lunedì 8 maggio 2023

Review party L'erede rapito

Titolo: L’erede rapito
Titolo originale: The stolen Heir
Autrice: Holly Black
Traduttrice: Francesca Novajra
Lingua originale: inglese
Casa editrice: Mondadori 





Trama

Sono ormai trascorsi otto anni dalla Battaglia del Serpente. Nel gelido Nord, la spietata Lady Nore ha reclamato per sé la Cittadella dell'Ago di Ghiaccio. Suren, regina bambina della Corte dei Denti e unica creatura ad avere potere su di lei, sua madre, è fuggita nel mondo umano, dove vive come una selvaggia nei boschi, in completa solitudine e perseguitata dal ricordo dei supplizi subiti per mano dei suoi genitori. Si crede dimenticata da tutti fino a quando non si accorge che la hag della tempesta, Bogdana, è sulle sue tracce. Ad aiutarla è nientemeno che il principe Oak, erede di Elfhame, al quale un tempo Suren era stata promessa in sposa. Di lui, ora diciassettenne, affascinante e bello, dicono che sia viziato e ribelle. Troppo scapestrato per sedere sul trono. E soprattutto un abile manipolatore. Il ragazzo sta compiendo una missione che lo condurrà al Nord per la quale ha bisogno dell'aiuto di Suren. Ma se la ragazza accetterà, sa che non solo dovrà proteggere il suo cuore dal ragazzo che conosceva un tempo e di cui ora non può più fidarsi, ma dovrà affrontare nuovamente gli orrori che pensava di essersi lasciata alle spalle. Con questo romanzo, primo di una dilogia, Holly Black ci riaccompagna nel mondo magico e opulento di Elfhame, tra intrighi, tradimenti e desideri che possono diventare anche molto pericolosi.


Recensione

Tornare a Elfhame è sempre bello, la Black riesce a ricreare mondi per le creature fatate che mi conquistano sempre, non sono i fae belli e impossibili di altr³ autor³, ma sono le creature del folklore inglese/irlandese e io non posso non amarle. Però, e c'è un però, a volte bisogna lasciare andare le saghe quando sono finite e forse era questo il caso. Dopo una coppia esplosiva come lo sono stati Jude e Cardan pensavo sarebbe stato difficile trovare dei protagonisti all'altezza e infatti così è stato. Suren/Wren è una creatura particolare, per tutto il libro mi sono domandata quale fosse il suo fine perché lei lo nasconde al lettorə e a sé stessa, lei un sostanza è una creatura "malvagia" mossa dall'istinto e per tutta la vita ha combattuto per non cedere a questo istinto crudele che l'avrebbe fatta assomigliare ai suoi genitori. Tuttavia questa parte della sua psicologia ci viene mostrata troppo tardi nel libro e questo ha fatto sì che la mia opinione su di lei non fosse eccelsa perché non capivo molti dei suoi comportamenti. È vero che è molto nello stile della Black questo "show don't tell" ed è vero che non ne sono una fan, ma in questo libro è confusionario e non sono davvero riuscita a capire la protagonista. Allo stesso modo anche Oak (nella vecchia traduzione Farnia) non mi ha convinto del tutto, forse è perché ho un mente il ragazzino sciocco e ingenuo della prima trilogia e l'immagine stride troppo con il ragazzo rubacuori e portato al combattimento che ho trovato in questo libro. 
La cosa positiva è di sicuro il finale che chiude il libro con un cliffhanger da paura e che lascia con una voglia matta di scoprire cosa succederà dopo, ma il resto del libro è un po' piatto dato che la Black ha scelto come trope quello della missione con la ricerca di oggetti magici. In sostanza è un lungo campeggio durante il quale i protagonisti incappano in diverse situazioni di pericolo e brevi missioni da risolvere, la tipica cerca di oggetti che possiamo trovare in tanti libri. È vero che non dovrei fare il paragone con i libri precedenti perché comunque è una saga a sé, ma non posso scindere del tutto le due cose in quanto i capitoli antecedenti sono costantemente riportati. È bene sapere che se non si ha letto la prima trilogia questa potrebbe essere quasi incomprensibile perché sono citate di continuo situazioni e personaggi e persino io che li ho riletti spesso ho fatto fatica a collocare alcune cose. Infine la parte romance...ecco questa mi ha davvero delusa perché la Black mi è sempre piaciuta sotto questo aspetto, per me ha sempre saputo creare la giusta tensione e storia d'amore che crescono pian piano anche in libri autoconclusivi, invece qua si parte subito in quarta, mi è sembrato un po' forzato e fatto solo perché ormai la parte romance è un must. 
Insomma un libro che non mi ha del tutto convinta, da un lato tornare nel regno degli elfi è stato bello perché mi era mancato, però ci sono tanti "difettucci" e situazioni che non me lo hanno fatto apprezzare del tutto. Nota assolutamente positiva però è quella che riguarda l'aspetto dei personaggi. Black ricrea degli abitanti del popolo fatato che sono veri, non dei modelli di Abercrombie, ossia ci sono esseri come Oak che hanno zampe di capra e zoccoli e l'autrice riesce a descriverceli come una cosa bellissima perché per Suren lo sono. Quindi vengono ricreati dei canoni di bellezza fuori dai nostri standard ed è una cosa che apprezzo molto. 
In conclusione aspetto comunque di leggere il secondo volume per vedere come andrà a finire la storia, Black è sempre Black e io voglio leggere tutto quello che scrive 😂


Voto ⭐⭐⭐/5

Ringrazio Beatrice per aver organizzato l'evento e la casa editrice.

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