Titolo: Il diavolo e l'acqua scura
Titolo originale: The Devil and the dark water
Autore: Stuart Turton
Traduzione: Alessandra Maestrini e Anna Ricci
Numero di pagine: 520
Editore: Neri Pozza
Trama
Batavia, Indie orientali olandesi, 1634. La Saardam, col suo carico di pepe, spezie, sete e trecento anime tra passeggeri e membri dell'equipaggio, è pronta a salpare alla volta di Amsterdam. Una traversata non priva di insidie, tra malattie, tempeste e pirati in agguato in oceani ancora largamente inesplorati. Le vele ripiegate, il galeone accoglie nel suo ventre il corteo dei passeggeri aperto da Jan Haan, il governatore generale di Batavia. In sella a uno stallone bianco, seguito da un'accozzaglia di cortigiani e adulatori e da quattro moschettieri che reggono una pesante cassa dal contenuto misterioso, Haan procede impettito. Ad Amsterdam riceverà l'ambito premio per i suoi servigi: sarà uno degli enigmatici Diciassette del consiglio direttivo della Compagnia. Poco dietro avanza il palanchino che ospita Sara Wessel, sua moglie, una nobildonna dai capelli rossi decorati di gemme preziose e un segreto ben custodito nel cuore, e Lia, sua figlia, una ragazzina insolitamente pallida. Seguono dignitari e passeggeri di riguardo, ciambellani, capitani della guardia e viscontesse e, alla fine, a chiudere il corteo, un uomo coi ricci scuri appiccicati alla fronte e un altro con la testa rasata e il naso schiacciato. Sono Samuel Pipps, celebre detective appena trasferito al porto dalle segrete del forte, dov'era recluso con l'accusa di aver commesso un crimine meritevole di processo in patria, e il tenente Arent Hayes, sua fedele guardia del corpo. Le operazioni di imbarco proseguirebbero secondo un consolidato copione se un oscuro evento non funestasse la partenza. In piedi su una pila di casse, un lebbroso vestito di stracci grigi, prima di prendere stranamente fuoco, annuncia che «il signore dell'oscurità» ha decretato che ogni essere vivente a bordo della Saardam sarà colpito da inesorabile rovina e che la nave non arriverà mai alla sua meta. Non è il solo segno funesto. Non appena il galeone prende il largo, sulle vele compare uno strano simbolo: un occhio con una coda. Splendida conferma del talento dell'autore de Le sette morti di Evelyn Hardcastle, Il diavolo e l'acqua scura è stato accolto al suo apparire in Inghilterra e negli Stati Uniti da un entusiastico consenso di pubblico e di critica.
Recensione
Dopo aver letto e amato Le sette morti di Evelyn Hardcastle non potevo non leggere anche questo, peccato però che sia stato un po' una delusione. La storia in sé non sarebbe neanche male ma credo che non sia stata sviluppata al meglio, l'ambientazione è molto ben curata per quello che riguarda la nave in sé e il viaggio, Turton riesce a ricreare l'ambiente cupo e soffocante delle navi d'epoca che impiegavano quasi un anno per attraversare il mondo. Tuttavia a volte è quasi troppo zelante nelle descrizioni, vengono ribaditi più volte odori e luoghi sgradevoli col risultato che così tutto suona ridondante. Non ho mai sofferto di claustrofobia ma leggere alcuni passaggi mi ha messo molta angoscia, motivo per cui, anche al giorno d'oggi, non metterò mai piede su una nave. I personaggi si alternano nella narrazione per cui vediamo questa indagine sotto punti di vista differenti, il problema è che non sono caratterizzati al meglio, soprattutto quelli che sono "di contorno" ma comunque indispensabili alla narrazione. In particolare avrei voluto sapere qualcosa di più su Lia, che mi è sembrata interessante e che aveva bisogno di più spazio. In realtà i protagonisti si riducono a due persone soltanto, Arent e Sara. Lui è il tipico gigante dal cuore buono che vuole seguire la retta via e che è mosso solo dall'onore, lei è la tipica nobildonna scontenta della sua vita, con un marito violento da cui vorrebbe scappare perché ciò che brama di più è la libertà. Sara sarebbe potuta essere il tipico personaggio che mi attira ma in realtà risulta un po' ridondante nelle sue affermazioni sulla condizione della donna, si limita a esporre la situazione difficile vissuta da moltissime ma non aggiunge riflessioni personali. Nel complesso potevano tutti essere approfonditi meglio, perché i nomi da tenere a mente sono molti e mi è capitato di fare un po' di confusione. La coppia Arent-Samuel Pipps all'inizio mi ha incuriosito molto perché mi ricordava Sherlock e Watson ma si riduce a un nulla di fatto, siccome Sammy è imprigionato non si vede per 3/4 del libro, ciò che sappiamo di lui lo dobbiamo ad Arent che lo tratta come un dio e che sarebbe disposto a morire per lui. Quello che secondo me proprio non funziona è la trama in sé, Turton è il primo che non riesce a catalogare il suo libro in una specifica sezione (ne parla nelle note finali), si tratta di una specie di giallo, con tratti psicologici, ma che è anche un po' romanzo storico e allo stesso tempo un libro di narrativa. Insomma è un mix che poteva attirarmi ma che mi ha lasciato un po' con l'amaro in bocca. Infatti l'indagine procede un po' a caso e la rivelazione su chi potrebbe essere il colpevole è davvero troppo improvvisa. La raccolta degli indizi è quasi inesistente, ma quello che mi ha turbata più di tutto è il fatto che la vicenda gira intorno a una storia di possessione demoniaca da parte di questa entità detta Vecchio Tom (un nome che incute un terrore abissale eh...) E tutti accettano questa versione per buona, non si cerca mai un colpevole o una strada logica, no. C'è questo demone e quindi si cerca la persona posseduta...una caccia alle streghe in piena regola per scovare la persona posseduta e il demone stesso, mi è sembrato tutto troppo forzato perché poi quando alla fine si capisce il colpevole, non ha nulla di sovrannaturale. Mi sembra di non aver capito la vicenda che voleva essere un po' tutto e alla fine si risolve in modo troppo rocambolesco e forzato. Il punto a favore è di sicuro lo stile complessivo, la penna di Turton è sempre scorrevole e quindi non risulta pesante da quel punto di vista, peccato che tutto il resto non funzioni.
Insomma è stato una delusione dopo Le sette morti che per me è un piccolo capolavoro, non ho ritrovato li stesso autore e la trama mi è sembrata troppo forzata.
Voto: ⭐⭐/5
Sembrava un libro con le migliori premesse e invece è stato una delusione. Questo 2021 ha riservato poche gioie, non vedo l'ora che finisca
RispondiEliminaNon lo conoscevo, ma mi spiace sapere che per te è stata una delusione; quando accade lascia sempre un po' l'amaro in bocca
RispondiEliminaSì peccato perché il primo libro di questo autore mi era piaciuto moltissimo :/
EliminaPeccato sia stata una delusione per te. Io ce l'ho in libreria e credo sarà una delle mie prossime audioletture
RispondiEliminaBeh nel caso fammi sapere cosa ne pensi, magari solo io sono rimasta un po' delusa
EliminaMi dispiace che non ti sia piaciuto dalla trama sembra tutt'altro
RispondiEliminaEh infatti la trama mi intriga a molto ma sul finale si perde :/
EliminaSì dal punto di vista delle letture è stato un po' deludente, confidiamo nel 2022!
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