venerdì 26 febbraio 2021

Recensione Miss Charity

Titolo: Miss Charity
Titolo originale: Miss Charity
Autrice: Marie-Aude Murail
Lingua originale: francese
Traduzione: Federica Angelini
Numero di pagine: 477
Editore: Giunti editore






Trama

Charity è una bambina. È come tutti i bambini, piena di curiosità, assetata di contatti umani, di parole e di scambi. Vuole creare e partecipare alla vita del mondo. Purtroppo, però, una ragazzina della buona società inglese dell'800 deve tacere, non mostrarsi troppo, salvo che in chiesa. Gli adulti che la circondano non fanno attenzione a lei, le sue sorelline sono morte. Allora Charity si rifugia al terzo piano del suo palazzo borghese in compagnia della servitù. Per non morire di noia, alleva dei topini nella nursery, veste un coniglietto, studia dei funghi al microscopio, impara Shakespeare e disegna incessantemente dei corvi, con la speranza che un giorno succeda qualcosa. Così comincia la vita di Charity Tiddler, ragazzina prima e donna poi che fa della libertà un principio di vita e in nome di questa sovverte tutte le regole borghesi della vita vittoriana. Un romanzo attuale nel tema, anche se di ambientazione ottocentesca, in cui l'ironia, il pettegolezzo, un certo tipo di società snob e talvolta grottesca nella sua smania per le apparenze portano la chiara cifra di una Jane Austen contemporanea.


Recensione

Miss Charity è stata una scoperta sconvolgente, grazie a Francesca de @labibliotecadizosma ho letto questo libro, spinta dalla sua recensione e dal fatto che me ne ha regalata una copia. Non finirò mai di ringraziarla perchè è stata una lettura bellissima per svariati motivi. Questo è un romanzo di formazione come se ne vedono pochi, con uno stile semplice e molto fluido, l'autrice ci riporta nella Londra vittoriana, dove una donna aveva un unico scopo nella vita: sposarsi e farsi mantenere. In questo mondo Charity non ci si ritrova e la guarderemo crescere e cercare la sua strada. Posso affermare che questo è un romanzo assolutamente femminista, nonostante la parola non compaia mai e nonostante Charity stessa non ne sia consapevole. Charity è una bambina e poi una donna estremamente intelligente, timida all'inizio ma che pian piano esce dal suo guscio. A volte insicura di sè ed estranea a molte cose del mondo da cui è stata tenuta all' oscuro per colpa della madre, allo stesso tempo soffocante e menefreghista (come erano poi molte madri all'epoca). All'inizio i rapporti umani con altre persone sono difficili per lei, è cresciuta da sola e senza amici, circondata solo dalla giovane governante e dagli animali che raccoglieva in giro. Potrebbe sembrare un po' pazza per questo ma invece si vede benissimo il suo affetto per loro, nonchè il suo interesse scientifico nel volerli studiare. Da qui capiamo che Charity è una persona curiosa, con una mente portata per la scienza e l'arte, dato che è anche bravissima a dipingere. Insomma Charity è una persona complessa ma allo stesso tempo semplice, come siamo un po' tutti. Nonostante non abbia avuto molti amici nella sua vita, è legata ai pochi affetti che ha e si preoccupa per le persone attorno  lei, facendo di tutto per proteggerle e farle stare bene. Che posso dire...per me la magia di questo libro è proprio qua. Con uno stile semplice, ma non banale, e in poche pagine, l'autrice ti trasporta completamente nel mondo di Charity, nella sua vita e nella sua mente. Si riderà per il suo carattere un po' ironico e pronto agli scherzi, si soffrirà con lei per quella sua timidezza che a volte la frena, non si può non ammirare la sua determinazione nel voler trovare il suo posto nel mondo, ma soprattutto io mi sono ritrovata nella sua insicurezza. La sua insicurezza è quella che sotto sotto tutti coviamo, credo che tutti almeno una volta ci siamo fermati a chiederci "ce la farò?", "riuscirò ad andare avanti solo con le mie forze?" e la nostra Charity ci mostra che è normale sbagliare, è normale non riuscire in tutto la prima volta che si prova, ma ci mostra anche la perseveranza e il fatto che credendo in noi stessi possiamo sceglierci la nostra strada. Charity è giovane e si ritrova a fare molte cose da sola per la prima volta, spalleggiata dalla sua amica Blanche e dal marito di lei, non può contare sualla madre che vorrebbe solamente vederla sposata, ma scopre un alleato nel padre che arriva a dirle di aver rimpianto i figli maschi ma, una volta conosciuta veramente sua figlia, quel rimpianto non esiste più. E' un libro femminista perchè parla di riscatto e di indipendenza poichè la nostra protagonista non vuole un matrimonio di convenienza, nè vuole essere mantenuta e questo va contro tutte le convenzioni dell'epoca. Lei vuole vivere della propria arte e così farà. Seguiamo Charity nella sua crescita personale e la vediamo alla ricerca della sua strada e del suo posto in un mondo governato dagli uomini, dove una donna che si guadagna da vivere da sola è quasi scandalosa. Per questo è un romanzo femminista, Charity non ci sta, questa vita le va stretta e a costo di farsi guardare da tutti con commiserazione lei sceglie di seguire la sua strada, si impegna e quando decide di sposarsi lo fa per amore, contro il parere di tutti. Ma vive la vita che si è scelta da sola in modo pieno e felice e questo è il messaggio più bello di tutti.

Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐/5

martedì 23 febbraio 2021

Recensione Vardø dopo la tempesta

Titolo: Vardø. Dopo la tempesta
Titolo originale: The Mercies
Autrice: Kiran Millwood Hargrave
Lingua originale: inglese
Traduzione: Laura Prandino
Numero di pagine: 342
Editore: Neri Pozza





Trama

1617, Norvegia nordorientale. In una funesta vigilia di Natale, il mare a Vardø si è improvvisamente sollevato e una folgore livida ha sferzato il cielo. Quando la tempesta si è acquietata in uno schiocco di dita, così com’era arrivata, le donne si sono raccolte a riva per scrutare l’orizzonte. Degli uomini usciti in barca non vi era, però, nessun segno. Quaranta pescatori, dispersi nelle gelide acque del Mare di Barents.
Alla ventenne Maren Magnusdatter, che ha perso il padre e il fratello nella burrasca, e a tutte le donne di Vardø non resta dunque che un solo compito: mettere a tacere il dolore e cercare di sopravvivere.
Quando l’inverno allenta la presa e le provviste di cibo sono quasi esaurite nelle dispense, le donne non si perdono d’animo: rimettono le barche in mare, riprendono la pesca, tagliano la legna, coltivano i campi, conciano le pelli. Spinte dalla necessità, scoprono che la loro unità può generare ciò che serve per continuare a vivere.
L’equilibrio faticosamente conquistato è destinato, però, a dissolversi il giorno in cui a Vardø mette piede il sovrintendente Absalom Cornet, un fosco e ambiguo personaggio distintosi, in passato, per aver mandato al rogo diverse donne accusate di stregoneria.
Absalom è accompagnato dalla giovane moglie norvegese, Ursa, inesperta della vita e terrorizzata dai modi sbrigativi e autoritari del marito. A Vardø, però, Ursa scorge qualcosa che non ha mai visto prima: donne indipendenti. Absalom, al contrario, vede solo una terra sventurata, abitata dal Maligno. Un luogo ai margini della civiltà, dove la popolazione barbara dei lapponi si mescola liberamente con i bianchi e dove una comunità di sole donne pretende di vivere secondo regole proprie.
Romanzo che trae ispirazione dai processi alle streghe di Vardø del 1620, Vardø. Dopo la tempesta «getta luce su uno spaventoso spaccato di storia, raccontando la brutale sottomissione delle donne, la superstizione che aleggia nei luoghi isolati e le atrocità compiute in nome della religione. Un romanzo davvero potente» (Publishers Weekly)

Recensione

Bentornati sul blog lettori! Oggi parliamo di un libro che non é il solito fantasy, così esco un po' dalla mia comfort zone. Infatti oggi vi parlo di un romanzo storico che mi ha letteralmente rapito, l'ho letto in appena due giorni perché lo stile molto scorrevole ha reso facilissima la lettura. Ci troviamo di fronte a fatti storici purtroppo avvenuti realmente, anche se lievemente romanzati per fini di trama. Dopo una violenta e improvvisa tempesta, una piccola isola norvegese si ritrova popolata da sole donne che si vedono costrette ad assumere i ruoli dei mariti e dei padri per sopravvivere. La terraferma fa ben poco per aiutarle e manda solo un nuovo prete sull'isola e la popolazione si spacca inevitabilmente in due. Le donne che vogliono sopravvivere sono disposte a tutto, anche a fare lavori duri come spaccare legna e andare a pesca, mentre le donne che vedono nella tempesta una punizione divina si ritirano nelle preghiere. Ovviamente queste ultime non vedono di buon occhio le donne che puntano a sopravvivere e in mezzo a tutto questo viene mandato sull'isola un nuovo sovrintendente deciso a debellare gli antichi culti in cui alcune donne sono ricadute. Questo è un libro molto forte e incentrato su due donne in particolare ma che vuole far riflettere sulla condizione della donna nel 1600, anche in posti sperduti e più lontani dalla civiltà. Ovviamente all'epoca una donna forte, che non si piega alle convenzioni e che riesce a sopravvivere da sola, era addidata come strega. Anche nei luoghi più remoti del mondo il fanatismo religioso può fare molti danni, distruggendo culture e credenze precedenti che non facevano alcun male. 
È la storia di tante donne, ma in particolare di Ursula e Maren, così diverse ma così costrette nelle loro condizioni. La prima è la moglie del sovrintendente, venduta dalla famiglia in appena un giorno, strappata alla sua casa e alla sua vita e costretta a subire i continui abusi del marito. Maren invece è nativa di Vardø, ha visto morire suo padre e suo fratello nella terribile tempesta e assiste impotente allo sgretolarsi di ciò che resta della sua famiglia, all'odio che cresce pian piano e ai cambiamenti che avvengono nel suo villaggio. Lei vorrebbe solamente che la sua vita tornasse come prima, con una famiglia che la ama e che si sostiene a vicenda. Non riesce a sfogare il suo dolore per la perdita dei famigliari, perché sua cognata e sua madre sembrano esserne rimaste schiacciate e quindi si fa forza e va avanti solo per loro, anche se la stanno tagliando fuori dalle loro vite. Rinascerà pian piano grazie all'amicizia con Ursula, un'amicizia guardinga e piena di ansia perchè si svolge comunque sotto gli occhi del sovrintendente deciso a trovare le streghe. Questa amicizia aiuterà entrambe ad uscire dal loro guscio e a compiere azioni che mai avrebbero creduto possibili, dopo essersi rese conto che le torture e le presunte punizioni per stregoneria non avvengono per volere di Dio ma per il volere degli uomini. Un romanzo appassionante e che cresce pian piano, la prima parte è molto scorrevole e serve a farci conoscere i personaggi e la loro storia, ma serve anche a far capire il crescendo di angoscia e ansia che le donne del posto hanno dovuto subire. La seconda parte regala qualche momento di distensione perché vediamo crescere il legame tra Ursa e Maren, anche se l'angoscia e l'ansia sono sempre presenti e anzi vanno accentuandosi fino al punto di rottura. La cosa che mi è piaciuta poco è il finale perché è pieno di rivelazioni ma avviene troppo in fretta. Probabilmente serve a trasmettere l'urgenza con cui si sono svolti gli eventi ma vengono prese molte decisioni importanti in pochi attimio che avrei voluto più approfonditi. Le ultime pagine hanno proprio un gusto dolce-amaro perché regalano un vago senso di speranza ma avviene dopo molte morti e sappiamo che molte altre seguiranno. 
In conclusione ho davvero apprezzato la lettura che ci fa conoscere uno spaccato della nostra storia europea, anche se purtroppo è uno spaccato cupo e terribile. La condizione della donna sempre molto precaria, raggiunge nuovi orrori nel periodo della caccia alle streghe. Anche se questa epurazione si concentra soprattutto sulle figure femminili, non vanno dimenticati anche i molti uomini che finirono sul rogo con l'accusa di essere stregoni e adoratori del diavolo. Il romanzo tratta soprattutto delle donne, non solo di Vardø, perché migliaia furono uccise perché diverse, perché fedeli ad antichi credo o semplicemente perché donne ed è una cupa parentesi della storia. 

Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐/5

giovedì 18 febbraio 2021

Recensione La regina del nulla

Titolo: Il principe crudele          
Titolo originale: The cruel prince
Lingua originale: Inglese
Autrice: Holly Black
Traduzione: Francesca Novajra
Numero di pagine: 312
Editore: Mondadori


Titolo: Il re malvagio
Titolo originale: The wicked King
Lingua originale: Inglese
Autrice: Holly Black
Traduzione: Francesca Novajra
Numero di pagine: 271
Editore: Mondadori


Titolo: La regina del nulla
Titolo originale: The queen of nothing 
Lingua originale: Inglese
Autrice: Holly Black
Traduzione: Francesca Novajra 
Numero di pagine: 260
Editore: Mondadori



Trame

Jude era solo una bimba quando i suoi genitori furono brutalmente assassinati. Fu allora che sia lei che le sue sorelle vennero rapite e condotte nel profondo della foresta, nel mondo magico. Dieci anni dopo, l'orrore e i ricordi di quel giorno lontano e terribile ormai sfocati, Jude, ora diciassettenne, è stanca di essere maltrattata da tutti e soprattutto vuole sentirsi finalmente parte del luogo in cui è cresciuta, poco importa se non le scorre nemmeno una goccia di sangue magico nelle vene. Ma le creature che le stanno intorno disprezzano gli umani. E in particolare li disprezza il principe Cardan, il figlio più giovane e crudele del Sommo Re. Per ottenere un posto a corte, perciò, Jude sarà costretta a scontrarsi proprio con lui, e nel farlo, a mano a mano che si ritroverà invischiata negli intrighi e negli inganni di palazzo, scoprirà la sua propensione naturale per l'inganno e gli spargimenti di sangue. Quando però si affaccia all'orizzonte il pericolo di una guerra civile che potrebbe far sprofondare la corte in una spirale di violenza, Jude non ha esitazioni. Per salvare il mondo in cui vive è pronta a rischiare il tutto per tutto.




Per tenere al sicuro il fratello più piccolo, Jude è stata costretta a legare a sé Cardan, il re malvagio, mettendogli a disposizione, in cambio, il proprio potere, indispensabile per mantenere saldo il trono. Ma per la ragazza la convivenza con lui non è affatto semplice, visto che alla già difficile situazione della corte, dove le alleanze sono tutto tranne che stabili, si somma l'estrema imprevedibilità di Cardan. Quest'ultimo, infatti, incapace di liberarsi della fascinazione che prova per Jude, fa di tutto per umiliarla e comprometterne la credibilità. Inoltre, qualcuno di molto vicino alla ragazza sta per tradirla, minacciando la sua vita e quella di chiunque lei ami. Venuta a conoscenza del pericolo imminente, Jude, sempre in lotta coi suoi sentimenti per Cardan, si lancia alla ricerca del traditore...










Lui porterà la corona e il trono alla distruzione Il potere è più facile conquistarlo che mantenerlo: un'amara lezione che Jude ha dovuto imparare sulla propria pelle dopo aver accettato di liberare dal suo controllo Cardan, il re malvagio, in cambio di un potere sconfinato.
Ora la ragazza, Regina degli Elfi esiliata e mortale, ancora sconvolta dal tradimento di Cardan, attende solo il momento in cui potrà riprendersi ciò che lui le ha sottratto.
L'occasione propizia si presenta grazie a Taryn, la sua gemella, la cui vita mortale è in pericolo. Per salvarla Jude sarà infatti costretta a fare ritorno alla corte del re e a fare i conti con i sentimenti che prova per lui.
Ma nulla è come lo ha lasciato. Una guerra feroce è in arrivo e Jude finisce per esserne coinvolta. Quando poi un maleficio potente e fino a quel momento silente si diffonde, generando il panico ovunque, sarà costretta a scegliere tra la sua ambizione e la sua umanità.



Recensione

Bentornati sul blog lettori! Oggi cercherò di fare una recensione complessiva di questa trilogia che comprende Il principe crudele, Il re malvagio e La regina del nulla
Con la Black è sempre stato un rapporto strano, mi piacciono i suoi libri, li leggo, ma non li apprezzo mai fino in fondo. Le sue idee sono in generale buone ma alla fin fine non riesce mai a svilupparle appieno secondo me, resta sempre troppo in superficie. Questa trilogia è la mia preferita fra le sue opere però devo ammettere che anche qua c'è qualche pecca. Andando con ordine mi sono piaciuti molto i personaggi, in particolare Jude, tutti mostrano un lato oscuro in questo libro e davvero non ci sono protagonisti completamente positivi, ma lei è proprio una protagonista fuori dagli schemi. Jude è infatti una protagonista non convenzionale, è ambiziosa, disposta a tutto per arrivare dove vuole e senza la paura di sporcarsi le mani. La sua vita è difficile e dura fin dall'infanzia ed è costretta a sviluppare una corazza molto solida e una certa furbizia per riuscire a sopravvivere nel regno degli elfi, popolato da individui subdoli e doppiogiochisti. Anche Cardan è un personaggio non del tutto positivo ma di sicuro si accorge prima di Jude di aver imboccato una cattiva strada. Sono una coppia particolare, nata come hate-to-love ma che diventa tutta love nel capitolo finale, alla fin fine non ho disprezzato il loro aprirsi l'un l'altro ma avrei voluto una maggiore introspezione di Cardan e in generale uno sviluppo più graduale della coppia, dopotutto lui la bullizzava nel primo libro e lei sembra averlo dimenticato. Lo stile della Black resta scorrevole per tutta la trilogia, i libri non sono particolarmente lunghi e scivolano via facilmente, ciononostante sono ricchi di avvenimenti e soprattutto colpi di scena. Non si sa mai di chi ci si può fidare e gli intrighi e i sotterfugi di corte sono parecchi e tutti strettamente intrecciati. Credo che nel complesso la parte "politica" composta da questi colpi di stato si combini bene con le vicende più personali dei protagonisti proprio perché tutto è ricollegato e perché la storia d'amore non è preponderante sul resto. Di sicuro nell'ultimo capitolo avrei voluto che si desse più spazio ai personaggi secondari che compongono la Corte delle Ombre (spie e assassini che agiscono per mantenere solida la monarchia),  perché vengono un po' trascurati. Inoltre rispetto agli altri due libri parte in modo un po' più lento, nella prima metà del libro è quasi tutta politica e mosse volte alla guerra e l'ho trovata un pochino più noiosa.
In conclusione direi che la trilogia mi è piaciuta molto e ne consiglio la lettura a chi cerca qualcosa di leggero, i personaggi non sono approfonditi come avrei voluto ma lo stile è davvero scorrevole e anche se la storia è qualcosa di non originalissimo alla fin fine cattura, soprattutto perché ci sono tanti colpi di scena e ribaltamenti di situazioni. Se vi piacciono i regni fatati ma che potrebbero uccidervi da un momento all'altro, gli intrighi di corte, la crudeltà gratuita e un pizzico di love story, direi che un viaggetto nel regno degli elfi è quello che fa per voi. Insomma credo che per poter intraprendere questo viaggio si debba essere un po' amanti del sano e vecchio trash.

Voto Il principe crudele: ⭐⭐⭐⭐/5
Voto Il re malvagio: ⭐⭐⭐,5/5
Voto La regina del nulla: ⭐⭐⭐⭐/5

giovedì 11 febbraio 2021

Recensione L'inverno della strega

Titolo: L'inverno della strega
Titolo originale: The winter of tre witch
Autrice: Katherine Arden
Lingua originale: Inglese
Traduzione: Maria Teresa De Feo
Numero di pagine: 364
Editore: Fanucci Editore






Trama

Per salvare la Russia e combattere con nemici mortali e immortali, contro il visibile e l'invisibile.

Mosca è in preda alle fiamme, e per salvarsi Vasja deve fuggire via, inseguita da tutti coloro che la accusano di morte e distruzione. Raggiunge così il regno della Mezzanotte, una terra magica fatta di ogni mezzanotte passata, presente e futura. Ma rimanere lì sarebbe una condanna a morte per tutta la sua famiglia e per le sue terre... Intanto il Gran principe di Mosca è in preda alla rabbia e alla frustrazione, e sceglie alleati che lo condurranno su un percorso di guerra e rovina. E, mentre Medved, il fratello gemello di Morozko, sta scatenando il caos nella città stanca, un esercito di Tatari si sta preparando ad attaccare e minacciare i confini della Rus. Vasja si ritroverà nel mezzo di una guerra tra due Stati, tra religione e folklore e tra antichi fratelli. Sarà in grado di salvare la Russia, Morozko e il magico mondo che custodisce?


Recensione

Bentornati sul blog lettori! Oggi vorrei parlarvi de L'inverno della strega, ultimo capito della trilogia di Katherine Arden, una trilogia che ho davvero amato e che avrei voluto non finisse mai. 
Le vicende riprendono dove si erano interrotte nel secondo libro e ritroviamo Mosca mezza distrutta da un incendio e amicizie ormai spezzate. Le vicende cominciano subito in quinta con un avvenimento che spezza il cuore, Vasja vede morire qualcuno a cui tiene davvero tantissimo e questo la lascia svuotata e devastata, nonchè in pericolo di morte. Per tentare di salvarle la vita Morozko è costretto a liberare il suo peggior nemico, L'Orso. Con Medved a piede libero nessuno sarà più al sicuro e Vasja dovrà intraprendere un percorso molto difficile alla ricerca delle sue radici e del modo di fermare la guerra che ormai incombe sulla Russia. Questo libro è un continuo sali e scendi di emozioni, devo ammettere che non mi aspettavo moltissimi risvolti che ho trovato però sempre azzeccati e mai forzati. Finalmente capiamo le origini di Vasja e di tutta la sua famiglia e ho adorato questo aspetto della storia perchè intreccia magistralmente tantissime leggende russe e non si può non apprezzare come la Arden riesca a unire il tutto in modo fluido. Inoltre capiamo qual è il vero ruolo di Vasja nelle vicende che si susseguono dal primo libro. Lei è destinata a essere la parte mediante della continua lotta eterna tra Medved e Morozko e solo lei potrà riportare così la pace tra il mondo dei Chyerty e il mondo degli uomini, lei stessa infatti appartiene a entrambi. Insomma è un libro ricco di colpi di scena, battaglie e ricerche, finalmente saranno chiari i veri nemici e ci si alleerà con personaggi inaspettati per riuscire a  salvarsi, purtroppo molti personaggi che amavo ci lasciano in questo capitolo ed è una cosa che capisco ma che davvero mi ha reso molto triste. L'ambientazione è quella del secondo libro poichè ritroviamo Mosca e il paesaggio della foresta, anche se lievemente diversa, speravo si potesse rivedere almeno una volta il paesino dove Vasja era cresciuta perchè mi sono innamorata di quelle casette ai margini della foresta ma purtroppo la storia non ci ha portato in quella direzione.
Devo ammettere però che vengono lasciate alcune cose in sospeso, il finale è molto aperto e non sono state risolte alcune questioni come la mortalità di Vasja e l'istruzione magica di sua nipote Marja. Non è un brutto finale perchè comunque si chiude su una nota positiva, tuttavia avrei forse preferito qualcosa di più netto e definitivo, in questo modo rimangono aperte davvero tante porte, ma forse era l'intento dell'autrice lasciare ai lettori la possibilità di chiudere la storia. La cosa di sicuro molto positiva è che finalmente Vsja si riconcilia con tutta la sua famiglia, il rapporto coi fratelli muta fino all'accettazione dei suoi poteri e delle sue capacità. Sasja ha ancora il forte desiderio di proteggerla ma capisce il ruolo della sorella nelle vicende che verranno e accetta di aiutarla, così come accetta il suo essere un tramite tra i due mondi. Anche il rapporto tra Vasja e Morozko muta in maniera definitiva e cresce e non ho potuto non apprezzare questa evoluzione perchè ci speravo fin dall'inizio.
In conclusione so di aver fatto un'analisi caotica e incoerente ma non saprei come meglio esprimere quanto questo libro mi sia piaciuto. Decisamente abbiamo una grande evoluzione dei personaggi, anzi ho cambiato idea su alcuni che consideravo i "cattivi" fin dal primo libro e questo fa capire quanto la storia e Vasja stessa siano maturati e cambiati. Ora mi rendo conto che tutte le vicende sono strettamente legate fin dal principio e tutto doveva portare a farci capire che cambiare opinione è ciò che ci salva, così come l'accettazione di tutti i lati, anche oscuri, di una persona ce la fa davvero apprezzare.

Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐/5

mercoledì 10 febbraio 2021

Review Party Il regno capovolto

Titolo: Il regno capovolto
Titolo originale: The Kingdom of back
Autrice: Marie Lu
Traduzione: Sofia Castiglioni Reich
Lingua originale: Inglese
Numero di pagine: 348
Editore: Mondadori



Trama

Nata con uno straordinario dono musicale, la piccola Nannerl Mozart ha un solo desiderio: essere ricordata per sempre. Ma, anche se incanta le platee con le sue straordinarie interpretazioni, ha poche speranze di diventare una celebre compositrice. È una ragazza nell'Europa del Diciottesimo secolo, e ciò significa che comporre per lei è proibito. Suonerà fino a quando avrà raggiunto l'età da marito: su questo il suo tirannico padre è stato ben chiaro.
Ogni anno che passa le speranze di Nannerl si fanno più sottili, mentre il talento del suo amato fratellino Wolfgang diventa sempre più brillante, e finisce per oscurarla. Ma un giorno giunge un misterioso straniero da una terra magica, con un'offerta irresistibile: può far diventare il sogno di Nannerl realtà. Ma il prezzo da pagare potrebbe essere altissimo.
Nel suo primo romanzo storico, l'autrice bestseller del "New York Times" Marie Lu intesse una storia rigogliosa e poetica che parla di musica, magia e dell'indissolubile legame tra un fratello e una sorella.

Recensione

Bentornati sul blog lettori! Oggi per questo review party ringrazio Ylenia di @reinedelivres e la casa editrice Mondadori per l'opportunità.
Il Regno Capovolto è stata una lettura davvero particolare, era la prima volta che mi avvicinavo a un libro con una tale componente di realismo magico ed è stata un'esperienza diversa dal solito. Non si può definire propriamente un fantasy, anche se rientra nei fantasy storici, poiché la realtà e la componente magica si mescolano in modo fluido, nascendo dai racconti di Nannerl fino a che la stessa non viene trascinata in questo mondo magico e allo stesso modo parte di questa magia trapela nel mondo reale. La linea tra i due è spesso così sottile che non si capisce se il mondo reale sia influenzato da ciò che succede nel mondo magico o viceversa ma mi è piaciuta questa realtà mescolata al fiabesco. La storia stessa del Regno Capovolto è presa dalla vera storia di Nannerl poiché all'epoca lei e il fratello erano soliti inventarsi racconti di questo tipo prima di dormire o per vincere la noia nei lunghi viaggi in carrozza a cui erano sottoposti. L'autrice ha invece un po' cambiato la storia vera per quel che riguarda la figura del padre, poco presente nel libro, ma che nella realtà sottoponeva i figli a continui esercizi al limite del maltrattamento, costringendoli a passare ore a sturdiare la teoria musicale. Nel libro loro sono mossi dalla passione per la musica, cosa indubbiamente vera, ma non si percepisce tutta la vena crudele che caratterizzava invece il padre intenzionato solamente a sfruttare il loro talento per vivere una vita agiata. È vero che Nannerl era bravissima e Woferl praticamente un genio, ma nel libro si vede pochissimo quanto loro studino e quanto il padre fosse crudele su questo punto. Tralasciando queste inesattezze però ho apprezzato il libro nel complesso perché l'ho percepito come un tributo alla figura di Nannerl, che solo perché donna ha dovuto vivere una vita nell'ombra, nascondendo il suo profondo talento. Nonostante compia dei ragionamenti troppo profondi per una bambina di 8 anni (quando si apre il libro è questa infatti la sua età), ho apprezzato la sua crescita interiore e la sua presa di coscienza. Attraverso la terribile avventura nel regno capovolto e con Hyacintus, Nannerl cresce e matura molto, alcune scene sono descritte molto bene e si percepisce tutta la sua angoscia e il senso di impotenza. Il rapporto con il fratello però è un po' strano, lei lo ama e non può fare a meno di prendersi cura e preoccuparsi per lui, ma allo stesso tempo lo invidia e quasi lo teme. Si percepisce la spaccatura tra i due che si allarga man mano che crescono e non è difficile immedesimarsi in Nannerl che cerca di capire come comportarsi con Woferl che ha tutte le possibilità che a lei sono negate. Ho sentito questo libro proprio come un'opera dedicata a tutte le donne che nel corso della storia hanno dovuto sacrificare talenti e desideri per colpa del loro sesso e il messaggio che vuole trasmettere la Lu è proprio questo. Chissà quante donne di talento si sono nascoste tra le pagine dei libri o quante opere firmate da uomini sono in realtà da attribuire ad altre figure. Decisamente questa è la parte del libro che mi è piaciuta ma purtroppo nel complesso non mi ha preso come avrei sperato. Ci sono un po' di errori su fatti reali della vita dei due giovani, ma posso essere giustificati come licenze poetiche, però anche la figura di Woferl non mi ha convinta del tutto. Rimane sempre troppo bambino ed è difficile interpretarne l'età, Nannerl già da piccola fa ragionamenti molto profondi ma Woferl alla stessa età non sembra avere lo stesso contatto con la realtà, tanto che più volte non capisce perché la sorella non possa comporre o comportarsi in modo diverso. Questo crea troppo stacco credo, rende Nannerl troppo matura e Woferl troppo bambino per i miei gusti. Inoltre per quanto si capisca il tributo alla figura di Nannerl trovo che il finale sia un po' deludente perché sostanzialmente lei non compie un vero passo avanti e anzi sarà per sempre relegata al ruolo di sorella, senza mai avere la possibilità di mostrare il suo vero talento. Credo che l'autrice si sarebbe potuta sbilanciare di più e magari trasformare il Regno Capovolto in luogo dove Nannerl poteva easere sè stessa e invece alla fine anche quel capitolo della sua vita si chiude ed è costretta comunque in una vita nel mondo reale che non vuole. Inoltre per tutto il libro le vicende restano piuttosto piatte, non c'è un crescendo di emozioni e non sono presenti grandi rivelazioni, non mi annoiato però non mi ha trasmesso forti sensazioni, non si sbilancia mai. In conclusione è un libro un po' grigio, ho apprezzato scoprire qualcosa sulla vita di questa donna costretta a vivere nell'ombra ma allo stesso tempo avrei voluto qualcosa di piu che che mi facesse avvicinare meglio ai fatti.

Voto ⭐⭐⭐/5

giovedì 4 febbraio 2021

Blog tour Il regno capovolto

Titolo: Il regno capovolto
Titolo originale: The Kingdom of back
Autrice: Marie Lu
Traduzione: Sofia Castiglioni Reich
Lingua originale: Inglese
Numero di pagine: 348
Editore: Mondadori



Trama
Nata con uno straordinario dono musicale, la piccola Nannerl Mozart ha un solo desiderio: essere ricordata per sempre. Ma, anche se incanta le platee con le sue straordinarie interpretazioni, ha poche speranze di diventare una celebre compositrice. È una ragazza nell'Europa del Diciottesimo secolo, e ciò significa che comporre per lei è proibito. Suonerà fino a quando avrà raggiunto l'età da marito: su questo il suo tirannico padre è stato ben chiaro.
Ogni anno che passa le speranze di Nannerl si fanno più sottili, mentre il talento del suo amato fratellino Wolfgang diventa sempre più brillante, e finisce per oscurarla. Ma un giorno giunge un misterioso straniero da una terra magica, con un'offerta irresistibile: può far diventare il sogno di Nannerl realtà. Ma il prezzo da pagare potrebbe essere altissimo.
Nel suo primo romanzo storico, l'autrice bestseller del "New York Times" Marie Lu intesse una storia rigogliosa e poetica che parla di musica, magia e dell'indissolubile legame tra un fratello e una sorella.


Articolo

Bentornati sul blog lettori! Oggi piccola tappa di blogtour per questo libro molto particolare che è Il Regno Capovolto. In questo libro ho notato che sono stati citati molti fiori e soprattutto ad essi e al Regno Capovolto sono stati abbinati dai colori per me molto significativi. 

Innanzitutto uno dei protagonisti si chiama Hyacintus, ossia Giacinto. Il giacinto è un fiore che prende il nome da un famoso mito greco, Apollo si era innamorato di un giovane con questo nome e lo amava così tanto da venire meno ai suoi doveri. Purtroppo anche Zefiro (dio del vento) si era invaghito di lui e sfidò molte volte Apollo per avere il giovane tutto per sé.  Apollo vinse sempre ma perse la battaglia più grande. Un giorno mentre si allenava con Giacinto nel lancio del disco, un colpo lanciato da Apollo deviò a causa del vento e colpì Giacinto alla testa, uccidendolo. Pieno di dolore Apollo decise di trasformare il giovane in un fiore per ricordarlo per sempre e tinse quel fiore di rosso sangue in memoria di quello versato a causa sua. Il giacinto in senso lato è un fiore che rappresenta la morte e la rinascita della natura, cosa che ho trovato molto calzante se si pensa alla storia del Regno Capovolto, un tempo florido, poi caduto in rovina e di nuovo pronto a rinascere. Un colore che abbino alla figura di Hyacintus però non è il rosso della storia originale, ma l'azzurro poiché i suoi occhi di questo colore sembrano brillare. L'azzurro rappresenta la comunicazione attraverso la creatività e favorisce il sonno. Hyacintus compare infatti dopo che Nannerl ha composto, nei suoi sogni oppure quando inventa storie su di esso. La madre di Nannerl, inoltre, le ricorda spesso che il giacinto rappresenta la primavera e la nuova vita, ma è anche velenoso. I colori ricorrenti nel Regno Capovolto sono appunto l'azzurro, il bianco e l'oro, colori chiari e che trasmettono un senso di irrealtà legata ai sogni, ma anche di pace e tranquillità. Tuttavia questo Regno nasconde molte insidie e misteri poiché la magia non è tutta "buona" ma ha anche un lato oscuro e questo lato diventa evidente nel capitolo de "il fiore della notte". In questo capitolo Nannerl e Woferl dovrenno recuperare un fiore protetto da una terribile strega imprigionata nella roccia. Qui i colori sono cupi e scuri e abbiamo il rosso rappresentato dal sangue e il viola e il nero dei fiori, anche se il loro centro spande comunque una luce azzurra. Il viola è una mescolanza di colori che unisce il rosso e il blu e rappresenta la metamorfosi, il mistero e la magia e favorisce l'ispirazione sviluppando i talenti e la creatività. Non a caso infatti a inzio capitolo Nannerl e Woferl ricevono in dono degli abiti viola dall'Imperatrice, dopo aver suonato di fronte a loro in un magnifico concerto. 
I primi fiori che troviamo nel libro però sono gli edelweiss (ossia le stelle alpine) che significa "nobile bianco", perché per riuscire a raccoglierlo, data l’altitudine in cui si trova, servono fatica e coraggio; riuscire a prenderlo viene considerato uno dei più grandi onori che un uomo possa ottenere e rappresentano proprio il coraggio. Anche loro, come molte cose del Regno Capovolto, sono oro e bianchi e ricordano la luce e la parte benevola delle cose. Tuttavia man mano che Nannerl si accorge della vera faccia del Regno i fiori si vedono sempre meno, pian piano vengono sostituiti dai rovi e dai funghi dai colori cupi come nero e rosso. Questi dettagli ci fanno pensare a qualcosa di ostile, che cresce nel sottobosco tra le parti più buie di esso. Tuttavia il sognare funghi ha un significato comunque positivo, che sprona a vivere la propria vita in maniera istintiva e rappresentano la forza creativa. Nannerl infatti prende sempre più coscienza della sue capacità e accetta parti difficili della sua vita.
Credo quindi che attraverso i fiori e l'uso dei colori Marie Lu volesse farci capire il percorso interiore di Nannerl, farcela conoscere meglio e soprattutto trasmettere sua creatività. Nonostante i suoi sogni e desideri Nannerl sceglie di mettersi da parte per amore del fratello, ma questo non cancella comunque le sue doti.