ma purtroppo Il cielo di pietra non ha la verve dei suoi precedenti.

In conclusione posso dire che comunque consiglio la trilogia in sè perchè ho trovato formidabile il suo stile di scrittura e la maestria con cui parla di quanto possa essere difficile il rapporto madre-figlia, dell'omosessualità e della pansessualità, del razzismo, della schiavitù, dello sfruttamento e dei cambiamenti climatici. Insomma si può ritrovare questo e molto altro nelle sue opere che racchiudono un mix inquietante di fantascienza e distopia. Nonostante l'ultimo non mi abbia conquistata, credo che proverò una rilettura tra qualche tempo per cercare di capire meglio alcuni passaggi. 

Voto: ⭐⭐⭐/5

lunedì 8 marzo 2021

Recensione Cuore oscuro

Titolo: Cuore oscuro
Titolo originale: Uprooted
Autrice: Naomi Novik
Lingua originale: inglese
Traduzione: Manuela Carozzi
Numero di pagine: 428
Editore: Mondadori



Trama

Agnieszka è una contadina diciassettenne goffa e sgraziata che vive insieme alla famiglia in un piccolo villaggio del regno di Polnya. Su tutti loro incombe la presenza maligna del Bosco, che sta progressivamente divorando l’intera regione. Per mantenere al sicuro se stessi e i loro villaggi dalle minacciose creature del Bosco e dai sortilegi mortali che lì si compiono, tutti gli abitanti della valle si affidano a un misterioso e solitario mago noto con il nome di Drago. Quest’ultimo sembra l’unico, infatti, in grado di controllare con la sua magia il potere imperscrutabile e oscuro del Bosco. In cambio della sua protezione, però, l’uomo pretende un tributo: ogni dieci anni avrà la possibilità di scegliere una ragazza tra le diciassettenni della valle e di portarla con sé nella sua torre. Un destino a detta di tutti terribile quasi quanto finire nelle grinfie del Bosco. Con l’avvicinarsi del giorno della scelta, Agnieszka ha sempre più paura. Come tutti dà infatti per scontato che il Drago non potrà che scegliere Kasia, la più bella e coraggiosa delle “candidate” nonché sua migliore amica. Ma quando il Drago comunica la sua decisione, lo sgomento è generale.In Cuore oscuro, Naomi Novik tesse una storia ricca di colpi di scena, che affonda le radici nella mitologia e nelle leggende dell’Europa orientale e trae forza da una protagonista potente e per niente convenzionale. Un fantasy originale e sapientemente scritto che avvince fino all’ultima pagina.


Recensione

Bentornati sul blog lettori! Eccoci qui con una nuova recensione di un fantasy letto a febbraio. Cuore oscuro aveva tutte le premesse per piacermi ma alla fine non è stato così, non del tutto. Andando con ordine posso dire che la protagonista ha suscitato in me reazioni contrastanti perché è un'eroina diversa dal solito, ma a volte è proprio stupida come uno scatolone! In realtà di diverso ha poco o niente, è la solita protagonista bruttina, goffa e incapace ma che si rivela potentissima nell'arco di poche pagine. A volte fa ragionamenti che non stanno né in cielo né in terra, inoltre quando scopre di avere la magia non si applica nemmeno per migliorarsi se non quando il suo villaggio è sotto attacco, mah! Non parliamo del coprotagonista, il Drago, questo mago terribile che tutti temono e con cui Agnieszka è costretta a vivere. Lui non la sopporta e non perde occasione di insultarla di continuo, in modo anche pesante e ovviamente che succede? Per mezzo libro non si vedono/parlano ma scatta la inevitabile scintilla. Lui la insulta, lei vorrebbe solo scappare dalla torre ma ovviamente si innamorano...queste love story forzatissime mi fanno storcere il naso ma ormai le si ritrova in ogni libro quindi cercherò di farmele andare bene.

La storia in sé è un mix fra la bella e la bestia e L'apprendista del mago. Lei è costretta a vivere in questa torre con questa figura oscura e scontrosa che poi si rivela dolce e buona, però il tutto è condito con un po' di magia. Il sistema magico poteva anche essere interessante, si basa in pratica su parole in una lingua non specificata o canti ma non viene del tutto approfondito e questo mi è dispiaciuto. Inoltre ad Agnieszka vengono insegnate 4 parole in croce (di cui una utilissima per cambiarsi d'abito) e lei riesce usando solo quelle a salvare il mondo...senza uno straccio di studio approfondito e quindi il tutto diventa inevitabilmente inverosimile. Il vero cattivo della storia è il Bosco, che si muove come un'entità malvagia e pensante che vuole distruggere/conquistare il mondo e mi ha intrigato molto per il suo richiamo fiabesco. La figura del Bosco ricorda infatti le fiabe dei Grimm e da quello che ho capito l'intera vicenda è un retelling di alcune leggende polacche che purtroppo non conosco. Ho molto apprezzato la sensazione di pericolo che si avverte semore e il timore reverenziale che hanno i personaggi verso il Bosco, le possessioni e le creature che ne scaturiscono sono molto d'impatto e danno alla storia quei tratti molto dark che non mi dispiacciono. Questa atmosfera fiabesca mi è piaciuta molto ma il worldbuilding perde un po' di magia quando si scopre che il tutto è ambientato nel mondo reale. Vengono citati paesi come la Polonia e il tutto si svolge in quello che potrebbe essere il nostro medioevo, anche se poi vengono citate università frequentate dalle donne e paesi come la Namibia (che prende questo nome nel '900) e quindi la parte fantasy va un po' a scemare.

Altra grande pecca per me è lo stile dell'autrice, il libro si apre in modo lento e nelle prime pagine non accade quasi nulla, dopo cominciano gli avvenimenti ma lo stile resta comunque molto lento e in alcuni punti anche noioso. La trama è un susseguirsi di problemi derivanti dalla figura del Bosco ma non c'è altro collegamento al di fuori di questo, in pratica ci sono una serie di problemi più o meno concatenati che vengono risolti via via, ma non c'è un crescendo di suspance o almeno non ho avvertito quella sensazione di pericolo che porta al gran finale che speravo di sentire. Tutto si svolge in modo abbastanza piatto e solo nelle ultime pagine si avrà la battaglia a colpi di magia. Nonostante lo stile lento, gli avvenimenti si susseguono troppo velocemente e in modo un po' raffazzonato, non si fa in tempo a risolvere qualcosa che spunta un altro problema subito dopo, inoltre per metà libro il Drago e Agnieszka restano separati per cui trovo ancora più assurda questa loro storia d'amore. 

Diciamo che in generale il libro parte da buone premesse ma il tutto non è sviluppato al meglio, forse è il primo caso in cui non apprezzo uno stand alone ma avrei preferito magari una saga che sviluppasse meglio la battaglia contro il Bosco e magari anche la storia tra i protagonisti, in modo da dare a tutto il giusto spazio.

Voto: ⭐⭐,5/5