sabato 23 ottobre 2021

Intervista a Liuba Gabriele



In seguito all'evento organizzato da Valeria di @_aplaceforustoread e dalla casa editrice BeccoGiallo, abbiamo pensato di condurre anche una breve intervista all'autrice Liuba Gabriele, persona disponibile e molto gentile, che ci ha introdotto un poco al suo lavoro di scrittrice e illustratrice. Di seguito trovate le domande che abbiamo pensato insieme e le rispettive risposte. Nel blog QUI trovate la recensione del graphic novel  (spoiler: mi è piaciuto tantissimo)



Per prima cosa vorremmo chiederti: come mai hai scelto proprio la
figura di Virginia Woolf come soggetto per il tuo secondo lavoro?

Volevo rendere omaggio alla scrittrice che ha suscitato le emozioni più
intense durante le mie letture di ragazzina prima e le cui parole
continuano a risuonare oggi, con la stessa forza, nella donna che sono.
La prima volta che lessi un suo romanzo, la sua poeticità, la sua capacità
di recepire la vita e di averne esperienza con quella sensibilità
straordinaria, con quella profondità, m’impressionarono, fu un
“incontro” che condizionò definitivamente la mia concezione di
letteratura.

C’è un aspetto della vita di questa complessa autrice che ti ha
colpito di più e che filo conduttore hai usato per la scelta delle
opere che vengono citate nella graphic novel? Tra queste, c’è
un’opera della Woolf che preferisci o che più ti rispecchia?

Ci sono molti eventi della sua vita che mi hanno colpito e sono legati
soprattutto al dolore che ha dovuto attraversare nella forma di lutti
familiari, di abusi, di disturbo psichico.
Ho trovato appassionante la sua relazione d’amore e parole con la
scrittrice Vita Sackville-West, fonte d’ispirazione e turbamento.
Nella graphic novel m’interessava puntare l’attenzione su ciò che
accadeva nella vita, nel cuore, nella mente di Virginia (eventi ed emozioni
documentate e descritte nei diari, nelle lettere della scrittrice e nelle
testimonianze di chi gli è stato accanto) nel periodo più fecondo della sua
produzione letteraria, cercando di cogliere quali furono le scintille, quali
i bisogni che la portarono a creare le opere più sublimi.
I romanzi che amo maggiormente sono La signora Dalloway e Al faro, ne
ammiro profondamente la costruzione e l’introspezione psicologica dei
personaggi.

Hai studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera e, oltre che
fumettista, sei anche un’artista. Nelle tue tavole abbiamo ritrovato
artisti illustri come Monet, Van Gogh e Cézanne; per questo motivo
ci piacerebbe sapere se ci sono degli artisti che ti hanno influenzato
e ti influenzano nella stesura delle tue opere.

Sicuramente la pittura influenza tantissimo tutto ciò che realizzo
graficamente, per molti anni è stata la mia attività principale, mi
piacerebbe permetterle di invadere sempre più le tavole a fumetto e
imparare a lasciarmi andare. Amo molto gli artisti che avete citato, me ne
vengono in mente altri che per caratteristiche diverse hanno modellato il
mio gusto estetico come Ernst Ludwig Kirchner, Max Pechstein, Emil
Nolde, Giovanni Segantini, Piet Mondrian, André Derain, Karl Schmidt-
Rottluff, James Ensor, Antonio Ligabue, David Hockney.

Rimanendo sull’aspetto artistico di “Virginia Woolf”, quali tecniche
hai utilizzato durante la realizzazione delle tavole? Ci sono dei
motivi precisi per cui hai usato determinati colori per descrivere
alcuni personaggi o situazioni?

Ho realizzato i disegni a mano e utilizzato le matite per eseguirli
aggiungendo in alcuni casi ulteriori dettagli con pennelli digitali.
Ho cercato di scegliere i colori in base all’emozione che caratterizzava
ogni capitolo della vita di Virginia, passando da toni più vivaci e morbidi
nei momenti più gioiosi e coinvolgenti come negli attimi in cui è a
contatto con Vita, a tinte più cupe in quelli più tormentati.

Possiamo immaginare quanto tempo si impiega per portare a
termine opere di questo tipo. In media quanto tempo riservi per
tavola o, in generale, per un’opera?

Ci sono tavole che hanno richiesto più tempo rispetto ad altre perché più
ricche di particolari e sfumature, indicativamente direi che mi occorrono
due giorni pieni di lavoro per tavola.

Nelle tue graphic novel ci hai parlato prima di Amy Winehouse e
adesso di Virginia Woolf. C’è un’altra figura nel panorama artistico e
culturale a cui vorresti dedicare un’opera?

Mi piacerebbe raccontare la vita di un’artista, per scaramanzia preferisco
non rivelarne l’identità.
Le sue opere mi affascinano fortemente, le trovo anche molto sensuali e
mi sento vicina al suo modo di osservare il mondo, alla sua maniera di
esprimersi e al suo spirito avventuriero.

Stai già lavorando al tuo prossimo lavoro, cosa ti attende nel nuovo
anno? Puoi dirci qualcosa o è ancora tutto top secret?

Ho scritto un libro di poesie, s’intitola "Paesaggi" ed è stato appena
pubblicato dalla casa editrice Nulla Die. Lì c’è la mia musica.
Rispetto al fumetto ho diversi progetti per la testa e vorrei realizzarli
cominciando da ciò che avverto come più urgente. Mi piacerebbe
raffigurare alcune storie che ho scritto, nella mia mente le ho già
disegnate, non vedo l’ora di dare loro vita.


Ringrazio ancora la casa editrice per la copia omaggio, Valeria che ha organizzato l'evento e Liuba che è stata davvero gentile e disponibile e ha saputo portarci una nuova versione della vita di Virginia Woolf.

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