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martedì 23 febbraio 2021

Recensione Vardø dopo la tempesta

Titolo: Vardø. Dopo la tempesta
Titolo originale: The Mercies
Autrice: Kiran Millwood Hargrave
Lingua originale: inglese
Traduzione: Laura Prandino
Numero di pagine: 342
Editore: Neri Pozza





Trama

1617, Norvegia nordorientale. In una funesta vigilia di Natale, il mare a Vardø si è improvvisamente sollevato e una folgore livida ha sferzato il cielo. Quando la tempesta si è acquietata in uno schiocco di dita, così com’era arrivata, le donne si sono raccolte a riva per scrutare l’orizzonte. Degli uomini usciti in barca non vi era, però, nessun segno. Quaranta pescatori, dispersi nelle gelide acque del Mare di Barents.
Alla ventenne Maren Magnusdatter, che ha perso il padre e il fratello nella burrasca, e a tutte le donne di Vardø non resta dunque che un solo compito: mettere a tacere il dolore e cercare di sopravvivere.
Quando l’inverno allenta la presa e le provviste di cibo sono quasi esaurite nelle dispense, le donne non si perdono d’animo: rimettono le barche in mare, riprendono la pesca, tagliano la legna, coltivano i campi, conciano le pelli. Spinte dalla necessità, scoprono che la loro unità può generare ciò che serve per continuare a vivere.
L’equilibrio faticosamente conquistato è destinato, però, a dissolversi il giorno in cui a Vardø mette piede il sovrintendente Absalom Cornet, un fosco e ambiguo personaggio distintosi, in passato, per aver mandato al rogo diverse donne accusate di stregoneria.
Absalom è accompagnato dalla giovane moglie norvegese, Ursa, inesperta della vita e terrorizzata dai modi sbrigativi e autoritari del marito. A Vardø, però, Ursa scorge qualcosa che non ha mai visto prima: donne indipendenti. Absalom, al contrario, vede solo una terra sventurata, abitata dal Maligno. Un luogo ai margini della civiltà, dove la popolazione barbara dei lapponi si mescola liberamente con i bianchi e dove una comunità di sole donne pretende di vivere secondo regole proprie.
Romanzo che trae ispirazione dai processi alle streghe di Vardø del 1620, Vardø. Dopo la tempesta «getta luce su uno spaventoso spaccato di storia, raccontando la brutale sottomissione delle donne, la superstizione che aleggia nei luoghi isolati e le atrocità compiute in nome della religione. Un romanzo davvero potente» (Publishers Weekly)

Recensione

Bentornati sul blog lettori! Oggi parliamo di un libro che non é il solito fantasy, così esco un po' dalla mia comfort zone. Infatti oggi vi parlo di un romanzo storico che mi ha letteralmente rapito, l'ho letto in appena due giorni perché lo stile molto scorrevole ha reso facilissima la lettura. Ci troviamo di fronte a fatti storici purtroppo avvenuti realmente, anche se lievemente romanzati per fini di trama. Dopo una violenta e improvvisa tempesta, una piccola isola norvegese si ritrova popolata da sole donne che si vedono costrette ad assumere i ruoli dei mariti e dei padri per sopravvivere. La terraferma fa ben poco per aiutarle e manda solo un nuovo prete sull'isola e la popolazione si spacca inevitabilmente in due. Le donne che vogliono sopravvivere sono disposte a tutto, anche a fare lavori duri come spaccare legna e andare a pesca, mentre le donne che vedono nella tempesta una punizione divina si ritirano nelle preghiere. Ovviamente queste ultime non vedono di buon occhio le donne che puntano a sopravvivere e in mezzo a tutto questo viene mandato sull'isola un nuovo sovrintendente deciso a debellare gli antichi culti in cui alcune donne sono ricadute. Questo è un libro molto forte e incentrato su due donne in particolare ma che vuole far riflettere sulla condizione della donna nel 1600, anche in posti sperduti e più lontani dalla civiltà. Ovviamente all'epoca una donna forte, che non si piega alle convenzioni e che riesce a sopravvivere da sola, era addidata come strega. Anche nei luoghi più remoti del mondo il fanatismo religioso può fare molti danni, distruggendo culture e credenze precedenti che non facevano alcun male. 
È la storia di tante donne, ma in particolare di Ursula e Maren, così diverse ma così costrette nelle loro condizioni. La prima è la moglie del sovrintendente, venduta dalla famiglia in appena un giorno, strappata alla sua casa e alla sua vita e costretta a subire i continui abusi del marito. Maren invece è nativa di Vardø, ha visto morire suo padre e suo fratello nella terribile tempesta e assiste impotente allo sgretolarsi di ciò che resta della sua famiglia, all'odio che cresce pian piano e ai cambiamenti che avvengono nel suo villaggio. Lei vorrebbe solamente che la sua vita tornasse come prima, con una famiglia che la ama e che si sostiene a vicenda. Non riesce a sfogare il suo dolore per la perdita dei famigliari, perché sua cognata e sua madre sembrano esserne rimaste schiacciate e quindi si fa forza e va avanti solo per loro, anche se la stanno tagliando fuori dalle loro vite. Rinascerà pian piano grazie all'amicizia con Ursula, un'amicizia guardinga e piena di ansia perchè si svolge comunque sotto gli occhi del sovrintendente deciso a trovare le streghe. Questa amicizia aiuterà entrambe ad uscire dal loro guscio e a compiere azioni che mai avrebbero creduto possibili, dopo essersi rese conto che le torture e le presunte punizioni per stregoneria non avvengono per volere di Dio ma per il volere degli uomini. Un romanzo appassionante e che cresce pian piano, la prima parte è molto scorrevole e serve a farci conoscere i personaggi e la loro storia, ma serve anche a far capire il crescendo di angoscia e ansia che le donne del posto hanno dovuto subire. La seconda parte regala qualche momento di distensione perché vediamo crescere il legame tra Ursa e Maren, anche se l'angoscia e l'ansia sono sempre presenti e anzi vanno accentuandosi fino al punto di rottura. La cosa che mi è piaciuta poco è il finale perché è pieno di rivelazioni ma avviene troppo in fretta. Probabilmente serve a trasmettere l'urgenza con cui si sono svolti gli eventi ma vengono prese molte decisioni importanti in pochi attimio che avrei voluto più approfonditi. Le ultime pagine hanno proprio un gusto dolce-amaro perché regalano un vago senso di speranza ma avviene dopo molte morti e sappiamo che molte altre seguiranno. 
In conclusione ho davvero apprezzato la lettura che ci fa conoscere uno spaccato della nostra storia europea, anche se purtroppo è uno spaccato cupo e terribile. La condizione della donna sempre molto precaria, raggiunge nuovi orrori nel periodo della caccia alle streghe. Anche se questa epurazione si concentra soprattutto sulle figure femminili, non vanno dimenticati anche i molti uomini che finirono sul rogo con l'accusa di essere stregoni e adoratori del diavolo. Il romanzo tratta soprattutto delle donne, non solo di Vardø, perché migliaia furono uccise perché diverse, perché fedeli ad antichi credo o semplicemente perché donne ed è una cupa parentesi della storia. 

Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐/5

4 commenti:

  1. Per qualche motivo avevo sempre snobbato questo libro, grazie a te ho capito che questo libro potrebbe piacermi molto

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  2. La scrittura dell'autrice è molto bella ed evocativa, la storia mi ha completamente trasportata a quell'epoca!

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  3. Non conoscevo questo libro ma la questione religiosa mi interessa molto quindi va subito in Wish list 😍

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  4. Adoro questo tipo di storie, infatti ce l'ho in libreria da un po' e non vedo l'ora di addentrarmi nella lettura!

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