martedì 23 maggio 2023

Review party Fable

Titolo: Fable
Titolo originale: Fable
Autrice: Adrienne Young
Traduttrice: Maria Concetta Scotto di Santillo
Casa editrice: Mondadori 





Ringrazio come sempre Francesca di Coffee and books per l'organizzazione e la casa editrice 😊


Trama

Figlia del più potente trafficante dello Stretto, la giovane Fable ha conosciuto un solo luogo che possa chiamare "casa": una nave ormai colata a picco. Quattro anni prima ha visto la madre annegare durante una terribile tempesta; il giorno seguente il padre l'ha abbandonata su un'isola covo di furfanti. Per sopravvivere Fable ha dovuto imparare a badare a se stessa, senza fidarsi di nessuno e contando solo su ciò che sua madre le ha insegnato. A tenerla viva è il desiderio di lasciare l'isola, ritrovare il padre e rivendicare il proprio posto al suo fianco. Ad aiutarla nell'intento c'è West, un giovane mercante. Fable però si accorge presto che durante la sua permanenza sull'isola i nemici del padre e i rischi connessi alla sua attività si sono moltiplicati; e, come se non bastasse, West non è chi dice di essere. Ma la ragazza non ha scelta: se vuole rimanere viva, dovrà lottare insieme a lui contro pericoli ben peggiori degli uragani che flagellano lo Stretto.




Recensione 

Eccoci tornat³ lettor³ con un'altra mezza delusione, Fable. Purtroppo mi viene da descrivere questo libro con un "vorrei ma non posso", le idee sono poche e troppo sparpagliate nella lettura e si ha come la sensazione che le vere vicende debbano ancora cominciare. La società che si basa sulla navigazione è anche affascinante e almeno quella sono riuscita a immaginarla bene, ma ho avuto qualche difficoltà con le imbarcazioni. In più punti lo stile è prolisso e ridondante e non si capisce bene che corrente voglia prendere, subito sembra uno show don't tell perché non viene mai data nessuna descrizione della nave, di cui vengono  però forniti in successione molti dettagli inutili, creando così l'idea di un elenco. Vengono usati sono solo termini tecnici che si susseguono e se non ci si è mangiato un manuale di nautica non ci si capisce nulla, non sono proprio riuscita a figurarmi la nave su cui si svolge metà libro perché io non so nulla di imbarcazioni e parlare solo per tecnicismi non mi ha aiutato a immaginarla. Tra l'altro nonostante tutti questi termini usati non vengono mai detti "tribordo/babordo" che sono le uniche due parole che forse tutt³ conosciamo, ma viene detto "sinistra/destra" e la cosa mi ha lasciata perplessa.
L'altra grande pecca dello stile, e quindi della narrazione, è che la protagonista cela molti segreti al lettore, ma lo fa in modo ambiguo, nel senso che alcune cose saltano fuori dal nulla e poi Fable ci dice che era una cosa che aveva notato. Ma allora perché non mostrarla prima anche al lettore? Esempio lampante è la love story di cui il lettore non ha alcun sospetto finché non viene pronunciata la tipica frase "non possiamo stare insieme", mentre invece vengono dedicate molte (troppe) pagine a lei che legge e interpreta una cartina. Tutto troppo sbilanciato.
I personaggi sono caratterizzati poco, Fable vuole colpirci con la sua storia triste ma non ci riesce del tutto perché lascia l'impressione di non scavare sotto la superficie e così gli altri.  I coppi di scena sono pochi, prevedibili e fiacchi, così come i dialoghi che vengono sempre stroncati sul più bello e che lasciano un senso di incompiuto. La nota positiva è che la parte romance non prevale sulla trama, cosa non sempre scontata in uno ya e tra l'altro è un romance molto soft e dolce quindi non mi ha dato fastidio, anzi se fosse stato gestito un pochino meglio ci saremmo trovati davanti una gran bella coppia. 
In sostanza un libro pieno di "se", probabilmente è il primo lavoro di questa autrice e quilesto spiegherebbe molte cose, però non mi sono sentita trasportata nel mondo di Fable, ho sempre avuto l'impressione che tutto restasse troppo in superficie, un vero peccato.

Voto ⭐⭐,5/5

martedì 16 maggio 2023

Review party Sole nero


Titolo: Sole nero
Titolo originale: Black sun
Autrice: Rebecca Roanhorse
Traduzione: Andrea Cassini 
Numero di pagine:588
Editore: Mondadori 



Trama


Nella città sacra di Tova, il solstizio d'inverno è un momento di celebrazioni e rinnovamento, ma quest'anno coincide con un'eclissi di sole, un evento astronomico raro che i Sacerdoti del Sole vedono come una rottura dell'equilibrio globale. Nel frattempo, una nave proveniente da una città lontana sta per arrivare a Tova proprio per il solstizio. La sua capitana, Xiala, una Teek caduta in disgrazia, ha il dono di un Canto in grado di placare le acque e sconvolgere le menti; trasporta un passeggero, Serapio, un giovane cieco, sfregiato, totalmente innocuo. Ma Xiala sa fin troppo bene che, di solito, quando un uomo è definito "innocuo", finisce per diventare il malvagio della storia. Animata da una serie di personaggi indimenticabili, l'avventura narrata da Rebecca Roanhorse esplora temi come la decadenza del potere, il peso della storia, la lotta degli individui contro le convenzioni sociali e le ferite del loro passato.


Recensione 

Sole nero è purtroppo un'altra delle delusioni letterarie che sto avendo in questo periodo, peccato perché viste le premesse aveva tutte le caratteristiche per piacermi! In primis viene catalogato come adult però a parte il linguaggio scurrile non ho trovato molti altri motivi, ho letto molti ya che sono più crudi, per cui non l'ho percepito come tale, anche per colpa dei personaggi. Nonostante siano persone adulte molte di loro hanno comportamenti, se non proprio infantili, quanto meno non sempre maturi, ma la grande pecca è che alla fine della lettura mi sembrava di non conoscerli affatto. La loro psicologia resta sempre vaga e questo li ha resi piatti, forse è anche colpa dei pov che si alternano che ha fatto sì che non li conoscessimo a fondo, anche perché uno dei pov principali viene inserito nella seconda metà del libro, quindi molto dopo rispetto agli altri. L' altro grande problema che ho riscontrato è che non conosciamo il loro passato se non tramite qualche sprazzo e racconto, solo per Serapio abbiamo dei capitoli dedicati ma questi sono inseriti male nella storia e spezzano l'andamento. Per contro non abbiamo i flashback davvero importanti, come quello di Naranpa che partendo dalle classi più povere della società e diventata Sacerdotessa del Sole, cosa che non avviene mai in base a quello che ci viene detto delle tradizioni. Allora perché lei riesce a diventarlo? Non ci è dato sapere. 
Ho poco apprezzato anche la rappresentazione delle persone agender, si una particolare non ci vengono fornite descrizioni fisiche, cosa molto giusta, ma è unə personaggiə che è troppo ambiguə e non si capisce da che parte stia, per cui ho percepito il suo essere agender come una cosa ambigua e se questo è il messaggio che l'autrice voleva fare passare non lo condivido.
Infine il grossissimo problema che ho percepito con questa lettura sono il worldbuilding e l'ambientazione, entrambi ci vengono forniti sotto forma di elenco e in modo macchino oppure non forniti affatto, se non avessi letto nella trama che l'intento era creare un fantasy ispirato alle civiltà precolombiane non mi sarebbe mai venuto in mente. Non sono riuscita a immaginarmi i paesaggi e i vestiti, così come i simboli di riconoscimento e gli oggetti di ogni giorno, praticamente se fosse stato ambientato a New York nel 1800 il risultato sarebbe stato lo stesso. Non l'ho trovato un ambiente immersivo e questo ha contribuito a rendere la lettura superficiale.
In sostanza, l'ennesimo libro che avrebbe potuto piacermi ma che invece si è rivelato una delusione, ambientazione e personaggi fiacchi, uno stile di scrittura troppo altalenante e con troppi cambi di pov che sostanzialmente non servivano, peccato.

Voto ⭐⭐,5/5



Ringrazio e Francesca di Coffee&books per aver organizzato l'evento e la casa editrice per la copia digitale 😊

lunedì 15 maggio 2023

Review party Il trono di gelsomino

Titolo:Jasmine throne- Il trono di gelsomino
Titolo originale: The Jasmine Throne
Autrice: Tasha Suri
Traduttore: Francesco Vitellini
Autrice: Tasha Suri
Numero di pagine: 528
Editore: Fanucci


Trama

Esiliata dal dispotico fratello, la principessa Malini passa le giornate tra le mura di un tempio in cui è tenuta prigioniera, sognando la sua vendetta. La giovane Priya, invece, tiene nascosta la sua identità e lavora come serva nella dimora dell’odiato reggente. Ma quando Priya viene assegnata alle stanze di Malini e quando quest’ultima scopre la vera natura dell’altra, i loro destini si intrecciano irrimediabilmente. Una principessa che vuole rubare il trono al fratello e una serva in possesso di una magia proibita che cerca disperatamente di salvare la propria famiglia. Insieme, metteranno a ferro e fuoco l’impero. The Jasmine Throne – Il trono di gelsomino dà inizio a una trilogia fantasy ambientata in un mondo ispirato alla storia e alle leggende indiane, in cui una principessa spietata e una potente sacerdotessa diventano delle improbabili alleate “in questo racconto ferocemente e sfacciatamente femminista” (S.A. Chakraborty).


Recensione

Dopo L'impero di sabbia non vedevo l'ora di leggere un nuovo libro scritto da questa autrice, purtroppo però la lettura non mi ha del tutto convinta. Non fraintendetemi, non è un brutto libro, anzi, però non ha funzionato come mi aspettavo. Il grosso problema che ho avuto sono i continui cambi di pov che hanno rallentato molto la narrazione, alcuni poi presentavano a lettura avanzata dei personaggi che morivano, quindi erano pressoché inutili. Questi capitoli apportano poco al libro e avrebbero potuto essere narrati da uno dei personaggi principali, in modo da confondere meno il lettore. A proposito del ritmo narrativo l'ho trovato particolare, la storia in sé è interessante e offre molti punti positivi, però come dicevo, è il tempo a essere gestito male. Fin oltre la metà del libro il ritmo è molto lento e dispersivo, invece nelle ultime duecento pagine succedono molte cose che preparano il terreno per il secondo libro. Tutta l'azione è quindi concentrata lì, perché in più punti Suri ha cercato di creare un ritmo incalzante senza però riuscirci, proprio perché la narrazione è frammentaria. 
Per quanto riguarda i personaggi la prima cosa che si nota è che gli uomini che in questo libro detengono i poteri temporali sono decisamente in secondo piano, non lo definirei un libro al femminile, ma le personagge sono di sicuro più potenti, non tanto in senso stretto, ma perché sono le più combattive e quelle che hanno qualcosa per cui lottare. Però a questo proposito la storia d'amore non mi ha convinta del tutto, nasce un po' dal nulla e a volte è portata avanti per fini narrativi, alla storia in sé non aggiunge molto perché (per fortuna) le vicende non ruotano intorno ad essa, però non l'ho trovata costruita benissimo. Il sistema magico/religioso, invece, l'ho trovato ben strutturato e più che di un fantasy mi verrebbe da parlare di realismo magico, il potere degli elementi mescolato alle credenze e alla religione, sono stati immersivi e anche il morbo che trasforma in piante mi ha affascinato fin da subito. 
Insomma Suri ha di certo creato un mondo credibile e ben strutturato però ho trovato molte pecche che non mi hanno fatto apprezzare la lettura fino un fondo. Non è un libro problematico ma il suo andamento lento mi ha molto rallentata, per cui non è una lettura che consiglio a tutt³, non è comunque un brutto libro e, anzi, non vedo l'ora di leggere il secondo. 

Voto ⭐⭐⭐,5/5



Ringrazio Francesca di Coffee&books per aver organizzato l'evento e la casa editrice per la copia 😊

lunedì 8 maggio 2023

Review party L'erede rapito

Titolo: L’erede rapito
Titolo originale: The stolen Heir
Autrice: Holly Black
Traduttrice: Francesca Novajra
Lingua originale: inglese
Casa editrice: Mondadori 





Trama

Sono ormai trascorsi otto anni dalla Battaglia del Serpente. Nel gelido Nord, la spietata Lady Nore ha reclamato per sé la Cittadella dell'Ago di Ghiaccio. Suren, regina bambina della Corte dei Denti e unica creatura ad avere potere su di lei, sua madre, è fuggita nel mondo umano, dove vive come una selvaggia nei boschi, in completa solitudine e perseguitata dal ricordo dei supplizi subiti per mano dei suoi genitori. Si crede dimenticata da tutti fino a quando non si accorge che la hag della tempesta, Bogdana, è sulle sue tracce. Ad aiutarla è nientemeno che il principe Oak, erede di Elfhame, al quale un tempo Suren era stata promessa in sposa. Di lui, ora diciassettenne, affascinante e bello, dicono che sia viziato e ribelle. Troppo scapestrato per sedere sul trono. E soprattutto un abile manipolatore. Il ragazzo sta compiendo una missione che lo condurrà al Nord per la quale ha bisogno dell'aiuto di Suren. Ma se la ragazza accetterà, sa che non solo dovrà proteggere il suo cuore dal ragazzo che conosceva un tempo e di cui ora non può più fidarsi, ma dovrà affrontare nuovamente gli orrori che pensava di essersi lasciata alle spalle. Con questo romanzo, primo di una dilogia, Holly Black ci riaccompagna nel mondo magico e opulento di Elfhame, tra intrighi, tradimenti e desideri che possono diventare anche molto pericolosi.


Recensione

Tornare a Elfhame è sempre bello, la Black riesce a ricreare mondi per le creature fatate che mi conquistano sempre, non sono i fae belli e impossibili di altr³ autor³, ma sono le creature del folklore inglese/irlandese e io non posso non amarle. Però, e c'è un però, a volte bisogna lasciare andare le saghe quando sono finite e forse era questo il caso. Dopo una coppia esplosiva come lo sono stati Jude e Cardan pensavo sarebbe stato difficile trovare dei protagonisti all'altezza e infatti così è stato. Suren/Wren è una creatura particolare, per tutto il libro mi sono domandata quale fosse il suo fine perché lei lo nasconde al lettorə e a sé stessa, lei un sostanza è una creatura "malvagia" mossa dall'istinto e per tutta la vita ha combattuto per non cedere a questo istinto crudele che l'avrebbe fatta assomigliare ai suoi genitori. Tuttavia questa parte della sua psicologia ci viene mostrata troppo tardi nel libro e questo ha fatto sì che la mia opinione su di lei non fosse eccelsa perché non capivo molti dei suoi comportamenti. È vero che è molto nello stile della Black questo "show don't tell" ed è vero che non ne sono una fan, ma in questo libro è confusionario e non sono davvero riuscita a capire la protagonista. Allo stesso modo anche Oak (nella vecchia traduzione Farnia) non mi ha convinto del tutto, forse è perché ho un mente il ragazzino sciocco e ingenuo della prima trilogia e l'immagine stride troppo con il ragazzo rubacuori e portato al combattimento che ho trovato in questo libro. 
La cosa positiva è di sicuro il finale che chiude il libro con un cliffhanger da paura e che lascia con una voglia matta di scoprire cosa succederà dopo, ma il resto del libro è un po' piatto dato che la Black ha scelto come trope quello della missione con la ricerca di oggetti magici. In sostanza è un lungo campeggio durante il quale i protagonisti incappano in diverse situazioni di pericolo e brevi missioni da risolvere, la tipica cerca di oggetti che possiamo trovare in tanti libri. È vero che non dovrei fare il paragone con i libri precedenti perché comunque è una saga a sé, ma non posso scindere del tutto le due cose in quanto i capitoli antecedenti sono costantemente riportati. È bene sapere che se non si ha letto la prima trilogia questa potrebbe essere quasi incomprensibile perché sono citate di continuo situazioni e personaggi e persino io che li ho riletti spesso ho fatto fatica a collocare alcune cose. Infine la parte romance...ecco questa mi ha davvero delusa perché la Black mi è sempre piaciuta sotto questo aspetto, per me ha sempre saputo creare la giusta tensione e storia d'amore che crescono pian piano anche in libri autoconclusivi, invece qua si parte subito in quarta, mi è sembrato un po' forzato e fatto solo perché ormai la parte romance è un must. 
Insomma un libro che non mi ha del tutto convinta, da un lato tornare nel regno degli elfi è stato bello perché mi era mancato, però ci sono tanti "difettucci" e situazioni che non me lo hanno fatto apprezzare del tutto. Nota assolutamente positiva però è quella che riguarda l'aspetto dei personaggi. Black ricrea degli abitanti del popolo fatato che sono veri, non dei modelli di Abercrombie, ossia ci sono esseri come Oak che hanno zampe di capra e zoccoli e l'autrice riesce a descriverceli come una cosa bellissima perché per Suren lo sono. Quindi vengono ricreati dei canoni di bellezza fuori dai nostri standard ed è una cosa che apprezzo molto. 
In conclusione aspetto comunque di leggere il secondo volume per vedere come andrà a finire la storia, Black è sempre Black e io voglio leggere tutto quello che scrive 😂


Voto ⭐⭐⭐/5

Ringrazio Beatrice per aver organizzato l'evento e la casa editrice.

mercoledì 3 maggio 2023

Recensione Noi, i cattivi

Titolo: Noi, i cattivi
Titolo originale: A of us villains
Autrici: Amanda Foody e C.L.Herman
Traduzione: Silvia Rosa
Numero di pagine: 396
Editore: Mondadori




Trama

A ogni generazione, al sorgere della Luna di Sangue, le sette famiglie della remota città di Ilvernath scelgono ciascuna un proprio campione che combatterà in un torneo all’ultimo sangue.
In palio c’è il controllo assoluto sull’alta magia, la più potente al mondo, a lungo ritenuta esaurita e ora gelosamente custodita in segreto da una delle sette famiglie maledette di Ilvernath.
Finora i crudeli Lowe hanno vinto quasi tutti i tornei, e si preparano a confermare il proprio dominio. Ma quest’anno c’è qualcosa di nuovo: grazie al bestseller Una tradizione tragica, che ha svelato tutti i segreti del torneo della Luna di Sangue, i sette contendenti sono sotto i riflettori del mondo intero. Possono avere nuove informazioni, nuovi mezzi per vincere. Più di tutto, possono avere una scelta: accettare il loro destino, o riscrivere la storia.
Una storia che, però, deve essere intrisa di sangue.




Recensione 

Dilusione di diludendo (cit.) questo libro e tra le più cocenti dell'anno anche! Un torneo stile Hunger games, la magia, i protagonisti cattivi, ho pensato subito "wow il libro che fa per me!" E invece....invece no 🥲 A malincuore devo dire che non c'è una sola cosa che funziona in questo libro, ma andiamo con ordine. 
Il sistema magico si basa su incantesimi e maledizioni che prendono forma grazie a delle pietre incastonate in gioielli, tutto molto interessante se non fosse che questa è praticamente l'unica spiegazione che ci viene data. Purtroppo mi è proprio mancata la caratterizzazione di questo sistema ed è un grosso punto a sfavore perché tutto ruota intorno a questo. Ma poi parliamo dei nomi degli incantesimi? Agghiaccianti. Ci sono cose tipo "scudo del guerriero" e altre come "doposbronza" "liscia riccioli" e cose simili...non so, mi sono sembrati nomi davvero bruttissimi.
Il torneo della morte è una cosa imbarazzante, è più pericoloso fare un giro al mercato perché, in sostanza, non muore quasi nessuno. Ogni partecipante può reclamare per sé un luogo magico quasi inviolabile e cadono pure dal cielo degli oggetti magici potentissimi per aiutarli. In pratica se ognuno si barrica in uno dei posti sicuri con il suo oggettino magico sono tutti salvi. 
I cattivi....non ci sono. O meglio, i giovani protagonisti fingono di essere crudeli assassini ma sono dei cuori di panna, i "cattivi" sono le loro famiglie arriviste che vogliono il potere, ma in sostanza sono i soliti eroi da young adult che vengono spinti dalla famiglia a fare cose che non vogliono. Inoltre i vari pov non mi sono piaciuti per nulla, il personaggio di Briony mi è risultato davvero indigesto fin dall'inizio, mentre Gavino è molto inutile. Alistair e Isobel hanno un pov a testa ma tutto è praticamente incentrato sul fatto che si piacciono e non se lo dicono, quindi in sostanza in questo libro succede poco o nulla e il poco che succede è anche caratterizzato maluccio. Il vero cattivo/antagonista della storia si intuisce subito ed è palese perché per primo non nasconde le sue intenzioni, ma tutti i protagonisti cascano dal pero quando lo scoprono e dire che dovrebbero essere i rappresentanti più potenti delle loro famiglie! Ma no, non vedono più in là del loro naso. 
Insomma una delusione su tutti i fronti, davvero un peccato perché le premesse erano davvero ottime e speravo di aver trovato qualcosa di intrigante... sarà per la prossima volta! 

Voto ⭐⭐/5