lunedì 28 dicembre 2020

Recensione L'Orso e l'Usignolo

Titolo: L'Orso e l'Usignolo
Titolo originale: The Bear and the Nightingale
Autrice: Katherine Arden
Traduzione: Maria Teresa De Feo
Lingua originale: inglese
Numero di pagine: 287
Casa editrice: Fanucci Editore






Trama

In uno sperduto villaggio ai confini della tundra russa, l'inverno dura la maggior parte dell'anno e i cumuli di neve crescono più alti delle case. Ma a Vasilisa e ai suoi fratelli Kolja e Alesa tutto questo piace, perché adorano stare riuniti accanto al fuoco ascoltando le fiabe della balia Dunja. Vasja ama soprattutto la storia del re dell'inverno, il demone dagli occhi blu che tutti temono ma che a lei non fa alcuna paura. Vasilisa, infatti, non è una bambina come le altre, può "vedere" e comunicare con gli spiriti della casa e della natura. Il suo, però, è un dono pericoloso che si guarda bene dal rivelare, finché la sua matrigna e un prete da poco giunto nel villaggio, proibendo i culti tradizionali, compromettono gli equilibri dell'intera comunità: le colture non danno più frutti, il freddo si fa insopportabile, le persone vengono attaccate da strane creature e la vita di tutti è in pericolo. Vasilisa è l'unica che può salvare il villaggio dal Male, ma per farlo deve entrare nel mondo degli antichi racconti, inoltrarsi nel bosco e affrontare la più grande minaccia di sempre: l'Orso, lo spaventoso dio che si nutre della paura degli uomini. Nell'incantevole scenario della tundra russa, il primo capitolo di una nuova trilogia fantasy.



Recensione

Ben tornati sul blog lettori! Oggi vorrei parlarvi di questo libro che ho letto a dicembre e che ho amato alla follia. 
L'Orso e l'Usignolo è un libro fantasy ma che non definirei solo come tale, infatti mostra tutti i tratti tipici della fiaba, anche se non si condensa in poche pagine come queste fanno di solito. E' un libro particolare ma che mi ha conquistata fin da subito per tanti particolari, ma andiamo con ordine. 
Le vicende iniziali del libro servono per introdurre il lettore alla storia e al contesto culturale molto diverso da quello a cui è abituato, io per prima conosco poche leggende russe e poche fiabe per cui un'introduzione piuttosto lunga credo che abbia aiutato. Ho infatti apprezzato moltissimo la cura che la Arden mette nel narrare le leggende e il folclore della profonda Russia quando ancora non si chiamava in questo modo. Inoltre sono evidenti tutte le ricerche e agli studi compiuti poichè, oltre alle tradizioni, anche i nomi dei personaggi sono curati nei minimi dettagli. Infatti in russo a seconda che del nome del genitore, il figlio o la figlia hanno dei patronimici diversi (per le donne il nome del padre è seguito dal suffisso -vna e per gli uomini -vič) che significano letteralmente "figlio di" e tutto ciò è stato largamente rispettato. La narrazione è intervallata da modi di dire tipici e addirittura la costruzione del soprannome (anche questo in russo è determinato da regole precise) è ben fatta. Sottolineo inoltre che il soprannome è diverso dal vezzeggiativo (anche questo costruito con regole precise) e a seconda dell'uso del nome con il patronimico, del soprannome o del vezzeggiativo, si può intuire la confidenza o il gradi di parentela tra i personaggi. Un glossario alla fine del libro aiuta con i termini con cui si ha meno dimestichezza, ma nel complesso della lettura tutto è perfettamente comprensibile. Anche la religione è descritta in modo veritiero perchè abbiamo una fede ortodossa di tipo iconodula, dedita al culto di Dio attraverso le icone derivante dalla cultura bizantina.
Un'altra cosa che la narrazione ha in comune con le fiabe è lo stile proprio del romanzo, infatti non avremo mai lunghe descrizioni di luoghi o persone, l'aspetto fisico e la psicologia di personaggi sono appena abbozzati ma nonostante tutto ben caratterizzati e distinguibili gli uni dagli altri. Molto del lavoro è lasciato all'immaginazione del lettore che attraverso gli usi e i costumi costruirà nella propria mente un'ambientazione magica che trasporta in luoghi diversi. 




Come dicevo le prime pagine scorrono veloci ma ci si chiederà spesso dove la storia voglia andare a parare. Tutto ciò serve per introdurre le vicende e soprattutto a sottolineare al lettore il cambiamento che avviene nel villaggio e nella vita di Vasilisa, che crescerà pian piano. Questa lunga introduzione mi è piaciuta molto poichè il lettore non si trova spaesato da un contesto diverso dal solito e allo stesso tempo non si ritrova annoiato da lunghe descrizioni, le leggende e le tradizioni sono presentate in modo semplice, non sempre approfondito ma non per questo meno comprensibili. Per questo sottolineo che lo stile ricorda quello di racconti e leggende, tutto è accennato e non troppo approfondito ma non per questo risulta trascurato o superficiale ed è una cosa che davvero ho adorato. 
Via via le vicende prendono forma e si comincia a intuire il cambiamento nel villaggio e il sentore del pericolo. Si percepisce la critica non troppo velata alla figura del prete e del cristianesimo in sè, che con i suoi cambiamenti ha pian piano soppiantato le vecchie tradizioni e non sempre ha portato benefici. Padre Konstantin infatti dovrebbe essere una figura positiva, invece è mosso solo da intenti negativi e personali, non ha a cuore gli interessi del villaggio ma solo i propri e non si fa remore a distruggere secoli di tradizioni instillando negli uomini la paura.
Altra critica non troppo velata che ho percepito è quella alla società dell'epoca e alla condizione femminile. La società in cui vive Vasilisa è fortemente mascolinizzata e patriarcale, come in tutto il mondo all'epoca, e le ragazze a malapena donne venivano date in sposa per volere del padre a uomini anche più grandi e quasi tutti gli aspetti della vita erano regolati dal padre o dal marito. La Arden vuole farci capire che Vasilisa ha avuto molta più libertà rispetto a una donna comune perchè si è sempre comportata in modo diverso dalle altre figure femminili, lei è forte e indipendente, vuole vivere la sua vita libera e non vincolata, anche se il padre prova a farle seguire la strada di tutte le altre. Nel mondo di Vasilisa le donne non potevano nemmeno cavalcare quindi una figura libera come lei è ovviamente vista quasi come una strega, un demonio che deve essere corretto. Infatti oltre a saper cavalcare guarda gli uomini dritto negli occhi come una loro pari e non con la remissione richiesta all'epoca, esce da sola e spesso si reca nella foresta senza nessun accompagnamento. Per questo in una società che vede le donne solo come spose o madri, lei non riesce a trovare un posto ed è per questo che ho amato questa protagonista forte ma solitaria. Il suo unico interesse è il bene del villaggio, della sua famiglia e degli spiriti in cui ha sempre creduto e, anche se tutti le remano contro, lei è determinata a seguire la sua strada per salvarli da sè stessi. 

In conclusione ho amato questo libro dalla prima all'ultima pagina, la protagonista è ben costruita e ho apprezzato molto anche la figura di Morozko e la magia che lo accompagna. Spero che il rapporto difficile che si instaura tra i due trovi un seguito nel resto della trilogia perchè la figura di Nonno Gelo è molto misteriosa e ricca di leggende. L'ambientazione e il folclore che si ritrova nel libro sono stati qualcosa di magico, capace di trascinare il lettore nei boschi di conifere e dentro tradizioni con radici profonde. Davvero non vedo l'ora di proseguire la lettura di questa trilogia particolare!

Voto ⭐⭐⭐⭐⭐/5

lunedì 21 dicembre 2020

Recensione La chimera di Praga

Titolo: La chimera di Praga
Titolo originale: Daughter of smoke and bone
Autrice: Laini Taylor
Lingua originale: inglese
Traduzione: Donatella Rizzati
Numero di pagine: 381
Editore: Fazi (lain ya)




Trama

Karou ha diciassette anni, è una studentessa d’arte e per le strade di Praga, la città in cui vive, non passa inosservata: i suoi capelli sono di un naturale blu elettrico, la sua pelle è ricoperta da un’intrigante filigrana di tatuaggi, parla più di venti lingue e riempie il suo album da disegno di assurde storie di mostri. Spesso scompare per giorni, ma nessuno sospetta che quelle assenze nascondano un oscuro segreto. Figlia adottiva di Sulphurus, il demone chimera, la ragazza attraversa porte magiche disseminate per il mondo per scovare i macabri ingredienti dei riti di Sulphurus: i denti di ogni razza umana e animale. Ma quando Karou scorge il nero marchio di una mano impresso su una di quelle porte, comprende che qualcosa di enorme e pericoloso sta accadendo e che tutto il suo universo, scisso tra l’esistenza umana e quella tra le chimere, è minacciato. Ciò che si sta scatenando è il culmine di una guerra millenaria tra gli angeli, esseri perfetti ma senz’anima, e le chimere, creature orride e grottesche solo nell’aspetto esteriore; è il conflitto tra le figure principi del mito cristiano e quelle dell’immaginario pagano. Nel disperato tentativo di aiutare la sua “famiglia”, Karou si scontra con la terribile bellezza di Akiva, il serafino che per amore le risparmierà la vita. Con questo libro unico, già finalista al National Book Award, tra i più alti riconoscimenti letterari negli USA, e acclamato dalla critica più esigente, Laini Taylor tesse un raffinato modern fantasy permeato dalle intriganti atmosfere praghesi e dalla tradizione mitologica del mondo classico, in cui la ricerca della natura interiore s’accompagna alla scoperta del vero, ma sempre contrastato amore.



Recensione 

Grazie a un gruppo di lettura organizzato da @labibliotecadizosma e @francikarou ho potuto finalmente leggere questo libro che è stato un tripudio di emozioni e mi domando come ho potuto lasciarlo sullo scaffale per tutto questo tempo!
La Taylor ha uno stile tutto suo che per ora non ho trovato in nessun altro scrittore, è molto particolare perchè ha una capacità incredibile di celare le cose che è sconvolgente. Mi sono ritrovata a leggere questo libro in appena due giorni perchè la voglia di sapere e scoprire mi stava logorando. In questo libro è molto difficile prevedere la piega che prenderà la storia e questo fa si che ci siano sempre colpi di scena e reazioni inaspettate. Ciò che mi ha catturata è la trama particaolare in sè, ma anche le molte sottotrame che si creano e che si incastrano con il filone principale alla perfezione. Inoltre, anche se lo stile è molto descrittivo, non annoia assolutamente perchè le pagine scivolano in modo molto fluido proprio per l'incredibile intreccio di avvenimenti.
La Taylor è una scrittrice davvero unica, nonostante la trama non sia ai livelli di quella de Il sognatore, è stata comunque una lettura bellissima. Probabilmente si prospettava come un libro young adult ma vi prometto che potrete godervelo anche se siete un po' più in là con gli anni perchè la protagonista non ha assolutamente nessun tratto da eroina young adult. Karou è sì una ragazza ma è una ragazza che ha dovuto crescere più in fretta e preda di sentimenti molto profondi che non sono del tutto tipici di quell'età. Porta con sè la paura di ritrovarsi da sola, di non avere nessuno e ha la sensazione che ci sia un vuoto in lei, come una parte mancante. E' molto adulta nel suo modo di fare, coscienziosa e autosufficiente. La Taylor ci svela il suo stato d'animo pian piano ma mi sono ritrovata travolta dalle stesse emozioni di Karou perchè l'autrice riesce e trascinare il lettore nella storia come succede poche volte. La paura di Karou di restare sola, di non avere nessuno a cui rivolgersi, mi ha colpito nel profondo ed era da tanto che un personaggio non riusciva a coinvolgermi così tanto a livello emotivo. Siccome è stata cresciuta da questi essere chiamati chimere, Karou non ha avuto una infanzia normale ma è cresciuta in questo posto sospeso tra i mondi, collegato alla terra da tanti passaggi che si presentano in forma di porta. Possono essere aperti solo dall'interno per cui lei è costretta a bussare e attendere una risposta nel caso volesse entrare. Dopo una serie di avvenimenti lei deve ritornare da coloro che l'hanno cresciuta e dopo aver trovato la porta in fiamme senza che nessuno le risponda, va nel panico. In quel momento ero davvero distrutta, si percepisce davvero tutta la tristezza, la paura e il senso di abbondono di Karou perchè per quanto non convenzionale, le chimere rappresentano la sua famiglia e senza di loro si sente persa. E' stata davvero una scena toccante che mi ha coinvolto nel profondo.  Anche la storia di Akiva ci viene svelata pian piano, prima nemico e poi amico, porta anche lui il fardello di una storia triste sulle spalle ma scommetto che nei seguiti verrà molto approfondita la sua figura. Rispetto a Karou mi è piaciuto un filino meno, ma sono pronta a ricredermi dopo aver letto il secondo libro perchè credo che l'autrice abbia ancora molto da dirci.
Se proprio devo essere onesta ho trovato che la storia d'amore fosse una cosa un po' già vista ma comunque nelle pagine finali regala molti colpi di scena che non mi aspettavo del tutto, infatti ribadisco che l'autrice ha questa capacità di farti credere una cosa per tutto il libro per rivelarti tutt'altro in un unico colpo scena spaccacuore, quindi mi sono un po' ricreduta. Resta il fatto che per me la love story è un pochino smielata, ma è colpa mia che sono una cinica senza cuore, me ne rendo conto. E' comunque una storia coerente ai fini di trama e in relazione al target del libro per cui non l'ho disdegnata del tutto. 
Per quel che riguarda gli altri personaggi secondari mi sono piaciuti molto anche loro, sia Zusanna che è l'amica umana di Karou, sia le chimere con cui è cresciuta. In particolare mi affascina molto Sulphurus perchè la sua storia fa stringere il cuore e la sua attività riguardante il traffico di denti gioca un ruolo troppo fondamentale. Spero vivamente che Sulphurus venga approfondito anche se dopo un finale così non so davvero cosa aspettarmi.
Insomma dopo aver letto Il sognatore e La chimera di Praga posso dire con certezza che la Taylor ha le carte in regola per diventare una delle mie scrittrici preferite perchè nonostante il fantasy riesce a creare dei personaggi veri, profondi e di spessore. Sono personaggi che riescono a trascinarti nelle vicende e a trasmettere sentimenti profondi, è molto difficile parlare nel complesso del libro perchè in poche pagine ci troviamo davanti a una trama molto piena e coinvolgente, ricca di diramazioni che portano a molte sottotrame. Insomma un libro riccondi sentimenti travolgenti descritti con uno stile impeccabile che vi trascinerà nel cuore della storia. La cosa che mi viene da consigliarmi è quella di leggerlo assolutamente!

Voto ⭐⭐⭐⭐,5/5

giovedì 10 dicembre 2020

Recensione Echi in tempesta

Titlo: L'Attraversaspecchi libo 4, Echi in tempesta
Titolo originale: La passe-Miroir vol. 4, La tempete del échos
Autrice: Christelle Dabos
Lingua originale: Francese
Traduzione: Alberto Bracci Testasecca
Numero di pagine: 567
Editore: Edizioni e/o




Trama

Nell’ultimo avvincente capitolo della saga, Christelle Dabos ci trasporta, con la potenza suggestiva del suo ritmo incalzante, in un grande gioco di fantasia avvinto alle vicende fin troppo umane dei suoi protagonisti. Ofelia e Thorn affrontano un universo colmo di allegorie e di realtà interiori profonde, di orizzonti antichi e di sentimenti nuovi, fino a scovare la verità che da sempre è nascosta dietro lo specchio.

Crollati gli ultimi muri della diffidenza, Ofelia e Thorn si amano ormai appassionatamente. Tuttavia non possono farlo alla luce del sole: la loro unione deve infatti rimanere nascosta perché possano continuare a indagare di concerto sull’indecifrabile codice di Dio e sulla misteriosa figura dell’Altro, l’essere di cui non si conosce l’aspetto, ma il cui potere devastante continua a far crollare interi pezzi di arche precipitando nel vuoto migliaia di innocenti. Come trovare l’Altro, senza sapere nemmeno com’è fatto? Più uniti che mai, ma impegnati su piste diverse, Ofelia e Thorn approderanno all’osservatorio delle Deviazioni, un istituto avvolto dal segreto più assoluto e gestito da una setta di scienziati mistici in cui, dietro la facciata di una filantropica clinica psichiatrica, si cela un laboratorio dove vengono condotti esperimenti disumani e terrificanti. È lì che si recheranno i due, lì scopriranno le verità che cercano e da lì proveranno a fermare i crolli e a riportare il mondo in equilibrio.







Recensione

Buongiorno lettori e bentornati sul blog!
Oggi si parla di Echi in tempesta, il quarto e ultimo libro di questa saga super chiaccherata dell'Attraversaspecchi. Non ho mai scritto le recensioni dei precedenti libri perchè all'epoca non avevo ancora il blog però mi piacerebbe scrivere qualche opinione non richiesta su questo libro e sulla saga in generale.
Partendo dalla saga posso dire che mi è piaciuta molto, soprattutto i protagonisti che non rientrano nei canoni e anzi sono molto fuori dagli schemi. Sono personaggi diversi dai soliti young adult e per questo mi hanno conquistata subito, inoltre il worldbuilding e l'atmosfera di questi libri sono stati per me una cosa molto originale e diversa dal solito. Insomma, ho divorato i primi due libri perchè erano pieni di cose nuove, anche complesse, che hanno richiesto un continuo utilizzo della mia immaginazione e attenzione, il mix di steampunk e fantasy mi aveva conquistata in poche pagine.
Purtroppo già con il terzo libro la storia ha cominciato a perdere un po' di mordente, cadendo anche in alcuni clichè letterari come la scuola "di magia".
In questo ultimo libro però la storia viene proprio stirata per ricoprire quasi 500 pagine e questo mi ha fatto piangere il cuore. Ofelia e Thorn vogliono scoprire questo segreto sugli echi, Eulalia Dyoh e l'Altro ma la storia è portata all'esasperazione. Per tutto il libro questo segreto resta una cosa inafferrabile fino all'inverosimile, capisco creare una suspance ma così è stato davvero troppo perchè nel libro succede poco o nulla, tranne che nelle ultime pagine dove invece accade tutto troppo in fretta. In particolare succedono molte cose a personaggi a cui ci siamo affezionati e che abbiamo visto per quattro libri e tutto è lasciato un po' al caso, gli viene dedicata appena mezza frase, come se non fossero di nessuna importanza. Anche le sottotrame sono state brutalmente abbandonate e non portano quasi nulla al filone principale della storia, allora perchè farle? Poteva essere dedicata loro più attenzione dato che Archibald stava svolgendo una missione importante ai fini della storia e invece viene lasciato tutto a metà e lo si vede spuntare solo nel finale. Insomma tutto molto lento fino alle ultime pagine dove invece tutto accade in modo troppo veloce, il lettore ha aspettato quattro libri per poi veder accadere tutto in pochissimo e in un modo che ho trovato distaccato.
Per contro vediamo invece la coppia Ofelia-Thorn crescere molto e aprirsi, insieme sono molto dolci e finalmente Thorn mostra il suo lato più umano, fallibile e capace di provare sentimenti. Ofelia per me ha avuto un'involuzione, era cominciata nel libro precedente ma credo che qui sia più accentuata. Infatti non agisce quasi più di propria iniziativa, ogni volta che si muove lo fa solo sulla base di ciò che Thorn si aspetta da lei. Per cui come coppia li ho apprezzati moltissiml perchè lui ha compiuto una crescita notevole e insieme sono perfetti e molto dolci, ma allo stesso tempo mi fa storcere un po' il naso perchè Ofelia aveva un carattere molto forte che invece ha perso via via. 

Per me questo libro è un grande NI, l'ho letto volentieri perchè volevo concludere questa saga che mi era piaciuta e non è stata una lettura troppo lunga nè pesante, l'ho fatta con piacere, però non so...non ne sono uscita del tutto soddisfatta. Alla fin fine sono quasi 500 pagine di vuoto con un finale che decisamente mi ha sconvolto. Ebbene si, nelle ultime pagine tutto accade molto in fretta e mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Diciamo, senza fare troppi spoiler, che è un finale pieno di speranza da un lato, ma è quasi troppo aperto, sembra voglia lasciare spazio per un seguito che ho il sospetto non ci sarà. In conclusione volevo il lieto fine o una conclusione meno aperta invece mi ha lasciato molto triste per queste aspettative disilluse. Un avvenimento poi mi ha proprio fatto piangere il cuore, poteva decisamente finire meglio!

Voto Fidanzati dell'inverno ⭐⭐⭐⭐,5/5
Voto Gli scomparsi di Chiardiluna ⭐⭐⭐⭐,5/5
Voto La memoria di Babel ⭐⭐⭐/5
Voto Echi in tempesta ⭐⭐,5/5

giovedì 3 dicembre 2020

Recensione Gideon la Nona

Titolo: Gideon la Nona
Titolo originale: Gideon the Ninth
Autrice: Tamsyn Muir
Lingua originale: Inglese
Traduzione: Francesca "Tegamini" Crescentini
Numero di pagine: 456
Editore: Mondadori (OscarVault)





Trama
Allevata da ostili monache calcificate, valletti vetusti e un’infinità di scheletri, Gideon è pronta ad abbandonare una vita di schiavitù – nell’aldiquà – e una da cadavere rianimato – nell’aldilà. Prenderà la sua spada, le sue scarpe e le sue riviste zozze e si preparerà a un’audace fuga. Ma la nemesi della sua infanzia non la lascerà di certo andare senza chiederle qualcosa in cambio. Harrowhark Nonagesimus, Reverenda Figlia della Nona Casa e prodigio della magia ossea, è stata convocata. L’Imperatore ha invitato tutti gli eredi delle sue fedeli Case a prendere parte a un torneo all’ultimo sangue fatto di astuzia e abilità. Se Harrowhark avrà successo, diventerà un’onnipotente servitrice immortale della Resurrezione; ma nessun necromante può ambire all’ascensione senza un paladino. Senza la spada di Gideon, Harrow fallirà e la Nona Casa morirà. Chiaro, ci sono sempre cose che è meglio se restano defunte.




Recensione 
Buongiorno lettori!
Oggi si parla di una delle ultime uscite della Oscar Vault, ossia Gideon la Nona. Mi sono candidata come recensore e ringrazio la casa editrice per avermi mandato l'earc in digitale.
Devo dire che per me questa lettura è un grande NI, ha molti aspetti che non mi sono piaciuti ma la storia in sè ha del potenziale.
Innanzitutto l'ambientazione lascia a desiderare, il worldbuilding non è ben definito e si fa fatica a immaginare il contesto. Da quello che ho capito siamo in un lontano futuro o in un altro universo in cui la gente riesce a viaggiare nello spazio ma le navicelle e i viaggi vengono nominatati un paio di volte e basta. Tutte le vicende si svolgono i questa casa diroccata/vecchio castello in cui il tempo si è come fermato (i protagonisti dovranno affrontare una prova misteriosa per diventari Littori, ossia nuovi consiglieri di questo Dio Imperatore e ogni Littore che si rispetti viene affiancato dal suo paladino).  Nonostante i viaggi spaziali e le navicelle però, non esiste altra tecnologia tant'è che addirittura i protagonisti combattono con normalissime spade di leghe metalliche. E' vero, esiste la magia perchè tutto il libro si basa su questi poteri necromantici ma non vengono approfonditi come mi sarei aspettata per cui tutto si mescola in modo non troppo uniforme. Diciamo che le vicende si svolgono in un lontano futuro che però ha già raggiunto il suo medioevo poichè tutto è decadente e sembra scivolare verso la sua fine. Soprattutto capiamo che la Nona casa non è messa benissimo perchè ha parecchi problemi da risolvere, primo fra tutti il fatto che non ci sono bambini e la popolazione è composta solo da persone molto anziane, fatta eccezione per Gideon e Harrow. Quello che non ho capito bene è cosa siano le Case, credo possano essere dei piccoli pianeti ma non sono sicura. La parte fantascientifica è quindi molto confusionaria e per niente approfondita, mentre la parte dark del libro descrive in maniera minuziosa tutti gli spargimenti di sangue che ci saranno. Eppure nemmeno quella mi ha convinto del tutto perché avrei voluto che i vari poteri dei necromanti fossero meglio schematizzati per rendere più facile la suddivisione delle varie abilità.
Complice di questo worldbuilding appena accennato è lo stile dell'autrice che ho trovato poco esaustivo e molto dispersivo. Avrei voluto capire meglio i vari tipi di necromanzia piuttosto che avere descrizioni minuziose delle varie stanze della casa dove si svolge la prova. Nelle prime 100 pagine non accade praticamente nulla e anche dopo ci sono momenti di tensione che fanno pensare che la storia stia cominciando a ingranare, ma si infrangono subito per tornare a momenti di totale piattezza. Insomma non si crea quell'atmosfera che fa restare incollati alle pagine e questo è un peccato perchè l'idea di base è originale ma non è stata sviluppata al meglio. In alcuni punti ho dovuto rileggere più volte dei passaggi perchè c'erano molte cose non dette che non facevano capire appieno lo svolgimento dell'azione e questo toglieva ancora più pathos alla scena. Infatti i momenti di sblocco della storia non sono molti e se in questi si è costretti a rileggere dei passaggi, si perde proprio tutta l'azione. Altra cosa che non ho apprezzato dello stile dell'autrice è il fatto che le parolacce vengono inserite a forza in qualsiasi frase. Non è tanto per le parolacce in sè perchè ovviamente si possono usare, ma va fatto dosandole, non che per ogni singola cosa devono essere buttate lì perchè questo ha solo contribuito a rendere i personaggi puerili.
A proposito di personaggi per me c'è un altro grosso no in arrivo.
Gideon doveva essere la protagonista forte e badass e invece...no, doveva essere fuori dagli schemi e invece viene brutalmente stereotipata. Innanzitutto per tutto il libro la parola "lesbica" non viene mai utilizzata quasi fosse un assoluto tabù, ok si capisce benissimo che lo  e non c'è bisogno che venga per forza esplicitato o categorizzato, ma quando altri personaggi la incontrano lo danno per scontato solo vedendola e questo non mi è piaciuto. Inoltre Gideon è mascolinizzata moltissimo, è proprio lo stereotipo della donna gay che pensa solo alle riviste porno, ad avere muscoli guizzanti e a comportarsi da gradasso. Sembra un qualunque protagonista spaccone da young adult e mi aspettavo di più francamente. 
Di Harrow sappiamo ancora poco, si apre un po' con Gideon via via ma il loro rapporto per me è molto nebuloso, si odiano per nessuna apparente ragione (anche se poi ci saràun confronto a cuore aperto tra le due), si fanno la guerra ma in realtà non possono fare a meno l'una dell'altra. La loro storia si evolve in maniera troppo netta, non c' è un crescendo, prima Gideon pensava solo a scappare dalla Nona Casa e poi all'improvviso vuole essere la perfetta paladina che pensa solo al bene del suo necromante, ma come si arriva a questo? Mistero. Peccato perché il loro rapporto dovrebbe essere il fulcro delle vicende, lo avrei voluto di sicuro più approfondito o articolato meglio perché aveva molto potenziale. Comunque Harrow non mi è dispiaciuta, è un personaggio che porta con sé  un passato triste (come poi anche Gideon) e soprattutto ha molte responsabilità sulle spalle che la rendono determinata nel voler perseguire i suoi scopi, ma anche fragile. Insomma un personaggio interessante che di sicuro avrà molto da dire nei seguiti.

In conclusione posso dire che il libro ha delle buone idee e la trama poteva essere interessante ma ci sono troppi buchi e il contorno non è ben curato e quindi ho fatto fatica a seguirla. In pratica prendo questo libro come una grossa introduzione di quello che potrebbe succedere nei seguiti perchè la storia in questo è molto nebulosa e non si arriva a una conclusione concreta. Non ho capito appieno quale fosse lo scopo delle vicende ma dagli avvenimenti delle ultimissime pagine capisco che la storia vera si svolgerà nei seguiti e questo è un peccato. Potevano essere dette più cose in questo per dare un'idea più precisa delle vicende e di cosa potrebbe succedere, il finale è decisamente uno shock e mi ha lasciato con l'amaro in bocca, probabilmente continuerò la lettura della saga per sapere come evolvono le vicende, staremo a vedere!

Voto: ⭐⭐,5/5