mercoledì 20 ottobre 2021

Recensione Io sono la strega

Titolo: Io sono la strega
Autrice: Marina Marazza
Numero di pagine: 486
Editore: Solferino





Trama

Milano, 5 marzo 1617. Qual è il confine tra giustizia e delitto?
Caterina da Broni, governante, prostituta, avventuriera e strega. Caterina è una bambina strana per il suo tempo, sa addirittura leggere grazie al padre maestro. Rimasta incinta a tredici anni in seguito a una violenza, va in sposa a un uomo che non è chi dice di essere. Ma invece di rassegnarsi a un destino di schiavitù, sceglie di fuggire. La sua intera vita diventa così una picaresca ricerca del proprio posto nel mondo, attraverso un territorio lombardo intriso di acque e brume, dove la vita è scandita dallo scorrere del Po. La sua strada la porta da una locanda assai equivoca a una raffinata bottega di tipografi e poi alla «corte» di un capitano di ventura, fino ad arrivare a Milano, la grande città dominata dagli spagnoli, teatro di intrighi e lotte per il potere. Qui, l'accusa di aver «affatturato» l'anziano gentiluomo da cui è a servizio la conduce in prigione. La pena è il rogo: così muore una strega e Caterina è convinta di esserlo, di aver venduto l'anima al diavolo per poter sopravvivere. A eseguire la sentenza è chiamato Salem, celebre boia, un uomo bellissimo e tormentato: su quella pira lui rischia di perdere qualcosa di molto importante, che non sapeva di possedere. Sensuale, inquieta, spietata, tenera e decisa, Caterina da Broni è la protagonista autentica di uno dei più famosi processi alle streghe che la storia abbia tramandato. In questo romanzo prende vita come eroina modernissima, in una narrazione di ricerca storica, ricostruzione d'epoca, racconto di eventi che si susseguono con ritmo incalzante. Mentre attraversa, ribelle, il suo tempo, sul suo cammino aleggia una domanda: qual è il confine tra giustizia e delitto?

Recensione

In questo mese dalle vibes halloweeniane quale lettura migliore di Io sono la strega? È la prima volta che mi capita di leggere un libro sulle streghe tutto italiano, ma sono rimasta molto soddisfatta, ringrazio moltissimo Chiara di La biblioteca stregata perché con la sua recensione mi ha spinta a leggerlo (trovate QUI la sua recensione).
Ma passiamo a questo libro che mi ha conquistato con la sua scorrevolezza. All'inizio ammetto di aver fatto un pochino fatica perché vengono usate espressioni dialettali e modi di dire popolari in molte frasi, ma ciò è anche servito per calarsi in quei luoghi e in quel tempo in cui è ambientata la storia. Lo stile resta comunque fluido ed è un libro che si legge velocemente ma che allo stesso tempo coinvolge.
Le vicende si focalizzano sulla figura di Caterina di cui seguiamo praticamente tutta la vita, dalla sua giovinezza già segnata da orrori, fino alla sua morte. L'autrice si appoggia a questa figura realmente esistita di cui è riuscita, tramite svariati documenti e ricostruzioni, a seguire i vari spostamenti. Anche se la maggior parte dei tanti personaggi che si vedono tra le pagine sono realmente esistiti, alcuni sono stati inventati per fini di trama, ma sono tutti costruiti benissimo e si incastrano alla perfezione nella cornice della vita di Caterina. La sua figura in particolare è molto ben delineata, vediamo una ragazzina un po' credulona che viene dalla campagna trasformarsi via via in donna, sempre più consapevole di sé e del mondo che la circonda. Dopo stupri e soprusi capisce finalmente che deve giocare d'astuzia per sopravvivere in un mondo governato da donne potenti, ma soprattutto da uomini. Purtroppo la ricerca di un luogo sicuro e una posizione di lavoro certa, la porteranno a doversi muovere spesso, sempre in fuga e braccata, costretta a cambiare tutto daccapo ogni volta che comincia a essere felice. Questa posizione di incertezza la spingerà poi a commettere degli errori, portando così alla sua cattura e in seguito alla morte. Questo non deve far pensare che Caterina sia una donna sciocca perché lei comincia la sua storia come ragazzina sempliciotta ma lotta con le unghie e con i denti per affermare il suo piccolo posto nel mondo. Una cosa che mi ha colpito molto è stata come l'autrice sia riuscita in ogni vicenda della vita di Caterina, a inserire una figura femminile forte e particolare, da cui poi la nostra protagonista prende spunto per plasmare il suo futuro. Quasi tutte queste donne le mostrano trucchetti per sopravvivere da sola e senza un uomo, affidandosi a rimedi popolari passati come piccole stregonerie, rimedi, appunto, per problemi quotidiani e per evitare i dolori del parto o gravidanze, soluzioni semplici per proteggersi da persone che vogliono fare del male o per legare a sé un uomo. Mi è piaciuto che fossero presentati come dati di fatto, piccole stregonerie ammesse addirittura dalla chiesa, se questo non causava gravi conseguenze sugli altri. Quello che mi ha lasciata più stupita è lo stacco tra la vita nei paesini e la vita in grandi città come Milano, dove la caccia e i processi alle streghe imperversavano. Nei paesini figure femminili che offrivano questi rimedi erano tenute in gran conto, mentre nelle città il bigottismo, la paura e la chiusura mentale le demonizzavano, tant'è che moltissime donne rischiavano la vita anche non praticando nulla di tutto ciò. Bastava appunto essere una donna per essere a rischio processo.
Nel libro troviamo un'altra figura molto controversa che mi è piaciuta moltissimo, ossia Salem. Le sue parti sono più brevi e intervallano la vita di Caterina, egli è un giovane ragazzo che cresce e diventa uomo, ricalcando le orme del padre nel lavoro di boia. La sua figura è davvero interessante perché l'autrice riesce a creare anche qua un personaggio a tutto tondo, nonostante abbia molte meno pagine a lui dedicate. Per cui vediamo crescere questo ragazzo dal nome particolare nella fervente convinzione che essere un boia e uccidere donne e uomini, significhi essere dalla parte della giustizia. Il suo fervore aumenta sempre più, tanto che crea dei veri e propri spettacoli per attirare più gente mentre brucia donne accusate di stregoneria. Questo lo porta però ad allontanarsi moltissimo dall'unico amore della sua vita, una ragazza che fa la pittrice e che non vuole più avere a che fare con lui una volta scoperta la sua professione. Sul finale Salem capisce effettivamente quanto sia sbagliata la sua scelta poiché comincia a scorgere il marchio dietro un sistema giudiziario praticamente inesistente, che condanna allo stesso modo criminali e persone innocenti, solo per il mero gusto dello spettacolo e per affermare un potere già in mano ad aristocrazia e chiesa. Purtroppo quando lo capisce è troppo tardi, non posso svelarvi di più ma la scena in cui se ne rende conto è davvero ben costruita e coinvolge molto il lettore. Anche la sua ricerca di redenzione è molto bella, ma Marazza ci lascia capire che è anche inutile, quasi volesse punirlo in definitiva per tutte le atrocità commesse.
In conclusione è stata una lettura davvero molto bella, tutti i personaggi sono ben costruiti così come l'ambientazione e il momento storico, è la prima volta che mi capita di leggere qualcosa su questo argomento ambientato in Italia e mi ha fatto molto piacere. Quando si pensa al periodo a cavallo tra '500 e '600 si pensa subito ai famosi processi alle streghe americani, tuttavia anche l'Italia ha la sua bella dose di processi ingiusti, basta solo cercare tra i documenti storici.

Voto ⭐⭐⭐⭐⭐/5 

2 commenti:

  1. Leggo qualsiasi libro che sia legato a questo argomento. Grazie della dritta

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  2. Sono contenta che ti sia piaciuto e sono d’accordo con ogni tua parola! Una recensione super precisa e molto esaustiva 😍

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