venerdì 15 gennaio 2021

Recensione Gli inganni di Locke Lamora

Titolo: Gli inganni di Locke Lamora
Titolo originale: The lies of Locke Lamora
Autore: Scott Lynch
Lingua originale: Inglese
Traduzione: Anna Martini
Numero di pagine: 612
Editore: Mondadori




Trama

Nella misteriosa città di Camorr un orfano ha vita dura, e spesso breve. Ma il giovane Locke Lamora riesce a eludere la morte e a non farsi catturare come schiavo, fino a diventare un furfante provetto sotto la tutela del Forgialadri, un talentuoso artista della truffa. A capo della banda di fratelli dalle dita leste, noti come Bastardi Galantuomini, Locke diventa presto celebre, e si fa beffe persino del più temuto re della malavita. Ma tra le ombre si annida qualcuno di ancora più ambizioso e micidiale. Di fronte a un sanguinoso colpo di stato che minaccia di distruggere qualunque persona o cosa che abbia un senso nella sua esistenza, Locke giura di sconfiggere il nemico al suo stesso gioco crudele. Costi quel che costi.


Recensione

Bentornati sul blog lettori! Oggi parliamo di un libro che per trama e recensioni mi aveva colpito molto ma la cui lettura mi ha abbastanza deluso. Eh sì, so che mi attireró l'odio di molti ma questo libro non mi ha proprio coinvolto per svariati motivi.

Innanzitutto il vocabolario usato, non parlo delle parolacce (che per me sono comunque usate a sproposito), perché è un libro per adulti e quindi si possono benissimo trovare. Il fatto è che sono state inserite un po' a caso nelle conversazioni e per me hanno rovinato l'effetto "da duro" che si voleva dare all'opera. In secondo luogo i termini in "italianese" (si, ho preso spunto da Lynch e ho invetato delle parole) che non mi sono piaciute per niente. Credo che siano state inventate per sottolineare che la città in cui si svolge la storia ricorda la Repubblica di Venezia, ma per me non avevano senso. Immagino che il loro scopo fosse anche inglobare meglio il lettore nell'ambientazione, ma l'uso di parole come "vetrantico" senza nessuna spiegazione di cosa sia non mi aiuta, anzi. Per non parlare di parole come "vicinorbo/lontanorbo" per parlare di ipovedenti....le ho trovate agghiaccianti.

L'ambientazione bella e se vogliamo ben riuscita, è l'unica cosa che mi è piaciuta perché ricorda appunto la nostra Venezia all'epoca delle repubbliche marinare e alla lontana mi ha ricordato anche Ketterdam di Sei di corvi e anche il mondo di Nevernight, per l'armosfera cupa e il fatto che la storia parli di ladri e mascalzoni. Anche il sistema dei vari dei e templi mi ha ricordato Nevernight perché c'è addirittura un dio che protegge i furti. 

Lo stile in sé è bello ma un po' lento, nelle prime 200 pagine praticamente non accade nulla e le descrizioni molto lunghe rallentano l'andamento generale. Altra cosa che spezza molto la narrazione è il fatto che si svolge su due livelli, nel passato e nel presente. Le parti del passato servono a farci conoscere meglio le figure dei galantuomini ma in realtà ci presenta qualche spezzone della vita passata solo di Locke e Jean, mentre gli altri vengono tralasciati.

E qua arriviamo all'ultima nota dolente: i personaggi. Non ho legato con nessuno, per me non sono caratterizzati appieno né sul piano psicologico né sul piano fisico. Di Locke sappiamo che è un piccoletto incapace di difendersi da solo ma che è un genio del crimine. Beh io questa genialità non l'ho vista...tutti i suoi piani finiscono male e più che essere un ingannatore provetto è quello che ci resta sempre fregato dato che i suoi piani finiscono male e anzi rischia di morire più volte. Non so, mi aspettavo qualcuno dalla fredda e calcolata genialità tipo Kaz Brekker o se proprio una genialità simpatica e divertente stile Lupin III, invece per me non c'è stato. Tra l'altro per essere un truffatore si fida un po' troppo di tutti e questo contribuirà a far sì che spesso si ritrovi in situazioni spiacevoli. I pochi colpi di scena non si sono rivelati tali perché a un lettore attento non sfuggiranno alcuni particolari che si riveleranno utili nel finale. 

In conclusione direi che per me la lettura è un "forse", decisamente c'erano delle idee buone ma avrei voluto il protagonista più geniale e non uno bravo solo a fare l'attore. La poca empatia verso tutti i personaggi ha fatto si che non mi legassi a nessuno, tanto che la morte di alcuni per me non ha significato nulla. Di positivo c'è che si può leggere come un libro autoconclusivo e quindi non penso che continuerò la saga. 

Voto: ⭐⭐,5/5

7 commenti:

  1. Mi ispira moltissimo, non vedo l'ora di leggerlo

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  2. Mi dispiace tantissimo, la delusione letteraria è sempre brutta soprattutto quando si tratta di un libro molto chiacchierato.

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    1. Eh infatti...mi hanno detto che con la saga il personaggio di Locke cresce e cambia per cui ora non un po' indecisa se continuare o no, magari mi ricredo...

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  3. Già mi ispirava poco, ora che ho letto la tua recensione ancora meno 😂 tengo il portafoglio chiuso per qualcosa che valga la pena ❤️

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