lunedì 26 maggio 2025

Hunger games-L'alba sulla mietitura




Titolo: Hunger games, l'alba sulla mietitura
Titolo originale: Sunrise on the reaping
Autrice: Suzanne Collins
Editore: Mondadori





Trama

All’alba dei cinquantesimi Hunger Games, i distretti di Panem sono in preda al panico. Quest’anno, infatti, per l’Edizione della Memoria, verrà sottratto alle famiglie un numero doppio di tributi rispetto al solito. Intanto, nel Distretto 12, Haymitch Abernathy cerca di non pensarci troppo, l’unica cosa che gli interessa è arrivare vivo a fine giornata e stare con la ragazza che ama. Quando viene chiamato il suo nome, però, il ragazzo vede infrangersi tutti i suoi sogni. Strappato alla sua famiglia e ai suoi affetti, viene portato a Capitol City con gli altri tre tributi del Distretto 12: una ragazza che per lui è quasi una sorella, un esperto in scommesse e la ragazza più presuntuosa della città. Non appena gli Hunger Games hanno inizio, Haymitch comprende che tutto è stato predisposto per farlo fallire. Eppure qualcosa in lui preme per combattere... e far sì che la lotta si estenda ben oltre l’arena.

Recensione 

Eccoci qua lettorə con una Recensione che covo ormai da un paio di mesi perché lo ammetto...a me questo libro non è piaciuto e sono devastata. Lo so che vado sempre controtendenza e sono praticamente l'unica persona al mondo che non ne parlerà bene e con gli occhi a cuoricino e per la prima volta mi dispiace moltissimo perché VOLEVO che questo libro mi piacesse. Il problema è che mi aspettavo molto di più, Hunger games è uno dei miei libri preferiti in assoluto e il personaggio di Haymitch mi è sempre piaciuto, ma durante la lettura ero annoia dalla ripetitività e non ho trovato l'incisività che cercavo. Il grosso problema è che Collins poteva darci una storia nuova, parlandoci di un Haymitch che si chiudeva sempre di più in sé stesso e nell'alcol perché continuava a vedere morire ragazzi innocenti, invece ha riscritto pari pari il primo Hunger games, ma con un protagonista che non le è riuscito bene come Katniss. Io non volevo vedere Haymitch che vinceva senza un vero perché, ma volevo vedere qualcosa di nuovo, qualcosa che creasse davvero un punto di collegamento nella saga. Da un lato chiude comunque il cerchio narrativo però assume troppo un'aria da telenovela perché possa funzionare bene.

La prima cosa che non mi ha convinta è il personaggio di Haymitch in sé: il suo passaggio da ragazzo a parte dei ribelli poteva essere gestito in modo più forte e d'impatto. Ho trovato il motivo di innesto un po' fiacco, se non proprio gestito male. Ormai conosciamo Collins e sappiamo che può dare di più in termini di coinvolgimento emotivo, ma nella scena a cui faccio riferimento mi è proprio mancato, non ho trovato reali motivazioni che hanno spinto Haymitch a unirsi ai ribelli, che tra l'altro lo accettano tra le loro file lasciandogli anche un ruolo molto rilevante, così. Sulla fiducia. Forse è  colpa dell'aura da telenovela che aleggia in tutto il libro che mi ha smorzato la cosa. Purtroppo anche a livello caratteriale Haymitch mi ha deluso un po', perché non mi è sembrato abbastanza furbo o deciso. Sembrava sempre in balia degli eventi, privo di una vera e propria strategia o di una direzione chiara, e questo ha ridotto molto la profondità del personaggio rendendolo privo di mordente. La sua partecipazione alla ribellione appare passiva, come se fosse stato inserito lì per caso per fare quadrare la storia e andare avanti. Non ho percepito un reale spirito di rivolta o di lotta nel suo carattere, e questo ha diminuito il coinvolgimento emotivo.

Inoltre, ho trovato troppo presente il fandom e il fan service, il richiamo ai personaggi già conosciuti nella trilogia di Katniss è davvero eccessivo. Capisco che si voglia creare un collegamento, ma così facendo si dà troppo spazio a personaggi già noti, lasciando sullo sfondo quelli nuovi, che avrebbero potuto essere più sviluppati. Considerando poi che sono passati circa 24 anni tra i giochi di Haymitch e di Katniss, alcuni personaggi dovrebbero essere molto più anziani nella trilogia, e questa discrepanza mi ha fatto storcere il naso. Tutto questo ha contribuito a creare l'atmosfera "stonata" perché ogni volta che entrava in scena un personaggio lo si conosceva già.

Ho anche avuto un vero e proprio odio per il personaggio di Lenore Dove. Sebbene non si veda molto, il suo ruolo nella vita di Haymitch è ossessivo, i continui riferimenti alla sua ragazza in discorsi interiori monotoni e ripetitivi, sono stati davvero noiosi e pesanti....capisco che Haymitch sia un ragazzo innamorato ma dopo un po' ero arrivata ad alzare gli occhi al cielo ogni volta che la nominava (ossia di continuo).

L’aspetto che ho apprezzato di più è stato l’epilogo, che ho trovato molto commovente e che effettivamente chiude il cerchio tra i vari libri. Avrei voluto che quel tono emotivo e intenso fosse presente per tutta la narrazione, ma invece il libro si presenta come il primo Hunger Games, con protagonista maschile, ma molto meno coinvolgente.

In conclusione, ho acquistato questo libro con la speranza che fosse un modo per passarlo in futuro a mio figlio, sperando che possa apprezzarlo senza le stesse ripetizioni e con più libertà nel seguire la storia. Purtroppo, i prequel dei libri che amo difficilmente mi conquistano, e "L’alba sulla mietitura" si conferma ancora una volta nella categoria dei titoli che non sono riusciti a catturarmi pienamente. Un grandissimo "vorrei ma non posso" e anche un'occasione sprecata perché poteva davvero dare tanto e invece mi ha lasciata indifferente e annoiata, peccato davvero.




martedì 20 maggio 2025

The inheritance Trilogy




Titolo: The inheritance Trilogy. La successione
Titolo originale: The inheritance Trilogy
Autrice: N.K.Jemisin
Editore: Mondadori (Oscar Vault)

Trama

In un universo in cui le divinità si muovono accanto agli esseri umani, una famiglia domina il mondo tra corruzione e violenza. La salvezza dell’umanità è nelle mani di tre giovani donne straordinarie… che ancora non sanno di esserlo. Yeine Darr vive nel Grande Nord, povero e arretrato. Ma, quando sua madre muore in circostanze misteriose, scopre di essere l’erede al trono dei Centomila Regni e si ritrova al centro di una feroce lotta di potere. Oree Shoth, un’artista cieca, dà rifugio a uno strano senzatetto: un atto di gentilezza che la trascinerà in un incubo, nel cuore di una cospirazione per uccidere le Deidi in cui il suo ospite sembra coinvolto. Shahar Arameri è l’ultima discendente della famiglia che da duemila anni governa la Terra schiavizzando gli immortali, ma è anche innamorata del Deide Sieh. A chi sceglierà di essere fedele? Tutte e tre impareranno quanto possa essere peri­coloso mescolare amici e nemici, esseri divini e mortali, amore e odio.


Recensione 

Finalmente sbarco con la recensione di questa lettura che mi ha accompagnato per diverso tempo, una lettura bella corposa però, quindi sono giustificata 🤣 

Oscar Vault (Mondadori) ci riporta in Italia la Trilogia della successione di N.K.Jemisin, il suo esordio letterario. Diciamo che si percepisce che un primo libro soprattutto dal primo volume della trilogia, dove abbiamo già un Wordbuilding solido, ma una protagonista che non mi ha fatto impazzire. Yeine, infatti, è una donna cresciuta per diventare una guerriera e una guida per il popolo, ma si piange addosso e resta passiva per tutto il libro, senza contare gli slanci amorosi di cui è protagonista che ricordano molto svariati YA. Tuttavia non dovete pensare che non mi sia piaciuto, anzi. I personaggi secondari sono interessanti e ben strutturati e non mancheranno divinità in catene e intrighi politici da mozzare il fiato. Inotlre Jemisin ci regala, come sempre, un sistema magico e mitologico molto preciso e ben delineato e soprattutto sa trasportarci direttamente nella storia Senza inutili spiegoni che appesantiscono il libro. Quindi un primo volume un po' acerbo ma validissimo.

Il livello rimane alto e, anzi, si alza ancora di più nel secondo volume, I regni spezzati. Il bello di questa trilogia è che alcuni personaggi restano sempre quelli, cambiano i protagonisti a seconda del libro e i personaggi di contorno. Credo che sia una scelta vincente perché permette di sviluppare in modo approfondito più protagonisti, ma anche perché la narrazione diventa più dettagliata e si evolve. Come dicevo I regni spezzati mi è piaciuto molto di più, Oree, la nostra protagonista, è cieca ma vede il mondo in un modo tutto suo. La sua relazione con le deidi (divinità) ci permette di scoprire ulteriori aspetti del passato che influenzano il presente e ci mostra aspetti diversi delle personalità di questi dei. La società sta cambiando e così fa il complesso sistema magico che nel frattempo si evolve. Ho trovato la lettura incalzante e coinvolgente e ha saputo catturarmi. Anche qua c'è qualche piccolo errorino, ma è il libro che ho preferito.

Nel terzo capitolo (Il regno degli dei), il protagonista è finalmente una divinità. È il libro più corposo e lunghino, Sieh è il protagonista, una divinità in forma di bambino che incarna tutte le cose positive e negative di questa età particolare. Dovrà scendere a patti con sé stesso e affrontare cambiamenti significativi che lo porteranno a scoprire parti di sé che erano sepolte. La narrazione si svolge anni dopo il primo volume e si cominciano a vedere le crepe di questo sistema magico che va sgretolandosi, portando con sé un'epoca di cambiamenti. L'arco narrativo sta volgendo al suo termine e così l'Era Lucente di questa società. Ho apprezzato che la trilogia in sé ci parlasse del declino di un momento storico e non della sua nascita, anche se poi si conclude con una speranza dolceamara. 

Insomma, questa trilogia è un assaggio di ciò che Jemisin ha poi sviluppato in opere successive, dimostrando fin da subito la sua straordinaria capacità di inventare mondi impensabili, con trame che escono dagli schemi tradizionali. Uno degli aspetti più affascinanti del suo stile è la libertà con cui tratta i temi dell’amore, che si declina in tutte le sue forme: eterosessuale, omo, incestuoso (tra divinità), pansessuale. La sua visione dell’amore, universale e inclusiva, si traduce in un mondo che accetta e celebra tutte le sfumature del sentimento. Inoltre le divinità molto umane che troviamo avvicinano l'uomo al divino mostrando come anche loro siano mosse dai meri sentimenti. Insomma anche coloro che sono nati per essere perfetti e plasmare il mondo sono preda di odio, rabbia, amore e questo ci dimostra come il fallimento sia possibile e accettabile, ma che si può aspirare anche alla redenzione. 

In conclusione, la Trilogia della Successione rappresenta un ottimo punto di partenza per conoscere Jemisin, un’autrice che non si limita al worldbuilding, ma si impegna anche a creare società e dinamiche sociali che sfidano gli schemi della nostra realtà. La sua capacità di dipingere universi complessi e di esplorare le emozioni umane, anche attraverso divinità e creature fantastiche, rende questa saga una lettura fondamentale per chi ama il fantasy innovativo e profondo. Un’opera che, seppur imperfetta in alcuni aspetti, lascia il segno e anticipa le straordinarie cose che Jemisin continuerà a scrivere.

Ringrazio moltissimo Oscar Vault per la copia omaggio e la collaborazione 😊

Voto ⭐⭐⭐⭐,5/5

mercoledì 14 maggio 2025

Scarti di potere

 


Titolo: Scarti di potere
Autore: Marcello Sgarbi
Editore: Incipit23

Trama

Nel cuore dell’estate, tra i miasmi di una discarica cittadina, viene ritrovato il cadavere di Gianluca Valontani, ex editore dell’omonima casa editrice. Un delitto brutale, un messaggio lasciato sul corpo e tante domande senza risposta.
Mentre la città soffoca tra il caldo e l’inquinamento, l’indagine del Commissario Faini svela il lato oscuro del progresso: una società che divora e scarta, non solo oggetti ma anche persone. Corruzione, speculazione edilizia e traffici illeciti emergono come rifiuti tossici, contaminando tutto ciò che toccano. Tra gli affari poco puliti dell’avvocato Antonio Cortesi, l’enigmatica freddezza di Amalia Del Feo e i segreti nascosti dagli operai della discarica, ogni pista porta a un intreccio più pericoloso del previsto.
In un mondo in cui il degrado ambientale riflette il marciume morale, Faini dovrà addentrarsi in un’indagine torbida, dove le menzogne si stratificano come detriti e la verità è sepolta sotto anni di complicità e silenzi. Ma quando la morte torna a colpire, diventa chiaro che qualcuno è disposto a tutto pur di insabbiare il passato.

Recensione

Per questa lettura in super anteprima ringrazio moltissimo la casa editrice e l'autore per la copia digitale e la fiducia ❤️

Questo è stato un libro che ho letto assaporando ogni momento e ho apprezzato molto la lettura davvero scorrevole perché, oltre a una bella indagine serrata, mescola anche una potente denuncia sociale, in particolare a quella che è una triste realtà fortemente italiana. Sgarbi mostra come la nostra società sia spesso mossa da un'inarrestabile sete di corruzione e di arricchimento a scapito degli altri. Attraverso le azioni dei personaggi e le dinamiche investigative, il romanzo mette in luce come il desiderio di profitto immediato e l'avidità siano radicati nella cultura e nelle strutture sociali del nostro paese, spingendo persone comuni e figure di potere a comportamenti illeciti ed egoistici. Per questo la figura del commissario Faini emerge come un personaggio realistico e credibile, tridimensionale, che incarna la lotta morale e l'integrità in un contesto corrotto, offrendo uno spaccato di come la giustizia possa essere perseguita anche in ambienti difficili e complessi. Nonostante non sia uno stinco di santo e abbia i suoi problemi personali, Faini è un personaggio che conquista, umano, un po' detective maledetto e un po' persona acculturata e appassionata di arte.
Lo stile narrativo, dal taglio molto cinematografico, rende il romanzo adatto anche a una trasposizione televisiva a mio parere, soprattutto grazie alla sua capacità di creare scene visive e di forte impatto. L'indagine, poi, comincia subito, le vicende entrano nel vivo già dalle prime pagine e l'attenzione resta sempre alta.
Anche se la località è inventata, l’autore riesce a ricreare un ambiente così vivido e dettagliato da far sembrare la città una comune città italiana, piena di sfumature e realtà quotidiane. Questa capacità di rendere credibile il setting rende ancora più coinvolgente la narrazione.  
L’indagine, intricata e ben articolata, si sviluppa come un puzzle complesso: ogni indizio apre nuove porte, spesso nascoste dietro cassetti pieni di segreti e misteri, che conducono a ulteriori scoperte e colpi di scena. Questa struttura narrativa tiene il lettore costantemente sulle spine, senza mai anticipare il colpevole, rendendo la lettura avvincente e coinvolgente.  
Tuttavia, una piccola pecca riguarda l’uso di metafore e similitudini molto arzigogolate e con un tono aulico. Un linguaggio più semplice e diretto avrebbe potuto ottenere lo stesso effetto emozionale, rendendo la lettura ancora più fluida e accessibile. Non è comunque un difetto insormontabile, anzi si capisce il livello di cultura dell'autore. 
In conclusione, si tratta di un giallo/noir davvero di qualità, che alterna presente e passato in un intreccio ricco di colpi di scena e risvolti, offrendo una riflessione profonda sulla società italiana e in generale sulla natura umana, davvero consigliato agli amanti del genere.

Voto ⭐⭐⭐⭐/5