giovedì 25 novembre 2021

Review Party Io, i miei mostri e me

Titolo: Io, i miei mostri e me
Autrice/Illustratrice: Caterina Costa (Cheit.jpg)
Numero di pagine: 107
Casa editrice: BeccoGiallo






Trama

Il primo libro della giovanissima Caterina Costa, instagrammer, autrice di webcomics, conosciuta tra i suoi tanti fans con lo pseudonimo di Cheit.jpg. Un webcomics che racconta senza filtri le ansie, le paure, le inquietudini, le sofferenze dei ventenni di oggi. Un'autrice dall'enorme seguito sui social media.


Recensione

Per questo review party ringrazio moltissimo la casa editrice BeccoGiallo per la copia, l'autrice Caterina Costa e Valeria di @_aplaceforustoread, per aver organizzato l'evento e avermi inclusa nel progetto.

Mi sono lanciata nella lettura di questo libricino completamente a scatola chiusa, infatti mi aspettavo una mini storia ma ogni pagina è composta da 4 vignette ed è un piccolo evento a sé. La parte sorprendente è proprio la profondità dei temi trattati, soprattutto ansia e depressione, che l'autrice riesce a fare utilizzando solo 4 disegni. Devo ammettere che su alcune tavole mi sono commossa, mi hanno ricordato molto episodi della mia vita e mi sono sentita coinvolta, è difficile parlare in modo obiettivo perché mi sono rivista in queste pagine.

 Sono temi non certo facili da affrontare ma ho apprezzato molto ritrovarli sulla carta, mi ha permesso di creare una connessione con l'autrice e credo che il suo intento sia proprio quello di fare capire al pubblico che non siamo i soli ad aver affrontato questi stati d'animo. É vero, non siamo mai soli perché spesso le ansie e le paure ci tengono per mano e sono talmente avvinghiate a noi da diventare una parte costante delle nostre nostre vite, ma Caterina ci fa capire e ammettere con noi stessi che queste cose sono reali e che le stiamo provando e non dobbiamo vergognarcene perché può succedere a chiunque. 

La cosa sorprendente è che riesce a fare tutto questo con sole 4 vignette, vignette dai colori contrastanti tra caldi e freddi che sottolineano le luci e le ombre della vita e con uno stile pulito e semplice, ma efficacissimo. Però ho apprezzato molto anche le tavole che hanno il titolo, ossia quelle sviluppate per l'Inktober e che prevedevano appunto vari titoli che gli autori avrebbero poi interpretato liberamente. 

È bellissimo vedere l'ingegnosità di questa disegnatrice che per me ha sviluppato molto bene e in modo originale i concetti rendendoli sempre suoi. Ancora più apprezzabili sono le tavole più "positive', sono meno rispetto a quelle che trattano il tema centrale della raccolta ma per questo ancora più preziose. Mostrano infatti un lato più dolce della vita, la lucina in fondo al tunnel che dà speranza e che soprattutto nei momenti più bui può farci pensare "ce la posso fare", insomma credo che Caterina sia riuscita a mostrare molto bene quello che passa per la testa di molte più persone di quante pensiamo, gli alti e i bassi della vita che non è sempre ciò che appare dall'esterno. 


Io, i miei mostri e me si legge velocemente ma si digerisce piano poiché parla a ciascuno di noi, che mostriamo un lato al resto del mondo quando invece proviamo tutt'altro ed è questa la parte bella, la parte che parla al lettore di qualsiasi età.

Voto ⭐⭐⭐⭐⭐/5



mercoledì 17 novembre 2021

Review Party Addendum

Titolo: Addendum alla proposta di legge sul diritto all'autodeterminazione degli oggetti
Autrice: Sephira Riva
A cura di: Giulia Abbate ed Elena Di Fazio
Numero di pagine: 40
Editore: Delos Digital



Trama

Uno sgangherato laboratorio di ricerca nelle isole Svalbard. Una macchina per il controllo del clima che fa grandinare nei corridoi. Un trio di giovanǝ ricercatorǝ con un incarico impossibile: il reverse engineering di un manufatto extraterrestre, commissionato da alieni incorporei (anzi: alien* incorpore*, perché non conosciamo il loro sesso). Cos’è il reverse engineering? E che aspetto ha un alieno incorporeo? La geniale autrice esordiente Sephira Riva gioca con i topoi della fantascienza e con il linguaggio inclusivo, per raccontarci la storia più surreale mai apparsa su Futuro Presente.

Recensione

Ecco finalmente un racconto innovativo e moderno, chi se non Sephira Riva sarebbe statə in grado di creare un mix tra fantascienza e linguaggio inclusivo?? Un racconto breve ma divertente che parla di un gruppo di scienziatɜ, esauritɜ, un mondo che ha ormai accettato (o forse no) la presenza di alienɜ e alienɜ pretenziosɜ ma curiosɜ . Insomma con un linguaggio tecnico-scientifico molto accurato, Riva ci porta in un laboratorio di ricerca sperduto in mezzo alle isole Svalbard, dove scienzatɜ mezzɜ esauritɜ cercano di portare avanti ricerche senza molti sbocchi. Dovranno concentrarsi in particolare sul cercare di capire cos'è l'oggetto misterioso che è stato portato al loro laboratorio. Mi sono piaciuti moltissimo questi personaggɜ così diversɜ dal solito (e aggiungerei anche finalmente!) perché nelle loro diversità religiose e culturali non ci sono pregiudizi ma solo accettazione. Non aspettatevi i tipici scienziati da film con il camice bianco e la visione utopistica dell'universo, ma scienziatɜ disillusɜ, ognunə con la propria personalità e dose di sarcasmo. In poche pagine mi sembra di conoscerlɜ tuttɜ da sempre e mi unisco al coro nel dire che Paco è davvero insopportabile con il suo salvare bambini e cuccioli di gorilla orfani. 
Insomma non aspettatevi il solito racconto di fantascienza con la struttura standard di uomini bianchi e prestanti che sparano agli alieni e salvano l'universo, l'utilizzo del linguaggio inclusivo attraverso la schwa e gli asterischi porta una certa dose di novità e personalmente credo che la narrazione non ne risenta affatto. Anzi trattandosi di fantascienza, che da sempre ha creato scenari futuri, non vedo connubio più azzeccato di questo. Ho apprezzato molto il messaggio finale che si concentra sul concetto di conoscenza e accettazione in tutte le sue forme e ho apprezzato allo stesso modo il linguaggio inclusivo che dimostra che non è impossibile da usare come si pensa, l'ironia di Riva mi ha ricordato molto Gaiman e immergersi nell'atmosfera non sarà difficile. Si vede che l'autricə è una persona che scrive con cognizione di causa ed è ferratə sia sul piano linguistico che sul piano scientifico (anche se metà delle cose nominate ho dovuto cercarle su internet, lo ammetto), per cui se state cercando un racconto innovativo su più livelli, ve lo consiglio! L'unica pecca? È corto! Non sono ancora pronta ad abbandonare questo laboratorio dove nevica in mensa e grandina nei corridoi, riportatemi là!

Ringrazio moltissimo l'autricə e la casa editrice per la copia digitale omaggio e per aver organizzato l'evento.

Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐/5



lunedì 15 novembre 2021

Review party Le vite dei santi

Titolo: Le vite dei Santi
Titolo originale: The lives of Saints
Autrice: Leigh Bardugo
Traduzione: Roberta Verde
Illustrazioni: Daniel J. Zollinger
Numero di pagine: 128
Editore: Mondadori


Trama

Un libro imperdibile per tutti gli amanti del GrishaVerse direttamente dalle mani di Alina Starkov alle vostre, la riproduzione fedele della Istorii Sankt'ya , per permettervi di entrare nelle pieghe più profonde dell'amatissimo universo creato da Leigh Bardugo.

Una raccolta di storie che raccontano le vite, i martirii e i miracoli dei Santi a voi più familiari, come Sankta Lizabeta delle Rose o Sankt Ilya in Catene, ma anche le vicende più strane e meno conosciute, come quelle di Sankta Ursula, Sankta Maradi e del Santo senza Stelle. Una collezione resa ancora più preziosa dalle straordinarie tavole a colori che accompagnano ogni storia.


Recensione

Per questo evento ringrazio tantissimo Alessandra di @raggywords e la casa editrice Mondadori per aver organizzato e avermi fatto partecipare.

É incredibile come questa autrice riesca sempre a creare opere bellissime, che si tratti di un romanzo o, come in questo caso, di una raccolta di racconti. Bardugo offre al lettore un' agiografia inventata di tutto rispetto e con racconti brevi ma efficaci, costruisce una religione dal nulla e lo fa tutta scioltezza. È stato un piacere leggere questa raccolta breve ma interessante e la consiglio a tutti gli appassionati del Grishaverse. Fra le cose che ho apprezzato di più è che ogni protagonista della storia viene da un paese diverso, non ci sono solo personaggi di Ravka, ci sono addirittura Fjerdiani, Shu, Suli e personaggi di Ketterdam, ma è soprattutto interessante ritrovare personaggi di cui si è letto nei libri precedenti. Unica pecca sono i lievi spoiler della dilogia di King of scar, attualmente ancora inedita in Italia, però si può sorvolare. È stato bello, però, rivedere personaggi che si conoscono grazie alla trilogia e vedere come la mitizzazione cambia poi la loro storia. In particolare troviamo Sankta Alina e il Santo Senza Stelle, due protagonisti visti nella prima trilogia, e leggere di come la storia è "venduta" agli occhi del mondo grisha, rispetto a ciò che è successo davvero, è la parte più intrigante. Bardugo sottolinea così quanto il credo popolare può trasformare una storia, distorcendo la verità e creando nuovi miti. Con questo non voglio fare una critica, anzi, è la parte interessante delle leggende, si comincia da una storia vera di gente comune che grazie al proprio ingegno, alla fede e alla forza interiore, riesce a cambiare le cose, diventando così un esempio. Bardugo si ispira per la creazione dei suoi santi a leggende del nostro mondo, come Sankt Nikolai che ricorda San Nicola, o Sankta Vasilka che ricorda la leggenda russa di Vasilisa Petrovna, e ritrovare tutto ciò è bellissimo, proprio perché da storie così brevi si possono trarre molti insegnamenti.
Infatti un'altra cosa che apprezzo sempre di Bardugo è che con poche parole riesce a creare un mondo, in questo caso vuole sottolineare i problemi che spesso si legano alle vite dei santi, che diventano tali dopo la morte, morte spesso causata da bigottismo e paura nei confronti del diverso. È un tema che troviamo spesso nei suoi libri e che mi ha fatto piacere ritrovare anche tra queste pagine, soprattutto perché riesce a inserire questa denuncia in racconti molto brevi, cosa non sempre facile. Inoltre ritroviamo protagonisti che nonostante le condizioni avverse e una morte tragica, riescono comunque a seguire le proprie convinzioni fino in fondo, mostrando così la loro forza d'animo. E questo è un altro tema tipico dell'autrice che sprona a non arrendersi e a seguire le proprie idee anche se il mondo ci rema contro, perché si può essere eroi anche nel nostro piccolo e nell'ordinario. 
Il finale spesso crudo e l'atmosfera cupa dei racconti crea un'ambientazione molto fiabesca, che ricorda le raccolte di fiabe come quelle dei fratelli Grimm o di Perreault (in versione originale). Le illustrazioni all'inizio di ogni racconto aiutano ancora di più a entrare nel contesto fiabesco e nell'atmosfera magica, davvero bellissime.

Non ho potuto non apprezzare questa raccolta visto che questa autrice riesce sempre a ricreare mondi fantastici dove miti e leggende si mescolano all'ordinario. Quindi che dire, lettura davvero scorrevole e molto bella, piena di insegnamenti e richiami alle leggende popolari, la consiglio a tutti gli appassionati di questo universo perché è sempre bello ritornarci!

Non perdetevi le altre tappe del Review party e soprattutto del Blog Tour!


Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐/5

venerdì 12 novembre 2021

Recensione A casa prima di sera

Titolo: A casa prima di sera
Titolo originale: Home before dark
Autore: Riley Sager
Traduzione: Francesco Vitellini
Numero di pagine: 360
Editore: Fanucci Editore (Time Crime)









Trama

"Com'era vivere in quella casa?" Maggie Holt è abituata a questa domanda. Venticinque anni fa, lei e i suoi genitori, Ewan e Jess, si trasferirono a Baneberry Hall, una sconfinata tenuta vittoriana nei boschi del Vermont. Trascorsero lì venti giorni prima di fuggire nel cuore della notte, un calvario che Ewan raccontò in seguito in un libro di saggistica intitolato La casa degli orrori. La sua storia di eventi spettrali e incontri con spiriti maligni diventò un fenomeno mondiale, rivaleggiando con Orrore ad Amityville in popolarità e scetticismo. Maggie era troppo piccola per ricordare gli eventi menzionati in quel libro e in più non crede a una parola. I fantasmi, dopotutto, non esistono. Quando Maggie, oggi una restauratrice di esterni, eredita Baneberry Hall, torna in quella casa per ristrutturarla e poi venderla. Ma il suo ritorno è tutt’altro che caloroso. Persone del passato, raccontate in La casa degli orrori, si nascondono nell’ombra. E la gente del posto non è entusiasta del fatto che la loro piccola città sia diventata famosa grazie al successo del libro di suo padre. Ancora più inquietante è la stessa Baneberry Hall, un luogo pieno di cimeli di un’altra epoca che suggeriscono una storia dalle tinte oscure. Mentre Maggie sperimenta strani eventi usciti direttamente da La casa degli orrori, inizia a credere che ciò che il padre ha scritto, fosse più vicino alla realtà che alla finzione.

Recensione

Era da un po' di tempo che non leggevo un libro che mi facesse così paura e con A casa prima di sera ho trovato pane per i miei denti! È una lettura che consiglio molto in questo periodo cupo in cui le giornate si accorciano, ma se siete dei fifoni come me, vi conviene leggere con la luce accesa! 
Innanzitutto abbiamo una casa d'epoca con un passato oscuro sperduta in mezzo a un bosco, una serie di proprietari e persone che vi hanno abitato morte in modi misteriosi, storie che parlano di fantasmi e strani avvenimenti che si verificano quando la protagonista vi si trasferisce, direi che le premesse ci siano tutte! Maggie ha vissuto in questa casa da piccola ma eventi traumatici le hanno fatto dimenticare tutto quello che era successo in quel lontano luglio, come unica guida di questi avvenimenti ha il libro scritto dal padre, La casa degli orrori, un libro che parla di fantasmi e di eventi spaventosi. Ma sarà tutto vero? Cosa è reale e cosa no? Il dubbio di Maggie è proprio questo e la sua ricerca della verità e di cosa successe quell'estate la spingerà a cercare di scoprire cosa si cela dietro quelle storie. Una volta ereditata la vecchia casa ci si trasferisce per sistemarla e poi venderla, scelta opinabile per me, non sarei mai riuscita a dormire lì da sola. I problemi iniziano subito perché cominciano una serie di fatti inspiegabili e paurosi, non ultimo il ritrovamento di resti umani nel soffitto della cucina! Sager riesce a ricreare benissimo il senso di angoscia e paura della protagonista ma anche la sua sete di conoscenza, Maggie non vuole darsi per vinta, vuole arrivare alla fonte di questo mistero, anche se la casa stessa sembra remarle contro. Il confine tra la verità e la soggezione è davvero sottilissimo e l'autore riesce magistralmente a portare il lettore a dubitare di tutto e lo suggestiona in maniera perfetta. La narrazione si divide tra il presente e il passato che è rappresentato dai capitoli del libro scritto da Ewan, il padre di Maggie. Ma cosa sarà reale e cosa no? È proprio questa la domanda fondamentale e fino alla fine il lettore cercherà una risposta, la suspence è un crescendo e quando si pensa che il libro prenderà una certa piega, subito torna a cambiare. Insomma fino alle ultimissime pagine non si saprà esattamente come andrà a finire e l'attenzione resta sempre alta.
In conclusione è un ottima lettura per gli amanti della suspance, ero molto curiosa di scoprire dove sarebbe andata a parare la storia e i colpi di scena finali sono imprevedibili, un libro che mi ha tenuta incollata alle pagine fino alla fine.

Voto ⭐⭐⭐⭐⭐/5

martedì 9 novembre 2021

Recensione E tutto questo per quale ragione?

Titolo: E tutto questo per quale ragione?
Autore: Gabriele di Giovanni
Numero di pagine: 176
Editore: Andata e Ritorno edizioni



Trama

Un ebreo morto bruciato, negli anni Trenta delle leggi razziali è il nuovo caso da risolvere per il commissario Marino Mussolini e la sua squadra della questura di Reggio Emilia. In "E tutto questo per quale ragione?" l’autore ci racconta la vita in provincia che, cullata dalla quiete prima della tempesta, anima le pagine di questo nuovo racconto con i personaggi, i posti e la gente di quel delicato momento storico italiano. Poi le indagini prendono una piega inaspettata…

Recensione

Ho conosciuto l'autore in un modo diverso dal solito, eravamo a un laboratorio di cucina e mentre imparavamo a cuocere risotti, abbiamo chiaccherato molto. Al momento della degustazione ho scoperto che oltre ad essere un consulente finanziario, si dilettava anche di scrittura, una cosa tira l'altra e siamo finiti a parlare del suo libro, di cui ha voluto regalarmi una copia. Per questo motivo lo ringrazio moltissimo, sia per la copia che per le chiacchere (abbiamo scoperto che a entrambi piace il risotto bello salato). 
Ma passiamo al libro, secondo capitolo della saga che ha per protagonista Marino Mussolini. Ho trovato lo stile molto fluido e scorrevole, Gabriele riesce, infatti, a dosare molto bene le parti che sono inerenti all'indagine con le parti che regalano scorci di vita quotidiana nel 1938. Possiamo quindi ritrovare la vita semplice del tempo, fatta di cose "povere" come un panino e un bicchiere di lambrusco e troveremo anche piatti, modi di fare e dialetto reggiano che ci fanno immergere nelle atmosfere del tempo. Per quanto la vita fosse più semplice la storia si svolge però in un periodo storico molto delicato, le Leggi Razziali hanno cominciato a imperversare sul territorio e questo a Marino Mussolini, nostro protagonista, non va giù. Ovviamente fra le mani gli capita l'omicidio di un ebreo e quindi le occasioni per approfondire le riflessioni in merito a queste leggi ingiuste sono molte, ma Mussolini è anche un agente di polizia, quindi sente tutto il conflitto che deriva dal suo ruolo e da quello che invece pensa veramente. Questo non lo ferma però da voler terminare l'indagine, anche se si rivela abbastanza complesso proprio perché non si vuole prestare troppa attenzione all'omicidio di un ebreo. La storia alterna così una classica indagine, un bel giallo, a una storia a tinte più cupe, di colore nero. Più di una volta, infatti, ci si chiederà chi sia il colpevole e se lo spietato omicidio sia stato compiuto per questioni razziali oppure no. Marino è un personaggio costruito molto bene, il classico poliziotto burbero ma con il cuore buono che punta alla vera giustizia, parco nel dimostrare i suoi sentimenti ma che ama profondamente la famiglia. Il padre di Marino, con il quale spesso si confida, è usato un po' come una coscienza, è a lui che il nostro ispettore si rivolge quando i dubbi lo tormentano e attraverso il dialogo con il padre riesce a esorcizzare i suoi demoni, almeno in parte. Sappiamo infatti che porta un grande fardello a causa del suo cognome associato ovviamente a un'altra persona, ed è proprio suo padre a farlo riflettere sul fatto che sia solo un nome e non è questo che definisce chi siamo davvero. Marino è un personaggio che punta nella giusta direzione ma è frenato dal suo ruolo e dagli sconvolgimenti politici del tempo, tuttavia sappiamo per certo che cercherà sempre la strada più giusta da seguire. Il finale regala decisamente dei colpi di scena interessanti, non mi aspettavo di certo questi risvolti nella storia che chissà come evolverà. 
In conclusione posso dire che è stata una bella lettura, vedere sullo sfondo una Reggio Emilia che non conoscevo, è stata un'occasione per riflettere sulla piega degli eventi in un periodo buio che l'Italia ha attraversato. Ma è stato anche bello perché ho rivisto tradizioni di un tempo, di cui adesso si ha poca memoria, inoltre l'indagine in stile giallo classico mi ha fatto apprezzare il libro nel suo complesso, se cercate un'indagine che mescola storia e tradizioni, questo libro fa per voi.

Voto ⭐⭐⭐⭐/5