giovedì 27 febbraio 2025

Foul days




Titolo: Foul days, la strega senza ombra
Titolo originale: Foul days
Autrice: Genoveva Dimova 
Editore: Il castoro off


Trama


KOSARA sa che non è semplice sopravvivere ai mostri che invadono Chernograd allo scoccare della mezzanotte di ogni primo dell’anno, durante i maledetti Foul Days, ma lei è una strega potente ed è in grado di tenere testa a licantropi e spiriti.

C’è un solo mostro di cui ha paura, il suo ex, lo Zmey, conosciuto come lo Zar dei Mostri. Lo ha sfidato una volta di troppo e ora lui le dà la caccia. Per sfuggirgli rinuncia alla sua ombra e alla sua magia, scambiandole per un passaggio illegale al di là del Muro, così da cercare riparo a Belograd, dove i mostri non possono raggiungerla.

Peccato che per una strega perdere l’ombra equivalga a una morte lenta e inesorabile. Ecco perché, aiutata da Asen, un detective affascinante e con un oscuro segreto per cui prova una crescente attrazione, Kosara deve recuperare la sua magia, ora nelle mani dello Zar dei Mostri.

Il tempo scorre, la caccia è aperta: Kosara è la cacciatrice o la preda? E di chi può fidarsi perché la aiuti a sconfiggere l’uomo, il Mostro, da cui non è mai riuscita a sfuggire?





Recensione


Già dal titolo doveva venirmi un forte sospetto perchè folklore slavo e titolo in inglese doveva farmi accendere un campanello d'allarme, ma io come al solito cado nei trabocchetti con tutte le scarpe.
Sulla carta foul days si presentava come una cosa fighissima: streghe, ombre, mostri, una città rinchiusa dietro un muro e poi....la piattezza assoluta.
Sono rimasta sinceramente spiazzata da questa lettura perchè ho trovato tante piccole cose che mi hanno fatto storcere il naso, ma allo stesso tempo non ho trovato nulla che mi facesse davvero emozionare. Partiamo dal fatto che la storia è ambientata in un fittizio paese dell'est in cui una città è stata isolata dal resto del mondo perchè i mostri si palesano durante la notte e in particolare durante il capodanno e i giorni successivi, i cosiddetti foul days. Ora..siamo in un paese dell'est, con nomi, tradizioni, mostri e folklore dell'est...perchè questi benedetti giorni vengono chiamati con un termine inglese? Mistero. Tra l'altro non sono neanche le uniche cose che vengono definite con termini inglesi e lasciati proprio in lingua inglese nella traduzione, ma che senso ha? 
Ma va bene, tralasciamo questa parte perchè magari sono puntigliosa io, il vero problema di questo libro è che non mi ha trasmesso nulla. L'autrice non è riuscita in nessun modo a coinvolgermi nella storia, non si percepisce mai un senso di angoscia e di ansia come si dovrebbe, in fondo Kosara dovrebbe essere a un passo dalla morte, ma tutto questo non traspare. Allo stesso modo il suo passato di violenze con lo Zmey non mi ha coinvolto a livello emotivo e credo a questo punto che sia "colpa" della scrittura di Dimova. C'erano tante occasioni per riuscire a entrare di più nella psicologia dei personaggi e per descriverceli dal punto di vista caratteriale e, soprattutto, fisico, ma non vengono mai sfruttate. Ebbene sì, di Kosara sappiamo solo che ha delle cicatrici sulle mani e in faccia e che ha quanto pare ha i capelli spesso in disordine. Di Asen sappiamo solo che è bello e basta, ancora meglio.
La sensazione che ho avuto è che le cose succedessero così un po' a caso, senza mai davvero entrare in profondità nella storia. Non ci viene spiegato come funziona la magia delle streghe come Kosara, non ci vengono descritti gli esseri magici, addirittura non abbiamo descrizioni di Asen (che nel mio dialetto significa asino e rido ogni volta che ci penso), e quando si palesa l'interesse amoroso io sono sinceramente caduta dal pero. Non avevo percepito nulla a livello emotivo da parte di Kosara, aveva solo accennato una volta al fatto che fosse bello.
Non so se sbaglio io ma credo che uno degli esseri magici sia anche descritto male, cioè le vengono attribuite caratteristiche che, in base al folklore russo, sono di altri spiriti, però potrei sbagliarmi io perchè faccio riferimento alle leggende russe mentre l'autrice è bielorussa, per cui potrebbero essere differenti.
Un altro grande problema che ho avuto è riuscire a collocare a livello temporale la storia, perchè c'è molta confusione. La città nel muro è rimasta più indietro e ci può stare, la gente si sposta con cavalli e carretti o a piedi e ci si veste solo di nero, le case hanno il focolare grande con i paioli per cucinare e una volta che Kosara passa al di là del muro resterà sbalordita dal treno...ma poi mi cita le automobili come mezzo di trasporto senza mai averne vista una e avendo passato tutta la vita chiusa dietro al muro. Come è possibile? E alla fine di tutto in che epoca siamo? A ogni pagina si aggiungeva un pezzo di modernità in più, ma all'inizio sembrava di essere quasi in un tardo medioevo sia da una parte che dall'altra del muro. Mi ha confuso parecchio e alla fine ho lasciato perdere. 
Non lo so, per me è stata una grande occasione sprecata, non posso dire che sia un libro brutto ma resta assolutamente nella media, una cosa da leggere se si vuole passare il tempo senza farsi domande perchè le risposte in questo libro non ci sono. 

Voto ⭐⭐,5/5

2 commenti:

  1. Ciao, come stai? Ti chiedo scusa, è da tantissimo che non mi faccio sentire qui sul tuo blog. Questa lettura, onestamente, non mi attira proprio per niente😬. Da come l'hai descritta sembra il classico libro con una buona base che però cade nei soliti cliché un po' così. Mi sa proprio che lo passo 😬❤️

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    1. Ciao!! È da tanto che non ci sentiamo/vediamo! 😍 Io sto bene, sempre di corsa, e tu? Comunque è proprio così come dici tu, Purtroppo una grandissima occasione sprecata che cade un po' nei cliché e un po' nella voglia di non impegnarsi 😅 A me ha trasmesso questo, che l'autrice avesse scritto una bozza iniziale e che poi non avesse più voglia di approfondire e quindi è andato in stampa così 🤣

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