Titolo originale: Gifts
Autrice: Ursula K. le Guin
Editore: Mondadori
Trama
Nelle aspre e selvagge Altelande, vivono uomini che possiedono un dono. È tramandato attraverso le generazioni, per via ereditaria, fin da quando se ne ha memoria. Sono doni meravigliosi, che permettono di evocare animali e mutare paesaggi... Ma sono anche terribili, perché possono ottenebrare le menti o infliggere malattie.
Orrec appartiene alla famiglia dei Caspromant, tanto famosa quanto temuta per il dono del disfacimento: un potere distruttivo, in grado di annientare qualsiasi cosa o persona, con la sola imposizione dello sguardo. All'età di tredici anni, però, il giovane ancora stenta a manifestarlo, ragion per cui il padre Canoc è molto turbato e c'è grande preoccupazione nel regno. Finché un giorno, all'improvviso, Orrec devasta un'intera collina senza volerlo, e prende l'amara decisione di bendarsi per sempre, per il timore di causare danni a ciò che ama di più, come la dolce Gry, compagna d'infanzia e forse sua futura sposa, anche lei dotata di un potente e magnifico dono.
Ribellandosi ai loro destini, i due giovani affronteranno insieme le sfide della vita, per andare alla ricerca di loro stessi e del loro posto nel mondo.
Una storia straordinaria, dalla penna unica di Ursula K. Le Guin, sulla fiera crudeltà del potere, su quanto sia difficile crescere e quanto sia ancora più difficile trovare, nell'oscurità del mondo, doni di luce.
Recensione
Anche questa volta questa grande scrittrice ha saputo conquistarmi! Gifts è un libro per ragazzi complesso, ma allo stesso tempo di una semplicità e comprensione disarmanti. In una Scozia fantasy un po' diversa dalla nostra vivono vari clan, ognuno con un dono diverso. La società si basa sui matrimoni volti a mantenere forte un clan, passando questi doni ai propri figli. In questo clima i successori vengono addestrato fin da bambini a immagine e somiglianza dei genitori, soprattutto se come Orrec hanno un padre che riveste un ruolo importante, il capoclan. Già da qua iniziano i problemi, Orrec subisce spesso quasi delle violenze psicologiche da parte di suo padre che lo spinge a essere e diventare ciò che lui in realtà non è e lo fa attraverso scarse dimostrazioni di affetto, un'educazione dura e severa, minando sempre la fiducia del giovane in sé stesso. Pian piano Orrec apre gli occhi, letteralmente (e se avete letto il libro capirete perché), e si ritrova davanti a una scelta molto difficile da prendere. Il suo arco di crescita è strabiliante e molto bello, ben dosato e veritiero e allo stesso modo lo è la sua amicizia con Gry. La loro è una storia dolce in un mondo di durezze, fatta di piccole gioie e delle scoperte dell'infanzia fino alla loro decisione finale, una decisione che ho davvero apprezzato e che cambierà tutto. Per questo dico che il libro in sé è complesso ma anche molto semplice, per una volta la morale è esplicita e facilmente percepibile dallə lettorə a cui è rivolta. Nonostante questo la me genitore non può che ancora di più la storia perché non parla solo allə ragazzə ma anche a noi figure genitoriali. Le Guin vi mostra che noi dobbiamo fare gli strumenti ai figli ma che poi saranno loro a scegliere come usare queste competenze e che dobbiamo lasciargli libero di essere loro stesso, di crescere e di sperimentare. Per questo ho disprezzato Canoc ma l'ho anche capito nelle sue incertezze e nelle fragilità che ha cercato di nascondere sotto una scorza dura.
Devo ammettere che non mi capita spesso di apprezzare libri in cui l'intento è così palese, come non mi capita spesso di apprezzare un worldbuilding tutto sommato interessante, ma che alla fin fine ha quasi i tratti di un romanzo pastorale. Però con questa lettura non sono riuscita a fermarmi un attimo, la storia assume quasi i contorni di una fiaba, con la sua magia, la sua morale e la sua costruzione. Eppure alla fine della lettura mi sembrava di conoscere bene tutti i personaggi e ho percepito le loro emozioni.
Insomma forse non è proprio una lettura adatta a tuttə per via dell'ambientazione e il fantasy quasi semplicistico, ma mi sento di consigliarla comunque per quello che c'è dietro. La morale è quella di cercare sé stessi, di vivere per essere felici e non per accontentare gli altri e anche questo, se vogliamo, è qualcosa che è già stato scritto da molti e quasi inflazionato ma...beh parliamo di Le Guin e lei è riuscita a renderlo un romanzo vincente, dai toni agrodolci e che per me funziona perfettamente.
Voto ⭐⭐⭐⭐/5
Avevamo dubbi sulla qualità di questo libro? Ovviamente no
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